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Visita al memoriale La visita al memoriale è stato il momento del viaggio che mi ha toccato maggiormente, che sento più mio. Durante tutta la durata della visita mi sembrava di essere fuori dal tempo, di vivere una situazione surreale; l’aria che respiravo mi sembrava pesante, carica del passato che non dobbiamo dimenticare e avevo l'impressione che la natura avesse tanti occhi che ci giudicano per aver permesso che quel folle genocidio avesse luogo senza far niente, girando le spalle.
davanti a quelle immagini mi sono pietrificato, non riuscivo a reagire, mi sono fermato e l’ho visto più volte cercando di capire perché, ma non ci sono riuscito, non riuscivo a pensare, provavo rabbia, tristezza, dolore, odio.
La sensazione più
forte l’ho provata in una stanza dove erano appese centinaia di
foto di persone uccise durante il genocidio; in quella stanza riuscivo
a sentire le urla di terrore, di dolore, di rabbia di quelle persone impotenti
di fronte al destino che le accomunava. In quella stanza mi guardavo intorno spaesato e spiazzato, non riuscivo
a non guardare ininterrottamente la foto di un piccolo bambino sorridente,
a cui proprio quel sorriso è stato spezzato insieme alla vita che
ancora doveva fiorire. Flavio Ciminelli VA |
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