GIOVANNI LINDO FERRETTI

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Foto Ferretti..........quello che penserà chi abita in quelle zone. Sicuramente è molto diverso parlare degli esperimenti francesi stando sull'Appennino Tosco-emiliano, o abitando dove ci sarà l'esplosione. Diventa difficile reagire a questo senso d'impotenza. Io non ho voglia di fare un concerto contro i francesi, non ho voglia di fare nessuna azione spettacolare. Sembra che tutto il mondo moderno sia come una macina dove tutte le parti, come diceva una vecchia commedia dei CCCP, sono stabilite. Si tratta solo di vedere chi fa bene la propria parte. Da questo punto di vista non ho voglia di fare la parte che mi compete, cioè quella di organizzare un concerto, come se questo potesse servire a qualcosa. Non ci credo. Penso che la musica basti a sé, non deve essere legittimata dal buon senso, dal buon gusto, dal buon pensiero dei musicisti. In realtà però i musicisti sono esseri umani, quindi risentono, come tutti gli altri, del mondo in cui vivono e delle cose che accadono. Purtroppo ognuno di noi è obbligato a discernere e a scegliere alcune cose su cui non transigere, mentre su altre rimane uno spettatore passivo. Non basta dire no al male, perché poi il male scompaia.

Come giudichi tutti i cortei di protesta sparsi nel mondo organizzati da Greenpeace?
Credo che Greenpeace si muova con intelligenza e con una propria logica e spero che questa sua intelligenza e logica funzioni. Ho letto una intervista al nuovo presidente di Greenpeace, che spiegava come ha intenzione di organizzare Greenpeace, vuole farla diventare come una lobby. Credo che sia necessaria questa scelta, perché una manifestazione dove si va ad urlare il proprio sdegno può servire da tranquillante per un attimo solo a chi partecipa al corteo. Però davanti a problemi di questo genere non mi interessa la tranquillità dei manifestanti, mi interessa che siano messe in atto con intelligenza e magari anche in maniera poco appariscente una serie di azioni che però portino a qualcosa di concreto. Mi sembra che Greenpeace nelle azioni che decide di mettere in atto abbia una logica ed una grande intelligenza. Quindi non possiamo che fidarci di Greenpeace. Speriamo che abbia una buona testa e delle buone mani. E' un pò come nel basso medioevo quando si aspettava l'arrivo di un cavaliere. Tutto questo è tristissimo, perché noi eravamo convinti di essere entrati nell'età della democrazia ed invece la storia è sempre più complessa, si ha ogni giorno di più, la necessità dell'arrivo di un cavaliere. Esternare il proprio disgusto non serve a molto. Serve solo a tranquillizzarti se non riesci a dormire la notte.

Delle tante cose che ho letto sulla ripresa dei test nucleari, una mi ha particolarmente colpito. L'intervistato proponeva di chiedere alla Francia di effettuare i suoi test sotto Parigi, a casa loro, affermando subito dopo che lui non era contrario agli esperimenti atomici.
Questo credo sia un diritto che abbiano tutti gli abitanti delle terre dove vengono fatti i test nucleari. Loro pagano in assoluto, sulla loro carne, un prezzo che é troppo alto. La Francia non può permettersi di continuare. La frase che hai citato, detta da qualsiasi altra persona, può dare adito a dei pensieri sconvenienti e cattivi, pronunciata da loro é sacrosanta. Se i francesi sono così determinati a fare gli esperimenti che li facciano a casa loro. Il presidente della confindustria francese chiedeva alle industrie transalpine di reagire al boicotaggio, perché ad ogni modo un Paese deve essere solidale col proprio governo. Questo é vero, ma solo se le bombe esplodono in terra francese. Una volta che i francesi sono così determinati nel mettere in pratica i test nucleari, noi possiamo soltanto dire: "Voi sbagliate". Ognuno a casa sua è padrone, quindi per quanto possa essere assurdo dovrebbero farli in mezzo alla Francia. Noi ne risentiremo sicuramente di più perché molto vicini, però tutto rimarebbe nell'ordine della giustizia del mondo.

