CONTINUIAMO CON I RIPASSI
Bene, riprendiamo il file "base.html" (vedi capitolo precedente) e provate a inserire
(ricordate dove??) la stringa:
esempio1: questa è una prova di testo in <b>grassetto</b>, <i>corsivo</i>, <b><i>Grassetto corsivo</i></b>, <u>sottolineato</u>, <blink>lampeggiante</blink> e <kbd>con effetto macchina da scrivere</kbd><br>
Il risultato dovrebbe essere questo:
esempio 1: questa è una prova di testo in grassetto, corsivo, Grassetto corsivo, sottolineato, e con effetto macchina da scrivere
per l'appunto, una frase scritta con gli stili in questione.
Abbiamo dunque imparato un po' di cose. Tanto per cominciare, che il carattere "è" non
potete scriverlo così, ma dovete usare una speciale codifica HTML, "è", appunto.
Questo perché tutti i computer della terra, compreso il Commodore 64 se solo si potesse
attaccare a Internet, capiscono una codifica standard a 7 bit chiamata ASCII-7. Nei 128
(2 elevato a 7 dà 128) caratteri permessi dalla "tabella" in questione, i cratteri
accentati e speciali sono esclusi. Questo vuol dire che sul vostro PC potete anche scrivere
"la pasta è buona", e il vostro browser la visualizzerà anche giusta, ma potete
stare certi che in un altro paese - dove si adotta una tabella di codici diversi - quella frase
diventerà, che so, "la pasta § buona", oppure, restando nel nostro paese, un utente
Macintosh potrebbe leggerla "la pasta [] buona", o ancora... Potreste essere tentati di scrivere
"la pasta e' buona", ma a parte che starebbe male, anche l'apostrofo è un carattere speciale.
Quindi, l'unico modo per essere sicuri che la pasta sia buona dappertutto, è proprio quello
di usare la codifica internazionale HTML per i caratteri speciali.
Altra esigenza specifica, è che scrivere un testo lungo in questo modo sarebbe straziante,
per cui serve un editor di testi in grado di convertire istantaneamente le accentate in codici
HTML: Procurarsene uno su Internet è una stupidaggine, quindi sprecate pure dieci minuti
di tempo di connessione e installatelo sul vostro hard disk.
La seconda cosa che abbiamo imparato, invece è che i tag possono "inscatolarsi" gli
uni negli altri. E ovviamente vanno aperti e chiusi in successione inversa, come avviene per le
parentesi. Mi spiego meglio: se a scuola aveste scritto una cosa del tipo "[x+(16-x]*4)", la
vostra professoressa di matematica probabilmente vi avrebbe strappato tutte le unghie e terminati
all'istante, previo uno zero spaccato sul diario.
Il browser è molto più gentile: si limita a non visualizzare ciò che
"sgarra" dalle specifiche del linguaggio. Vale quindi il discorso <b><i>...</i></b>,
ma non quello <b><i></b></i>.
Può darsi che il vostro browser sia magnanimo e "passi sopra", ma non è detto che
tutti lo facciano, e, comunque, ci sarebbe un errore di principio che andrebbe assolutamente
corretto. Potete naturalmente scrivere anche <i><b>grassetto e corsivo, </b>
solo corsivo</i>: basta che i tag non si sovrappongano in maniera scorretta.
Ah, dimenticavo: i tag B indicano il bold (grassetto), il tag I l'italic (corsivo), e... no, mi
rifiuto, il cervello ce l'avete pure voi, usatelo!
Dimenticavo: il <br> alla fine indica al browser che la riga è finita, e che
desiderate che vada a capo (dovrebbe stare per "break"). Se invece volete fare i precisini,
ricordatevi di delineare i paragrafi a inizio e fine con <P> e </P>. Occhio perché
un uso errato di <br> e di <P> può notevolmente incasinare la vostra pagina.