SANTO
NIENTE
ìCrossfaderî
(C.P.I./Mercury)
Remix
dei Technogod
e dei Meathead
Il crossfader Ë un cursore che si trova solo nei mixer che vengono usati dai disc jockey (quello orizzontale al centro, per la precisione), in questo caso la parola indica la destinazione d'uso. Il cd ìCrossfaderî Ë una raccolta di remix, anzi Ë la sagra dei remix, Ë un disco per l'estate e per ogni festa e gita anche fuori stagione. Ora che lo sapete non vi resta che ballare con i vostri super eroi giapponesi preferiti. E vai! E andiamo!



ANTENNAH
ìDietro Un Vetroî
(Officina Sonora/Mercury)
Attivi dal 1994, gli Antennah arrivano da Cagliari dove sono giý da tempo un gruppo con un notevole riscontro di pubblico. Hanno all'attivo numerose partecipazioni a festival in tutta la penisola (Arezzo Wave, XI Meeting dei Popoli, ecc.). Nella scorsa stagione hanno pi˜ volte aperto, in tutta Italia, i concerti dei Marlene Kuntz e dei C.S.I. Questo cd singolo Ë il loro esordio discografico. Contiene tre brani (ìDietro Un Vetroî, ìApeî Giglioî e ìIl Santo Bevitoreî) che anticipano il loro primo album previsto per ottobre di quest'anno, dal titolo ìIl Nostro Labile Equilibrioî. La produzione artistica Ë a cura di Bruce Morrison, giý produttore di numerosi gruppi della scuderia C.P.I. Un suono scarno impostato su chitarra-basso-batteria determina la necessitý di ottenere grande respiro da ogni singolo strumento, per cui episodi marcatamente duri si alternano a momenti pi˜ pacati, esprimendo dunque una musica libera da ogni costrizione e ogni stilema. Questo cd singolo, cosÏ come l'album che ne seguirý, nascono dalla sinergia tra l'etichetta sarda Officina Sonora con il Consorzio Produttori Indipendenti.
Gli Antennah sono:
Tullio Cipriano: voce
Marco Mancini: chitarra
Riccardo Sarti: basso
Valentino Murru: batteria
In uno dei prossimi numeri de ìIl Macisteî andremo a chiacchierare con gli Antennah e Lello De Vita, mente pulsante dietro all'Officina Sonora.



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La notizia Ë rimbalzata su tutti i quotidiani, le riviste specializzate, i giornali scandalistici, le radio: i C.S.I. avrebbero aperto alcuni concerti del tour estivo di Jovanotti. Contenti e scontenti, fiduciosi ed incazzati, felici ed adirati. Al sito Internet del C.P.I. Ë giunto qualche messaggio dubbioso. La risposta telematica di Gianni Maroccolo Ë arrivata dopo qualche ora. Per coloro che non possiedono e-mail, o sono troppo pigri per accendere un personal computer ecco le righe di Gianni a vostro uso e consumo.

Messaggio ai dubbiosi, ai delusi, ai perplessi.

