La parola "editoriale" mi ricorda gli editoriali dei quotidiani o delle riviste impegnate, scritti dando sfoggio di bravura e conoscenza infinita della lingua italiana. Di volta in volta gli editorialisti si cimentano nel fatto del giorno o della settimana, analizzano, esaminano, scrutano, dando una propria opinione che deve essere la stessa del giornale che ospita l'editoriale. Editoriali politici, frivoli, ironici, tutti al servizio delle masse che periodicamente davanti ad una edicola decidono di estrarre il portafoglio e comprare un oggetto cartaceo, dando fiducia a questo o quello. Il Maciste non vi chiede di uscire nella notte e sfidare le intemperie, non vi chiede i salti mortali per ricevere questo foglio informativo, non vi chiede di sottoscrivere una petizione in cambio di dodici pagine inchiostrate. Insomma non vi chiede.... Dal primo numero ci stiamo piano piano assestando, le pagine sono aumentate, come Ë aumentato il coinvolgimento dei musicisti del C.P.I. ed il numero di coloro che ricevono "Il Maciste". Siamo ormai 7.000 sparsi soprattutto nel centro nord. Crediamo che i margini di miglioramento ci siano, anche se pensiamo di offrirvi giý un buon prodotto. Come anticipato nel primo numero le sorprese cominciano ad arrivare ed in occasione dell'uscita del nuovo lp dei C.S.I., prevista per la prima quindicina di gennaio, avrete una lieta novella. "Il Maciste" Ë felice di vedere che siamo in tanti, di osservare quante persone si danno appuntamento ai concerti "Resistenti", della gioia che si intravede nei vostri/nostri occhi. Gli editoriali mi ricordano pesanti scritti, da leggere prima di dormire per facilitare il sonno...........invece "Il Maciste" Ë vivo, vivo, vivo, vivo, vivo, vivo, vivo, vivo, vivo, vivo, vivo, vivo.
Andrea Tinti
Sono Stefano. Siete fortissimi,
i gruppi che fanno parte del C.P.I. dal vivo sono veramente tosti. Sono contentissimo
dell'uscita live dei Yo Yo Mundi e la raccolta + live dei Disciplinatha. Mi
auguro che in futuro esca qualcosa dal vivo dei Marlene Kuntz (grandissimi)
e aspetto con curiositý l'uscita del nuovo disco degli Ustmamo'.
Ciao
Stefano - Milano
Vorrei tanto partecipare ad una vostra iniziativa (concerti, manifestazioni) ma purtroppo vivo al sud dove mi Ë purtroppo difficile seguirvi, ma quando c'Ë l'amore per voi (C.S.I., Yo Yo Mundi, Ustmamo' e chi come voi) ci si fanno i salti mortali. Grazie per il maciste. Con affetto.
Antonio - Ferrandina (Macerata)
+ scambi lettori - fruitori/Consorzio.
+ Scritti di Giovanni Lindo (al principio era "Il verbo" ...) su qualsiasi argomento.
(firma non leggibile) - S. Maria Del Giudice - Lucca
...... E' il mio (per me) "Maciste" ... I complimenti per la rivista sono cosÏ tanti e forti che non hanno bisogno di essere scritti!!!...
Francesco - La Spezia
....Non riesco ad esprimere
la gioia e lo stupore che ho provato aprendo una grande busta bianca ... E'
stata una sorpresa indimenticabile. Due anni fa Ë stato lo stesso Giovanni avendomi
visto con la macchina fotografica in mano a chiedermi se volevo una foto con
lui, spiegando a tutti i ragazzi attorno che era li per questo. Non dimenticherÚ
quella sera.
Un suggerimento .. vi prego, producete i vostri lavori in vinile!! Nel caro
vecchio vinile dalla copertina vissuta e impolverata ... e il suono della puntina
tra i solchi sarý come un brivido lungo la schiena!
