Andrea Chimenti

La Maschera del Corvo Nero e Altre Storie

Qohelet

Written by Andrea Chimenti with Ungaretti, Pessoa and from Qohelet - music by Andrea Chimenti except. 1.(Chimenti/Magnelli) 2.(Chimenti/Fantoni) 3. (Chimenti/Fantoni) 4.( Chimenti/Tomei) 5.(Chimenti/Fantoni) 8.(Chimenti/Magnelli/Maroccolo) 11. (Chimenti/Sylvian) 13.(Chimenti/Fantoni) 17. (Chimenti/Fantoni)
Produced : Andrea Chimenti/Fernando Maraghini/Massimo Fantoni

Sonica I Dischi del Mulo Consorzio Produttori Indipendenti Collana Taccuini Mercury

(P) - 1997 Sonica - (C) - 1997 Sonica/ Dischi del Mulo

 

 

  1. L'Albero Pazzo

  2. Pantheon
  3. Io Non So Chi Sono
  4. Foglie Secche
  5. Naxos
  6. La Fonte del Rimorso
  7. L'Arrivo
  8. Meravigliosa Fine
  9. Cio' Che e' Stato Sara'
10. La Curva del Fiume (Emmanuel)
11. Ti Ho Aspettato
12. Carta di Riso
13. Una Cosa Nuova
14. Con Me Stesso
15. C'e' un Tempo
16. L'Angolo dell'Anima
17. Quando gli Angeli Ci Trovano
18. Era Il Momento
19. La Curva del Fiume
20. Guida all'Ascolto

 





"La processione inizia e tra la gente
spettri di secolare ignoranza
pensieri pericolosi

raccolti in arsenali
tra lamiere arrugginite
ricordi paurosi

e la processione Ë lenta
intrisa di pece nera

santificata profumata di fetido incenso
carne morta dalle mitrie pungenti

pronta a celare la bellezza
con neri paramenti
e stoffe porpora
dai ricchi finimenti

"Che i bambini scendano dall'albero
e che lo sgombrino dai sogni lasciati tra i rami!"

"Che i bambini scelgano creazioni pi˜ sicure
e di facile controllo per amore del protocollo.
Che tutti siano concordi
che quest'albero Ë la rovina
di chi esige ordine e disciplina".

Fiamme alle torce
torce alle fiamme
legno alle lame
le lame al legno

poi lo sputo rende attrito alle mani si inasprisce
il sudore
sulle fronti animali

"Che siano cento colpi e non pi˜ di cento
che la folla conti ad alta voce!"
"Che del legno se ne facciano croci
rigidi fiori, mura di cinta
palizzate appuntite"

"Casse armoniche per tamburi potenti
cosÏ che i nostri tenenti possano essere contenti"

"Che tutto questo sia per l'alba finito
ed ognuno torni alla propria casa!"

E tutti i bambini guardavano attenti
e tutti i bambini...
e tutti i bambini...

Sono un uomo ferito. E me ne vorrei andare. E finalmente giungere, Pietý, dove si ascolta L'uomo che Ë solo con sÈ.

Io, non so chi sono. Io non so che anima ho. Quando parlo con sinceritý non so con quale sinceritý parlo. Sono variamente altro da un io che non so se esiste. Sono fedi che non ho. Mi prendono ansie che ripudio. La mia perpetua attenzione su di me mi indica tradimenti d'anima di un carattere che forse non ho, e neppure essa crede che io abbia. Mi sento multiplo. Sono come una stanza dagli innumerevoli specchi che distorcono in riflessi falsi un'unica anteriore realtý che non Ë nessuno ed Ë in tutti.
Io mi sento vivere vite altrui, in me, incompletamente come se il mio essere partecipasse di tutti gli uomini.
E mi sento esiliato in mezzo agli uomini. Ma per essi sto in pena. Non sarei degno di tornare in me?
C'Ë fra me e il mondo, una nebbia che mi impedisce di vedere le cose come sono veramente - come sono per gli altri. Lo sento.
Ho popolato di nomi il silenzio. Ho fatto a pezzi cuore e mente Per cadere in servit˜ di parole? Non ho che superbia e bontý.
ResterÚ l'Inferno di essere Io. Non sarÚ ne Dio, ne uomo, ne mondo, puro vuoto, infinito di Nulla cosciente, paura senza nome, bandito dallo stesso mistero, dalla stessa Vita. AbiterÚ eternamente il deserto morto di me, errore astratto della creazione che mi ha lasciato indietro.
Arderý in me eternamente, inutilmente, l'ansia del ritorno a essere.
Regno sopra fantasmi. O foglie secche, Anima portata qua e lý...No, odio il vento e la sua voce Di bestia immemorabile.
Non potrÚ sentire perchÈ non avrÚ materia con cui sentire, non potrÚ respirare allegria, o odio, o orrore, perchÈ non ho nemmeno la facoltý con cui sentire, coscienza astratta nell'inferno del non contenere niente, assoluto, eterno! Senza Universo. Vuoto di Dio...

