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Notizire dal Mondo Del Consorzio

GiovedÏ 10 settembre Ë stato trasmesso, in prima serata, "Il Milione, Quaderno Veneziano" di Marco Paolini. Grande successo di share ed ottima performance di Paolini che ha recitato su una piattaforma in acqua davanti a spettatori in gondola. "Il Milione, Quaderno Veneziano" Ë anche un Taccuino, per la precisione il volume 18, pubblicato ad aprile di quest'anno.

L'album solo di Giorgio Canali si intitola "Che Fine Ha Fatto LaslotÚz", il personaggio in questione Ë colui che qualche anno fa prese a martellate un'opera d'arte. Messo in prigione per questo atto vandalico, si sono successivamente perse le sue tracce. Nell'album, tra liriche in italiano e francese, Giorgio racconta storie maledette con un tono da chansonnier consumato. Il disco sarý anche pubblicato in Francia dalla Night And Day. E' prevista l'uscita di un cd singolo promozionale per il Salone della Musica, di un video-clip il primo novembre, mentre il 25 dello stesso mese sarý disponibile l'album. Giorgio sta inoltre lavorando alla colonna sonora del nuovo film di Davide Ferrario in uscita tra gennaio e febbraio del prossimo anno. Il film, intitolato "Guardami", Ë ispirato alla vita di una porno star e la cinepresa non si Ë fermata davanti a nessuna scena, anche in quelle di sesso ha continuato a filmare....

E' finalmente disponibile la videocassetta del film di Davide Ferrario, "Tutti Gi˜ Per Terra", tratto dal romanzo di Giuseppe Culicchia. Il lungometraggio Ë stato il film italiano pi˜ visto nella scorsa stagione cinematografica.

Andrea Chimenti prevede entro la fine dell'anno la pubblicazione del suo nuovo lp. Dietro piatti e tamburi si sono seduti Marco Parente e il batterista degli Almamegretta. La produzione artistica Ë di Pasquale Minieri e vede anche la collaborazione di Massimo Fantoni.

Il teatrino alcolico dei Ci S'ha continua imperterrito a girare in lungo e largo per l'Italia, regalando emozioni, stupore e sorprese a non finire.

E' quasi certo un tour americano degli Here di spalla agli Orb. Tutto dipende se la ricerca di una etichetta che pubblichi il disco negli Stati Uniti darý esito positivo.

Gli Ulan Bator sono in Provenza (beati loro) per registrare il nuovo album, che sarý il primo disco in esclusiva per Sonica dopo il contratto che lega il gruppo al Consorzio. Si dice che il produttore sarý il cantante degli Swans (Michael Gira).

Eppur Non BastaSortieI nuovi album di Marco Parente (che dovrebbe intitolarsi "Testa DÏ Cuore") e dei Divine (dal titolo provvisorio di "Reverse") sono attesi per febbraio/marzo del prossimo anno. Nel frattempo vengono ristampati i rispettivi lavori pubblicati tempo addietro nella collana "Taccuini" con l'aggiunta di bonus track e una grafica di copertina completamente diversa. I dischi saranno disponibili a special price. I brani in aggiunta nel disco di Marco sono un paio, "Oggi Si Ride" ed una canzone in compagnia dei La Crus.

La Fridge Records ha pubblicato una raccolta, "Il Juke-Box Del Diavolo", nata da una idea di Mauro Teho Teardo (Here) che ha coinvolto musicisti italiani e stranieri di estrazione noise. Tra i partecipanti gli Here accompagnati per l'occasione da Lydia Lunch, Chrome Cranks, Pigface, Phylr, Meathead, Homo Vibro e Debord. Inutile segnalarvi che il numero di catalogo Ë (chiaramente) FRD666cd.

Luce AppareFrancesco Magnelli ha dato vita ad una casa di produzione, la Luce Appare. Il primo progetto di Luce Appare Ë il disco di Ginevra Di Marco ormai ultimato. Modalitý di uscita e tempi sono ancora in fase di definizione, si parla di dicembre/gennaio, ma non si conosce ancora l'etichetta che lo stamperý. Luce Appare Ë inoltre una delle tre case di produzione che ha lavorato al tributo di Wyatt, le altre sono Sonica e I Dischi Del Mulo.

SITI INTERNET
Vorremmo iniziare a segnalarvi da questo numero alcuni interessanti siti ubicati nell'infinito mondo di Internet. Cominciamo con:

http://www.cnnet.it/musica/marlene.htm
(una pagina dedicata ai M.K. linkata al sito del C.P.I.)
http://www.freeweb.aspide.it/freeweb/snort/snort1.html
(fanzine telematica con una intervista ai M.K.)
http://www.venis.it/liceofra/stu_fra/testi/mk.htm
(recensione di un concerto dei M.K.)
http://space.tin.it/musica/mircorib/
(sito ben congeniato dedicato ai C.S.I. con storia, foto, testi, discografia, news, date concerti, link, etc..)
http://www.geocities.com/sunsetstrip/stage/6500/index.html
(sito dal nome intrigante di Rude Pravda con pagine aggiornate sui CCCP Fedeli Alla Linea e C.S.I. (bio, discografia, news, link, recensioni, commenti, etc...)
http://www.strongcomet.com/wyatt/
(sito stupendo dedicato a Robert Wyatt con rassegna stampa, discografia, link, interviste, recensioni, testi, etc....)
http://www.alpes-net.fr/~bigbang/calyx.html
(il pi˜ importante sito dedicato alla musica di Canterbury)
http://www.roughguides.com/rock/entries/robert_wyatt.html
(guida musicale con una scheda dedicata a Robert Wyatt)
http://people.a2000.nl/arotshui/rw-main.html
(discografia aggiornata di Robert Wyatt)
http://www.clearview.com.au/drumnet/wyatt/wytcd.htm
(discografia con note dedicata a Robert Wyatt)
http://prog.ari.net/prog/bands/gongwyatt/wyatt.home.html
(buon sito con una esauriente biografia ed una intervista a Robert Wyatt)

 

DUNE NEWS

A metý del prossimo anno la Dune pubblicherý un tributo ai Pankow. Sono previsti diversi ospiti internazionali. Interessante, molto interessante.
Il debutto sulla lunga distanza dei Transonia, band che ha partecipato alla raccolta "Metatoys Vol.1" Ë previsto entro dicembre. Altri due progetti inseriti in "Metatoys", Fabba e Weird Uncle Betty, usciranno con i rispettivi album. Per il momento perÚ la pubblicazione Ë prevista solo per il mercato estero. L'Italia come al solito Ë tagliata fuori.