Altro grosso problema della società "civile" é la guerra in Bosnia. Come vivi questo quotidiano massacro di civili inermi?
Questa guerra la vedo in maniera molto più forte di qualsiasi altro problema al mondo, non c'è niente che mi tocchi come gli accadimenti nelle ex Jugoslavia di questi anni. Credo che questa guerra vada da un'altra parte rispetto agli esperimenti nucleari, che in ogni modo rimangono un problema inter-nos, un problema di una civiltà ipersviluppata. La guerra della Bosnia invece ha azzerrato tutti i nostri bei pensieri. Si è dimostrato che l'Europa non esiste, ovvero esiste solo quando tutto fila liscio senza problemi, quando si tratta di scrivere un bel libro, una bella canzone, quando ci riconosciamo tutti uguali ed ascoltiamo la stessa musica, o guardiamo gli stessi film, quando bisogna allargare il mercato di questo oppure quell'altro. Il Vecchio Continente esiste solo per i divertimenti, per le piccole cose, per le frivolezze, per tutto questo é un paradiso, un luogo privilegiato nel mondo. Ma quando si pone un problema, un problema vero, l'Europa non c'è. Tra l'altro gli europei giocano a proprio rischio e pericolo al contrasto. Il grande problema della Bosnia non é cominciato nel momento in cui hanno iniziato a massacrarsi in Bosnia, è cominciato qualche anno prima, quando le poche persone di buon senso in Europa chiedevano a tutti i governi del Vecchio Continente di tenere d'occhio la Jugoslavia, perché era il punto debole di tutta l'Europa. Chiedevano di non permettere che si smembrasse uno Stato così complicato, senza che prima che non ci fossero state delle mediazioni, delle definizioni degli Stati che sarebbero sorti dal successivo smembramento della Jugoslavia. Mediazioni che non avrebbero accontentato tutti quanti, ma che neppure dispiacessero a tutti, che fossero praticabili soprattutto per la stragrande maggioranza della popolazione civile. Nella ex Jugoslavia non dimentichiamoci che i fanatici ed i banditi sanguinari sono una minoranza, una minoranza però che si é presa gioco del proprio Paese, del proprio popolo, degli altri popoli e di tutta l'Europa. Invece ognuno ha cercato di fare il proprio interesse, i tedeschi hanno pensato che avere una sfera di grande Germania non dichiarata non era poi così scomodo e la Slovenia si é subito pronunciata stato indipendente, però era una regione che poneva meno problemi rispetto alle altre. Era una soluzione che si poteva accettare. Subito dopo la Germania e la Chiesa hanno cercato di far staccare anche la Croazia, ma questo avrebbe creato dei problemi, tutti lo supponevano, era scritto su qualsiasi giornale. Infine i guai sono cominciati e tutti si chiedevano come mai fossero sorte queste rivalità e scontri. Poi la situazione é peggiorata e non si fermerà più. Per fare i signori potremmo dire che gli Jugoslavi sono in un karma negativo ed hanno poco da fare. Tutti noi che viviamo in questo Stato ci dobbiamo rendere conto che di fronte alla protesta di un qualsiasi potere non arriverà mai nessun cavaliere. L'Europa non esiste e non esisterà per lungo tempo. Inoltre oltre al Vecchio Continente non esiste nemmeno l'ONU, non esiste nel 1995, nella civilissima Europa, non stiamo parlando del centro Africa, o del centro America. In Europa non c'è un potere costituito che sia in grado di imporre un freno alle bande sanguinarie, alla fine il problema é questo. Qualcuno decide un giorno che ha voglia di fare pulizia nel suo orto e nel suo vicinato, comincia così a massacrare tranquillamente gli altri. Quelli che secondo lui non hanno la stessa fede. L'assurdità di tutto questo é che il mondo, tutto quel mondo che dovrebbe garantire che ciò non accada non esiste, anzi si frastaglia, si nasconde per fare i propri interessi. Le industrie di armi in Europa hanno dei fatturati miliardari, agli italiani che fabbricano e vendono armi, la guerra in Jugoslavia serve perché produce profitto. Non mi riferisco alle persone che possono avere tutti gli ideali che vogliono, ma non ho mai sentito nessun potere costituito in Italia rendere evidente, dopo un massacro in Jugoslavia, che probabilmente il 50% di quelle armi le costruiamo noi, i nostri operai, i nostri sindacati, i nostri padri di famiglia, le nostre mamme. Io sono stato un apocalittico per tutta la vita, ho sempre pensato di vedere l'apocalisse dietro l'angolo. E' stata una forma mentale ed un modo di vivere che mi ha accompagnato per moltissimi anni. Ora credo che sia arrivata. Oggi io non sono più un apocalittico, adesso pianto un albero di melo, allevo cuccioli, perché tutto quel bel pensare, quei bei ragionamenti, che ci siamo detti e ci hanno consolato negli anni sono andati in fumo, sparsi nell'aria. Tutti avevano capito che il comunismo non funzionava poi così bene, perfino noi comunisti da tanto tempo, però che avesse funzionato così male era difficile crederlo. Io sono una persona incapace di essere ironico, credo però che la vita sia molto ironica nei miei confronti. Dieci anni fa avevo due nazioni che mi piacevano moltissimo e frequentavo tutte le volte che potevo. Erano l'Algeria e la Jugoslavia. Se questa non é una lezione per cui imparerò a stare zitto, non vedo cosa altro dovrò aspettarmi dalla vita perché mi dica: "Ferretti sei sciocco, molto più sciocco di quello che tu saresti disposto a confessare a te stesso prima di addormentarti. Mi sembra assurdo pensare alle famiglie che conoscevo in Jugoslavia e vederle nella mia mente divise su basi etniche, a questo punto presunte e su basi religiose, quando in Jugoslavia la religione non la considerava quasi nessuno. In Italia non c'è capacità politica di prepararsi al futuro, d'altra parte non si può pretendere altro, saremmo degli stupidi se continuassimo a credere a degli ideali che per quanto siano necessari, in pratica hanno bisogno di altro per essere realizzati. Tutto quello che é stato fatto fino ad oggi per raggiungere questi obiettivi non ha spostato di una virgola la nostra condizione di esseri umani.