Dio, coloro che t'implorano Non ti conoscono pi˜ che di nome? M'hai distaccato dalla vita. Mi distaccherai dalla morte? Forse l'uomo Ë anche indegno di sperare? Anche la fonte del rimorso Ë secca? Il peccato che importa, Se alla purezza non conduce pi˜. La carne si ricorda appena Che una volta fu forte. E' folle e usata, l'anima. Dio, guarda la nostra debolezza. Vorremmo una certezza. Di noi nemmeno pi˜ ridi?
E compiangici dunque, crudeltý. Non ne posso pi˜ di stare murato Nel desiderio senza amore.
Una traccia mostraci di giustizia. la tua legge qual Ë? Fulmina le mie povere emozioni, Liberami... dall'inquietudine...

"Signore, che sei il cielo e la terra, e che sei la vita e la morte! Il sole sei tu e la luna sei tu e il vento sei tu! Tu sei i nostri corpi e le nostre anime e anche il nostro amore sei tu. Dammi anima per servirti e anima per amarti. Dammi vista per vederti sempre nel cielo e nella terra, udito per sentirti nel vento e nel mare, e mani per lavorare nel tuo nome. Fammi puro come l'acqua e alto come il cielo. Che non ci sia fango nei miei pensieri nÈ foglie morte nei miei propositi. Fammi grande come il Sole. Fammi grande come la luna. Fammi chiaro come il giorno. ** Fa che io mi senta tuo. Liberami di me".

"O vanitý immensa, o immensa vanitý...vanitý delle vanitý: tutto Ë vanitý... Che vantaggio ho trovato nella fatica di frugare sotto questo sole?

Sono stanco di urlare senza voce. Malinconiosa carne Dove una volta pullulÚ la gioia.
Occhi socchiusi del risveglio stanco...

Una generazione va, una generazione viene...ma la terra resta sempre la stessa...
Un immenso vuoto, un immenso vuoto: tutto Ë immenso vuoto!

Tu vedi, anima troppo matura, Quel che sarÚ, caduto nella terra?
"E' nei vivi la strada dei defunti.
Siamo noi la fiumana d'ombre, Loro Ë la lontananza che ci resta...

Il sole sorge e il sole tramonta, si affretta verso il luogo da dove risorgerý; il vento soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana, gira e rigira gira e rigira...e sopra i suoi giri il vento ritorna Il vento gira lontano...tutti i fiumi mi abbandonano per il mare ed il mare, come me, non Ë mai pieno; tutte le cose sono in travaglio e nessuno potrebbe spiegarne il motivo. CiÚ che Ë stato sarý, e ciÚ che si Ë fatto si rifarý...
Vanitý delle vanitý: tutto Ë vanitý: non c'Ë niente di nuovo sotto il sole!

Vanitý delle vanitý: tutto Ë vanitý...
Le parole sospese a metý non posso attirarle, non posso pi˜ usarle. La mia vista non Ë sazia di ciÚ che vede, le mie orecchie non ricordano ciÚ che hanno sentito...Vanitý della vanitý: tutto Ë immensa vanitý! Un infinito niente, tutto Ë vuoto... niente!

E tu non saresti che un sogno, Dio? Almeno un sogno, temerari, Vogliamo ti somigli E' parto della demenza pi˜ chiara. Non trema in nuvole di rami Come passeri di mattina Al filo delle palpebre. In noi sta e langue, piaga misteriosa. La luce che ci punge E' un filo sempre pi˜ sottile. Pi˜ non abbagli tu, se non uccidi? Dammi questa gioia suprema...

"Forse ci siamo sfiorati in alto mare
come imbarcazioni che passano nella notte
e non si salutano e non si conoscono...

Ti ho aspettato quando credevo
nell'inutilitý della speranza
quando mendicante ero carico di sogni

Ti ho aspettato pago di una completa sconfitta
Ti ho aspettato quando il sorriso
era una smorfia sul mio viso...

"Srotola la mente fragile come carta di riso
calpestata, stropicciata, consumata, lacerata...
e unta da mani sporche, senza scrupoli

Carta fragile, da bagnare in acque lacrimose
carta fragile, da stendere sotto al sole
Su cui scrivere belle parole
e notti di tepore
segreti bisbigliati e poi dimenticati

Silenzi ammaestrati...
passi felpati...
contorni sbiaditi
orizzonti infiniti
ali vibrate...
carezze tremate
danze sudate
vesti profumate...

giochi impazziti...

all'amore mille inviti...
cuori svuotati...
desideri dimezzati
balconi addobbati...
e poi dimenticati...
musica ardita...
musica la mia vita.