 

META-CAPS

Le considerazioni espresse nello scorso numero de "Il Maciste" hanno ottenuto l'effetto che speravo. Alcuni lettori hanno risposto "all'appello", chi criticando il mio pensiero, chi sposando le mie banali assertazioni. Sono molto felice di aver stimolato un confronto tra i lettori de "Il Maciste", che reputo l'organo d'informazione pi˜ difficile da gestire di tutto il folto panorama di testate esistenti in Italia, sarebbe infatti una passeggiata dirigere un qualsiasi quotidiano, settimanale, o mensile specializzato, perchÈ a differenza di tutte le altre testate esistenti nella penisola "Il Maciste" arriva nelle case di lettori che lo leggono veramente e non si fermano davanti alle foto o al titolo degli articoli. Quindi, pur essendo, come detto, felice di questo confronto, mi sento in dovere di fare alcune precisazioni. Personalmente non mi reputo onnipotente (sarei un pazzo se lo pensassi) e neanche l'Emilio Fede di turno, ho accettato con piacere la proposta di curare "Il Maciste" perchÈ stimavo e stimo le persone che c'erano e ci sono dietro al Consorzio Produttori Indipendenti. Ho da sempre apprezzato i dischi dei CCCP, allo stesso modo quelli dei primi Litfiba, quindi ero e sono convinto che il progetto C.P.I. abbia tutte le carte in regola per sfornare progetti qualitativamente validi. Non ho mai pensato a Giovanni Lindo Ferretti come ad un profeta, l'uso di questo termine era volutamente ironico ed Ë un peccato che non tutti l'abbiano colto, credo invece che Ferretti sia un cantante/autore con una forte personalitý ed un carisma difficilmente riscontrabile in tantissimi suoi colleghi. Una persona che aveva ed ha qualcosa da raccontare, qualcosa di vero. A proposito invece delle produzioni targate C.S.I. che si sono abbattute sul mercato Ë opportuno ricordare che il libro di Alberto Campo, come quello che raccoglie tutti i testi dei CCCP e C.S.I. sono della Giunti Editore e non del C.P.I., mentre il live "La Guerra La Terra Una Questione Privata" ha avuto effettivamente una vita assai breve come era stato annunciato. Il fatto che alcune copie del disco si trovino oggi nei negozi significa solamente che non sono state ancora vendute, la PolyGram infatti ha evaso gli ordini di questo disco solo fino al 30 aprile, mettendo fuori catalogo il 33 dal primo maggio. CiÚ significa che tutti gli ordini giunti alla PolyGram dal primo maggio non sono stati accettati. E' quindi normale che ci siano negozi che abbiano finito le loro copie e non possano riceverne altre, mentre alcuni punti vendita non avendo esaurito i cd acquistati abbiano ancora tra i propri scaffali il disco. Non c'Ë stata nessuna congiura, come non Ë un disco promo estrapolato dal prossimo album il mini cd pubblicato dai Marlene Kuntz. E' forse una mossa di business inserire un brano che dura oltre trenta minuti ottenuto durante una improvvisazione? Concludo dicendo che mi sembra del tutto normale che ci siano degli ascoltatori che amano incondizionatamente tutte le produzioni del C.P.I., pur essendo tra loro distanti come generi musicali ed attitudine. Personalmente ho acquistato per anni ed ancora lo faccio TUTTI i dischi targati 4AD, Factory, Sarah, o Matador e conosco persone che comprano a scatola chiusa le produzioni marcate Creation, Mute, Mo Wax, Revelation, SST, Sub Pop, o Epitaph e potrei andare avanti con altri cento nomi. Significa forse che i loro ascolti si sono uniformati, o appiattiti, oppure che hanno deciso di dare fiducia ad una etichetta perchÈ la reputano valida, o solamente degna dei loro risparmi? A voi la palla, il confronto stimola la cervice e mette in circolo democrazia allo stato brado.

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C.P.I. contro DUNE

Intervista di Andrea Tinti

Risposte di Gianni Maroccolo
Risposte di Paolo Favati

Come Ë nata l'idea di creare una collaborazione col Consorzio/Dune dedicata alla musica elettronica?

Io e Paolo ci conosciamo e ci stimiamo da anni e dopo esserci re-incontrati in occasione della produzione di Otero (n.d.r. - album prodotto da Favati che uscirý a gennaio in Italia per il C.P.I. e sembra in Europa per BMG), abbiamo pensato di mettere in piedi questa collaborazione. Sonica/C.P.I. si occuperý della distribuzione e della promozione in Italia delle produzioni della Dune, mentre la Dune si occuperý di rappresentare all'estero oltre che la propria realtý anche quella del C.P.I. Ma aldilý delle questioni puramente "pratiche" questa collaborazione nasce in entrambi dalla volontý di confrontarsi e di aprirsi a forme di espressione artistiche per ognuno di noi insolite, ma sicuramente legate dalla grande passione per la musica di qualitý e per la sperimentazione. Non si tratta di elettronica o rock, di generi o chissý altro, ma solo della voglia di due mondi apparentemente lontani di incontrarsi, di conoscersi e di collaborare insieme.

Il rock indipendente italiano di qualitý prodotto negli ultimi anni Ë legato al marchio C.P.I. La DUNE RECORDS intende perseguire gli stessi obiettivi in un ambito internazionale.

Gianni Maroccolo/Paolo Favati Ë una vecchia conoscenza del panorama musicale italiano. La vostra conoscenza a quale periodo risale e soprattutto cosa ne pensi del suo passato artistico nelle vesti di musicista e produttore?

Quello che penso di Paolo si riassume nella mia volontý di collaborarci insieme. E' un ottimo produttore, un manipolatore sopraffino di suoni dotato di una grande inventiva. Ha un approccio alla musica totalmente opposto al mio. » molto istintivo e sgombro da qualsiasi limitazione formale, ma alla fine, anche se per strade diverse, ricerchiamo dalla musica la stessa cosa, ovvero che ci sorprenda continuamente.

