NOTIZIE DAL MONDO DEL CONSORZIO

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I Disciplinatha sono entrati in studio per dare un seguito al buon esordio sulla lunga distanza, "Un Mondo Nuovo", che li ha visti tra i protagonisti della scena rock autoctona. Il disco dovrebbe uscire nei primi mesi del 1996. Il gruppo ha contattato Steve Albini per un suo eventuale coinvolgimento in veste di produttore.

Gli A.F.A. hanno subito una piccola rivoluzione d'organico. Alcuni componenti hanno abbandonato, il posto vacante alla batteria é stato preso da Thomas Cilloni, il basso e sax é ora suonato da Iuri Degola e la chitarra é nelle mani di Antonio Denti. Ben arrivati ai nuovi musicisti.

I Marlene Kuntz, Umberto Palazzo, Corman & Tuscadu e gli Yo Yo Mundi hanno dato la loro adesione alla campagna di sensibilizzazione "Hitz Egin" ("Parla"). L'appello vuole essere un aiuto concreto dopo la condanna inflitta dal Tribunale di San Sebastian al gruppo basco Negu Gorriak, costretto a versare 15 milioni di pesetas (200 milioni di lire) al tenente colonnello della Guardia Civil Rodriguez Galindo. La band é colpevole di aver chiamato in caus,a in una canzone presente nell'ultimo album dei Negu Gorriak, "Ustelkeria" (Marciume), il militare. Nel brano si parla della supposta correlazione tra il tenente colonnello ed il narcotraffico.

"Smemoranda" compie diciotto anni e festeggia questo importante traguardo, quello della maturità, con un cd compilation che raccoglie diversi momenti della musica italiana. Tutte le royalties derivate dalla vendita del disco saranno devolute al progetto Barrio's Dream, proposto da Don Gino Rigoldi, di Comunità Nuova. Barrio's Dream vuole essere un luogo aperto a tutti, per incontrarsi e trascorrere il tempo libero. Insomma un punto di aggregazione che dovrà sorgere nella periferia di Milano con una sala biblioteca/fonoteca/videoteca, una sala prove, uno spazio per attività di solidarietà, una sala della spiritualità, uno spazio per corsi professionali, uno spazio per mostre e rassegne, uno sportello informativo, uno angolo multifunzionale. I locali, in via di assegnazione, dovrebbero essere quelli dell'ex scuola media "Pirandello" di via Baroni al Gratosoglio. Tra i diciotto nomi che compongono al compilazione ci sono i C.S.I. con "In Viaggio" (da "In Quiete").

"Quello Che Siamo" é un cd compilation progettato dal Centro Ravennate di Solidarietà (CeIS). Il Centro romagnolo opera nel recupero dei tossicodipendenti attraverso 4 strutture di accoglienza di cui 3 residenziali. Finora i ragazzi che hanno terminato il ciclo terapeutico-educativo sono circa 220. I Gruppi del C.P.I. che hanno deciso di partecipare al progetto sonoro sono i Marlene Kuntz, Umberto Palazzo e Il Santo Niente, Andrea Chimenti e gli Yo Yo Mundi. Superfluo scrivere che l'intero ricavato della vendita della compilazione sarà devoluta al CeIS.

I Marlene Kuntz sono in studio per dare un seguito al debutto discografico. La produzione artistica é stata affidata alle sapienti mani (e testa) di Marco Lega. La scaletta dovrebbe comprendere sedici canzoni e l'uscita é prevista per marzo '96.

Gli Yo Yo Mundi insieme a Giorgio Canali, nelle delicate fattezze di produttore artistico, sono pronti per dare forma alle nuove canzoni. In primavera potremo sentire cosa é scaturito da questo incontro artistico.

Umberto Palazzo sta collaborando con Angela Baraldi alla stesura del suo secondo lp. Il disco verrà remixato allo Studio Emme di Calenzano, punto di riferimento per tutti i gruppi del C.P.I.

I Mirabilia sono un giovane gruppo che verrà prodotto da Bruce Morrison, figura fondamentale dello Studio Emme. Per l'uscita di questo lavoro é stata scelta la primavera, stagione di passioni ed amori.

I Rosso Maltese, band accasata a Baracca e Burattini, hanno lavorato allo studio Emme e sono stati curati amorevolmente da Giovanni Gasparini, responsabile dell'aspetto tecnico del Consorzio Produttori Indipendenti.