Quante volte ho sentito dire: "Ecco, questa Ë una cosa nuova"...! Eppure essa fu giý nei secoli che sono venuti prima di me. Non c'Ë ricordo dei nostri padri e non ci sarý ricordo neppure di nuovi calendari...

Io, mi sono dato a cercare e a riflettere su tutto ciÚ che cade dal cielo. E' una brutta occupazione questo mio osservare le cose cadute dal cielo in questa mia sete..."vanitý delle vanitý", tutto Ë immensa vanitý...senza senso!

L'uomo, monotono universo, Crede allargarsi i beni E dalle sue mani febbrili Non escono senza fine che limiti.

Attaccato sul vuoto Al suo filo di ragno, Non teme e non seduce Se non il proprio grido.

Ripara il logorio alzando tombe, E per pensarti, Eterno, Non ha che le bestemmie.
CiÚ che cade non si puÚ raddrizzare, ciÚ che manca non si puÚ contare.

Dopo essermi dato in pasto alla sapienza, a tutta la scienza, a tutta la follia e a tutta la stoltezza ho afferrato la prova che anche queste sono solo illusioni, perchÈ...

"dove c'Ë molto sapere c'Ë molto da temere, un'infinita...** tristezza...
Se si aumenta la scienza, si aumenta il dolore". Un tempo mi ritrovai con me stesso sotto il peso di una stolta allegria...Tutto quanto hanno chiesto i miei occhi non l'ho negato, non rifiutai al mio cuore nessun piacere, ammassai argenti e ori, tesori di re e di tutta l'umanitý...Mi sono procurato cantori per abitare il silenzio della notte...ho fatto ciÚ che era giý stato fatto! Capii che il sapere era superiore alla stoltezza quanto la luce alle tenebre: Capii che il sapiente ha gli occhi in testa e lo stolto nelle tenebre. Capii...che la stessa sorte tocca ad entrambi. Capii...che la memoria scompare per sempre ad entrambi...

"Tutto Ë ben presto dimenticato". Presi in odio la vita per il male di ogni azione sotto il sole...per la fatica di ogni azione sotto il sole...per tutti quei giorni dove il lavoro Ë dolore e tristezza...

Come possiamo riconoscerci in questo perderci senza coscienza e senza dignitý?
Nascondiamo la veritý...vogliamo solo la potenza di distruggere, falsiamo il mondo e portiamo tra noi la peste e cosÏ siamo schiavi della malattia e dei nostri atti.

Vanitý delle vanitý: tutto Ë immensa vanitý! Tutto ha il suo momento, esiste un tempo per ogni cosa sotto il cielo...

"C'Ë un tempo per nascere
un tempo per morire...
un tempo per piantare...
un tempo per sradicare...

C'Ë un tempo per uccidere...
un tempo per curare...
un tempo per demolire...
un tempo per costruire...
C'Ë un tempo per piangere
un tempo per sorridere...
un tempo per amare...
un tempo per odiare...

tempo...tempo...

Esiste un tempo per tutte le cose, esiste un tempo per meravigliarsi di tutto. Un tempo per vivere tutte le emozioni, tutti i pensieri, tutti quei gesti che mi hanno rattristati come se avessi voluto viverli e non ci riuscissi.

Non riuscire a sentire, ad essere umano...a convivere da dentro l'anima triste con gli uomini miei fratelli sulla terra. Non riuscire ad essere utile nemmeno sentendo. Non riuscire ad essere pratico, quotidiano, nitido. Ad avere un posto nella vita, un destino tra gli uomini, un'opera, una forza...

...una volontý, un orticello, una ragione per riposare, una necessitý per distrarmi...Non riuscire ad avere una cosa...una sola cosa venuta direttamente dalla natura per me.

Ah, poter sentire tutto in tutte le maniere, vivere tutto da tutte le parti, essere la stessa cosa in tutti i modi possibili allo stesso tempo. realizzare in se tutta l'umanitý di tutti i momento in un solo momento diffuso, profuso, completo e distante.

Mi sono moltiplicato per sentirmi, per sentire ho dovuto sentire tutto, sono straripato, non ho fatto altro che traboccarmi. Mi sono spogliato, mi sono dato, e in ogni angolo della mia anima, io, ho messo un altare ad un Dio differente...