All'inizio degli anni '80 ho lavorato per la "Wave Service" di Mario Lauria. In quel periodo mi Ë capitato di fare il fonico anche ai primi LITFIBA e credo proprio sia stata allora la prima volta che ho incontrato Gianni. In seguito non mi sono interessato molto alle vicende di Maroccolo se non fino a quando sono nati i C.S.I. Quindi una curiositý vera e propria Ë nata con la nascita del C.P.I. e delle prime produzioni e dopo aver lavorato in studio con Gianni al progetto Otero ho potuto apprezzarne anche le doti di produttore. Gianni Ë una persona molto carismatica ed umanamente ricca. Queste credo siano le doti pi˜ importanti per un buon produttore oltre a una profonda conoscenza della musica. Sono contento di averlo conosciuto, spero che diventeremo ottimi amici.

La Dune Ë stata una etichetta che nei primi anni novanta ha prodotto alcuni progetti ed era distribuita dalla Contempo. PerchÈ si Ë deciso di utilizzare ancora quel nome e non ripartire con una etichetta del tutto nuova e 'libera' dal fardello di un passato buono o cattivo a seconda delle opinioni?

Non penso siano fondamentali i marchi ed in ogni caso questa Ë una scelta che non spetta a Sonica. A noi interessa solo ed esclusivamente la qualitý dei progetti.

La breve ma intensa esistenza nei primi anni '90 della DUNE Ë stata come un alito di vento in una calda notte di estate fiorentina (TROPPO VELOCE PER POTERNE GODERE). In quel periodo Contempo era l'unico distributore in grado di arrivare con i nostri prodotti all'estero.
Dopo il fallimento della Contempo non potevo pi˜ continuare a gestire un'etichetta: non ero strutturato e non avevo abbastanza soldi. Questo non ha determinato la fine del marchio DUNE, che fin dagli albori di internet Ë diventato un vero e proprio punto di riferimento per appassionati e professionisti della musica elettronica con il progetto DUNE MUSICAL INDUSTRY OF SOUND PROCESSING: un database (search engine) dove oggi Ë possibile trovare una enorme quantitý di informazioni. Con il duro lavoro di una trentina di persone, che da tutto il mondo collaborano con noi per aggiornare il server giorno dopo giorno, siamo riusciti a totalizzare circa 150.000 accessi mensili, anche grazie al fatto che all'interno di www.dune.fionline.it Ë possibile trovare alcune delle pi˜ importanti webzine della rete che nel tempo hanno deciso di trasferire presso la DUNE MUSICAL INDUSTRY OF SOUND PROCESSING tutte le loro notizie, recensioni, interviste etc. etc. Grazie all'aiuto di Firenze on Line possiamo utilizzare alta tecnologia sempre aggiornata che ci permette di essere altamente efficienti e veloci nei collegamenti da tutto il mondo. Non penso che un nuovo nome per la nostra etichetta potesse essere funzionale e comunque non Ë nel mio carattere rinnegare il passato; se questo per alcuni e` un problema non lo Ë per tutti noi.

Il C.P.I. aveva bisogno di allargare i suoi orizzonti verso un genere musicale distante da tutte le sue produzioni artistiche? Se sÏ perchÈ? e in che ottica l'inizio delle attivitý della Dune potranno influenzare l'operato del CPI?

Non penso che la ns. collaborazione con la Dune possa influenzare le scelte del C.P.I. Giý ci eravamo mossi in territorio pi˜ o meno elettronico con le produzioni di Mira Spinosa, Here ed Otero. Non si tratta quindi di "allargare" orizzonti o come si suol dire oggi, di ampliare il "target", ma solo di iniziare a collaborare in modo pi˜ stretto con una realtý indipendente molto vicina a noi negli intenti e nelle affinitý, anche se con linguaggi sonori differenti. Penso inoltre che uno dei motivi che ha spinto Paolo a ricercare questa collaborazione sia proprio il voler uscire da una situazione troppo ristretta ed elitaria in cui spesso questo tipo di musica Ë stata "ghettizzata". E lo trovo giusto. A mio parere la musica si divide in due categorie che vanno aldilý dei cosiddetti "generi": quella bella e di qualitý, quella brutta e insignificante, e non Ë assolutamente vero che la bella musica sia quella poco conosciuta, quella che non vende........anzi.

Credo di poter affermare che HERE sia giý un'influenza, dal momento che proposi fortemente il progetto a Maroccolo.

Cos'Ë per te l'elettronica?

Io ho studiato fonologia e musica elettronica al Conservatorio di Firenze. In quella sede mi insegnavano a ritenere la musica elettronica, intendo quella dei primi del 900, come la pi˜ audace delle avanguardie musicali. Partendo da quei presupposti l'idea di fare musica non tenendo conto delle regole e dei limiti classici, delle scale temperate, degli intervalli dolci, mi affascinÚ da subito. In effetti creare suoni e melodie con il solo ausilio di oscillatori e frequenze penso sia stimolante per tutti. CiÚ che non mi piaceva era quella forma di "purismo" e di snobismo nei confronti della musica tradizionale (della serie: noi siamo nel giusto e il resto Ë merda!). Oggi comunque mi affascina ancora molto quel concetto di musica elettronica soprattutto quando si mescola con quella cosiddetta moderna. Non amo molto l'uso dei campionatori, i loop, gli hard disc recording, le drum machine digitali, ottimi simulatori e micidiali "macchine fotografiche", ma che non creano sorgenti sonore vere. Continuo a pensare che la musica elettronica sia altra cosa, fatta di sequencers, oscillatori, sintetizzatori, frequenze, vere e proprie sorgenti sonore.

Una delle attuali forme di espressione come ce ne sono tante.

Secondo te c'Ë passione (intesa anche come emozione, rabbia, malinconia, felicitý, tristezza, ecc.) in un brano costruito utilizzando esclusivamente macchine tecnologiche?