Paola - Milano
Volevamo salutare Maroccolo e la sua fidanzata (o moglie) che abbiamo incontrato in un Supermarket ad agosto '94 a Aosta. Ciao
Gianluca e Francesca - Follonica
Dal tempo remoto, dagli anfratti pi˜ nascosti e lontani della memoria, ecco una chiara Sonica-Immagine: un tappeto angelico a Villa Pirondini.
Luca - Alzano Lombardo
Ringrazio vivamente "Il Maciste" per la possibilitý che ci date continuamente nel farci risparmiare dei soldi e avere fra le mani del materiale magnifico!!!
Luca - Firenze
Il capitan della compagnia l'Ë stý ferito e stÚ per morir e manda a dire ai suoi alpini che lo venissero a ripigliar. I suoi alpini le manda a dire che non an scarpe per camminar o con le scarpe o senza scarpe i miei alpini li voglio qua.
Lorenzo - Macerata
Complimenti a tutti!! Dopo
tanta merda, la musica italiana aveva bisogno di gente come voi. Un saluto particolare
a Roberta Vicinelli (non ho parole ...... "troppo brava"!)
Punk's not dead.
Fabio - Udine
Un saluto un abbraccio, un bacio, alla mitica Nina Maroccolo e al fratellone Gianni. Nina ci manchi tanto.i tuoi Fabio Patty Selene
Lamezia Terme - Catanzaro
A tratti sono inquieto ora
sono in viaggio verso occidente, vedo fuochi nella notte a Finistere. Sento
una palpitazione tenue, lieve, ora, io sto bene.
Grazie C.S.I.
Mauro - Trieste
Ho visto i C.S.I. per la
prima e unica volta il 28.01.95 a Cagliari. Che emozione!! (Specialmente dopo
averli ascoltati cosÏ tanto).Io abito in un paese della Sardegna centrale, Mogoro,
di 5.000 abitanti; Al concerto di cui vi parlo i compaesani amici erano 52.
PerÚ, un bel gruppetto, e ne sono fiero!
Salude a tottus
Alberto - Mogoro
Vorrei che il mio messaggio
venisse pubblicato su Il Maciste, per poter dire che sono sul giornale. Al Consorzio
voglio dire che la vostra musica Ë un po' la mia filosofia di vita. Complimenti
per il concerto del primo maggio. Vi ho visti tutti insieme cantare con Battiato.
So che a Giovanni piace molto come del resto a me. Per il referendum sono per
il vinile.
Ciao
Luca - Perugia
Spero che il C.P.I. duri il pi˜ possibile dando delle dritte ai giovani facendo capire a loro la vostra realtý magnificamente universale. Ringraziamenti e complimenti a Gianni Cicchi per il suo passato "Diaframmesco".
Luca - Firenze
Desidererei avere notizie
su Danilo Fatur e Antonella Giudici.
Grazie
Emanuele - Teramo
Maciste sei l'alternativa,
non lasciarci mai!
Grazie
Dino - Modena
Non so assolutamente suonare.
Mi sono rotto di fare l'operaio. Magari vedete se riuscite ad inserirmi, che
so al posto di Pino Gulli.
Comunque Complimenti.
Marco - Spilamberto Modena
Impreco
Lievemente
Mentre
Apro
Custodia
Infranta
Spedita
Troppo
Energicamente.
Federica (Reggio Emilia)
Carissimo C.P.I., anche
se tutti sono in ferie, specialmente qui in Sardegna, trovo il tempo per gettare
due righe su carta e spedirvele .......... ho scoperto in un fumetto .......
il logo e la scritta dei nostri amati C.S.I. ....... il fumetto in questione
Ë Legs Weaver n.4 intitolato "Il Gigante d'acciaio" (Pag. 25,50 e 77)
Approfitto per salutare Francesco Magnelli ... Vorrei citare l'unica nota stonata
... Non condivido la pubblicazione del pezzo dei C.S.I. "A Tratti" dato in pasto
ai Datura ..
