VOLUME 13 Trance industriale, danza puramente corporale, o immobile, interiore, ipnosi percussiva, rare sintesi elettroniche e tanto suono concreto e/o campionato ("e di suono ve n'Ë per ognuno e un'extradose"); niente parole, niente convenzioni, solo l'estasi del pulsare e uno sguardo interno sulle visioni dell'attesa. Incastri ritmici e atonali che creano una dinamica espressiva, minimale, mantrica.
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VOLUME 14 In laboratorio remissaggi, clonazioni e mutazioni di: Afa,
Eraldo Bernocchi, Ci s'ha, CSI, Lance from IHB, Guido Lusetti, Maffia Sound System, Gianni
Maroccolo, UstmamÚ, Skin 4, Wolfango. |
VOLUME 15 Eh? Da Faenza, un gruppo che puÚ incarnare tutto ed il contrario di tutto. Cattivo gusto rock ed amena musica solare, agricoltura e periferia urbana, elettronica e sudore, potenza e provocazione. E niente di tutto questo. |
VOLUME 16 Prima uscita italiana per uno dei gruppi fondamentali dell'underground d'oltralpe. Ulan Bator si pone come una delle pi˜ interessanti forme di sperimentazione post-rock che questi anni ci lasciano vedere. "Polaire" si puÚ definire un "esauriente bignami", inquietante ed ipnotico, per tutti coloro che si sono persi i due album finora realizzati per l'etichetta francese 'Les disques du soleil et de l'acier'. |