Penso che sia una stronzata pensare che elettronico equivalga a freddo. Trovo perÚ paradossale realizzare un album rock con chitarre, bassi, batterie campionate, e credo che in casi simili sia scontato che il tutto risulti freddo. Ognuno comunque si deve poter esprimere nel modo a lui pi˜ congeniale, il resto rappresenta l'estetica della musica ed Ë solo ed esclusivamente questione di sensibilitý e di buon gusto. Una persona deve essere "bella" dentro dopodichÈ il "vestito" puÚ aiutare ma non Ë certo fondamentale.

SÏ. Possono esserci tutte queste emozioni, ma non sempre Ë facile percepire se l'autore ha sofferto o Ë triste o altro ancora. Conosco molte persone che non hanno mai percepito niente da tutto questo comprendendo solo la crudezza di un suono distorto della chitarra, ma conosco anche altri ascoltatori che queste sensazioni le provano attraverso l'onda quadra di un sintetizzatore. La tecnologia oggi viene sfruttata costantemente per tutto e quasi da tutti. Molti artisti si nascondono dietro la frase "TUTTO SUONATO", ma la realtý Ë ben diversa: centinaia di tagli sulle tracce audio ricomponendo le strutture dei brani ed eliminando tutti gli errori. Questa non Ë una critica a nessuno ma facciamo attenzione a non fare confusione con la parola macchine. Le persone che utilizzano apparecchi elettronici oggi sono tante. Quello che fa la differenza fra un prodotto bello e uno brutto rimane esclusivamente il buon gusto dell'artista. SÏ, si puÚ fare tutto.

Quali sono i gruppi (se ci sono) che ammiri maggiormente nella scena elettronica italiana ed internazionale di oggi e di ieri?

I Neubaten, Daf, Neon, Pankow, Depeche Mode di ieri e di oggi, Ultravox, Kraftwerk, Residents, tutti i compositori "colti" del '900, Philip Glass, Steve Reich.

Non ho dei gusti particolarmente facili, devo dire che sono pochissime le cose che oggi mi sembrano particolarmente interessanti. Nel passato la MUTE era una delle mie etichette preferite. Sarebbe troppo lungo e noioso parlarti di quello che mi piace o che non mi piace. Evitiamo di annoiare i lettori.

Alla musica elettronica di oggi si associa, spesso e volentieri, il lavoro svolto da hackers informatici, Internet, rave party dalla durata infinita, dj proto musicisti, capelli colorati e sostanze stupefacenti. E' giusto o errato vedere la musica elettronica di ora legata a queste attivitý, cose o personaggi?

L'inutile aleggia ovunque, ma la musica spesso vola pi˜ alta. Oltre.

Poni un problema che evidenzia la generale scarsa conoscenza delle realtý che mi hai elencato, ed Ë quindi facile fare un bel pacchettino pronto all'uso per il quotidiano da leggere comodamente in poltrona la domenica mattina. Decisamente interessante Ë il discorso internet e che potrebbe in pochi anni rivoluzionare il concetto di distribuzione discografica tradizionalmente intesa (a questo riguardo la DUNE sta giý lavorando, e non parlo solo di mail order).

La scena elettronica peninsulare si Ë da sempre rivolta con attenzione verso il mercato straniero. Il music business nostrano effettivamente non ha mai dato segni incoraggianti (parlando di vendite) nei confronti delle produzioni elettroniche. La Dune Ë quindi, come hai detto, orientata anche verso i mercati stranieri. Quali sono i partner fino ad ora individuati e quali sono i Paesi dove i progetti Dune giungeranno in un prossimo futuro?

Presumo che la Dune nasca proprio con questa premessa fondamentale, produrre musica senza confini e aperta quindi a tutto l'universo. Penso che l'unico vero scoglio da superare sia rappresentato dalla lingua e non dal tipo di musica. E' il solito vecchio problema: se canti in inglese in Italia non ti cagano, se perÚ canti in italiano non ti cagano all'estero.

Non soltanto la musica elettronica si rivolge verso l'estero ma anche musicisti pop, rock, o metal. L'Europa È alle porte, le frontiere svaniscono ed il mercato di conseguenza cerca di adeguarsi ad un pubblico pi˜ vasto. L'elettronica che una volta era ai margini del mercato musicale con qualche sporadico eroe adesso È diventata uno degli epicentri. Il mercato in Italia sarý come nel resto del mondo: sempre pi˜ incoraggiante. I partners fino ad ora individuati sono Nova Tekk (Germania, Austria, Svizzera, Polonia, Scandinavia, Russia), Mox Music (Benelux), Mad House (Spagna) e stiamo tuttora lavorando su Francia, UK e U.S.A. dove le possibilitý per dei prodotti come i nostri sono pi˜ favorevoli di quanto si creda.

Si possono definire elettronici gli Heaven 17 (tanto per citare un gruppo pop anni ottanta), o elettronici i Nine Inch Nails (tanto per citare un gruppo ninenties)?

Non amo la musica industriale e sui musicisti di oggi non so che dire perchÈ penso che usare un campionatore non equivalga a fare della musica elettronica. Ad esempio mi piacciono moltissimo i Nine Inch Nails, ma fanno musica elettronica?

Hai preso due esempi lontani sia temporalmente che musicalmente. Pi˜ che definire cosa Ë elettronica e cosa non lo Ë - lo lascio fare ai giornalisti - Ë pi˜ interessante sottolineare lo sviluppo di una nuova mentalitý che nel rapporto tra strumenti 'tradizionali' e macchine si esprime compiutamente senza subordinazioni.

Cosa manca (se qualcosa manca) in Italia perchÈ esista un forte seguito nei confronti delle produzioni elettroniche?

Non saprei. Mi sembra che tutto sommato esista un forte seguito verso questo tipo di musica magari perÚ frazionato tra le sue mille sfaccettature, club, discoteca, metal, industrial, tendenze varie, etc...

Dal punto di vista della discografia, ad eccezione delle produzioni prettamente dance, Ë neccessario sviluppare un'attitudine overground ed internazionale in modo da perdere quel complesso del 'provinciale' che ci impedisce di essere pienamente apprezzati. Riguardo alla stampa ed ai network la musica elettronica viene vista ancora come qualcosa di particolare, da 'rubrica' per intenderci. Infine per il pubblico, il famigerato mercato, credo fortemente che si stia sviluppando una passione anche per il suono elettronico che va oltre i pregiudizi ed i settarismi.