Ebbene sÏ, i Csi faranno da 'supporter' in alcune date del tour estivo di Jovanotti. Io non credo che ci sia nÈ da stupirsi nÈ da spaventarsi. Sarý l'incontro tra due artisti che nulla forse hanno in comune, che niente hanno da spartire, con storie ben distanti e differenti tra loro, ma che da tempo sono incuriositi l'uno dell'altro. La stima e l'amicizia sincera che Jovanotti ha mostrato nei nostri confronti Ë stata una piacevole sorpresa e ancor pi˜ sorprendente Ë stato l'invito rivolto ai Csi a partecipare ad una parte del suo tour. E' da Csi suonare per Fenoglio, fare ìMateriale Resistenteî, scrivere la colonna sonora di ìTutti Gi˜ Per Terraî, musicare dal vivo film muti, comporre album profondamente diversi tra loro come ìIn Quieteî, ìLinea Goticaî e ìKo De Mondoî (e ancora non avete sentito ìT.R.E.î), non essere sul palco del 1ƒ Maggio a Roma ma a Bologna ìtra di noiî del Consorzio, e perchÈ no, fare sei concerti con Jovanotti. Logica mercantile? L'ora delle tentazioni? Alto tradimento delle ideologie? Non diciamo cazzate!
Adoro far parte dei Csi proprio perchÈ i Csi riescono continuamente a sorprendermi, perchÈ non hanno (per nostra fortuna) un 'clichÈ' monocorde e ripetitivo, perchÈ sono poliedrici (o pazzi??) e hanno grande voglia di sperimentare in tutto, perchÈ la miscela ìartisticaî (non ideologica n.d.r.) che viene fuori dal nostro modo di essere Ë per me linfa vitale. E' talmente assurda l'accoppiata Jovanotti/Csi da fugare ogni dubbio sul perchÈ i Csi abbiano deciso di esserci: ne avevano voglia punto e basta! A dire il vero il far da 'spalla' a Lorenzo ci permette anche di 'guadagnarci' qualcosa: riuscire finalmente a suonare nel Sud dell'Italia. E poi mi si spieghi dove sarebbe l'inghippo: i Csi suonando con Lorenzo venderanno pi˜ cd? Diventeranno ìcommercialiî? Non saranno pi˜ ìpuriî? E' da oltre 15 anni che dimostriamo di essere artisti ed esseri umani coerenti e in buona fede e non penso che suonare in sei concerti con Jovanotti, alla nostra etý, possa ormai modificare la nostra esistenza. In ogni caso ritengo giusto che sia la nostra musica e le parole di Giovanni ad essere eventualmente 'giudicate', non le scelte che facciamo a livello personale: conta pi˜ la forma o la sostanza? Eppoi chi vi dice che un concerto di Jovanotti non possa stupirci/stupirvi? A noi l'idea piace e ci Ë piaciuto molto Lorenzo come persona. Questo basta.
Ai delusi, ai perplessi, ai dubbiosi posso solo dire:
ìChi c'Ë c'Ë - Chi non c'Ë non c'Ëî.

Gianni Maroccolo

P.S.: Il nostro mini-concerto inizierý alle 20:30 e suoneremo per 45 minuti fino al calare del sole.

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L'angolo del magnellophono

TUTTI GIU' PER TERRA
Tutti gi˜ per terra, si parte!!
Davide Ferrario Ë da tempo che bazzica (*) il Consorzio. Avendo giý fatto parte di varie iniziative e essendo un amico ha potuto vedere e conoscere un po' tutti i gruppi che ruotano intorno e dentro il C.P.I.
Per questo Ë stato semplice mettere insieme le nostre musiche con le sue idee. Il montaggio delle musiche sul film l'ha fatto praticamente tutto lui, ma guardandolo e riguardandolo ci siamo tutti convinti che ha messo le musiche migliori nei punti pi˜ giusti. Tutti gi˜ per terra, si parteee!!!
Personalmente spero che questa sia la partenza per comporre altre colonne sonore perchÈ sono molto affascinato da questa forma musicale.
La musica dei C.S.I. nasce giý con caratteristiche proprie che bene si adattano ad essere colonna sonora per un film. In ìTutti Gi˜ Per Terraî infatti, la musica e le sequenze cinematografiche si intrecciano e si completano con naturalezza.
Tutti gi˜ per terra, si parteeeee!!!!!
ìTutti Gi˜ Per Terraî Ë stata una partenza, a tutti gli effetti anche perchÈ ha avuto un ottimo riscontro di pubblico e oggi, dopo due mesi dalla sua uscita, anche qualche riconoscimento tra cui ER CIAKKE D'ORO che io e la Sig.na Ginevra siamo andati a ritirare a Roma, e la partecipazione in concorso al Festival di Locarno dove il 15 agosto avverrý la proiezione in piazza.
Tutti gi˜ per terra si arrivaaaaaa!!!!!
Tramite ìTutti Gi˜ Per Terraî stiamo arrivando alla definizione di altri due progetti con Davide Ferrario che riguardano il suo prossimo film e un altro ancora con C.S.I., Mongolia e altre idee legate insieme.
Tutti gi˜ per terra, si suonaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!
Chiaramente della colonna sonora Ë uscito un CD curato personalmente dal maestro concertatore Gianni Maroccolo che ha saputo abilmente legare frasi tratte dal film con le canzoni, fra le quali il pezzo inedito dei C.S.I. che chiude il film. ìTutti Gi˜ Per Terraî, nato sotto una buona stella, Ë di buon auspicio per il proseguo dei C.S.I. e di Davide Ferrario. Tutti gi˜ per terra, parte il 1998!!!!!!!!
Francesco Magnelli
(*)bazzicare=stare nel giro.