Giuseppe - Cagliari
Roberta ( Vicinelli ) sei la donna pi˜ bella del mondo.
Francesca - Siena
Occhio ragazzi! ... Il CD Materiale Resistente viene venduto a 34.000 lire ....
Giandomenico - Roma
"Una vasta vertigine intorno al vuoto, un movimento di un oceano senza confini ..... Vorticano case, volti, libri, casse, echi di musica e spezzoni di voci in un turbine sinistro e senza fondo. E io, proprio io, sono il centro che esiste soltanto per una geometria dell'abisso .... Sono il pozzo senza pareti, il centro del tutto con il nulla intorno .... e in me la follia starnazzante dell'universo .... Poter saper pensare! Poter saper sentire!"
(F. Pessoa)
Sono
le 7.30, cammino rasene ai muri, evito le pozzanghere, questa notte ha piovuto
molto. Entro in un bar. L'Antonietta mi fa un cappuccino con sopra una bella
spolverata di cacao. Sono indeciso se prendere una pasta alla crema o un cornetto.
Metto lo zucchero (3 cucchiaini) e lo guardo affondare lentamente nella schiuma
del latte come un isola ingurgitata dall'oceano in migliaia di anni. Forse Ë
realmente a questo che sto assistendo: il mondo Ë un immenso cappuccino e tutto
in esso si scioglie, si mescola, si trasforma - Che Schifo!
Quasi quasi non bevo pi˜. Una guardatina al giornale, evitando le notizie sportive,
due commenti sul temo e sono nuovamente in strada. Queste semplici cose che
si ripetono in in una apparente monotona ritualitý quotidiana, come il girare
lo zucchero in un banalissimo cappuccino, sono piccoli tasselli della mia vita
che contano e sorreggono avvenimenti forse pi˜ importanti. Queste semplici cose
diventano grandi se in esse avverto di esserci, di vivere. "Poter pensare! Poter
sentire!" Cercare di scavare e vivere un po' pi˜ in profonditý le cose semplici,
perchÈ l'universo non sia una "follia starnazzante" un "pozzo senza pareti",
perchÈ svaniscono "le geometrie dell'abisso" che ci circondano. "Poter saper
sentire!" Forse Ë una questione di allenamento o forse di amore. Io personalmente
sono stanco, e come me tanti, di un mondo dove saper pensare e saper riflettere,
nÈ di tenere occhi e cuore aperti, dove stimoli sordi e monotoni hanno preso
il posto dell'amore. Mi chiedo: per vivere Ë necessario omologarsi a tutto questo
o si puÚ tentare di pensare, di sentire? Credo si possa tentare, forse passando
per pazzi, diventando sostenitori del superfluo, sostenitori di ciÚ che Ë scartato,
dell'inutile, di ciÚ che Ë considerato stolto. Mi ritorna alla mente il film
"L'Australiano", dove al protagonista, rinchiuso in un manicomio, viene spigata
la pazzia: "Vedi quell'albero al dritto, con quella chioma cosÏ proporzionata?"
"Si lo vedo" "Bene, quello significa essere normali. Ora guarda laggi˜, vedi
quell'altro albero sul fondo del prato?" " Quale, quello tutto contorto e piegato
dal vento?". "Si, lui. Quello Ë la follia". Il ricordo di queste poche battute
mi ha fatto pensare al titolo "L'albero pazzo". Un albero contorto forse dallo
sforzo e dal disperato bisogno di comunicare, un albero amato dai bambini dove
poter salire e scrutare il mondo, dove fabbricare sogni, dove l'improbabile
non ha accesso e lasciarsi cosÏ, cullare dagli spericolati rami in una tiepida
notte.
L'omologante, che risale la china dell'abisso, Ë sempre in agguato, L'albero
finisce abbattuto sotto gli occhi dei bambini in modo che questi ultimi possano
imparare e cosÏ diventare adulti. Un giorno potranno dire a loro volta: "che
dal legno se ne facciano croci, rigidi fiori, muri di cinta, palizzate appuntite".