"io che sono pi˜ fratello di un albero che di un operaio, "io, che sento pi˜ il dolore presunto del mare quando batte sulla spiaggia che il dolore reale dei bambini che sono battuti..."
"io, infine, letteralmente io, e io anche metaforicamente; io, inviato dal Caso alle leggi irreprensibili della vita..."
"Io, questo degenerato superiore senza archivi nell'anima, senza personalitý con valore dichiarato..."
"io, l'investigatore solenne delle cose futili, che sarei capace di andare a vivere in Siberia solo perchÈ non ne sopporto l'idea..."
"Io, che tante volte mi sento cosÏ reale come una metafora, come una frase scritta da un malato nel libro della ragazza incontrata sul terrazzo, o una partita a scacchi sul ponte di un transatlantico..."
"Io, il paesaggio sullo sfondo..."io, una lettera nascosta, io, consapevole del cielo poichÈ ci sono giorni in cui non lo guardo ma solamente lo sento; io, esisto senza che io lo sappia e morirÚ senza che io lo voglia; io, l'intervallo tra ciÚ che sono e ciÚ che non sono, tra quanto sogno di essere e quanto la vita mi ha fatto essere...la media astratta e carnale tra cose che non sono niente, pi˜ il niente di me stesso...io, che inquietudine se sento, che disagio se penso, che inutilitý se voglio...Io, varco interrotto di un impulso invisibile...
io, temporalesco e silenzioso;
io, lontano dal rumore della terra...
lontano dal silenzio del cielo...

"Tutti dormono in questa casa...
fuori le radici avvolgono la terra...
con dita nodose
in una stretta di tenera violenza
le linfe scorrono in vortici silenziosi...

In una febbre di cielo immenso
ci siamo fatti strane illusioni...
mentre nel ventre

una lotta di pensieri amari
abbiamo vissuto strani sapori
e timori...

E' bello rinascere
quando gli angeli ci trovano
e hai toccato il fondo con un grido
hai lacerato il cuore
con un dito...

(Meglio un buon nome che un buon vestito, meglio il giorno del morire che quello del vivere, meglio una casa in lutto che una casa in festa dove si festeggi la nostra stoltezza, meglio la tristezza dell'oblio, meglio la fine che un nuovo inizio...)

"Era il momento che aspettavi
cresceva l'erba nella tua casa
da quando il fuoco le aveva masticato le travi

Ritrova l'ombra della tua casa
raccogli l'ombra della tua sposa...

Adorna il tuo corpo con ciÚ che hai
adorna il tuo corpo con il carbone

e batti il bastone sopra la terra
perchÈ dal profondo risorga il grano
grano dorato, dorato dal sole
che tutto si bagni di grande splendore

Ritrova l'ombra della tua casa
raccogli l'ombra della tua sposa
Adorna il tuo corpo con ciÚ che hai
adorna il tuo corpo con il carbone"

Chi porta le nubi bagnerý la terra. Chi bada al vento non seminerý Chi sta a guardare non miete.
Dolce Ë la luce e bello Ë per l'occhio vedere....Io mangio il mio pane con gioia bevo il mio vino con cuore lieto...le mie vesti saranno bianche in ogni tempo...getto il mio pane sulle acque perchÈ dopo molto tempo sarý ritrovato...Bello Ë per il cuore, sentire senza malinconia, sentire che in questo soffio ci sta tutta la veritý...

Io lo ricorderÚ nei giorni della mia giovinezza, prima che vengano i giorni cattivi...
prima che si oscuri il sole, la luna, le stelle...
prima che gli uomini forti si curvino e smettano di lavorare...
prima che le porte sulla strada si chiudano...
Io lo ricorderÚ...quando avrÚ paura delle altezze,
quando il desiderio verrý meno,
prima che il vaso d'oro si spezzi...
prima che la brocca si rompa alla fonte, prima che la ruota vada in frantumi...
e la polvere ritorni alla terra da dove Ë venuta...

...Vanitý delle vanitý:
tutto Ë immensa vanitý!

"Alla curva del fiume
mi sono fermato a guardare
mentre passavano ombre sull'acqua
ci credevamo fratelli

e costruivamo case, negozi e stazioni,
filavamo tende per la luna
e raggi per nuovi soli...

Come un branco felice
ci sentivamo padroni

e fu cosÏ che apparecchiammo
tovaglie di sangue

intrecciammo corone di spine
e mescolando rottami ad aquiloni
perdemmo l'amore
ci dedicammo all'errore

Affamati di terra e di pietre
quante preghiere coperte di cielo
quante attese a strapiombo sul mare
e poter solo arrivare

Fin dove il fiume ci puÚ portare...
E arrivasti Tu su una nave
alla curva del fiume con un carico leggero...
una nave di legno d'olivo
con vele di palma che solca il cielo

e ci chiedesti di lasciare tutto
perchÈ Tutto avevamo trovato
e anche se la notte rende scure le acque
ci gettammo e nuotammo senza fiato

fin dove il fiume ci puÚ portare...
fin dove il fiume ci puÚ portare..."

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