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MARZIO E LO STUDIO EMME

Allo Studio Emme sono transitati tutti i gruppi del C.P.I. Marzio, proprietario della sala, ha un passato degno di attenzione. Per esempio ha disegnato la mappa MIDI dello studio Capri Digital e dello studio La Villa di Venditti, ha fatto il responsabile di sala nell'ultimo disco dei Wet Wet Wet ed ha prodotto per conto della BMG-Ricordi l'audio ed il video della tournÈe degli Articolo 31 dell'anno scorso. A lui la parola..........

Come sei entrato nel mondo della musica?
A cinque anni ho iniziato questo calvario nelle vesti di fisarmonicista.

PerchÈ dici che Ë stato un calvario?
PerchÈ non mi piaceva, ma ero obbligato dai miei genitori. La mia Ë una famiglia molto legata alla musica, mio zio era direttore d'orchestra, mio nonno era un violinista. Essere musicisti era come una ossessione. Io amavo la musica, ma preferivo suonare la chitarra ed ascoltare jazz. A otto anni ho gettato via tutto ciÚ che era musicale per poi riprenderlo a dieci grazie ad una chitarra. A quattordici sono andato da un insegnante di Conservatorio per ampliare i miei orizzonti dal punto di vista tecnico. Mi ricordo che mi misero davanti ad un bivio. Musica classica, o jazz. Presi la decisione di suonare jazz. Appena ripresi ad amare il jazz cominciai subito a pensare alle registrazioni. Eravamo nel 1970 e comprai il mio primo registratore. Era un Akai a due piste, in modo da poter fare le prime sovrapposizioni.

Poi cosa Ë successo?
Mi sono trasferito in America per cercare di capire come mai i nostri dischi suonavano peggio dei loro. Ho lavorato negli Stati Uniti verso la fine degli anni settanta ed Ë stata una esperienza che mi ha fatto capire tante cose. Tornato in Italia ho acquistato gli stessi macchinari con cui avevo lavorato dall'altra parte dell'oceano.

PerchÈ i nostri dischi suonavano peggio di quelli americani?
Per via delle macchine usate e per la concezione e il rispetto del suono. Qui in Italia una sola persona incarnava diversi ruoli come quello del produttore, del compositore, dell'ingegnere del suono. In questo modo nessun ruolo poteva contare su una professionalitý eccelsa. Inoltre i macchinari venivano usati in maniera diversa. In Italia, per esempio, si utilizzava un nastro per poi inciderci sopra una decina di volte. Insomma c'erano mille sfumature che messe insieme facevano diventare i nostri dischi diversi da quelli americani. Devo perÚ ammettere che in America ho imparato che per far suonare bene un disco ci vuole anche un buon musicista.