L'albero pazzo Ë una canzone che non a caso ha dato il titolo all'album. E'
un progetto che ha camminato a piccoli passi e che non vuole concludersi con
questo disco, Ë un progetto, bello o brutto che sia, vissuto prima nel quotidiano
poi su nastro magnetico, diviso con un gruppo di musicisti il cui apporto Ë
stato basilare per la riuscita del lavoro. Abbiamo fatto vivere insieme le canzoni
ed ognuno ha lasciato molto di sÈ all'interno di esse. L'incontro con loro Ë
stato magico e certamente non casuale perchÈ la casualitý non esiste quando
si desidera "poter saper sentire" e questa disposizione d'animo credo abbia
accompagnato ognuno al proprio strumento. Lo stesso Ë stato per il lavoro con
David Sylvian, reso forse pi˜ emozionante dalla distanza; i nastri hanno volato
pi˜ volte tra Firenze e Minneapolis fino alla conclusione del lavoro che ha
trovato sia me che lui completamente soddisfatti.
"Nostro Signore" Ë stato il tema su cui abbiamo svolto ognuno il proprio testo
e poi assemblati assieme. Lavorare agli antipodi del mondo e sentirsi vicini
in un tema cosÏ importante e personale Ë stato il motore di questa canzone "Ti
ho aspettato / I have waited for you" e spero che questo traspaia dalle parole
e dalle note del pezzo. I pensieri e le intenzioni comuni coprono distanze e
sono immensi ponti sul mondo, immensi rami che si intersecano, si trovano, si
intrecciano, si scambiano frutti e ne creano di nuovi. "Poter saper pensare!
Poter saper sentire!" E la mente si accoccola nell'anima, si congiungono le
mani in un maestoso silenzio e le "Geometrie dell'abisso" Si smontano e non
si Ë soli, non si Ë pi˜ "Il centro del tutto con il nulla interno": nella "Follia
starnazzante dell'universo" ci facciamo piccoli e in punta di piedi andiamo
ad occupare il nostro piccolo posto uniti agli altri, ognuno consapevole che
"senza di te non sono niente".
E' il 14 settembre sono le ore 16, io sto scrivendo, fuori piove e il io gatto
ha preso una mosca. Dovevo parlarvi del disco e non so se l'ho fatto, credo
che la musica vada ascoltata, non spigata. Ho comunque detto qualcosa che la
riguarda profondamente.
Vorrei concludere queste righe ricordando che ha suonato in questo lavoro, rami
intricati di questo strano albero: Sylvian l'ho giý ricordato e aggiungo Giovanni
Gasparini e i suoi magici suoni affiancai da Carlo Cantini, Marco Parente alla
batteria e percussioni, Antonio Licusati al basso e contrabbasso, Massimo Fantoni
e Alessandro Finazzo chitarre e strani strumenti e i vecchi compagni di anni
avventurosi: Francesco Magnelli al piano e Gianni Maroccolo al basso ed Ë passato
con la chitarra lasciando una sua traccia, Evasio dei Settore Out.
Un abbraccio
Andrea Chimenti
Forse
non tutti sanno che ... Le
cicliche e ricorrenti polemiche a mezzo stampa (ricordate quelle dell'estate?)
circa i supposti effetti negativi dei media (e in particolare della Tv); si
segnalano unicamente per la loro infondatezza. In realtý, alla fine del secolo
pi˜ "comunicante" (?) della nostra storia ancora non sappiamo niente di preciso
circa i cosiddetti "effetti" della Tv e basiamo le nostre affermazioni su pregiudizi
mai dimostrati. (Fammi qualche esempio) "Le telenovelas rimbambiscono la gente,
e infatti hanno un pubblico di massaie frustrate e ignoranti". Falso. Pare che
una parte sostanziosa degli affezionati delle soap riesca a fruirle con un certo
distacco ironico. E allora: una buona percentuale di affezionati ha un'istruzione
superiore, una percentuale non irrilevante ha un'istruzione universitaria. "Le
campagne elettorali determinano l'esito delle elezioni". Non Ë cosÏ semplice.
