3- Il corpo del documento: <BODY> ... </BODY>

Per darvi la possibilità di cimentarvi subito nella creazione di documenti in formato HTML, iniziamo subito a parlare del corpo del documento, lasciando i dettagli sull'intestazione in un secondo momento, quando si avrà acquisito sufficiente padronanza del linguaggio.

Un qualsiasi documento cartaceo è costituito da un insieme di parole poste in successione a formare delle frasi. Quelli più elaborati includono delle figure, ma richiedono sempre di consultare l'indice per spostarsi da un argomento all'altro. La moderna editoria elettronica, nella quale possiamo inserire a pieno titolo il linguaggio HTML, consente di creare dei documenti coloratissimi, pieni zeppi d'immagini, di filmati, di suoni e di quant'altro l'autore voglia avvalersi ma, soprattutto, permette di fare a meno di ricorrere all'indice ogniqualvolta si debba passare da un argomento ad un altro ad esso collegato.
I documenti HTML infatti, presentano delle parole o delle immagini evidenziate in qualche modo (con un diverso colore, con una cornice, etc.) che vengono rese attive, ovvero che se raggiunte dal classico click del mouse, permettono di saltare da un argomento ad un altro, da un documento ad un altro e, addirittura, da un continente ad un altro. Tutto ciò è reso ovviamente possibile dalla tecnologia delle reti che tende a ridurre quasi a zero le distanze geografiche.
Per meglio chiarire questo concetto, proviamo ad immaginare un documento che parli de "I Promessi Sposi" e che voglia comunicare l'esistenza di un altro testo dedicato alla figura della Monaca di Monza. Nel caso dell'editoria tradizionale basata sul supporto cartaceo, generalmente si ricorre ad una nota a piè pagina, oppure ad un riferimento alla bibliografia posta a fine documento.
Nell'editoria elettronica si ha invece una radicale semplificazione concettuale, in quanto è sufficiente presentare la parola sottolineata e collegata direttamente al corrispondente documento. Il lettore desideroso di approfondire le sue conoscenze su questo specifico personaggio, non dovrà far altro che 'cliccare' sul nome (chiamato link = "collegamento") per trovarsi catapultato come per magia nel testo di approfondimento di suo interesse. Questo sistema di organizzazione dei documenti viene chiamato Hypertext, generalmente italianizzato in ipertesto.
E' intuitivo il fatto che il corpo del documento non possa limitarsi al solo testo, ma che debba includere delle indicazioni che provvedano a formattarlo e ad inserire tutti i riferimenti necessari. Vediamo ora di seguito le istruzioni (tags) necessarie nelle varie situazioni.


CONTINUIAMO CON I RIPASSI
Bene, riprendiamo il file "base.html" (vedi capitolo precedente) e provate a inserire (ricordate dove??) la stringa:

esempio1: questa &egrave; una prova di testo in <b>grassetto</b>, <i>corsivo</i>, <b><i>Grassetto corsivo</i></b>, <u>sottolineato</u>, <blink>lampeggiante</blink> e <kbd>con effetto macchina da scrivere</kbd><br>

Il risultato dovrebbe essere questo:

esempio 1: questa è una prova di testo in grassetto, corsivo, Grassetto corsivo, sottolineato, lampeggiante e con effetto macchina da scrivere

per l'appunto, una frase scritta con gli stili in questione. Abbiamo dunque imparato un po' di cose. Tanto per cominciare, che il carattere "è" non potete scriverlo così, ma dovete usare una speciale codifica HTML, "&egrave;", appunto. Questo perché tutti i computer della terra, compreso il Commodore 64 se solo si potesse attaccare a Internet, capiscono una codifica standard a 7 bit chiamata ASCII-7. Nei 128 (2 elevato a 7 dà 128) caratteri permessi dalla "tabella" in questione, i cratteri accentati e speciali sono esclusi. Questo vuol dire che sul vostro PC potete anche scrivere "la pasta è buona", e il vostro browser la visualizzerà anche giusta, ma potete stare certi che in un altro paese - dove si adotta una tabella di codici diversi - quella frase diventerà, che so, "la pasta § buona", oppure, restando nel nostro paese, un utente Macintosh potrebbe leggerla "la pasta [] buona", o ancora... Potreste essere tentati di scrivere "la pasta e' buona", ma a parte che starebbe male, anche l'apostrofo è un carattere speciale. Quindi, l'unico modo per essere sicuri che la pasta sia buona dappertutto, è proprio quello di usare la codifica internazionale HTML per i caratteri speciali. Altra esigenza specifica, è che scrivere un testo lungo in questo modo sarebbe straziante, per cui serve un editor di testi in grado di convertire istantaneamente le accentate in codici HTML: Procurarsene uno su Internet è una stupidaggine, quindi sprecate pure dieci minuti di tempo di connessione e installatelo sul vostro hard disk.
La seconda cosa che abbiamo imparato, invece è che i tag possono "inscatolarsi" gli uni negli altri. E ovviamente vanno aperti e chiusi in successione inversa, come avviene per le parentesi. Mi spiego meglio: se a scuola aveste scritto una cosa del tipo "[x+(16-x]*4)", la vostra professoressa di matematica probabilmente vi avrebbe strappato tutte le unghie e terminati all'istante, previo uno zero spaccato sul diario. Il browser è molto più gentile: si limita a non visualizzare ciò che "sgarra" dalle specifiche del linguaggio. Vale quindi il discorso <b><i>...</i></b>, ma non quello <b><i></b></i>. Può darsi che il vostro browser sia magnanimo e "passi sopra", ma non è detto che tutti lo facciano, e, comunque, ci sarebbe un errore di principio che andrebbe assolutamente corretto. Potete naturalmente scrivere anche <i><b>grassetto e corsivo, </b> solo corsivo</i>: basta che i tag non si sovrappongano in maniera scorretta. Ah, dimenticavo: i tag B indicano il bold (grassetto), il tag I l'italic (corsivo), e... no, mi rifiuto, il cervello ce l'avete pure voi, usatelo!
Dimenticavo: il <br> alla fine indica al browser che la riga è finita, e che desiderate che vada a capo (dovrebbe stare per "break"). Se invece volete fare i precisini, ricordatevi di delineare i paragrafi a inizio e fine con <P> e </P>. Occhio perché un uso errato di <br> e di <P> può notevolmente incasinare la vostra pagina.