Cosa ne pensi dell'attacco aereo della NATO?
L'assurdità più grande é che la NATO abbia attaccato dopo tre anni. Anche quando le situazioni sono complesse, ma si riesce a definire una parte che é attaccata, bisogna agire con tempestività. Non si può accettare che ci sia qualcuno che bombardi quotidiamente una città di 450.000 abitanti. Quindi se arriva una reazione dell'ONU tre anni dopo, sono molto triste, non so neanche cosa pensare. Vivessi a Sarajevo sarei comunque più contento che vedere le granate serbe. Sono pensieri strani. Noi siamo stati allevati nell'idea che la pace fosse un qualcosa di irrinunciabile. Però perché la pace sia irrinunciabile bisogna che i contendenti di qualsiasi questione accettino che la pace sia irrinunciabile. Se uno di loro non accetta il discorso decade subito. Per una decina d'anni ho pensato di essere un pacifista, oggi non lo sono più. Adesso mi sento il fiato sul collo degli abitanti di Sarajevo. Per dichiararsi pacifisti, senza essere ridicoli, bisogna essere sotto la spada di un boia, però a questo punto sei da considerare un santo. Di santi, martiri ed eroi il mondo é pieno. Io ho il terrore dei santi, dei martiri e degli eroi. Vorrei vivere in un mondo dove non ci sia bisogno di queste figure. Il pacifismo ha un senso compiuto solo come ultima dimostrazione prima di morire. Quando parlo della Bosnia cerco di pensare come se fossi un cittadino bosniaco. Quella terra la conosco benissimo, l'ho girata in lungo e largo, ho visto Mostar, Sarajevo e tante altre città. Pensa che quando i CCCP sono morti volevo trasferirmi in Bosnia a fare l'operaio. Se mi viene posta una domanda su un problema mi viene naturale rispondere come Giovanni Lindo Ferretti, una persona che ha quaranta anni di pensiero, di buone letture, di buone compagnia, poi mi fermo un attimo e penso......... Se invece abitassi a Sarajevo o a Mostar, come risponderei. E' vero che io non vivo in quelle città, ma credo che tutto quello che sta capitando da quelle parti sia l'avvisaglia, l'avvertimento, di un pericolo che presto arriverà. Allora è meglio essere pronti per tempo. Quando abbiamo pubblicato "Materiale Resistente" potevamo inserire delle lettere di condannati delle resistenza che sono meravigliose, delle poesie, dei saggi, delle riflessioni, tutti testi che varrebbe la pena di ristampare continuamente e rileggerle giorno dopo giorno. Però abbiamo creduto che fosse più giusto stampare qualcosa scritto da una persona che abitava a Sarajevo. La memoria storica é importantissima, ma bisogna fare i conti anche con il presente. Io devo avere il coraggio di pensare a cose che non mi sono mai passate per la mente, se la mia casa fosse bombardata io non vedrei l'ora che arrivassero gli aerei della NATO. Sarajevo non ha mai attaccato nessuno, ricordiamocelo. Quindi é assurdo, inconcepibile che ci siano bande in grado di martellare ed uccidere tutti i giorni dei civili, giorno dopo giorno, per tre lunghi anni senza che nessuno faccia qualcosa di concreto. Cosa me ne frega di quelli che urlano: "Basta con i bombardamenti". Mi interessa solo che arrivi il giorno della fine delle uccisioni. E se il giorno che arrivano i bombardieri della NATO è l'unica giornata buona per gli abitanti di Sarajevo ben vengano i bombardieri della NATO. Quando Rifondazione Comunista parla della Bosnia io li detesto come posso detestare una parte di me. Mi sento che per lungo tempo sono stato uno stupido, come lo sono loro, però lo stupido lo do alla parte di me che ha fatto parte di loro. Non mi interessa quello che dice Rifondazione Comunista, possono affermare quello che vogliono. In un mondo dove tutti parlano, anzi speriamo che si parli a lungo, però che si parli e basta. Sarei curioso di vedere il giorno nel quale qualcuno cominci a bombardare la casa di Bertinotti, se prima di parlare di pace il segretario di Rifondazione Comunista non si metta a cercare qualcuno che riesca a far tacere i cannoni, sia essi i vigili urbani, i carabinieri o la milizia del suo partito. L'importante in quel preciso momento é che il bombardamento finisca, poi si potrà discutere. Questa é una lezione che ho imparato quando facevo l'operatore psichiatrico. Una sera uno dei miei ragazzi picchiava la sua testa contro un muro ed usciva del sangue. Io terrorizzato l'ho fermato e l'ho guardato dicendogli: "Cosa stai facendo, ti sembra una cura?". Lui mi ha risposto così: "Sì, Giovanni, perché il male che ho dentro é più grande del male che mi faccio ed il male che mi faccio serve per bloccare il male che ho dentro". Lui parlava per sé ed era da crederci, non stava spaccando la testa di un altro, quel sangue era il suo sangue.