Non credi che nel panorama elettronico di sempre e a qualsiasi latitudine manchi un poco di ironia? Non Ë forse tutto troppo serioso ed autocompiacente?

Non credo che manchi ironia, semmai quello che spesso manca Ë l'artista. Tante produzioni sono spesso il frutto di collaborazioni tra programmatori, produttori, arrangiatori, cantanti utilizzati esclusivamente per cantare e stop. Spesso non c'Ë continuitý non esiste attivitý live, si fanno pochi video, insomma si tende a tenere questa realtý sommersa e a finalizzarla esclusivamente, o alla ricerca, o alla discoteca. CosÏ si fanno tanti dischi ma non si formano nÈ "artisti", nÈ nuove "band".

L'ironia, la seriositý e l'autocompiacimento risiedono innanzitutto nell'artista e nella sua umanitý, indipendentemente dal genere e dagli strumenti utilizzati in fase compositiva. Chiaramente l'aderire a sonoritý 'cupe' porta a far prevalere certi aspetti, ma non Ë un fatto legato al tipo di musica, se acustica, elettrica o elettronica. Il mercato tedesco della musica elettronica si caratterizza per un atteggiamento negativo, ma basta rivolgersi alla scena breakbeat degli ultimi anni per trovare abbastanza ironia. Comunque chi mi conosce sa che ho un carattere tutt'altro che serio e autocompiacente.

Cosa c'Ë e cosa si intravede oltre la Dune/Duna e soprattutto di che materiale Ë composta questa collinetta che assomiglia tanto ad una etichetta discografica?

Questo Ë un mistero ancora per tutti! Qualcosa lo hai giý ascoltato in "Metatoys", ma Ë da considerarsi un piccolo assaggio. Di sicuro oltre la duna vedo in Dune un'Èquipe di lavoro stupenda - produttori, arrangiatori, grafici, programmatori, tecnici del suono, musicisti - tutti fortemente dotati di estro e di esperienza che finalmente hanno deciso di mettere la testa fuori dal guscio e di provarci seriamente come nessuno fino ad ora ha tentato di fare in Italia. Auguro a Paolo & C. tante soddisfazioni e alla Dune & Sonica un lungo sodalizio!

La collinetta Ë formata da 7 persone che amano la musica pi˜ di ogni altra cosa, un gruppo di produttori che hanno dedicato la loro esistenza a questo progetto. Lara Bartocci, Rossano Profili, Fabio Baini, Gigi Masini, Federico Mechi, Daniela Luppino ed io. La volontý di ripartire con la DUNE Ë nata anche dal rapporto con queste persone che in situazioni e momenti i pi˜ diversi mi hanno dimostrato la volontý di esserci. Esatto, credo che la parola giusta sia 'esserci'.

 Paolo Favati
Qualche domanda solo per Paolo Favati

Puoi raccontarmi in poche righe (capisco la difficoltý) il tuo percorso artistico?

I progetti che mi hanno coinvolto in prima persona sono: Paul Ray, Pankow, Templebeat, Die Larm, Wave Workers Foundation. Inoltre ho lavorato come fonico e produttore con band e artisti quali: Lassigue Bendthaus, Clock DVA, Distant Locust, Attriction, Death SS, Mellonta Tauta, Volume Sick, FM, Meathed, Dive, Brazil, 100 Club, Circus Of Paint, Diaframma, The Table, Sylvester's Death, Rinf, Poppers, Mystic Band, Vasilsk, Synthetic Zoo, Neon, Fax, Swamp Terrorist , Ruff Selectors, Dymamics, Reggae Revolution, Cold, Deadburger, Belen Thomas, Thelema, Saint Luka, L.I.N., Limbo, Susy , Sabotage Qu'est-Ce Que C'est?, Otero, Marlene Kuntz, DJ Bordeline, TH26, GF93, Gerstein, Kuntz, Kiloton, Transonia, Weird Uncle Betty, Fabba, Manergy, Alex D. Steak, Ematoma.

Cosa ricordi dell'esperienza Pankow?

Pankow Ë stata sicuramente una delle esperienze musicali pi˜ importanti. Ho potuto collaborare con maestri come H.R. Giger, che realizzÚ una delle pi˜ belle copertine dei Pankow, ma soprattutto con Adrian Sherwood, Rico Conning, Paul Kendall, Goh Hotoda e Roli Mosimann con i quali abbiamo lavorato in studio. Ricordo anche di aver girato il mondo per parecchio tempo suonando e vivendo alla giornata. Abbiamo passato la maggior parte del tempo all'estero dove esistevano persone che seguivano i nostri movimenti come qui in Italia si fa per le band indipendenti che sono sull'onda.

Che fine hanno fatto gli altri componenti dei Pankow?

Alex Spalk vive in Australia in un paesino lontano da tutto e da tutti. Maurizio Fasolo lavora come grafico, cosa che ha sempre fatto oltre ad occuparsi del progetto Pankow. Alex Gimmi Gimignani si e` sposato, ha un bambino di nome Leone - soggetto della copertina di "Metatoys Vol. 1" - e suona in giro con vari gruppi.

Cosa si prova ad essere licenziati in America da una etichetta come la Wax Trax?

Si Ë felici dal momento che il mercato USA È molto pi˜ vasto di quanto ci si possa aspettare. Le vendite di "Gisella" sono state grandiose grazie a Wax Trax, ma abbiamo ottenuto buoni risultati anche con altre licenze come Play It Again Sam, Cashbeat e KK Records.