PerchÈ tutt'ora tanti gruppi italiani vanno all'estero per registrare? Mi sembra che il divario tra noi ed il resto del mondo non esista pi˜.
Per mille motivi. Principalmente puÚ essere che hai giý fatto il primo disco e hai tanti soldi per fare il secondo. Oggi se si hanno delle buone idee c'Ë la possibilitý di realizzarle anche in casa, perchÈ sono cambiate tante cose, la tecnologia ha fatto passi da gigante. Il mio primo Mitsubishi lo pagai trecento milioni, oggi per ottenere quel suono di milioni ne bastano 32. La tendenza che porta gli italiani all'estero Ë la stessa che porta Michael Jackson a Capri, o Sting a Milano. Credo che questa necessitý sia legata esclusivamente al voler cambiare aria. In Italia ci serviamo dalle stesse case di produzione ed i macchinari che io posso avere sono gli stessi di uno studio newyorchese, o londinese.

Dal tuo ritorno americano cosa hai combinato?
Sono andato in WEA perchÈ avevo un gruppo di jazz del quale mi ero innamorato. Mi dissero: ìNon vendiamo Keith Jarrett, cosa vuoi che ti produciamo? Lascia perdereî. Decisi quindi di riciclare la sala che avevo costruito per il jazz in favore della dance music. Se non avessi fatto quella scelta sarei morto di fame. Ho cosÏ realizzato per alcuni anni molte produzioni dance fino a quando non sono arrivati i Litfiba ed i vari gruppi del rock fiorentino come i Diaframma. Passando cosÏ dalla dance alla musica di tendenza e da allora non abbiamo mai smesso. Nel frattempo ho lavorato anche con artisti come Claudio Baglioni, Marco Masini, Umberto Tozzi, Mia Martini.

Ora lo Studio Emme lavora quasi in esclusiva con il Consorzio.
Il 90% del tempo Ë occupato dalle produzioni del C.P.I.

Ed il restante 10%?
Un po' dalla Frame (etichetta di musica classica di cui sono socio), da altri artisti come Masini, Laura Pausini, Spagna e dalle mie produzioni. Se dovessi mettermi in gara con altri studi dovrei spendere un paio di miliardi per poter eventualmente attirare un Claudio Baglioni dalle mie parti.

Quindi anche il mondo degli studi di registrazione Ë una giungla?
SÏ, Ë verissimo. Oggi non mi interessa fare l'imprenditore, mi trovo bene nel ruolo dell'ingegnere/produttore. Anche se nel C.P.I. non ho voce in capitolo, mi piace tutto quello che viene prodotto dal Consorzio, come mi piacciono tutti i dischi pubblicati dalla Frame.

Durante il periodo dance quali sono state le tue produzioni pi˜ altisonanti?
Senz'altro Belen Thomas.

Come Ë avvenuto l'incontro con i Litfiba?
A Firenze Ë cominciato a nascere una scena musicale e non c'erano studi di registrazioni professionali. All'inizio Ë stata una scelta forzata, non potevano andare in nessuna altra sala se non allo Studio Emme. PerÚ forse ci siamo scelti a vicenda, mi ricordo che in quel periodo dovevo cambiare dei macchinari e, vedendo quello che succedeva a Firenze, decisi di prendere delle macchine adatte per registrare un certo tipo di musica.

Tutti i primi dischi del rock in italiano sono quindi nati nel tuo studio?
SÏ, ì17 Reî l'ho curato anche nella veste di fonico.

Gianni Maroccolo ti era simpatico?
Maroccolo non mi stava simpatico, non capivo con chi ce l'aveva. Pensavo che forse ce l'avesse con me, poi ho capito che il suo astio era nei confronti di altri. Forse non ci siamo mai chiariti rispetto a questo atteggiamento. Quando ci siamo conosciuti ed alleati, io e Gianni siamo in pratica nati e cresciuti insieme a tutta la banda del Consorzio.

Qual Ë la produzione del C.P.I. che meriterebbe un ascolto pi˜ attento?
Quella di Andrea Chimenti.

PerchÈ?
PerchÈ fa musica senza strizzare l'occhio a nessuno, senza cercare coinvolgimenti. Scrive per sÈ stesso, non a caso dentro la sua casa c'era Marco Parente, che ha il suo stesso modo di concepire la musica.

