complimenti per la festa...

Appunti sul ìCencio'sî
ìComplimenti per la festa...î recitavano le magliette vendute all'interno del Cencio's, pi˜ che mai fedeli alla veritý.
I ìtre giorni di Firenzeî sono stati infatti esaltanti per molti motivi: innanzitutto per l'organizzazione, assolutamente attenta e scrupolosa, costantemente preoccupata di mettere tutti i partecipanti nelle migliori condizioni per godersi gli spettacoli. In secondo luogo per la partecipazione emotiva di coloro che da anni seguono con affetto le attivitý precedenti e contemporanee al Consorzio. E' veramente impressionante la costanza e l'altissima qualitý del lavoro sviluppato, e il pubblico si È stretto intorno al Consorzio con grande affetto ed entusiasmo. Fino all'esplosione dei C.S.I., che hanno incendiato il palco come forse nessuno di loro si aspettava: la loro performance È stata unica, assolutamente imperdibile, anche perchÈ ha fatto capire a tutti che QUALCOSA stava succedendo. E' da quella sera infatti che si È accesa la ìluceî di ìTabula Rasa Elettrificataî, il nuovo sorprendente album dei C.S.I.
Chi era al Cencio's capirý tutto al primo ascolto!!!

Luca Fantacone
Responsabile Black Out


Un uomo e i suoi dischi


Riunione al vertice


La Rosy, una Nina pensierosa ed un Pino sorridente


Il braccio e la mente

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Una cronistoria delle notti del Cencio's non Ë cosa facile, ancora meno facile Ë non cadere nelle solite trascrizioni ormai fin troppo fanzinistiche, certe volte leggendo ìIl Maciste All'Ascoltoî ho la paura di voltare pagina e trovarmi una foto di Vasco Rossi ed un articolo sulla signora Mara Venier... scusatemi lettori, il C.P.I. credo sia ben altro, o forse anche questo (?).
Grande la scoperta di Marco Parente e Cristina Doný, fulminanti Mirka e Romina; lode agli Afa e chi per loro. Il Taver Ë una forza della natura, ed Ë stato un vero piacere conoscerlo di persona, provare per credere. Il suo viaggio meta-psichico, carico fino all'inverosimile di energia planetaria racchiude tutta la ìgeniale-folliaî del Taver. I locali del Cencio's sono sicuramente fatti su misura per il bravo Umberto Palazzo, i kataklismatici Disciplinatha e gli ormai grandissimi Marlene Kuntz, colgo l'occasione per ringraziare Umberto che ha parlato di Fausto Rossi, il primo, vero ìindipendenteî, un tributo su Faust'o da parte del Consorzio sarebbe doveroso, fatevi avanti. Estasia e Mira Spinosa (persone fra l'altro straordinarie) si sono perse un po' fra il caos del Cencio's, un vero peccato. Gianni Maroccolo Ë un patrimonio nazionale....infinite grazie. Mi auguro che il C.P.I. sia veramente fuori da ogni manipolazione e da leggi patriarcali, altrimenti non avrebbe ragione, nÈ motivo di esistere; gruppi come Estasia , Mira Spinosa, Afa, etc. brillano giý di luce propria, ok per i consigli e varie doverose indicazioni, ma per favore rimanete sempre e comunque indipendenti. Non ho nessun commento su Massimo e Giovanni in quanto persone troppo determinate ed ammirevoli, la loro continua crescita serva da esempio. CCCP Ë stato, ora Ë giusto andare oltre! Con il cuore. Per tutti quelli che non seguivano CCCP nell'era punk, perchË scomodi ed esteticamente non interessanti: non sapete che cosa vi siete persi!!!