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CITY LIGHTS ITALIA

Una voce, sono un’altra voce...
C’Ë musica in questa mia voce imbrattata di colori e di luce, c’Ë una storia, una lunga, appassionata storia: quella delle parole.
Le parole sono la mia voce. Grido d’un fiato "Poesia!", ma non basta.
Probabilmente Ë molto altro.
1997 - City Lights Italia nasce dalla testarda necessitý di fare arte a modo proprio, con la poesia, primariamente.
Sono seduta ad un caffË fiorentino insieme ad amici. Parlo, stasera.
Parlo solo se vale la pena di farlo, altrimenti rimango zitta ed ascolto.
"Ciao Nina" mi dice Claudio avvicinandosi al tavolino.
io del Consorzio, lui della City.
Lo invito a sedersi, uno scambio veloce sulle ultime.
Argomento fatale: strano che due realtý cosÏ affini non si siano mai incontrate, realtý vicine per intenti e propositi, entrambe indipendenti, entrambe fuori da logiche comuni.
Vero.
Sono passati cinquanta anni dal movimento d’avanguardia fondato da Ferlinghetti a San Francisco e continua ad esistere con il prestigio dei grandi che lo hanno rappresentato storicamente e con i nuovi che in quelle radici trovano la motivazione per fare arte, ora.
Si parla di poesia, territorio universale proposto e recuperato nella sua valenza intima e sociale, si parla di musica relazionata alla parola, di poeti-musicisti, poeti-pittori, poeti e basta.

Ospiteremo sulle pagine del Maciste la City, proponendo le produzioni letterarie e musicali con un occhio attento alle interessanti novitý editoriali, daremo notizie sulle attivitý della City: incontri, festival e rassegne, con il tentativo di coniugare i nostri tracciati ai loro.
Mi fermo qui! Ma solo per ora...

Nina Maroccolo

City Lights Italia, libreria e casa editrice, bookseller & publisher: esattamente come la sua "consorella" californiana, la "mitica" City Lights di Lawrence Ferlinghetti e Nancy Peters a San Francisco; l'unica altra City Lights al mondo. Non c'entra il beat o almeno c'entra solo per il suo fondamento, quell'urgenza profonda che "dal verde talamo spinge il fiore" (Dylan Thomas). La possibilitý (consapevolezza) sempre immanente del cambiamento.

Beat significa anche, soprattutto per i suoi frequentatori pi˜ assidui, "battuto e beato": su questa definizione s'innesta una lunghissima tradizione, precedente e successiva al fenomeno Beat, che parte addirittura da Caravaggio, forse, comprende Van Gogh, Rimbaud, LautrÈamont, Campana, Kerouac, il Che, Scorza, Taibo II, Artaud, Thomas, Majakovskij, Poe, Hendrix, Topor, Corso... Un onesto e definitivo tentativo di cambiare il mondo e la vita. E cosa sarebbe la nostra storia, anche l'arte e la letteratura certo, senza di loro?

Di qui nascono le scelte editoriali di City Lights Italia e anche quelle della libreria.

Cosa Ë City Lights Italia, dunque e in ragione di tutto questo? Non Ë un supermercato del libro: a City Lights Italia ci sono solo ed esclusivamente alcuni e certi libri: quelli degli autori di cui si Ë parlato sopra, del simbolismo, dadaismo, surrealismo, panico, situazionismo, beat, afro-americana, americana, le contaminazioni con la musica, il punk, le nuove emergenze, i nuovi paradigmi... Una scelta che permea le iniziative che si realizzano di volta in volta in libreria: readings, musica, video, incontri scelti con disciplina e con cura, per non confonderci e soprattutto per non confondere.

La prima scelta: pubblichiamo solo ciÚ che ci piace...
La seconda: non abbiamo distribuzione se non la nostra...
La terza: non effettuiamo altra comunicazione se non la nostra...
La quarta: ci relazioniamo solo a chi condivide in qualche modo il nostro progetto...

Abbiamo scelto solo chi era pi˜ in linea con la nostra idea di letteratura e di poesia: accanto al "nome" anche "illustri sconosciuti", sullo stesso piano e con la stessa dignitý. Il motivo Ë semplice ed evidente: ci interessa la sostanza e non la superficie...

La prima uscita editoriale di City Lights Italia per il 1998 conta 19 titoli, di cui 16 giý usciti; gli altri 3 sono in corso di stampa e saranno pronti entro la fine del 1998.
Tutto ciÚ Ë piuttosto bizzarro per una casa editrice: diciannove titoli sono infatti molti in un anno. Dal nostro punto di vista, perÚ, questi titoli servivano e servono a dare l'immagine completa del percorso editoriale e del progetto complessivo che lo sottende. Un altro punto volutamente distintivo Ë il prezzo dei libri: uguale per tutti indipendentemente dal numero di pagine. Ogni libro stampato da City Lights Italia, infatti, almeno per questi primi 19 titoli, costa al pubblico lire 15.000. Un prezzo calcolato in base a precisi parametri, la cui scomposizione Ë riportata in terza di copertina su ogni copia stampata:

1 - Stampa e legatoria L. 2250
2 - Impaginazione e grafica L. 1500
3 - Ammortamenti, segreteria,
organizzazione traduzione L. 4200
4 - Trasporti e distribuzione L. 3000
5 - Iva e tasse L. 3000
6 - Diritti d'autore L. 1050

Prezzo al pubblico L. 15000

Due parole ancora sulle scelte di fondo: ridare voce e luoghi e senso alla poesia e alla letteratura come pratica e modo di vivere, non per vanagloria delle lettere, non per le arti.
E' solo quando l'arte si coniuga con la vita e riflette un modo di esistere, di pensare, di essere che puÚ originare nuove forme espressive, che puÚ sperimentare. E' solo in questo senso che ci interessa. Per ridarci il piacere, la necessitý, la casualitý, il dovere e la profonda serietý della poesia. Con un sorriso sulle labbra, perÚ, che faccia uscire tranquillamente quel groviglio di emozioni che rischia sempre di restare impigliato al cancello dei denti.
giugno 1998

LA SCRITTURA E' TUTTA UNA PORCHERIA

Confusione. Anni e giorni dove tutto si mescola a tutto. Dove ciÚ che sembra importante cade in un torpore vuoto. Oblio, forse. Alti e bassi. Vuoti di memoria. Memorie rivisitate. Cambiate. Cancellate. E' l'ansia uno dei termini per definire questo tempo. E i buchi neri della storia, anche. L'oblio culturale che non ci fa capire perchÈ siamo qui ora. CosÏ. Qui ora e cosÏ. Perduti e ritrovati. Innocenti e colpevole. Con tutte le possibilitý ma impotenti. Di fatto. Qualcuno (il tempo?, questo tempo) sta cancellando la storia. La nostra storia.