A questi raid aerei della NATO hanno partecipato per la prima volta dalla fine della guerra aerei tedeschi, non hai timore di questo fatto?
Io ho una mente piccola, sono in grado di vedere un problema alla volta. Non mi interessa. Quando il problema della ex Jugoslavia sarà finito, comincerò a pensare agli altri e a me i tedeschi fanno paura. E' una questione genetica. Però rispetto a questo problema, se io abitassi a Sarajevo, non mi interesserebbe che bandierina hanno i caccia che vanno a bombardare i Serbi. Quindi un problema alla volta. Bisogna porre fine alle uccisioni degli abitanti delle sacche bosniache. Pensa solo alla tragedia geografica. Quello che era un Paese è oggi ridotto ad essere costretto in due fazzoletti di terra, due sacche dove muoiono continuamente dei civili inermi.


POLYGRAM....DICE..

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L'idea ci è balenata durante una chiacchierata telefonica tra Gianni Maroccolo ed il sottoscritto. Perchè non sentiamo cosa ne pensa la Polygram del nuovo disco dei C.S.I. e del C.P.I.? Brevi flash di commento a queste due domande. Con una leggera titubanza di fondo mi sono messo al telefono ed ho parlato con tutte le persone che avevo in lista, tranne il direttore Marketing (Roberto Biglia) perchè ammalato. Ho trovato con stupore, devo essere sincero, persone disponibili e loquaci che mi hanno concesso preziosi minuti del loro tempo. Abituati a rilasciare dichiarazioni solitamente a "Musica e Dischi", mensile strettamente legato alla musica dal suo lato più commerciale, in pratica un mezzo d'informazione dell'industria nei confronti dei negozianti e viceversa, i vertici della Polygram parlano oggi con "Il Maciste", dando di loro una visione molto più vicina alla realtà di quella che traspare dai commenti ufficiali, dove ovviamente raffigurano in tutto e per tutto le cariche da loro rappresentate.