Fabrizio Simoni - Pistoia


Giovanni Lindo Ferretti in piega


Gianni Cicchi si improvvisa montatore

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5/6/7 dicembre 1996 Le Notti Di Maciste
Tre giorni a Prato (io e Laura), un buon numero di fogli del calendario fa...ma lý le cose da ricordare sono state tante...e i ricordi ci sono.
........per esempio:
Entrare (credo per primi) e vedere (primissima immagine dell'interno del Cencio's) Giovanni Lindo Ferretti che diligentemente piega le magliette della festa.
Chiedere a Giorgio Canali una foto insieme, e sentirsi rispondere: ìCerto! Mi piace fare l'orsetto!î.
Ascoltare la splendida mescolanza di accenti durante l'incontro con le ìsignorine matrilineariî: il toscano verace di Ginevra, le emilianissime ìesseî di Mara, il veneto di Mirka......
Curiosare al banco del Maciste trovandosi a fianco di Umberto Palazzo che comunica a chi sta dall'altra parte di avere anche le magliette del Santo Niente e alla domanda: ìQuante ne hai?î, risponde candidamente: ìDue!î.
Parlare per un'ora di qualsiasi cosa abbia vagamente a che fare con il Consorzio con Andrea Tinti (e compagna?), da allora ribattezzato inter nos: ìIl pi˜ grande fan del C.S.I. del mondoî.
Vedere la sagoma discreta (....) ed inconfondibile di Cristiano Santini infilata nell'abitacolo di un videogioco e, avvicinandosi, scoprirlo terribilmente concentrato alla guida di una virtualissima auto da corsa.
Riscoprire con Francesco Magnelli l'immediatezza e la felicitý del baratto, che ha lasciato, oltre ai veri e propri oggetti dello scambio (ìarti graficheî per musica), anche una gradevolissima coda di baci-abbracci-belle parole in tutti gli incontri successivi.
Disquisire a lungo con Massimo Zamboni di problemi epocali quali le non perfette condizioni fisiche dell'usignolo Romina, le difficoltý logistiche (come si fa ad essere in prima fila sia con i Disciplinatha sia con i C.S.I., se questi suonano subito dopo sul palco piccolo? ì...doveva essere una sorpresa! Come fate a saperlo?î, ì...Ë scritto sul programma...î), le magliette ìcol plasticoneî degli UstmamÚ.....
Scoprire, parlando con Giorgio Canali (che alle 19.00 dice: ìVado a dormire, perchÈ ieri notte ho tirato le otto con i ragazzi (Palazzo & soci)î), che Corman & Tuscadu non esiste pi˜, e sentirgli aggiungere, alla vista delle nostre facce disperate: ìEh, lo so che sono il gruppo pi˜ meraviglioso del mondo...î.
Scrivere una cartolina ai ìcompagni di classeî dell'universitý, firmata, tra l'altro, da tutti i C.S.I. Da quando È arrivata a quando qualcuno l'ha rubata non sono passate ventiquattro ore...
Ripartire da Prato alle 04.10 di sabato notte, subito dopo aver salutato Giovanni Lindo Ferretti dicendogli: ìalla prossimaî prendere l'autostrada fermarsi al primo autogrill in direzione Bologna e, venti minuti dopo essere usciti dal Cencio's, ritrovarsi davanti Giovanni con panino e succo di frutta...e scoppiare a ridere insieme!
...ah, sono stati anche tre splendidi giorni di musica!
ciao Teo


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Modena, 4 maggio 1997
Ci siamo svegliati di nuovo, dopo tutto l'inverno, dopo aver atteso per mesi invano ìIl Macisteî, che poi È arrivato ed era lilla, dopo essere stati cullati teneramente nel sonno da ìMatrilineareî (nessuno pi˜ adatto), da Tavernelli (quanto ci sarebbe da dire...), e da Palazzo (lo so che non ci credi!), dopo aver imparato a memoria ìEscoriandoliî, e tanti baci a Francesco che ce l'ha insegnato. Dopo aver aspettato che tornassero i concerti, dopo Prato, che a dir la veritý prima avevamo una gran strizza di fare indigestione, ma che invece dopo abbiamo continuato a raccontarcelo ogni giorno per settimane, perchÈ appena partiti dal Cencio's giý ci mancava da morire. Dopo anche le brutte notizie, che tutti dicono solo sottovoce e cercano di nascondertele, perchÈ capita che a volte le storie vanno male e allora Corman & Tuscadu non esiste pi˜, Disciplinatha anche lei, e noi qui a pensarli, ad aspettare un concerto, un saluto, che non so se verrý, ma non credo che venga. Ci ha svegliati, nel sole di aprile, una musica rosa, quella delle signorine matrilineari, le avevamo conosciute a Prato e le avevamo trovate belle, ma si sa che in primavera le ragazze fioriscono. Le Mondine, che il primo maggio avrebbero dovuto salire da protagoniste sul palco di Bologna e prendere tutti gli applausi che meritano le dive; la Ginevra, che quando canta fa tremar le vene e i polsi ma che a Correggio per la Liberazione era la sua prima volta e allora un po' tremava anche lei; la Romina, che dopo Prato la pensiamo sempre lilla, proprio come nella foto sull'ultimo ìMacisteî, che finge di essere nera ma Ë tutta una bugia, e io credo che forse Ë azzurra, come lo smalto che aveva l'altro giorno. E sono riservate, e se tu vai a dir loro 'brava' sembra che non ti credono per niente oppure ti guardano male e sembra che pensino 'vai a cagare, che ne sai tu di me', perÚ sono bellissime e ci hanno fatto emozionare e per questo noi continuiamo a ringraziarle. Grazie anche a Francesco, Gianni, Ginevra, Giorgio, Massimo e Giovanni, che boh, si vocifera abbiano fatto un disco, che si chiama ìT.R.E.î, addirittura che si siano dati alla recitazione: quando vedremo potremo giudicare. Finora tutte le cose che abbiamo fatto con loro sono state meravigliose, e oggi come alle ìNotti di Macisteî, li abbiamo visti due giorni fa e giý ci mancano.
Ciao a presto.
Laura