I C.S.I. sono stati invitati a comporre delle musiche per un documentario dedicato al fiume Po girato da Enrico Ghezzi. A proposito del nuovo disco, "LInea Gotica", la band girerà un videoclip, molto probabilmente il brano scelto sarà "Cupe Vampe", ma per il momento il nome del regista non si conosce ancora.

Una precisazione doverosa. La sonorizzazione di "Maciste All'Inferno" , non é da accreditare ai C.S.I. , ma ad alcuni componenti del Consorzio Suonatori Indipendenti (Giovanni Lindo Ferretti, Francesco Magnelli, Ginevra di Marco) ed alla presenza di un'"estraneo", Cristiano Santini dei Disciplinatha. Precisazione per evitare facili confusioni e rimostranze all'eventuale visione dei musicisti presenti alle sonorizzazioni previste per il prossimo anno.

Il C.P.I. sta lavorando per cercare di organizzare una settimana di musica e non solo a Melpignano, in Puglia. La scelta non é casuale perché questo Comune é molto importante per i vecchi gruppi d'appartenenza dei C.S.I. e per i C.S.I. stessi. Si pensa a sette giorni di concerti che dovrebbero vedere impegnati non solo le band del Consorzio Produttori Indipendenti, ma anche altri ensemble o solisti in sintonia col lavoro svolto dal C.P.I. La settimana individuata per questo festival é a cavallo tra fine luglio e gli inizi di agosto. Cosa ne pensate?

Il videoclip di Andrea Chimenti, "Ti Ho Aspettato", è stato curato da Dario Taietta, già responsabile dei fotogrammi di "Del Mondo" e "In Viaggio" e della videocassetta realizzata in Bretagna durante le registrazioni di "Ko De Mondo". Il video é in pratica un montaggio di foto scattate da Guido Harari ad Andrea Chimenti e David Sylvian e pochissimi spezzoni di materiale girato in pellicola.

La radio di Stato tedesca ha chiesto a Giovanni LIndo Ferretti di poter realizzare un programma di un'ora dedicato al progetto "Materiale Resistente", che vedrebbe una lunga intervista a Giovanni come nucleo centrale della trasmissione.

I Marlene Kuntz hanno partecipato a "Planet Rock". Il gruppo ha dato vita ad un concerto per gli ascoltatori via etere.

"Uscita Di Sicurezza", mensile gratuito di musica live, le pagine centrali sono un fitto calendario di concerti, compresi chiaramente i gruppi del Consorzio, verrà ospitato, dopo sedici numeri in collaborazione con Rockerilla, dal gennaio 1996 nelle pagine di Dynamo!. I lettori del mensile potranno leggere Uscita Di Sicurezza in Emilia Romagna, Marche e Toscana e nei negozi specializzati di tutta Italia, dove Dynamo! é distribuito. Per chi volesse ricevere a casa Uscita Di Sicurezza vengono richieste le sole spese di spedizione (lire 2.000). Tutti coloro che cercano disperatamente di rimanere informati sulle date dei concerti possono spedire le loro richieste indicando nome, cognome, indirizzo ed un corrispetivo in denaro pari ai numeri che desiderano ricevere al seguente indirizzo: Uscita di Sicurezza, via Battindarno, 177, 40133 - Bologna. Per maggiori informazioni il numero di telefono é 051/56.45.40.

Notizia importante. Da gennaio "Il Maciste" ed il C.P.I. saranno presenti nelle rete delle reti, ossia Internet. Gli indirizzi sono tre, quello italiano é: http://www.dada.it/cpi; quello internazionale: http://www.dada.it/cpi_indipendent_music; infine per i messaggi: e mail : cpi@dada.it. La notizia riveste una importanza del tutto particolare perché virtualmente "Il Maciste" ed il C.P.I. si mettono in contatto con oltre 40 milioni di persone che giornalmente sono collegate ad Internet. Le strade del futuro si aprono alle canzoni di Marlene Kuntz, A.F.A., Disciplinatha, Yo Yo Mundi, Ustmamò, Corman & Tuscadù, Umberto Palazzo, Andrea Chimenti e C.S.I. A quando la trasmissione su Marte, o Venere?