Maria De Franchis (Uff. Promozione)
Il nuovo disco non l'ho ancora ascoltato bene, per cui mi sembra prematuro esprimere un giudizio. Credo che sarà bellissimo, perché i dischi dei C.S.I. sono molto particolari, ossia entrano nel mondo interiore delle persone e contemporaneamente fanno il paragone col passato che naturalmente fa parte anche del presente. Ho scoperto i C.S.I. in Polygram, non conoscevo le loro gesta precedenti. Credo che siano un mito. Non vorrei aggiungere altro perchè ci vorrebbero tante parole per descrivere la loro grandezza. Credo che mi metterò all'ascolto del nuovo album durante le festività natalizie, perchè considerando che i C.S.I. toccano anche argomenti non propriamente allegri, ascoltare un loro disco alla sera, quando si è stravolti dopo una giornata di lavoro, non mi sembra la scelta ottimale. Il C.P.I. penso che sia una cosa veramente ottima, anche in virtù del fatto che contempla una vendita per corrispondenza.

Danilo Calatroni (Responsabile Promozione)
Per me dare un giudizio sul disco dei C.S.I. è molto difficile, perchè i C.S.I. mi piacciono moltissimo, anche se non ho un rapporto approfondito con nessuno di loro, ma provo nei loro confronti una sorta di feeling molto irrazionale, dovuto al semplice motivo che mi piacciono come persone al di là del fatto che sono degli ottimi musicisti e che comunque cercano di dare al panorama della musica un qualcosa di diverso, un qualcosa di non prettamente commerciale. Ritengo che "Ko De Mondo" sia un grandissimo lavoro, anche "Linea Gotica" mi piace molto, chiaramente è un po' diverso dal primo album, ma trattandosi dei C.S.I. mi aspettavo qualcosa di diverso. Un disco sicuramente bello, ma non facilissimo. I C.S.I. rimangono unici nel panorama italiano. Mi rendo conto che quello che ho detto può sembrare un po' retorico, perchè parlando di loro si sono sempre sprecati giudizi di questo genere, però personalmente lo penso veramente. Non riesco mai ad associare, parlando dei C.S.I., l'aspetto commerciale e l'aspetto artistico, credo che facciano della musica mettendo in pratica quello che sentono, cercano sempre la musica piuttosto che il potenziale di vendita di un disco. A livello promozionale abbiamo già organizzato delle interviste con i mensili, poi a ridosso dell'uscita ci saranno le interviste con i quotidiani. Un discorso radiofonico con i C.S.I. risulta più difficile, normalmente lavoriamo con emittenti radiofoniche come Radio Popolare Milano. A livello televisivo preferiscono non partecipare a certe trasmissioni e noi rispettiamo questa scelta. Non sono previste promozioni particolari, come regalare attraverso settimanali o quotidiani cd singoli o gadget vari, perchè in Polygram non si regala la musica. Il C.P.I. credo sia un progetto molto importante, ha dato la possibilità ad un certo tipo di gruppi di pubblicare dei dischi e di essere distribuiti attraverso la Polygram.