Marlene Kuntz vs Santo Niente

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ìComplimenti Per La Festaî
ovvero.....9 delle 72 ore al Cencio's Club.
Ciao, siamo Claudia ed Enrico, amiamo definirci la parte del Consorzio appartenente alla Compagnia Gaber...ebbene sÏ!!! Quei tre giorni c'eravamo anche noi, al Cencio's Club. Ma non staremo qui a raccontarvi per filo e per segno tutto quello che ivi si svolse...anche perchÈ delle 72 ore di festa ne abbiamo vissute solo 9, essendo noi contemporaneamente impegnati in quel di Siena. PerÚ delle nostre 9 ore andiamo molto fieri...Ë vero...non possiamo raccontarvi di concerti ed interviste...ma possiamo vantare, questo sÏ, delle ìapparizioniî quanto mai straordinarie!!! Ma andiamo con ordine...il nostro orario di arrivo al Cencio's si aggira sempre intorno alle 2:00 di notte......la prima cosa che ci domandiamo Ë come faccia ad esistere un posto incredibile come il Cencio's Club, nel mezzo del nulla! Ci incamminiamo tra la folla in cerca di qualche volto noto. Veramente cerchiamo soprattutto Sergio, il ìmaroccolianoî, una figura mitologica legata alla tifoseria dei C.S.I. Ci appare invece il signor Gianni Maroccolo in persona, in forma quasi eterea, avvolto da una nube di fumo indiano...ci viene incontro, ci saluta, ma scompare subito dopo risucchiato dalla folla....Ë un ìclassico maroccolianoî....in zona riusciamo comunque ad individuare Sergio, che davamo oramai per disperso, lasciamo a lui l'onore di raccontare la cronaca della festa, lui che di 72 ore ne ha trascorse lÏ 80!!! Dopo poco ci appare San Giovanni Lindo Ferretti in carne ed ossa...avete mai notato che di fronte ad uno qualsiasi dei C.S.I. viene spontaneo pronunciare solo frasi stupidissime e di uno scontato folle? Questa volta non ci sembra da meno e gli chiediamo come Ë andato il viaggio in Mongolia. Dal suo sguardo capiamo di aver appena fatto la milionesima domanda di questo tipo...ovvio!!!.......anche lui scompare poco dopo....questi artisti! Ma cosa vediamo!!!......Ma sÏ...il signor Giorgio Canali che con una birra in mano ci saluta...(evitiamo per un po' di dire qualcosa.... sorridiamo e ascoltiamo, che Ë meglio!)...ma anche la sua Ë destinata ad essere una apparizione lampo (...appunto....). Il Santo Niente e lo Studio Emme lo reclamano...ecco il motivo della fuga. .....chi di voi non ha mai visto due delle colonne portanti del Consorzio, Anna e Daniela, alle prese con 30 metri di banco-vendite ed una folla scatenata davanti (compresi noi che alle riunioni del C.P.I. facciamo sempre la spesa!), allora non conosce uno dei rari piaceri della vita! Da quelle parti vediamo il Maestro Magnelli e la dolce Ginevra al suo fianco, giusto il tempo dei saluti e di qualche commento ìvery positivî sul tutto, poi stanchi si avviano verso le ninne nanne, scompaiono nel buio che avvolge il Cencio's da fuori..... Ve lo diciamo dal cuore: Ë bello vedere i C.S.I. tutti belli stanchi ma felici....Ë una visione che riempie di gioia!!! L'ultimo ad apparire Ë l'uomo in bianco, il signor Massimo Zamboni, sorridente, che si guarda intorno compiaciuto dell'ottima riuscita della festa, ma continua a dire che il merito Ë soprattutto della parte ìfiorentinaî del Consorzio, ci ringrazia...scompare. E' vero, non vi stiamo dicendo poi molto della festa....non possiamo, per esempio, raccontarvi il concerto dei Marlene Kuntz. Ma i gruppi del Consorzio li abbiamo visti tutti dal vivo...sÏ...cioÈ, non proprio sul palco, ma, insomma.....lÏ, in giro per il Cencio's, magari a bere una birra o a parlare con il pubblico, e poi ci siamo beccati un'ora di sound check degli UstmamÚ, quello sÏ!!! I C.S.I. perÚ li abbiamo visti davvero...sul palco, intendo!!! Il ìBuon Anno Ragazziî Ë felicemente (per noi) incominciato tardissimo, cosÏ da permetterci di assistere, a sorpresa, agli ultimi 5 brani. Il tutto da sotto il palco, con due maglioni, sciarpa, eskimo e 39 di febbre della sottoscritta...ho scoperto che i C.S.I. sono terapeutici, ve lo giuro! ......e abbiamo anche potuto assistere alla pura scena di follia del maroccoliano Sergio, convinto di poter videoregistrare tutto il concerto dalla prima fila, tra i pogatori...vi sconsigliamo comunque di visionare il risultato. Insomma, che dire, solo 9 ore ma molto intense e, a tutt'oggi, avvolte da uno strano alone di misticismo difficile da eliminare. Ci pensiamo su un attimo: ci sembra comunque che il merito della festa vada davvero a tutto il Consorzio....Bravi ragazzi, a quando la prossima?