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ANDREA CHIMENTI

Le introduzioni, o i cappelli, come vengono chiamati in gergo, devono aiutare il lettore ad entrare nello spirito dell'articolo che si accingono a leggere. Per entrare nello spirito di questo scritto di Andrea Chimenti potrebbero bastare gli applausi dei lettori de "Il Maciste" dopo l'ascolto in anteprima fatto il pomeriggio del 17 novembre a Calenzano. Applausi e complimenti per l'intensità di un disco troppe volte rimandato e finalmente disponibile nei negozi di dischi di tutta Italia. Andrea ha dato una dimostrazione del suo talento, un messaggio artistico preciso, limpido e assolutamente superiore alla media delle produzioni discografiche che si aggirano per questa Italia sempre in bilico tra la guerra civile ed il boom economico. Andrea é rimasto visibilmente scosso dall'accoglienza tributata a "L'Albero Pazzo" da parte dei "Macistiani", così ho creduto opportuno chiedergli, oltre ad un suo intervento, siccome scrive in maniera semplicemente fantastica, anche un brevissimo scritto su quel pomeriggio.............

Un boato....dal campanile si staccano in volo uno stormo di uccelli, poi ....il silenzio.
Mi affaccio per vedere cosa é successo ma niente appare all'orizzonte. Una vasta calma piatta é stesa sulla piazza. Il canto delle cicale riemerge dopo quel misterioso colpo. Ho il tempo di tornare a sedere, riprendere la penna in mano, poggiarla sul foglio, che un altro boato mi fa scattare in piedi. Questa volta non vado alla finestra ma rimango lì, ammutolito, con la penna in mano, come se fossi pronto a scrivere nell'aria. Forse é un aereo...forse hanno fatto brillare qualche mina sulle colline.
Il silenzio mi riconduce a scrivere, a scrivere qualcosa di me e della mia musica.....qualcosa. Non l'ho mai fatto. Il tentativo dovrebbe essere quello di convincervi che "L'Albero Pazzo" é un gran disco, di tendenza, troppo giusto, denso di tematiche, forte, underground, raffinato, tosto, con un occhio agli anni '70 e un altro al futuro, ganzo, ricco di messaggi e anche un pò concept. Non é niente di tutto questo. E' un disco suonato in punta di piedi perché non vuole fare rumore in mezzo a questo frastuono e non vuole gridare di esistere. Sono tredici anni che faccio della musica e ancora oggi quando mi chiedono che mestiere faccio mi si attorciglia la lingua ed emetto un timido suono gutturale che vorrebbe significare "musicista". "Ah il musicista! Che strumento suoni?". Rispondo timidamente facendo dei discorsi traballanti, dico che non suono niente, vedendo la faccia stupita dell'interlocutore mi correggo dicendo che canto e strimpello un pò il piano e un pò (schifosamente) la chitarra. "Ma che genere di musica fai?" A questo punto sprofondo negli abissi più profondi e risalendo la china parlo un pò di folk, commistioni, musica acustica e altre cose. "Ma fammi un esempio, tipo chi?" (Devi appartenere ad una tipologia o "specie" altrimenti non sei credibile). Allora faccio qualche esempio di autori ai quali mi sento affine e puntualmente questi non sono conosciuti.
Quando penso alla parola "musicista" mi vengono in mente i grandi del passato che con la penna scorrevano veloci sui pentagrammi dando vita ai legni e agli ottoni in sinfonie immortali. Se penso a loro e guardo me vorrei cambiare mestiere. Forse, per quanto mi riguarda, dovrei guardare la parole "musicista" in un'altra ottica e dire: "Chi lavora con l'elettricità é elettricista, chi con la musica é musicista". Un altro boato mi interrompe...questa volta é molto più profondo e preoccupante. Il mio gatto é sceso dalla sedia e ha le orecchie tese all'indietro. Decido di scendere nella piazza. Non so cosa sia e non capisco da dove venga, ma un signore sulla sessantina, anche lui richiamato da quell'ultimo boato, mi spiega che nella vita compaiono questi tonfi sordi a richiamarci a coscienza. Rimaniamo in silenzio per qualche minuto nella piazza deserta, poi il signore si congeda alzando il cappello. Ritorno in casa, stavo dicendo che