Yann Tiersen

Le Phare

Le Phare

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Come tutta la buona musica, quella di Tiersen si lascia accarezzare senza mai lasciarsi addomesticare. Non riuscendo a classificare la sua arte, si tenterý quindi di classificare il musicista. Ma Ë ancora una fatica inutile. Yann Tiersen suona tutto ciÚ che gli capita a portata di mano. Non a caso nel suo ultimo album Yann-il multistrumentista sfida chiunque tenterý di recensire tutti gli strumenti che fa suonare: marmitte, pentole piccole e medie, tam-tam, violini, chitarre, banjo, clavicembalo, fisarmonica, mandolini, pianoforte, piano giocattolo... Ma Yann non si accontenta di registrare degli album. Compone anche delle colonne sonore per lungometraggi e cortometraggi ed anche per il teatro. Una delle sue ultime creazioni: "Le Phare", Ë uno spettacolo scritto e suonato da lui.

"Le phare" Ë il terzo lavoro di Yann Tiersen ed il primo stampato in Italia su etichetta Sonica/CPI. I precedenti lavori di Yann Tiersen, "Le Valse des Monstres" (1995) e "Rue des Cascades" (1996) sono editi solo in Francia su etichetta Labels/Virgin France.

Micro Intervista a Yann Tiersen

Una musica intimista e raffinata a base di strumenti come di ipotetiche bande Ë per un cinema senza schermo, questo Ë "Le Phare", terzo album di Yann Tiersen, un bretone.

In due parole, cosa Ë successo prima di "Le Phare"?

Due album, "La Valse des Monstres" e "Rue des Cascades".

Qualche pezzo del tuo nuovo lp Ë stato registrato sull'isola di Ouessant. Uno strano posto...

E' vero, ma non sono pi˜ andato a lavorare a Parigi. Infatti a quell'epoca dovevo fare la musica di un film su un guardiano del faro. Ho affittato una casa per tre settimane con i miei strumenti ed i miei magneti ed ho registrato tutti i pezzi. Ne ho tenuti tre per questo album. E' un posto che conosco da molto tempo e che mi piace molto.

In alcuni pezzi c'Ë un'influenza celtica. E' voluta?

No, Ë incosciente, ma non ho cercato di sbarazzarmene. Ne ho ascoltata molta nei bar, a Brest, o a Rennes. Non amo molto che mi si parli di folklore. E' una scelta degli strumenti, piano, violino, fisarmonica, cho dona alla musica un colore.

Tu parli di musica per i film. Ti piace lavorare per il cinema?

SÏ, quando c'Ë l'incontro. Ma in ogni caso non m'interessa l'illustrazione delle immagini. E' pi˜ sottile...

Quali sono gli artisti che ti hanno influenzato?

Steve Reich, Joy Division, Sonic Youth, My Bloody Valentine, gli Stooges ed oggi i Tortoise.

PerchÈ non canti?

Sto cominciando. Sull'ultimo pezzo dell'album canto. Fino ad allora avevo un piccolo blocco sulla mia voce. Veramente non vedo la differenza tra un pezzo cantato ed uno strumentale. Ho un legame intimo con ogni titolo. E' come una parte della mia vita. Come una pagina di un giornale intimo.

 


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