Claudia Benedetti Michelangeli and Enrico Spigno


Grattacapi per Massimo Zamboni


La risposta italiana ai C.S.I.


Fabio Fantini beato fra le matrilineari


Un Maroccolo spiritato


Mira Spinosa


estAsia

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ì5, 6 e 7 dicembre 1996: Tre giorni a Maroccolandiaî
Alle ore 10 del 5 dicembre parto da Napoli ponendomi una sola domanda; ce la farý la mia Fiat Uno scassata a raggiungere Prato? Mi appello al mio Santo protettore - San Gianni da Manciano - e mi metto in viaggio. Alle 14:30 arrivo a Prato ed imbocco Via Strobino: Ë qui che, lontano da ogni forma di vita civile, Ë dislocato il Cencio's Club, circolo ricreativo realizzato in un dismesso capannone industriale. All'interno del circolo si respira l'aria dell'evento importante: tutti sono impegnatissimi nei preparativi. In questo clima di euforia Ë impossibile stare con le mani in mano e, quindi, do anch'io un aiuto a spostare qualche scatolone. Intanto Umberto Palazzo Ë sul palco per il sound check. Poco dopo incontro la mitica Anna, sempre gentilissima con me e sempre pronta a sopportare ed assecondare le mie ìmanie consorzianeî. Telefonicamente contatto Claudia ed Enrico (due carissimi amici conosciuti tempo fa ad un concerto del C.S.I.) per fornire le prime indiscrezioni. Alle 18:00 cominciano ad arrivare i primi visitatori. Il Cencio's a quell'ora Ë in perfetto ordine: due palchi dove si alterneranno tutti gli artisti del C.P.I. ed altri, la mostra fotografica, il megabancone del Consorzio, l'esposizione dei ìTaccuiniî di Andrea Chiesi, la postazione Internet e tantissimi manifesti attaccati alle pareti. Saltano subito all'occhio le primissime locandine dei Litfiba: Ë giusto allargare il discorso anche a quella storia poichÈ sono moltissimi quelli che, come il sottoscritto, hanno potuto apprezzare il ìgenio Maroccolianoî fin dalle prime incisioni della band e che, dopo la ìfine dei Litfibaî, sono conglobati, molto naturalmente, nel mondo del Consorzio. Durante tutto l'arco della giornata, ed anche nei giorni successivi, colgo l'occasione per scambiare due chiacchiere con Maroccolo e Magnelli, con i quali mi scuso pubblicamente per i miei continui ed estenuanti interrogatori. Cominciano i concerti dal vivo: il livello artistico Ë elevatissimo, ottimi i suoni. Grandissimi i Marlene Kuntz che in poco pi˜ di un'ora riescono a convincere tutti della loro crescita artistica e delle enormi potenzialitý per il futuro. La giornata di venerdÏ scorre piacevolmente fra concerti, proiezioni ed i vari incontri organizzati per il pomeriggio. E' nella giornata di sabato, perÚ, che avviene l'esplosione: i visitatori sono tantissimi giý dalle prime ore del pomeriggio e il programma Ë ricchissimo. Memorabile Ë l'incontro con Ferretti e Zamboni che, scavando nel passato, hanno ricordato l'avventura dei CCCP Fedeli Alla Linea. Cominciano i concerti. I Disciplinatha mi sconvolgono. Li ho visti dal vivo per la prima volta e non pensavo che mi sarei trovato di fronte ad un concerto con un cosÏ grande trasporto emotivo; peccato che si vocifera di un loro prossimo scioglimento. Gli UstmamÚ sono bravi come sempre. Peccato che, data l'assenza del chitarrista/violinista, fanno un concerto molto ridotto. Intorno a mezzanotte l'attenzione Ë tutta catalizzata verso il palco piccolo. Tutti abbiamo