INDIETRO :: HOME ::
   
LA CONCEZIONE DELL’UOMO SECONDO LA TEORIA EVOLUZIONISTA
Un valido sostegno alla politica coloniale

Di:Giulia Cirillo V F

Coordinamento didattico:Prof.ssa G. Marcaccio

 

La teoria evoluzionista di Darwin è basata sull’idea che tutti gli uomini derivano da organismi più semplici, secondo un processo evolutivo molto lungo avvenuto nel tempo in maniera graduale. In questo senso anche l’uomo viene considerato un risultato e non, come affermato dal creazionismo, un’entità fissa, a cui il creatore avrebbe affidato un ruolo di superiorità rispetto a tutti gli altri organismi, per le sue specifiche caratteristiche.
La teoria evoluzionista, pur ammettendo che la coscienza morale distingue l’uomo dagli altri esseri viventi, fa  derivare questa funzione  dalla capacità di vivere in collettività che hanno anche altri organismi; quindi le capacità intellettive umane non sono altro che l’affinamento di capacità comuni ad altri organismi e non una essenza specifica dell’uomo. In tal senso Spencer specifica che le strutture intellettive e le conoscenze dell’individuo, che gli permettono di distinguersi dalle altre forme di vita, sono ontogeneticamente a-priori e filogeneticamente a- posteriori in quanto derivano dall’esperienza accumulata dalla specie e trasmessa agli individui di generazione in generazione. Secondo tale visione si sono stabilite delle differenze di grado di evoluzione tra una organizzazione sociale ed un’altra e all’interno di questa scala, la società industriale rappresenta il massimo grado di evoluzione in quanto presuppone il massimo sviluppo della libertà  dell’individuo e quindi della libera iniziativa economica.

   

  Partendo da queste premesse era facile dimostrare che i popoli più evoluti potessero, anzi dovessero costituire un esempio per gli altri popoli considerati fermi ad un livello inferiore del processo evolutivo, e che  fosse quindi doveroso aiutarli a progredire in questo processo…quale soluzione migliore che spartirsi l’Africa?