Luca Fantacone (Responsabile Black Out)
Ho fatto un pò mia una frase di Giovanni che ha detto: "Linea Gotica" é il disco più importante, musicalmente parlando, che abbia mai fatto", aggiungendo con una sottile vena di autoironia: "Secondo il mio parere questo album é il disco di musica italiana più bello dal dopoguerra". Questa frase nonostante sia volutamente ad effetto, ha un fondo di verità, perché "Linea Gotica" é un disco ancora più unico rispetto a "Ko De Mondo" ed "In Quiete". I C.S.I. hanno dei tocchi di genialità sorprendenti, che riescono a fare dei dischi unici ed imprevedibili. Questo lp é chiaramente collegato a "Ko De Mondo", però al tempo stesso si spinge in tantissime nuove direzioni, vuoi per i testi che sono ancora più sintetici e illuminati, vuoi per gli arrangiamenti, che non hanno precedenti. E' un album molto asciutto, diretto, con un grande utilizzo di chitarre con dei suoni estremamente spigolosi, con una sua logica un pò punk. Ha un respiro ed un incedere molto profondo. Se tutti i media italiani hanno accolto i primi lavori dei C.S.I. con un plauso al di là delle aspettative, magari mettendo in imbarazzo anche loro che sono dei personaggi di una semplicità unica, sicuramente con "Linea Gotica" si sorprenderanno ancora di più e dovranno fare più attenzione a queste canzoni. "Linea Gotica" fa presuppore un coinvolgimento di più persone rispetto ai precedenti lavori, previsioni alla cifra non mi sento di farle, però siamo convinti che "Linea Gotica" possa incrementare il pubblico dei C.S.I. e sia la loro definitiva affermazione. Tutto il C.P.I. sta portando avanti un discorso estremamente valido, che si allaccia alla tradizione che gli stessi personaggi hanno contribuito ad iniziare tanti anni fa. Un lavoro meticoloso e molto presente nei confronti dei gruppi e del pubblico. C'é bisogno di un equipe di persone che segua con dedizione determinate band, perché in Italia non ci sono evidentemente abbastanza canali per fare maturare questi progetti. Un lavoro che per altro sta già riscuotendo, oltre ai meriti artistici, anche dei risultati comerciali degni di nota.

Michele Barrile (Direttore Artistico Mercury)
A riguardo dei C.S.I. posso solo dirti che per me è un piacere "fisico" lavorare con loro, che va al di là della semplice responsabilità artistica, ogni volta che li incontro mi sento bene, è quasi terapeutico, sono delle belle persone. E' un piacere parlare con loro, stare con loro, ascoltarli. Alla fine di una giornata passata con loro ci si sente arricchiti, non voglio dire di più di quello che è, questa è la realtà delle cose. Ferretti è un piacere "fisico", Maroccolo, Magnelli, Massimo, Ginevra, Francesco sono belle persone. Il nuovo disco dei C.S.I. trovo che sia una straordinaria provocazione, in un momento di mercato che non è estremamente florido, un disco così particolare, intenso, cupo, è una bella provocazione, sia per il music business che per l'espressione artistica. La differenza tra "Ko De Mondo" e "Linea Gotica" è insita nella diversità di ascolto. "Ko De Mondo" dava spazio per poter fare qualsiasi altra cosa, trovo invece che "Linea Gotica sia estremamente impegnativo. E' un disco che non ti lascia spazio, bisogna ascoltarlo bloccandosi per cinquanta minuti. Non puoi metterti neanche un dito nel naso mentre lo ascolti. Il C.P.I. è una straordinaria realtà, da qualche anno in Polygram stiamo facendo una politica di sviluppo per quanto riguarda la musica di tendenza, che oggi è la realtà. Siamo in una fase ben precisa della musica, che sta cambiando. Perfino a livello internazionale la musica sta cambiando, mai come ora dei nuovi gruppi si affacciano al panorama internazionale e sono sempre di più una realtà tangibile.

Andrea Rosi (Direttore Generale Mercury)
Questa domanda la fai alla persona che ha stipulato i contratti con i C.S.I., quindi cosa ti posso dire, non saprei neanche da che parte cominciare. Gianni lo conosco da quando firmammo il primo contratto in CGD con i Litfiba. Il disco dei C.S.I. lo ritengo estremamente importante, molto coraggioso. E' un disco che richiede un impegno da parte di chi lo ascolta ed in Italia molto raramente viene richiesto un impegno di questo tipo. Mi aspettavo un disco di questo tipo, magari con qualche piccola concessione in più. Sono curioso di vedere quali saranno i risultati, perchè sono convinto che dal punto di vista di critica saranno sicuramente positivi, però siccome alla fine devo fare anche dei conti economici, mi aspetto, e spero, anche in un risultato di tipo commerciale. I C.S.I. si meritano sicuramente di più delle trenta mila copie vendute per ciascuno dei dischi finora pubblicati. Non è un disco da sottofondo, devi ascoltarlo. Anche quando ho ricevuto i primi provini di "Ko De Mondo" mi si rizzarono i capelli in testa, però devo ammettere che a quell'epoca ero poco preparato ad un disco dei C.S.I. "Linea Gotica" ad un primo ascolto è un disco più ostico rispetto ai precedenti, può darsi che dopo averlo assimilato diventi più fluido. Non credo che uscirebbe mai un disco dei C.S.I. per un'altra etichetta, in Polygram c'è una completa libertà nei confronti degli artisti, che possono realizzare i dischi che vogliono. Del lavoro svolto dal C.P.I. mi aspetto un secondo album dei Marlene molto interessante, sono il gruppo che ha venduto più del doppio rispetto alle altre band. Al C.P.I. ho solo chiesto di non produrre troppi dischi, perchè altrimenti non si riescono a lavorare al meglio. Per questi progetti discografici, come quello del C.P.I., ci vogliono perlomeno tre anni prima di capire se abbiamo in casa la nuova Virgin, o solo un buon esperimento.