Pare che solo gli "indecisi" sentano l'effetto delle campagne elettorali (specie
televisive). Coloro che invece hanno maturato da tempo una posizione politica
(quale che sia) ne escono sostanzialmente illesi. E' molto probabile che costoro
trovino nelle campagne elettorali e negli spots nuovi motivi per restare della
stessa opinione. "Vedere scene violente in Tv ci spinge ad essere violenti".
Indimostrato (forse indimostrabile). Chi parla dell'argomento spesso vuole solo
far prendere aria alla lingua. In realtý i pi˜ eminenti psicologi, sociologi
e mass-mediologi sono pi˜ che divisi sull' argomento. Esempi recenti: Condry
nell'89 dichiara che gli effetti negativi della rappresentazione televisiva
della violenza sono ormai assolutamente dimostrati. Fowles nel '92 sostiene,
al contrario, che gli effetti della Tv sul comportamento degli americani sono
indiscutibilmente MOLTO POSITIVI. Entrambi si basano su ricerche statistiche
e dati obiettivi ...
Daniele
(Disciplinatha: Dip. Scuola-Comunicazione)
144
A - Pronto, ciao, sono il
frutto del piacere...
Roberta
(Disciplinatha: Dip. Scuola-Comunicazione)
Hai notato
uno spot interessante disgustoso alla TV o su un giornale? Ricopia il testo,
aggiungi il nome del prodotto e dove l'hai visto/letto e spedisci a: Disciplinatha
c/o Roberta Vicinelli Via Bellaria 27, 40126, Bologna
Noi sappiamo
che farcene.
"Il
Maciste" era insofferente, non aveva ancora ospitato un intervento in prima
persona dei Marlene Kuntz. Detto, fatto. Basta una telefonata a Cristiano
Godano per domandargli un articolo. Ma su cosa? Semplice, una sua opinione
sulla scena italiana lui ed i Marlene ne fanno parte a tutti gli effetti.
Punto a capo. Cristiano si dimostra felice della richiesta. "Era da tempo
che volevo dire la mia", dice al telefono e dopo pochi giorni ecco il suo
pensiero.
Mi Ë
stato chiesto in questi giorni di dire la mia sullo stato attuale del rock
italiano ÖÖ Cristiano
Godano
Disciplinatha
(a proposito degli affetti della TV)
I
Testimoni di Geova hanno chiesto il ritiro della copertina di "Un Mondo Nuovo"
perchÈ era stata utilizzata un'immagine di loro proprietý. Oggi il disco dei
Disciplinatha Ë quindi disponibile con una nuova immagine. Specchio fedele della
prima.
B - Ho voglia di natura, di gustose fantasie di frutta.
A - Bene, hai trovato la persona giusta. Sono disponibile sempre, ogni giorno,
il contatto giusto, un gusto senza fine. Efficace sette giorni su sette.
B - Lo sento, c'Ë feeling, c'Ë mix appeal...
A - Accetti la sfida?
B - Naturalmente. Io voglio il meglio e chi vuole il meglio, lo chiede.
A - Sono la migliore, nelle prestazioni e nel comfort. Quanto Ë grande?
B - E' grande, grande nel gusto. E poi, lo sai, pi˜ grande Ë pi˜ voglia c'Ë!
A - Energia da bere... e da godere!
B - Si, sÏÏ, pompa l'energia con il mio "super-liquidator". Sai che ti nutre
come una merenda e ti piace come un gelato!
A - Certi piaceri non hanno etý. Dai, sceglila forte, sceglila giusta! Diventa
una cosa sola con il mio slip!
B - Ehi bambina: c'Ë chi la segue e c'Ë chi la domina. Alcuni l'hanno cosÏ tenero
che si taglia con un grissino! Il mio Ë clinicamente testato, corredato di megapearls:
Ë l'affare del momento.
