Biblio.Major

 Il Giornale della Biblioteca “Loredana Rossi Molinaro”

Liceo Scientifico Statale “Ettore Majorana” via C. Avolio, 111 – 00128 – tel. 06.5084274 – fax: 06.5085101

e-mail: etmajora@tin.it - internet: http://space.tin.it/scuola/gdinicuo

Biblio.Major n. 9  Febbraio 2003

Redattori :

Amatori Gianluca, Beato Lorenzo, Carloni Cecilia, Cianchetti Chiara, Ciocca Leonardo, Cirillo Giulia, D’Antonio Daniela, Demurtas Chiara, Dominijanni Marta, Meloni Carlotta, Porcaro Francesco, Rasolomalala Sandra, Renzetti Alessia, Romani Daniele, Svaluto Moreolo Claudio, Taddeo Laura

SOMMARIO

Guerra:la parola più brutta
L'indifferenza
Occupazione: decisa o subita?
Far sentire la nostra voce: intervista ai rappresentanti
Speciale 27 gennaio: pagine dedicate alla "Giornata della Memoria"
Spinaceto è un quartiere vivibile?
Ciak!: Che mostro questo E.T.!

Fahrenheit 451 di Ray Bradbury
Arte/scienza di pace
Il viaggio
L'algebrica Commedia - Canto II
Una notte da Chicago

Le mille facce del caffé
Nuoto che passione...
Biblionotizie
Calendario delle attività  Pomeridiane della Biblioteca
Cineforum di Italiano

 


Un gruppo di studenti riflette e si interroga
 
Guerra: la parola più brutta che possa esistere al mondo…
Può essere giusta una guerra, specie se preventiva?

A
ccendi la TV e qualsiasi telegiornale parla di guerra, ci sembra una scena già vissuta, allora ripensiamo  all’11 settembre 2001, le torri gemelle ed il successivo attacco all’Afghanistan ma questa volta è diverso.

Si parla di una guerra preventiva…ma una guerra si può definire preventiva? io credo di no, l’unica cosa che mi piacerebbe prevenire è la morte di milioni di civili innocenti, vittime di un massacro ingiustificato. Ci riteniamo intelligenti, civilizzati, evoluti ma non siamo ancora in grado di rinunciare alla violenza per risolvere questioni politiche, religiose ed economiche tra le diverse aree geografiche del mondo.

Ma perché questa guerra? Gli Stati Uniti sostengono che Saddam Hussein sia in possesso di armi di distruzione di massa, e che quindi possa essere un pericolo per la sicurezza internazionale, ma perché, al contrario dell’Iraq, alla Corea del Nord è concessa la produzione della bomba atomica? C’è forse qualche interesse economico o politico da parte degli Usa?

L’Iraq è il secondo produttore di petrolio a livello mondiale e questo attacco, che è finalizzato a cambiare con la forza il governo sulla sola base che questo potrebbe costituire una minaccia in futuro, oltre ad essere una plateale violazione del diritto internazionale, mostra l’evidente interesse economico degli americani che a causa dell’attuale governo iracheno non possono avere un pieno controllo delle riserve petrolifere più consistenti della terra.

La posizione degli stati europei è purtroppo divisa tra coloro che appoggiano pienamente la politica espansionistica americana (vedi Inghilterra, Italia…) e quelli che cercano vie politiche per risolvere questa crisi internazionale (vedi Germania, Francia…) sotto il controllo delle nazioni unite.

Il presidente degli Stati Uniti, George Bush , ha dichiarato che attaccherà con o senza l’approvazione dell’ONU.

Il 15 febbraio, proprio qui a Roma, ci sarà una mobilitazione nazionale contro la guerra in Iraq e parteciperanno tutti i social forum d’Italia, nei giorni successivi sono previsti scioperi ed azioni di disobbedienza.

In tutto il mondo, anche in America, sono indetti scioperi e manifestazioni.