capito che dietro alla scritta ìBuon Anno Ragazziî si cela il concerto dei C.S.I., che vede l'assenza di Gigi Cavalli Cocchi. Il dispiacere per l'assenza di Gigi, grande batterista rock dal suono molto simile a quello del mai dimenticato Ringo De Palma, viene compensato dalla partecipazione di Pino Gulli che dý l'occasione per sfoderare alcuni brani dai precedenti tour: ìIo Sto Beneî e ìPalpitazione Tenueî sono accolte con estremo piacere. Grandissimo il finale con ìAnnarellaî suonata con tutti gli strumenti. E' triste dirlo ma la festa Ë terminata ed i visitatori incominciano a lasciare il Cencio's. La cosa che pi˜ mi ha colpito in questi tre giorni Ë il lato umano del C.P.I. Nel Consorzio, infatti, oltre agli artisti, milita una serie di persone splendide e, peraltro, indispensabili per l'economia della storia. Mi riferisco ad Anna, Sabrina, Nina, Rosy, Daniela, Massimo, Andrea Tinti, Giovanni Gasparini, Bruce Morrison, il mitico Gianni Cicchi, Fabio Fantini, Mario Lo Presti e chi pi˜ ne ha pi˜ ne metta. Alle quattro del mattino sono l'ultimo a lasciare il Cencio's Club insieme a Gianni Maroccolo ed agli altri organizzatori della festa. Saluto il mio idolo e mi metto in viaggio per Napoli. Mi aspettano 600 chilometri di nebbiosa autostrada che, magicamente, scorrono alla velocitý della luce. Al mio arrivo a Napoli sono stremato dalla stanchezza ma ne Ë valsa la pena!
COMPLIMENTI PER LA FESTA!
Sergio Delle Cese


La voce dei C.S.I.


Giorgio al lavoro


La grattugia di Massimo Zamboni


Gianni allo stremo delle forze

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ATTENZIONE: PERCHE' IL PALCO BLU E' BLU?
(vi accoglierý Fabio Fantini)

Negli uffici del Consorzio si cominciÚ a parlare di "festa" verso la fine di settembre 1996. Erano solo pochi giorni che occupavo la scrivania giustappunto accanto a quella di Gianni Maroccolo, quella di "addetto alla propaganda" ed ancora stentavo a capire perche' ero lÏ, cosa ci stessi a fare e varie altre amenitý del genere, che magari racconterÚ un'altra volta. L'idea di fare una festa ebbe una gestazione immediata, come quasi tutte le idee di MarÚk: appena gli venne (come fanno a venirgli tutte quelle idee in cosÏ poco tempo, Ë ancora mistero insondabile), era giý al lavoro a scrivere programmi, convocazioni, annunci, e a dare un senso a tutto ed a tutti. La convocazione a tutti gli artisti avvenne nel modo pi˜ "formale": mediante lettera raccomandata ("Poi, Fabio, raccogli tutte le adesioni"). Una lettera in cui si comunicava che si sarebbe fatta una festa in un locale che potesse contenere un bel po' di persone, che sarebbe durata due-tre giorni, e con la quale non si voleva dimostrare nulla a nessuno. Si trattava solamente di ritrovarci, di divertirci insieme, e magari (perche' no?) di contarci. Non un festival a tema, nÈ una dimostrazione di forza o di unitý. Solo una grande occasione per ritrovarci e divertirci; una semplice e banale "festa". D'altra parte, il Consorzio cominciava in quei giorni la sua "grande espansione": coi progetti Matrilineare e Taccuini appena iniziati, si sarebbe passati da tre-quattro dischi l'anno a quasi venti album. Da una gestione poco pi˜ che familiare... ad una gestione sempre poco pi˜ che familiare, ma che si sarebbe fatta un mazzo tanto. Anche questo, probabilmente, c'era da festeggiare.