Stefano Senardi (Presidente Polygram)
Il mio commento non è un commento estremamente obiettivo, perchè sono, ancora prima di essere uno dei discografici dei C.S.I. e delle loro produzioni, uno dei loro più accaniti ammiratori. Fondamentalmente lavorare con un nucleo creativo come quello di cui stiamo parlando, è una cosa che mi da ossigeno anche nei confronti di alcuni lavori che non mi gratificano da un punto di vista personale. Decisamente sono progetti coraggiosi, di grande intensità e fanno bene all'anima, al corpo e al mercato. Probabilmente potrebbero fare bene anche ai media se stanno attenti. "Linea Gotica" è l'ennesima conferma, prima di tutto della struttura, di un nucleo creativo che è in continuo movimento e cambiamento. E' un disco che può essere vissuto come disco di passaggio, ma ancora di più è uno degli innumerevoli momenti creativi dei C.S.I. e probabilmente è il preludio ad altri e sicuramente diversi progetti. Dopo che ho sentito l'album, non solo sono rimasto impressionato in maniera estremamente positiva, ma addirittura ho chiesto al gruppo se è possibile avere un altro lp dei C.S.I. entro la fine del 1996, perchè mi aspetto, per esempio, che quando la band andrà in concerto i brani di "Linea Gotica" saranno vissuti in maniera diversa. Il C.P.I. è una zona di estrema creatività, che non può che continuare nel tempo a migliorare ed a presentare proposte sempre più interessanti. Anche nel tempo lo stesso C.P.I., per quanto riguarda le produzioni, aggiusterà il tiro su determinate cose e comunque la sua esistenza è un'altra buona notizia, in quanto coincide con i gusti personali che tutto sommato ci gratificano rispetto al lavoro che facciamo che certe volte ci trova a vendere i dischi come salami. La produzione del C.P.I. è uno stimolo continuo.

Da Maria De Franchis a Stefano Senardi la Polygram ha espresso delle opinioni. Opinioni che credo decisamente sincere e non dettate da posizioni di comodo. Penso infatti che per qualche minuto questi signori abbiano lasciato nell'armadio il loro vestito da discografici e si siano gettati a capofitto tra le braccia del piacere sensoriale. Le immagini di dita nel naso e dischi come salami mi sembrano parole dettate da un sincero coinvolgimento. Credete mi stia sbagliando?

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L'ANGOLO DEL MAGNELL'OPHONO

Beattle 13/12/1995

Abbiamo finito il disco da trenta giorni. Mi sento completamente svuotato dopo questi 5 mesi di lavoro. Durante le registrazioni pensavo che con questo lp avrei avuto molte cose da raccontare ai lettori de "Il Maciste", ma finito l'album non sono riuscito a trovarmi niente dentro. Ho bisogno almeno di altri trenta giorni di completo riposo. Inoltre considero questo disco, rispetto ai precedenti lavori dei C.S.I., come un LIBRO e le canzoni sono i CAPITOLI ed io sono di quelle persone a cui rompe le palle sapere la trama di un libro prima di averlo letto. Sicuro di farvi un regalo a non scrivervi niente prima del vostro acquisto, vi saluto e vi auguro: "Buon Anno, Ragazzi".

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