Ci siamo sforzati di capire. Di mettere ordine. Abbiamo raccolto in una libreria solo quello che ci interessava. Per capire come mai siamo cosÏ adesso. PerchÈ. La scrittura Ë tutta una porcheria, diceva Antonine Artaud. E infatti. Non abbiamo cercato la scrittura fine a se stessa. Siamo andati a cercare chi la poesia e l'arte se l'Ë vissuta. Semplicemente. Chi ne ha fatto uno strumento insostituibile per Cambiare la vita e Trasformare il mondo. Il vecchio slogan surrealista coniato unendo Rimbaud a Marx Ë ancora valido. Forse. Abbiamo ritrovato i simbolisti francesi di fine ottocento, il nouveau esprit del primissimo novecento. Dada e Surrealisti. Il Situazionismo. La Beat Generation. Il Black Power. L'Afroamerica, la poesia delle canzoni che hanno significato e significano tempi e modi di vivere. L'America Latina e gli USA dei Chicani, degli ispanici, dei neri e dei movimenti libertari. La riflessione su questo e altro. I nuovi paradigmi, la spiritualitý, la politica, la cultura. La poesia. PerchÈ che altro Ë la poesia. Movimenti e individui. Cultura e pratiche artistiche omogenee e singole. Inclassificabili. Singolari. Meteore e stelle che s'inseriscono in un firmamento. E' lÏ che si puÚ leggere la sua musica. La musica della poesia. CosÏ abbiamo ricomposto il cielo. Anche. O almeno il nostro cielo. Tracciando un filo rosso che lega il Simbolismo ai nostri giorni passando attraverso tutti gli anni che compongono la storia di questo secolo. Una storia parziale, certo. Che esclude molto e molti. Che traccia un percorso fatto di molti percorsi ma inevitabilmente ne esclude altrettanti. City Lights Italia - Luci della cittý Ë cosÏ una libreria. Una libreria tematica che comprende tutti questi argomenti, in lingua originale e in italiano.

 

 I Titoli giý stampati:

Karel Appel, Claudio Nobbio
"La Battaglia Delle Lucertole"

Fernando Arrabal
"La pierre De La Folie / La Pietra Della Follia"

Massimiliano Chiamenti
"Schedule"

Luca Del Punta
"Del Non Avere l'Harley"

Alba Donati
"La Repubblica Contadina"

Lawrence Ferlinghetti
"Shards / Cocci"

Lawrence Ferlinghetti
"Routines"

John Giorno
"You've Got To Burn To Shine / Per Risplendere Devi Bruciare"

Antonio Infantino
"Succhý"

Claudio Lolli
"Antipatici Antipodi"

Carmine Mangone
"Incastrato Tra Fuoco E Lacrime"
"La Revolution SurrÈaliste (n.1)" copia anastatica e traduzione italiana

Benjamin PÈret
"Les Rouilles EncagÈes - Les Couilles EnragÈes Le Ruggini Ingabbiate - I Coglioni Arrabbiati"

Ed Sanders, Tuli Kupfenberg
"We Are All A Fug Generation"

AA. VV.
"Una Ragnatela Sulla Trasformazione"

Sergio Talenti
"Le Lune Le Pietre (book multimediale)"

I titoli che saranno stampati entro dicembre '98

Alejandro Jodorowsky
"De Aquello Que No SÈ Puede Hablar… Di CiÚ Di Cui Non Si PuÚ Parlare…"

Philip Lamantia
"Bed Of Sphinxes / Letto Di Sfingi"

Anne Waldman
"Fast Speaking Woman / Donna Che Parla Veloce"

Per il 1999 sono giý in corso di realizzazione:

A. Bertoli, F. Arrabal, A. Jodorowsky
"Panico!"

"La Revolution SurrÈaliste (n.2)"
copia anastatica e traduzione italiana

Lawrence Ferlinghetti
"Her / Lei"

Errico Malatesta
"Scritti Scelti" (antologica a cura di Marco Biondi)

Benjamin PÈret
"Con Il Pugno Sotto Le Diverse Parole" (antologica a cura di Carmine Mangone)

Sergio Talenti
"Lui Oceano"

Roberto Roversi
"Paradiso"

Luca Scarlini
(a cura di) "La fortuna Del Beat In Italia"

 

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Giorgio canali?
TangÚsh

Giorgio Canali

Biopsia :

Giorgio Canali: quarant'anni suonati, peggio per lui.
Primo Album solo, peggio per voi.
Che fine ha fatto LazlotÚz, non si sa dove piazzare il punto interrogativo (dopo giorgiocanali o dopo lazlotÚz… ?)
CurrÏculumvÏte (si scrive cosÏ, l'ho deciso io.) :
1958 Nasce
2027 Muore
Nel mezzo un sacco di cose, forse troppe, fra le quali i CÔesseÏ.
Esce (dovrebbe uscire… forse…) "Che fine ha fatto LazlotÚz", album "solo", moltopoco "solo", molto "malaccompagnato" (Mariano De Tassis, Claude Saut, Gianni Maroccolo, Riccardo Tesio, Cristiano Godano, un altro Cristiano (Marcelli), Fabio Petrelli, Salvatore Russo, Umberto Palazzo, Marco Parente, Pino Gulli, Bertrand Cantat, Serge Teyssot-Gay, Akosh Szelevenyi (beccati questa) e Stefano Rossi) (chiusalaparentesi).
Stop.

TangÚsh in tour da Dicembre:

Mariano De Tassis: Batteria
Claude Saut: Basso
Gregor Marini: Chitarra
Marco Greco: Chitarra
Giorgio Canali: Chitarra & Voce

Presi uno per uno non sono neanche male, insieme fanno cacare!