La scelta del locale cadde sul Cencio's di Prato per un paio di ragioni. Primo perchÈ l'unico locale della zona di Firenze capace di contenere fino a cinquemila persone in una sera; secondo, l'unico che si sarebbe impegnato, in un'occasione del genere, a mantenere l'ingresso gratuito per tutte e tre le serate (tessera associativa a parte, ovviamente). Il Cencio's fece di pi˜: per l'occasione, fece costruire all'interno del suo locale un altro palco, fece una nuova balconata rialzata, quasi si rimise a nuovo. Si vestÏ a festa.

Una volta compilato il programma e stampati i volantini, lessi che in fondo c'era una frase tanto ambigua quanto sibillina (che Ë un po' la stessa cosa): VI ACCOGLIERA' FABIO FANTINI. Chiesi a Gianni che cosa significasse quel "vi accoglierý...". "Semplice" - mi disse lui, con fare bonario e con retrogusto sarcastico - "dovrai fare gli onori di casa. Dovrai accogliere la gente e farla sentire a proprio agio. Dovrai annunciare gli eventi e soprattutto fare una specie di ufficio informazioni ambulante. Per questo, dovrai essere immediatamente riconoscibile". Allora tirai fuori dalla naftalina una giacca in lamË dorato che indossavo quando sognavo di fare la rockstar, e quando cantavo sui palchi di fronte a volte anche a quindici-venti persone. Almeno riconoscibile, lo ero. Probabilmente anche un bel po' ridicolo. Ma poco importa. Avrei potuto anche mettermi sui trampoli, se la situazione lo avesse richiesto.

Raccontare per filo e per segno che cosa Ë successo in quei giorni, sarebbe impresa ardua. Vi ho "accolto" in tanti, quasi quindicimila in tutte e tre le serate. Sono successe tante cose, alcune spiacevoli (poche), altre molto belle (la maggior parte), altre favolose (un bel po'...). Giocando con la memoria, alla rinfusa, vedrÚ di raccontare le cose che mi sono rimaste in mente, quasi sei mesi dopo.
Insomma, perchÈ valeva la pena esserci.

Comincio, come chi fa gli onori di casa, ricordando gli ospiti. Ci hanno onorato della loro presenza (tendo a sottolinearlo, assolutamente gratuita!) anche artisti che non fanno parte del CPI ma che ci sono vicini.
Valeva la pena esserci per gustarsi in anteprima quasi assoluta una Cristina Doný che ha affascinato, solo con chitarra e voce, una platea di rockettari in assoluto silenzio.
Valeva la pena esserci per vedersi l'ultimo concerto dei Soon prima che rientrassero in studio ad incidere il nuovo disco. Valeva la pena esserci, a notte fonda, per sentire un RadioGladio fulminante, nascosto dietro un campionatore, chiedersi "perchÈ il palco blu Ë blu" e far raccontare ad un Pippo Baudo campionato da chissý mai quale fonte la prima volta che si Ë fatto una canna.
Valeva la pena esserci per vedersi alcuni spezzoni in anteprima assoluta di "Tutti gi˜ per terra" di Davide Ferrario, con quasi 5 mesi di anticipo sull'uscita nei cinema. O per vedere un cortometraggio di Guido Chiesa introvabile, dove Cristiano Godano recita la parte di un fan dei Sonic Youth (parte, a dire il vero, che ti dovrebbe riuscir piuttosto naturale, nevvero Cristiano?).

E poi, i nostri. Quelli che in festa lo erano davvero e lo hanno dimostrato. Artisti che ci hanno regalato (Ë di nuovo il caso di dirlo) alcuni momenti difficilmente dimenticabili. Artisti, ma soprattutto persone, grandi e belle persone; sembrerý retorico, ma quando certe sensazioni le tocchi con mano la retorica si fa da parte definitivamente. E' proprio alla festa che l'ho capito: la prima occasione che ho avuto di star davvero "gomito a gomito" con queste persone, per cui sono, adesso pi˜ che mai, davvero orgoglioso di lavorare. Fine della sviolinata.

Inizio a raccontare.