A - Uh! Che meraviglia! Ci accorgiamo delle cose importanti solo quando ci mancano.
Ma... Ë buono fino in fondo?
B - Che domande! Va ancora pi˜ a fondo (senza strofinare) e agisce in grande
profonditý.
A - Chi puÚ darmi di pi˜?
B - Ricordati: un diamante Ë per sempre.
Cristiano Godano - Marlene Kuntz
Ringrazio per l'investitura e non nascondo di provare malizioso piacere
per l'occasione di poter scrivere parte di ciÚ che mai ho avuto modo di
leggere.
Metto in logico conto le celebrazioni di cordoglio per la spavalderia del
sottoscritto (o spavalda presunzione), da parte di colleghi e non, eventuali
lettori, e passo oltre Ö. Con granello di sale.
Siamo ormai quotidianamente solleticati da una frizzante atmosfera di condiscendenza
e ammirazione per la buona salute dell'ex malato Mr. Musica, uscito da un
oscuro periodo di agonia piagnucolosa. Storicamente la degenza Ë terminata
con il germoglio dei primi semi rap, quelli per il quali etc. etc., tanto
fondamentali per la RISCOPERTA della lingua italiana. Da li tutto un fiorire
spensierato di baldi alfieri del nuovo verbo e uno sfarfallio sorprendente
di seguaci fruitore del groove (?!) e degli spazi autogestiti, trasformatisi
per l'occorrenza in centri di raccolta della nuova trib˜ raggamuffin-trallalero-massimo
rispetto- potere-alla parola. Fortunatamente il volto temuto e autoritario
di Nemesi ha presto fatto capolino dall'alto della sua sapienza e in un
tempo, mai troppo breve, ha saputo portare il giusto ordine ad una situazione
di antropica ed egocentrica perdita della buona ragione. Dei gruppi di allora
poco Ë rimasto (qualche rara briciola Ë anche buona), ma quel fastidioso
senso di cultura-tipo-dal-ghetto pare essere instradata sulla beata via
della dissoluzione.
A conti fatti sarebbe doveroso riconoscere i giusti meriti al rappismo dell'epoca,
perchÈ Ë proprio grazie alla sua nascita ed alla sua angustia odierna che
siamo tutti qui a godere del vellicamento di cui sopra, ma preferirei dover
sopportare l'idea di una sorta di punizione sotto forma di "periodico di
transizione necessario per espiare i propri peccati" bla bla bla, cosÏ da
potersi almeno occupare un po' dei nostri sensi do colpa!
Il quadro attuale alla cui versione siamo sottoposti, racchiude entro le
sue cornici un simpatico panorama: una nuova serie di gruppi rock energicamente
rinvenuti sui lazzi dei dreadlocks festeggianti e sulla spuma degli slogans
danzanti. Ma ahimË, se la faccenda la si vuol maneggiare da un punto di
vista artistico, Ë bene dimenticarsi in fretta i piaceri dei Languidi pizzicorini
e sottostare per contro alle evidenze pi˜ chiare, quelle per cui , se giý
Ë difficile a livello mondiale "avere a che fare" con un GRANDE gruppo nel
belpaese italico Ë una cosa rara e preziosa da grande celebrazione.
L'unica vera grande banda di rock in Italia (dagli anni '80 in poi) furono
i CCCP-Fedeli alla Linea, gli unici a racchiudere in sÈ e perpetuare (nella
fattispecie, le propaggini del C.S.I.) i modi e i crismi del grande gruppo,
e non tanto per le novitý acclamata del cantato in italiano, quanto per
il senso di autonomia assoluta che il fascino della loro arte (insieme di
testi e note) riusciva ad unire una sonoritý comunque moderna. Le chitarre
suonavano attuali, la tensione "suonava" attuale, le parole suonavano attuali.