 

La Terza guerra del Golfo avrebbe un effetto destabilizzante su tutto il medio oriente con conseguenze non prevedibili e porterebbe, con buona probabilità, ad una lunga guerra civile interna e nuove e gravissime sofferenze per la popolazione.

CONTRO LA GUERRA SENZA SE E SENZA MA!                NOT IN MY NAME

Collettivo degli studenti okkupanti: Federica Borgna 4E, Claudia Peppicelli 2C, Giulia Cesetti 5B, Enrico d’Aloja 5c

SOMMARIO


 
Spesso la vita “normale” continua anche se intorno a noi succedono eventi tragici
L’indifferenza
Un invito a considerare gli altri senza chiuderci in noi stessi

 

L’indifferenza non riesco proprio a digerirla. Nelle relazioni tra persone (“Come va, tutto bene?” E la risposta è obbligata) e per le cose che accadono nel mondo. La porta blindata di casa chiusa a chiave dal di dentro non ci libera dal bisogno degli altri né dal fiume tempestoso della vita che scorrendo ci porta anche dolore.

Che voglio dire in concreto?

Potrebbe scoppiare –dio non voglia- una terza guerra mondiale e qui al Majorana assistiamo con indifferenza ai tentativi della diplomazia tedesca, francese, russa e cinese di impedirla.

Sentiamo dire dal cow-boy che è attualmente a capo della massima potenza mondiale che Saddam è il rappresentante del Male di turno, dotato di armi di distruzione di massa, e dimentichiamo che di queste armi i maggiori fornitori sono gli USA, che peraltro ne posseggono in gran quantità e ne hanno fatto e ne fanno largo uso in tutto il globo.

Insegniamo storia, letterature e scienze ma dimentichiamo di dire ai nostri alunni che le prime due guerre mondiali sono scoppiate per vicende come questa, e facciamo finta di non sapere che oggi si combatte contro un terrorismo cieco e violento (ma quale terrorismo non lo è?) alimentato proprio dall’indifferenza dei pochi “ricchi” nei confronti dell’infinita moltitudine di poveri.

Quanti bambini al secondo muoiono di fame o malattia nel mondo?

E il fenomeno dei “nuovi” schiavi?

Quante sono in Occidente le persone al di sotto del livello di sopravvivenza?

I valori vincenti sono e rimangono il “successo”, i soldi e la carriera.

Cominciamo col sorriderci e interessarci veramente del nostro prossimo, scopriremo poi che la politica possiamo farla nostra: rimarrà pertinenza esclusiva dei signori della guerra fin quando glielo permetteremo.

Giovanni Pagliarulo

 SOMMARIO

 Un’indagine per capire meglio

OCCUPAZIONE: “DECISA O SUBÌTA” ?

I pareri divergenti di due studentesse

Dopo una settimana di cogestione (alunni e professori “uniti” -permettetemi le virgolette!-  contro le ingiustizie della Moratti e per cercare di risolvere “insieme” –riuso le virgolette!- i problemi interni alla nostra scuola), si è deciso di OCCUPARE. Quello che mi chiedo è se questa è stata una decisione voluta o subita. Per questo ho deciso di raccogliere informazioni attraverso un’intervista che possa mettere a confronto chi era favorevole e chi contrario. Si sono gentilmente prestati per quest’impresa due ragazze della sezione A, e più precisamente delle classi II° e V°.

Ecco quali sono state le loro risposte alle mie domande da avvocato del diavolo…!

Queste sono le opinioni di Simona Mastropietro, II°A, favorevole.

Simona Mastropietro

Quali sono state, secondo te, le cause dell’occupazione?

Secondo me le cause sono state molteplici: le varie riforme della scuola emanate dalla Moratti che limiteranno i nostri diritti e le nostre libertà di espressione all’interno di un edificio dove esprimersi dovrebbe essere l’obbiettivo da conseguire; la devolution; il mancato appoggio dei docenti in una forma di protesta importante per cercare di migliorare una situazione poco esauriente all’interno della scuola, luogo in cui si matura la propria personalità.