La prima serata: il Santo Niente (che ha "aperto le danze") fresco fresco di sala d'incisione, al suo primo concerto dopo la registrazione del nuovo disco (con tanto di spumante stappato sul palco prima di iniziare). Umberto e soci hanno dimostrato giý da subito come sarebbe andata da lÏ in poi, e quale e quanta sarebbe stata la potenza. O i Marlene Kuntz, che hanno fatto quaranta minuti tra i pi˜ intensi e trascinanti che abbia mai visto fare da sopra un palcoscenico. Un set degno di un grande gruppo rock d'oltreoceano o d'oltremanica (A dire il vero, ho visto solo trenta di quei quaranta minuti: ricordo che i primi dieci minuti ero impegnato a raccontare agli ascoltatori di Radio Popolare che cosa si stavano perdendo, e che cosa in quel momento mi stavo perdendo anch'io. Argggh!). Ma anche il folk-punk degli Eh? ed il noise-pop del Grande Omi hanno lasciato il segno.

Della seconda serata, ricordo un Marco Parente che sorprese tutti quanti, con le sue viole e le sue canzoni d'autore. Che convinse tutti coloro che non erano convinti che un "cantautore" (anche se sui generis) potesse far parte del CPI. L'avventura di Marco Ë praticamente partita da lÏ, dal palcoscenico di Prato. Fu lÏ che tutti noi avemmo la certezza di avere un nuovo grande musicista. Ricordo un sempre grande Andrea Chimenti, presentare in anteprima anche alcuni brani dal ìQoheletî prossimo venturo, a cavallo tra poesia e melodie sinuose e soffuse. Ricordo anche dei timidi estAsia proporsi in un set compatto, quasi come se fosse un brano unico. A dire il vero, non ricordo come andÚ per loro (probabilmente ero impegnato a sistemare qualcuno in albergo o a distribuire viveri o a controllare la postazione Internet...). Ma ricordo che per loro era davvero la prima volta. Da lÏ a poco avrebbero dimostrato di sapersi muovere benissimo su di un palcoscenico, ma quella volta facevano un po' tenerezza. Ricordo anche gli occhi quasi lucidi di Ferretti e Zamboni, attentissimi agli ultimi loro "figli". La stessa cosa accadeva, da parte dell'ala "fiorentina" del Consorzio, per i Divine.

Dell'ultima sera, come non iniziare dal set dei CSI? Pardon, dei BAR. Furono annunciati come Buon Anno Ragazzi, quasi per creare della suspance (ci saranno? Non ci saranno? Ma sÏ che ci saranno, vi immaginate una festa del Consorzio senza i CSI?). E infatti non inizio da loro. Inizio da un paio di incontri avvenuti nel tardo pomeriggio. Il primo, con le "Matrilineari" Mara Redeghieri, Ginevra di Marco, Mirka Valente, che hanno spiegato davanti ad un folto pubblico, e non senza un pizzico d'imbarazzo, quel disco, quel progetto ed il perchÈ della loro presenza in esso. Imbarazzo che condividevo con loro, "moderando" alla meno peggio quell'incontro. Ho ancora una curiositý da sciogliere: dove cavolo era finito Andrea Tinti (direttore del Maciste e moderatore ufficiale degli incontri della tre giorni), giusto cinque minuti prima che iniziasse il tutto???

Un'oretta dopo, Andrea Tinti (redivivo) moderava l'altro incontro della giornata: quello, affollatissimo, con Ferretti e Zamboni, a ricordare i CCCP in occasione della pubblicazione di "Live In Punkow". Senza imbarazzo. Incontro che ha visto Ferretti ripercorrere senza la minima punta di nostalgia quella storia straordinaria, sia per la musica italiana che per le nostre vite. Era quasi come sentir parlare un vecchio saggio, che anche quando ti parla di cose assolutamente sottotraccia ti muove qualcosa dentro (com'era quella? "Non fare di me un idolo lo brucerÚ"?.... Facile, a dirsi). Una frase ha suscitato un applauso in tutti gli ascoltatori ed un sussulto emotivo nel sottoscritto: Ferretti raccontava di quando andÚ da Zamboni col brano "Madre". Il buon Zamboni non discusse della qualitý del pezzo, ma se mai si interrogava su come avrebbe risposto, ad un brano simile ("Madre di Dio e dei suoi figli, madre dei padri e delle madri [Ö] l'anima mia si volge a te") un pubblico avvezzo a Jury sparanti o ad Emilie paranoiche. Come risponderanno, loro? Nessuna paura. "Loro alzeranno il pugno e piangeranno con me". Toccante. Avrei voluto sentire "Madre", quella sera dal vivo. Per alzare il pugno ancora una volta, e con una ragione di pi˜. E sicuramente ci sarebbe scappata anche la lacrimuccia.