non sono un musicista serio né un poeta e neanche uno che ha da dire qualcosa più di altri. Con la musica e con le parole non intendo esprimere dei contenuti ma cerco di esprimere delle emozioni attraverso l'atto del dire. Quando scrivo una canzone non cerco il messaggio a tutti i costi e neanche intellettualismi o complessità di pensiero, ma cerco una nuova innocenza. Innocenza nel sentimento e nella parola che a sua volta solo alla fine diviene messaggio. L'innocenza é rappresentata nella realtà quando non c'é furbizia, quando le cose, le persone, sono e basta. Innocente é la pietra, il fragore di una cascata, il fuoco, la cenere, il sogno, la morte, una parola dettata dal profondo, il bambino.....Tutte queste cose sono messaggi anche se non nascono come tali perché nascono prima di tutto come realtà e poi, solo dopo diventano messaggi.Ecco che anche la pietra esprime il suo contenuto e compie l'atto del dire. Viviamo in una realtà, invece, fatta di messaggi roboanti, confezionati senza un contenuto, messaggi che non compiono l'atto del dire perché in realtà esistono solo nelle apparenze e in sé non hanno vita. Messaggi con pretese di contenuti, carte igieniche, partiti e telefilm. Forse il silenzio sarebbe l'unico messaggio serio da opporre (come quello della pietra).
Vanità é forse la parola più adatta a rappresentare questa vita spesso ridotta a una sorta di dissolvenza:
"D'improvviso/è alto/sulle macerie/il limpido/stupore/dell'immensità/e l'uomo/curvato/sull'acqua/sorpresa/dal sole/si rinviene/un'ombra/cullata e/piano/franta" ("Vanità" di G; Ungaretti).
Vorrei qui riportarvi altre poesie di Ungaretti ma non ne ho lo spazio e allora vi consiglio di andarvi a leggere, o rileggere per chi già la conoscesse, "I Fiumi".
".......Ho tirato su/le mie quattr'ossa/ e me ne sono andato/come un acrobata/ sull'acqua/mi sono accoccolato/vicino ai miei panni/sudici di guerra/e come un beduino/mi sono chinato a ricevere/il sole/ questo é l'Isonzo/e qui meglio/mi son riconosciuto/una docile fibra/dell'universo/...".
Mi piace quando il messaggio viene scovato da chi ascolta e mi piace l'artista che non pensa ad esso quando scrive, ma cerca solo di "essere" e di testimoniare se stesso e tutti coloro che vi si riconosceranno. In questo processo credo si debba iniziare azzerandosi, consapevoli di non conoscere nulla e ritrovare la propria innocenza semplicemente esistendo, dicendo "Eccomi". Non é facile.
Ho scritto una canzone "Carta Di Riso" in cui ho immaginato il protagonista srotolare la propria mente come fosse carta. Una carta fragile, stropicciata, lacerata e unta da tanti messaggi fatti di parole, gesti, sguardi, desideri, immagini, delusioni, sogni, paure, ricordi. Ho immaginato di poter lavare questa carta e riscrivere su di essa parole nuove, parole che facciano star bene.
La poesia può essere questo: una formula che rinnovi il linguaggio, che ci faccia discendere in noi stessi, che reinventi i nostri percorsi dell'anima, così raramente percorsi, a ritrovare qualcosa...qualcosa che possa interrompere per un attimo un dolore, o che lo faccia riaffiorare, o che ci travolga in un naufragio di tutto, che ci porti a grumi nascosti in un presentimento di eternità, in un breve momento.
Ancor prima della poesia e della musica tutto questo lo suggeriscono le cose che ci circondano. Tutto é già lì, creato e pronto per nutrire la nostra anima; tutto é già lì, ricolmo di esistenza e significato, di contenuti pronti a diventare messaggi...manca solo il nostro "eccomi".

Andrea Chimenti

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David Sylvian é un artista universalmente riconosciuto per non essere un grande dispensatore di parole e di elogi. La sua grande raffinatezza musicale corrisponde ad un cantante/compositore parco di dichiarazioni e schivo alle regole che impone il music business. Le poche righe che seguono sono un suo scritto nel quale Sylvian spiega molto semplicemente il motivo della sua partecipazione all'ultimo album, "L'Albero Pazzo", di Andrea Chimenti.