Dei C.S.I. cosa ne pensi?
Il primo disco dei C.S.I. era incredibile, ìLinea Goticaî sembrava volesse essere una punizione nei confronti di coloro che credevano di averli conquistati. Come se volessero vedere chi poteva rimanere ad ascoltarli. Nel nuovo lp mi Ë sembrato che abbiano voluto fregarsene di quello che avevano detto nei precedenti lavori. Con ìTabula Rasa Elettrificataî il colloquio Ë diventato universale.

Andrea Tinti

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la recensione della recensione

Andrea Tinti mi chiede una recensione di una recensione: affilo le armi, mi concentro... qualcosa non va. Non ho rancori, ne spietate vendette da compiere a sangue freddo. Non mi posso lamentare della critica, nei sogni narcisistici di ogni artista sono giý impresse le parole che vorresti sentire dire prima ancora che l'opera sia compiuta. Ci sono andati molto vicino, specialmente l'Amenta: ho scelto la recensione di Daniela Amenta innanzitutto per una vecchia amicizia a distanza (dai tempi delle cassettine degli En Manque D'Autre), poi per una sua continua attenzione ai progetti degli Afa, infine per la dimostrazione che c'Ë ancora chi ascolta i dischi con passione dall'inizio alla fine. La recensione a cui faccio riferimento Ë contenuta nel Mucchio Selvaggio numero 228, sorpresa delle sorprese a pag. 40 la prima occhiata mi mette subito di buon umore: dadaismo, ecologia. Avanguardie artistiche e futuro della politica, ecologia della mente. La trasfigurazione del reale Ë una pratica diffusa, un rituale che si trasmette da tempo. Esatto Daniela! Non esiste solo Bristol, la mia geografia Ë un po' pi˜ complessa, New York, Axiom? Certo, ma anche la psichedelia, la sperimentazione nel rock, l'etnica, l'elettronica, il jazz, la danza. Apertura mentale, non chiudersi a nessun genere, a nessuna influenza, grande ispirazione dell'inconscio, ìlanciare sonar nel profondoî. Compresa appieno la fusione tra l'arcaico, l'ancestrale e l'estremamente tecnologico, futuribile. Punti che arrivano a coincidere. ìSenza radici non c'Ë futuroî, essere consci di poter perdersi da un momento all'altro, Daniela si ritrova nelle parole. Bisogna sapere di cosa siamo fatti prima di intraprendere un lungo viaggio, ognuno deve riportare alla luce i propri fossili. Conoscere la scrittura, testimonianza atemporale, come le idee. Questa recensione riesce ad essere comprensibile e colta, con una scrittura musicale, un partecipare empatico all'ascolto, un generare parole come se si avesse tra le mani uno strumento produttore di note ed armonie. Gusto, Virtuosismo, tecnica ed anima calibrati e celebrati sapientemente. C'Ë poco da fare, che sia dalla parte di chi la suona, che sia dalla parte di chi ne parla, la musica Ë sempre un fatto di cuore.

Fabrizio Tavernelli (Afa)

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VINILE!! VINILE!! VINILE!! VINILE!! VINILE!!

Il Maciste non crede alla fine dei dischi in plastica nera o colorata, chiamati anche vinili, perciÚ si Ë accaparrato un certo numero di copie di alcune pubblicazioni uscite in tiratura limitata sottoforma di 33 giri. Molti di noi/voi avranno ben presente il gusto ed il piacere nel maneggiare quelle copertine dove si riesce a leggere anche le note senza l'ausilio di lenti, o nell'ascoltare le canzoni che ad ogni passaggio modificano scricchiolii o fruscii vari. Quindi per tutti gli amanti dei vecchi e cari (non riferito al costo) album, ecco i nuovi titoli disponibili:


C.S.I. ìTabula Rasa Elettrificata


Africa Unite ìIl Giocoî


Casino Royale ìCRXî


Echo & The Bunnymen ìEvergreenî


Faith No More ìAlbum Of The Yearî


Soon ìSpirale

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