Quella sera i CSI non suonarono "Madre", purtroppo. Ma "Io sto bene", "Buon anno ragazzi", "Celluloide", "Depressione caspica", "Del mondo" ed altre cinque o sei canzoni. Per l'occasione il mio frenetico scorrazzare qua e lý per il locale ebbe una pausa. Il mio "riposo del guerriero" non poteva aver colonna sonora migliore.
Ma non ci sono stati solo i CSI. C'era il pop sofisticato e glaciale di Otero (il brano di Matrilineare ha convinto tutti, stiamo ancora aspettando trepidanti un seguito di pi˜ ampio respiro). C'erano i Mira Spinosa, in una delle loro prime apparizioni, a presentare in anteprima i brani del loro futuro primo album, una Mirka grintosa e dolcissima allo stesso tempo. C'erano i Disciplinatha in una delle loro ultime apparizioni. Da come hanno suonato quella sera, non sembrava proprio che avessero voglia di smettere di lÏ a poco. Ma tant'Ë (e c'Ë ancora chi si chiede perchÈ). C'erano gli AFA a confermare la loro svolta techno-nomade (e Taver ha presentato in anteprima il suo foglio "Nomade Psichico" ed il video di "Fossili"). C'erano gli UstmamÚ in un'imperdibile ed unica apparizione:
un'improvvisazione trip-hop di una decina di minuti. Un brano inedito di pura trance. Chi si aspettava le canzoni forse se n'Ë andato con l'amaro in bocca. Ma in una tre giorni cosÏ un gruppo si puÚ permettere di fare quello che vuole. Anche di sbalordire il proprio pubblico e sÈ stesso.

E le cose spiacevoli? Beh, ci sono state anche quelle. Ad esempio, i cancelli aperti (per il prolungarsi del soundcheck, i soliti "problemi tecnici" da cui nessuno Ë immune) con due ore di ritardo nella giornata di sabato. Due ore di ritardo e quasi quattrocento persone fuori ad aspettare, il sette di dicembre con un clima non propriamente torrido. Sono state fatte delle pubbliche scuse, a nome di tutto il Consorzio. Ma nonostante la pubblica ammenda, c'Ë qualcuno che non ha gradito lo stesso. Rinnovo da queste pagine le nostre scuse; magari a distanza di tempo si perdona meglio. O no? Di pi˜ non posso fare.

Insomma, tre giorni di frenetico e fantastico delirio per chi ci ha lavorato, ma al tempo stesso di grande soddisfazione e di grande musica. Non so se era l'ambiente, l'occasione, il tempo ed il luogo, ma l'impressione Ë che tutti, in quei tre giorni, abbiano dato veramente l'anima. Artisti, tecnici, lavoratori, carristi, addetti luci, baristi, organizzatori, fotografi (oddÏo, ho dimenticato di elencare le mostre fotografiche di Francesca Dall'Olio, Fabrizio Cicconi, Alex Maioli e Carlo Maiorani. Ed anche la mostra dei Taccuini di Andrea Chiesi, per cui il piano superiore del Cencio's si Ë trasformato in una galleria d'arte contemporanea e le opere di Diego Cuoghi. Ed anche il Corpo di Ballo Imago Lab. Ma quanti eravamo, in quei tre giorni?) grafici, giornalisti, addetti merchandising, buttafuori... (i buttafuori, a dir la veritý, un po' meno. Lo so, "Ë uno sporco lavoro, e qualcuno dovrý pur farlo". Ed al momento attuale certe polemiche, anche se non fuori luogo, sarebbero inutili). Vorrei chiudere questo resoconto umorale con una frase di Giorgio Gaber, di un monologo di una ventina d'anni fa: "Le donne sanno sempre riconoscere i posti giusti, quelli per dove passa la storia". Non so se c'entra o meno, ma in quei tre giorni al Cencio's c'erano molte, moltissime donne.

Post Scriptum. Verso le tre di notte del sabato sera, Mariano De Tassis, responsabile luci dei tour dei CSI e dei tre giorni della festa, ci ha spiazzato con una sua "terroristica" performance teatrale. E' salito su di un palco ed ha urlato per due minuti. Una performance a cui si possono dare molti significati. In quel momento, per il sottoscritto, assunse quella di un grande, potente, definitivo urlo liberatorio. Una degna conclusione.

Fabio Fantini

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