 

Che fine ha fatto LazlotÚz

L seduto davanti al televisore acceso.
L si guarda attorno con il telecomando in mano.
Nell'altra mano una sigaretta minaccia di mandargli a fuoco indice e medio.
Nessun posacenere in vista, L guarda fuori dalla finestra, vorrebbe gettare via il mozzicone ma, in piena estate, rischia di incendiare la penisola intera, lo stanno dicendo persino alla tiv˜.
Getta il telecomando.
Risultato, L resta, senza possibilitý di intervento, sintonizzato su un telegiornale di merda che gli propina previsioni di ulteriore afa e anniversari di principesse spiaccicate o di stilisti sparýti, si brucia comunque le dita e, senza troppo rendersi conto della relazione tra questi eventi, si domanda, di punto in bianco, che fine ha fatto Laszlo Toth.

A distesa sul letto.
A rilegge per la ventesima volta la lettera della catena di San Tantonio.
Valuta i pro ed i contro, riflette un istante sulla sorte del signor Tabasco di Lima (Per˜), finito sotto un camion rosso dopo aver volontariamente ignorato il monito della missiva, sorride all'idea di vincere alla lotteria un miliardemmezzo di marchi (beninteso ignorandone il valore) come la signorina Rotweiler di Koln (Germania) che ha giudiziosamente copiato 27 volte quella pagina e l'ha inviata in busta chiusa ad altrettanti parenti-conoscenti-amici, poi, senza troppo pensarci su, appallottola il foglio e lo getta in un angolo.
Quando si accorge dell'odore di gas, si ricorda della caffettiera dimenticata sul fuoco.
Un attimo prima che il postino suoni alla porta causando l'esplosione del suo appartamento e di quello accanto A, non si sa bene per quale ragione, si domanda, improvvisamente, che fine possa aver fatto Laslo Totz.

Z appoggiato al banco della panetteria.
Z cerca di farsi notare dalla commessa che lo ignora bellamente, prova a mezzavoce un "Quattro panini di soja ed un pezzo di strudel" che non convince nemmeno lui.
La quarta massaja consecutiva gli soffia il turno in maniera platealmente volontaria Ë chiaro.
Z si accarezza il naso per calmarsi, si gira, fa finta di salutare uno che passa sul marciapiede fuori dalla vetrina ed esce, veloce, come se dovesse assolutamente parlare con l'individuo in questione.
Gira l'angolo ed entra in un mini-market.
Quando si trova faccia a faccia con la cassiera per pagare il pacchetto di grissini torinesi e la tortina della nonna Giovanna Z, senza alcuna ragione apparente, si domanda che fine ha fatto Lazlo Tozz.

L, sempre lo stesso, seduto davanti allo stesso schermo qualche giorno pi˜ tardi.
Il canale lo ha cambiato, non sa nemmeno lui come ci sia riuscito.
Un'altra sigaretta gli sta ingiallendo indice e medio, si brucia, getta il mozzicone fuori dalla finestra, forse il mondintero prenderý fuoco. La tiv˜ spara un servizio sui pericoli delle nuove droghe, quelle droghe che la nuova generazione utilizza con profusione il sabato sera per poi trovare la gloria contro un platano, con magari una bella lapide a monito per le generazioni successive alle quali non fregherý nulla di niente, dal momento che s'impasticcheranno il giovedÏ pomeriggio in autobus perchÈ le future mamme italiane avranno convinto le future autoritý a vietare le danze nel week-end ed i parcheggi davanti alle discoteche.
Con queste futilitý in testa L si assopisce, non senza prima essersi chiesto, ancora una volta, che cazzo di fine abbia fatto Lazslo Thoz.


O con il reggiseno in mano.
O guarda il cameraman che le fa segno di strusciarselo lentamente, dal basso verso l'alto, sul davanti degli slip. Obbedisce rigida come una guardia svizzera, si accorge che il cameraman ha una specie di erezione, avrebbe voglia di ridere invece le viene da piangere.
Piange. Il cameraman s'incavola, non ha tempo da perdere con le dilettanti, decide di darle ancora una chance, lo tira fuori e glielo sbatte sotto il naso, riaccende la telecamera e da sopra non puÚ accorgersi del lampo di furore negli occhi di lei.
"Ti faremo sapere, il numero ce l'abbiamoÖ" le dice cinque minuti dopo risistemandosi i pantaloni.
Uscendo dallo studio O guarda il sole attraverso gli occhiali neri e, accendendosi una sigaretta, si chiede che fine ha fatto Lasslo Tos.

T alla guida del suo taxi.
T guarda nello specchietto retrovisore, cerca di vedere la faccia del tamarro che con la biemmevv˜ sta cercando di superarla da destra da quattro semafori. Da come si sta lisciando il baffo con la mano si Ë sicuramente accorto che alla guida del taxi c'Ë una femmina.
Un altro semaforo rosso, T sterza leggermente occupando entrambe le corsie per non lasciar spazio a quello stronzo. Lo stronzo strombazza scuotendo la testa, al verde T schizza via sgommando, lo stronzo pure lui sgomma. Venti metri dopo T caccia una frenata da manuale, l'altro si stampa sul paraurti posteriore del taxi senza manco avere il tempo di dire bao.
T scende dall'auto con aria soddisfatta, in mano ha giý il modulo per la constatazione amichevole di sinistro.
Quando il tipo della biemmevv˜ riesce ad uscire dalla sua auto con un tesserino della Polizia di Stato bene in mostra T si domanda costernata che fine ha fatto Lazzlo Toz.

O, non quella di prima, 'stavolta si tratta di omonimia.
O si guarda allo specchio, non si trova affatto male, cinquant'anni, neanche un capello bianco, alto un metrottantepassa, senza un grammo di peso in pi˜Ö si passa una mano sul viso rasato di fresco, non si trova affatto male giý, non vede perchÈ la vicina dell'appartamento accanto debba rifiutare la sua corteÖ cerca di caricarsi ancora un po', una spruzzata di dopobarba, Ë pronto.
In quel momento il postino suona alla porta di A.
O non ha nemmeno il tempo di pensare alla fine che puÚ avere fatto Laszlo Tot.

Z, in poltrona.
Legge sul giornale dell'esplosione in centro, forse una fuga di gas. Tre vittime tra cui un fattorino delle Poste.
Buffo, aveva sempre pensato che fare il postino fosse un mestiere di tutta tranquillitýÖ
Addenta l'ultimo pezzetto di tortina della nonna Giovanna e, in maniera del tutto casuale, si domanda che fine ha fatto LazlotÚz.

 

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