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Dopo il genocidio: il problema della riconciliazione

Dopo il genocidio del 1994 il Rwanda  ha dovuto affrontare il grande problema della “riconciliazione” per poter ricostruire e andare avanti.
Come in tutti i paesi usciti da gravi conflitti interni, il problema fondamentale da affrontare è quello di elaborare una memoria condivisa dei fatti accaduti: solo in tal modo si può pensare di ripartire tutti insieme. In Rwanda, paese in cui le divisioni interne sono state determinate ed utilizzate dal dominio coloniale, elaborare una memoria condivisa non è stato facile: Yolande Mukagasana nel suo intervento al teatro Eliseo, nel novembre scorso, ha sottolineato con grande passione la necessità che prima di ogni ricostruzione, di ogni pacificazione, si faccia giustizia, aggiungendo tuttavia che non c’è giustizia senza umanità: ecco allora che in Rwanda si afferma prioritaria l’esigenza di un progetto educativo per bambini nelle scuole, che agli africani si data la possibilità di parlare dei problemi dell’Africa.
Nel corso del nostro viaggio abbiamo visitato la “Casa della Pace e della Riconciliazione”, del Progetto Rwanda: si tratta di una attività finalizzata alla formazione delle donne, spesso vedove o comunque private degli affetti primari nella vicenda del genocidio, in modo da favorire un processo di costruzione di  attività artigianali che possano costituire uno dei tanti tasselli del mosaico della rinascita del Rwanda. Ecco un esempio di riconciliazione basata sull’operare effettivo di persone che il genocidio aveva diviso e che ora cercano, nella pratica quotidiana delle cose, e non  solo nell’astrattezza del dover-essere, un terreno comune per vivere ed operare insieme.


        Gigliola Marcaccio