Ma quanta ispirazione c'era in tutto ciÚ che facevano! Una sensazione palpabile
nuova ci assaliva al loro ascolto, perchÈ si sentiva che lÏ c'era materiale
unico, lavorato, pensato, vissuto, estroso, geniale. Io, di questo tipo
di sensazione, non ho Mai pi˜ beneficiato, e parlo dello stesso tipo do
soddisfazione che provo per i miei amati: Neil Young, Sonic Youth, Nick
Cave, Byrthday Party, Gun Club, Nirvana, Tom Waits, P.J. Harvey, Husker
Du, Crime, The City Solution, Swans e i pochissimi altri che sto dimenticando.
Bene si potrebbe ritenere esagerato pretendere di parlare di situazione
musicale di una nazione e convogliarla entro le ristrettezze della specie
"GRANDE GRUPPO": restiamo allora in superficie.
Il livello medio Ë sicuramente cresciuto, perchÈ il maggior interesse ha
convogliato "pi˜ soldi" nelle produzioni e i dischi suonano meglio e i concerti
sono pi˜ vedibili, ma si rischia la speculazione di un patriottismo banalotto
e salottiero, per la quale "Ë meglio unirsi che dividersi".
Ai Marlene Kuntz, temo, non frega molto di congiungere le proprie tensioni
con il nuovo (?!) rock di Timoria, Negrita, Blue Vertigo e via ipotizzando,
perchÈ non ne intravediamo la possibilitý e non ne abbiamo la volontý. Abbiamo
la spocchia di ritenerci diversi da questo tipo di bande e, ripeto, Ë una
questione di natura artistica.
Noi non ci vediamo nulla di stimolante nel replicare i nuovo eroi del rock
americano, e non vedrete mai nei nostri video le MOSSETTINE dei signori
di Seattle (cosÏ come, ovviamente, non si saranno svolazzamenti di dreadlocks,
di Ktat socio-politico-esistenziali, invocazioni alle occupazioni, esaltazioni
ideologiche dell'auto-promo-distribuzione, raggamuffin in dialetto sud piemontese,
divertimenti da demenza adolescenziale) perchÈ non Ë nella nostra natura......ed
Ë cosÏ poco onesto impossessarsene. Esistono altresÏ dei gruppi che, in
nome della giusta attitudine, portano avanti, chi pi˜ chi meno, un discorso
in linea coi tempi, e in ogni caso con dignitý, e per la geramide italica
Ë giý un bel dire! Sono quei gruppi per i quali posso sentire la voglia
di ascoltarli senza patire i patemi del confronto straniero: BRUTPOP, MGZ,
UZEDA, MASSIMO VOLUME, DISCIPLINATHA, UMBERTO PALAZZO & IL SANTO NIENTE,
ALMAMEGRETTA, THREE SECOND KISS, MEATHEAD, LA CRUS, per i pi˜ motivi.
Il discorso rock fatto in Italia, a mio vedere, non dovrebbe prescindere
da una banalitý sconcertante: la misura dell'importanza o meno di un complesso
rock dello stivale Ë indipendente dal grado di italianizzazione che lo stesso
puÚ attuare, ma da quanto riesce a far suonare moderne (nel senso progressivo
temporale di "novitý" e non in quello deleterio di "moda", perchÈ sennÚ
tra crossover e grunge e quant'altro non si sa bene dove andrebbe a finire)
le proprie musiche con un cantato in italiano convincente, interessante
e fluente. A noi Marlene risulta molto difficile trovare in ciÚ che ci capita
di ascoltare la giusta mescolanza di questi due ingredienti, e per questo
riteniamo che nulla di particolarmente importante si stia verificando entro
i nostri confini se non una sensibile crescita di interessi di media e pubblica
nei confronti del fenomeno in discussione.
Al di lý del tornaconto che eventualmente verrý ridistribuito agli astanti,
M.K. compresi, ci sentiamo tranquilli nel mirare dalla finestra lo svolgersi
pirotecnico degli avvenimenti andando avanti per la nostra strada, con consapevolezza
e orgoglio.