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Viaggio a Gatare

Sono le 7.00 e il telefono squilla; la signorina della reception dell hotel che ci chiama per la sveglia. Ed eccoci pronte per il nostro secondo giorno in Ruanda, stanche si, ma con tanta voglia di scoprire ancora le meraviglie di questo splendido paese. Ed oggi siamo ancora più esuberanti perché finalmente andremo a Gatare a vedere la scuola che insieme a tutti gli altri ragazzi di Roma abbiamo finanziato, ma mai mi sarei aspettata che alla fine di questa giornata l'Africa  iniziasse a far parte di me.
Usciti dall'albergo io,Claudia, Francesco,Flavio e la Prof. Marcaccio siamo saliti su una jeep con cui avremmo affrontato il lungo viaggio, che mi è sembrato interminabile.
Inizialmente la strada era asfaltata, passavamo da una cittadina ad un'altra e il paesaggio era sempre lo stesso:

case, baracche, gente per strada che camminava incessantemente, bambini che incuriositi ci correvano dietro e moto dell'esercito che ci seguivano per garantire la nostra incolumità anche se sinceramente penso che saremmo stati al sicuro anche senza loro perché i rwandesi sono persone fantastiche ed ospitali.

Poi il paesaggio ha iniziato a cambiare, dovevamo arrivare in cima ad una collina e quindi iniziare a salire poiché Gatare era li che ci aspettava. Se qualcuno mi avesse detto che poteva esistere una strada del genere gli avrei dato del pazzo!!


Usciti dalla strada asfaltata il cammino ha iniziato a diventare molto difficile: il suolo era pieno di buche che a volte pensavo potessero far ribaltare la jeep, la strada non era molto larga e sembrava quasi di star per cadere giù, li i guard-rail non esistono!! Insieme alla strada però è cambiato anche il paesaggio… ci siamo ritrovati tra colline verdi, un paesaggio talmente bello che non riesco neanche a descrivere ma che rimarrà dentro me per sempre. Dopo quattro ore passate a parlare con il nostro autista Emmanuel, che abbiamo riempito di domande alle quale ha risposto sempre esaurientemente,

siamo finalmente arrivati a Gatare.Che spettacolo meraviglioso, che accoglienza che abbiamo ricevuto… tutti noi siamo passati in mezzo a ballerini

vestiti con costumi tradizionali che danzavano per noi…..pochi passi e finalmente ecco la scuola!!! Ho provato un’emozione indescrivibile,  fino ad ora ne avevo sentito solo parlare e finalmente era davanti ai miei occhi.


Siamo entrati nelle poche aule e dal loro interno abbiamo visto bambini seduti ai banchi che cantavano per noi insieme ai loro insegnanti e non ho potuto fare a meno di avvicinarmi a loro per stringerli a me e cercare di scambiare qualche parola con loro… ma non è stato molto semplice!


Mentre io ero dentro con i bambini fuori si svolgeva l’innaugurazione dell’acquedotto finanziato dalla fondazione Sordi, non sono riuscita ad assistere all’inaugurazione ma non ho potuto far altro che commuovermi quando ho visto quei bambini, con una gioia che non riesco a descrivere nei loro occhi,  aprire quel rubinetto e riempire dei contenitori!!

L’acqua… un bene per noi scontato… ma per loro come l’oro…ci sono persone che fanno ogni giorno kilometri  per andarla a prendere!

Poi insieme ai bambini della scuola siamo scesi verso una radura verde sempre accompagnati dai ballerini e inaspettatamente mi è sembrato di trovarmi all’interno di uno stadio, noi eravamo giù in campo e tutto intorno a noi centinaia di persone che hanno fatto kilometri solo per venirci a ringraziare… che popolo fantastico!!!
Ci siamo ritrovati tra decine e decine di bambini che incuriositi dalle nostre macchinette fotografiche  non facevano altro che chiederci di fare loro le foto, cantavamo con loro, li prendevamo in braccio, ridevamo insieme… che momenti indimenticabili… che occhi quei bambini… quante emozioni mi hanno trasmesso!!
Poi abbiamo gonfiato dei palloncini e li abbiamo regalati ai bambini ma erano troppo pochi rispetto a loro e abbiamo così scatenato qualche piccolo litigio ma è bastato qualche abbraccio per farli calmare. Avremmo dovuto consegnare anche delle maglie donate dalle squadre di calcio italiane ma si era fatto tardi, il tempo era volato e poiché li fa buio molto presto era opportuno scendere per quelle strade quasi impraticabili prima che la luce sparisse anche perché i lampioni non esistono e ci saremmo trovati completamente al buio.
Dovevamo pranzare dalle suore che avevano preparato tutto per noi  ma gentilmente, capendo il problema ci hanno donato acqua, succhi di frutta e biscotti.
Mentre ci avviavamo alla jeep, tutto intorno a noi avevamo bambini, donne , uomini, anziani che ci salutavano e ciò mi ha fatto intristire, avrei voluto passare molto più tempo con loro.
Arrivati alla macchina il nostro autista non c’era e ho potuto soffermarmi  a parlare con alcuni ragazzi. La loro lingua è il Kenya- Ruanda che io ovviamente non parlo, ma mi sono servita di espressioni e gestualità fino a che non è arrivata una ragazza che parlava il francese. Non è che sia la mia lingua ma con l’aiuto dei miei compagni e della prof. Sono riuscita a farmi capire.

Accoccolato sulla schiena di questa ragazza c’era un bambino stupendo di un mese, era una ragazza più piccola di me e già era mamma!
Quando è arrivato l’autista non volevano più  lasciarci andare via e anche noi saremmo tanti voluti restare con loro ma non era possibile e così ci siamo rimessi in cammino.
Lungo la strada c’erano bambini che correvano dietro di noi urlando “AGACHUPPA!!!” In italiano “bottiglia” eh si, chiedevano solo in dono delle bottiglie di plastica vuote, che richiesta strana per noi, siamo abituati a bimbi che chiedono in dono giocattoli!! Chiedendo all’autista il perché ci ha detto che servivano loro per andare a prendere l’acqua… e come rifiutare?!?
Piano piano ha iniziato a farsi buio, fortunatamente quando eravamo arrivati sulla strada asfaltata. L’unica luce che c’era era quella delle jeep eppure in giro si vedevano persone e persone che camminavano per tornare a casa dal lavoro.
Arrivati all’albergo eravamo esausti… ma la giornata non era ancora finita,ci aspettava la cena organizzata da comune di Kigali, fortunatamente non in un posto lontano ma solo in un’altra sala dell’albergo. Cena, discorsi,balli…..eravamo un tutt’uno come se ci conoscessimo da sempre e dopo aver ricevuto dei piccoli pensieri, esausti, siamo tornati nelle nostre camere e siamo crollati…. Entusiasti di aver passato una giornata indimenticabile.

   Francesca Testori VB