How often does pop music become the medium of the heart, of soul-searching sojourns, the expression of the life of the spirit? In my experience all too rarely and that's why it was a pleasure to partecipate in a small way in the making of Andrea Chimenti new album as I believe these are qualities that can be found in his latest work. With unforced humanity and poetry Chimenti wrestles with his angels and in the process acquires a unique voice with which to comunicate what is gleaned.

David Sylvian

Ed ecco prontamente la traduzione delle parole di David Sylvian a vostro e nostro consumo:

Quante volte la pop music diventa un mezzo di comunicazione del cuore, di ricerca della propria anima, l'espressione della vita dello spirito? Nella mia esperienza troppo raramente, ed é per questo che é stato un piacere partecipare se pur in piccola parte alla creazione del nuovo disco di Andrea Chimenti, perché credo che queste siano le qualità che si possono trovare nel suo ultimo lavoro. Con una umanità e poesia non forzata Chimenti lotta con i suoi angeli e durante il processo acquista una voce unica con la quale comunica ciò che ha guadagnato.


Quando Andrea Chimenti apparve sulla scena italiana, erano gli anni '80 e lui era il cantante dei Moda, era facile azzardare un pronostico sbagliato: sarebbe finito in una major a fare il solista pop di lusso. Bello, vestito bene, affascinante per un calibrato mix di tenebroso e solare. Merce preziosa per un mercato discografico a proprio agio più con le questioni ormonali che con i problemi della musica. Tra l'altro cantava bene, molto bene, il che pur essendo alla fine inutile non disturba perché fa risparmiare tempo e denaro. Un possibile/probabile idoletto pop buono per copertine, poster, grandi tirature e posta del cuore.

(Inutile fare gli schizzinosi, qualcuno deve pur pagare la ricerca musicale e permettere così i percorsi impervi e poi nella giusta fascia d'età chi ci garantisce che la Qualità della Musica sia più importante del flusso ormonale?)

Provate a dirlo ad Andrea Chimenti.
Provate voi a convincerlo.

La voce di Andrea é TERAPEUTICA, non sta nell'universo del MESSAGGIO, non gli compete, non lo riguarda, ha piuttosto a che fare con il MASSAGGIO (non sottovalutatelo, il massaggio, può essere un cardine su cui fare ruotare una civiltà più evoluta).

Andrea potrebbe cantare in inglese, o in una qualsiasi lingua sconosciuta, o inventata, non cambierebbe niente anzi potrebbe solo aumentare il fascino perché la comunicazione passa attraverso la qualità della voce e le parole la rendono possibile, la permettono e basta. La musica sorregge la voce, la stimola, la amplifica, ha la funzione dell'olio o della polvere di talco nel massaggio manuale, deve essere di ottima qualità e di buon gusto e così é. La voce di Andrea, la sua presenza schiva e timorosa, rendono evidente la lontananza dalla scena italiana dei cantautori, dai suoi punti di riferimento, dalla intrinseca volontà di pontificare. Non é un caso che il disco sia piaciuto così tanto a David Sylvian da rendere possibile una collaborazione. Ed é proprio con certi cantanti di lingua inglese: Leonard Cohen ad esempio oltre a Sylvian che può essere riconosciuto un collegamento, forse una specie di parentela ideale.

Ascoltiamo il primo da 30 anni e il secondo da 15, non abbiamo mai sentito il bisogno di sapere di che cosa cantano (spesso e volentieri é meglio non saperlo: fa di più) ci serve, ci basta che cantino.

A noi C.P.I. avrebbe fatto comodo, e molto, e forse anche piacere, entrare con ottime carte in mano nel giro della musica ormonale e nel nostro piccolo abbiamo tentato di convincerlo: si fosse messo davanti allo specchio e arreso all'evidenza!

Niente da fare Andrea Chimenti non si vede, forse non ci vede però si sente e si sente bene. Provate voi a fargli capire che così é sciupato oppure dimostrateci che ha ragione lui nella sua ostinazione a voler essere un cantante, uno che canta le sue canzoni e basta.

Con Andrea Chimenti abbiamo perso la nostra scommessa, non sta coccolato, bello e dannato in una major a fare l'idoletto pop, é uno sfigato del Consorzio Produttori Indipendenti però sulla sua voce non ci sono palle: é terapeutica.

Provare per credere.

Giovanni Lindo Ferretti

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