Sei stato subito favorevole o hai avuto alcune perplessità?

In principio avevo delle perplessità perché l’occupazione in sostanza è un atto illegale, ma ho anche potuto capire che l’unione tra tutti gli “occupanti” è stata molto importante per la buona riuscita di questa forma di protesta. 

Hai partecipato comunque all’occupazione, esprimendo il tuo punto di vista?

Non ho espresso direttamente il mio punto di vista ma la mia presenza già esprimeva le mie idee.

Secondo te, ci poteva essere una soluzione alternativa all’occupazione?

Non credo!

Se si, quale…? Se no, perché?

Perché durante il periodo di cogestione i professori non si sono resi né disponibili, né erano coinvolti in questa forma di protesta, molto importante per il futuro di noi studenti, che si prospetta privo di diritti e libertà.

Sinceramente, hai partecipato perché hai degli ideali o per pura curiosità?

Inizialmente per pura curiosità, ma in seguito mi sono resa conto dei veri e importanti motivi dell’occupazione che ho potuto comprendere e assimilare, trovandomi pienamente d’accordo con essi. Questo è stato possibile grazie alle conferenze e ai discorsi tenuti dai rappresentanti d’istituto.

Pensi di esserti arricchita culturalmente partecipando all’occupazione?

Senza dubbio! Sempre grazie alle interessanti conferenze a cui ho partecipato.

Cosa vuoi dire a chi non era favorevole?

Che ciascuno ha la libertà di pensare ciò che vuole, ma penso inoltre che molti siano stati intimiditi dalle possibili reazioni dei professori, ma se non si ha neanche il coraggio di far valere i propri diritti di studente, certo non si potrà giungere mai a nulla di concreto o a un miglioramento dell’istruzione o comunque riguardante il campo scolastico.

Ed ora le risposte di  Laura Svaluto Moreolo del V°A, contraria.

Laura Svaluto Moreolo

Quali sono state, secondo te, le cause dell’occupazione?

Il bisogno di manifestare le proprie idee in maniera più forte e la voglia di fare qualcosa di grande, di trasgressivo, qualcosa che sarà ricordato.

Sei stato subito contrario o hai avuto alcune perplessità?

Sono stata subito contraria pur condividendo le idee di base.

Hai partecipato comunque all’occupazione, esprimendo il tuo punto di vista?

Ho espresso il mio punto di vista fino ai primi giorni dell’occupazione , ma non ho partecipato alle attività. 

Secondo te, ci poteva essere una soluzione alternativa all’occupazione?

Non vedo l’occupazione come una soluzione a qualcosa.

Se si, quale…? Se no, perché?

Perché credo ci fossero altri modi per sostenere le proprie idee (la manifestazione in strada ad esempio).

Perché non hai partecipato?

Per esprimere il mio dissenso alla forma di protesta.

Pensi che ci si possa arricchire culturalmente partecipando all’occupazione?

Penso che ci si possa arricchire attraverso qualsiasi esperienza, non per questo però bisogna fare tutto, non è necessario provare tutto.

Cosa vuoi dire a chi ha partecipato?

Questo è quello che sono riuscito a raccogliere. Ora sta a voi la scelta: l’occupazione è stata una scelta o un obbligo? Fateci sapere…

  Gianluca Amatori 2A

SOMMARIO


Intervista Rappresentanti d’Istituto

Far sentire la nostra voce

Conosciamo meglio le loro personalità e le loro idee

Quella che segue è un’intervista avvenuta nei locali della biblioteca del Majorana il 1 febbraio 2003 che ha come scopo conoscere  meglio I nostri rappresentanti d’istituto e parlare con loro di un tema scottante come l’occupazione di dicembre.

Passiamo ora all’intervista vera e propria che ha come tema l’occupazione e le proteste di Dicembre 2002

Quali sono I motivi che hanno causato l’occupazione?

Le cause sono state principalmente 2: la chiusura di una coogestione fallimentare

 E le riforme Moratti.

Perché è stata scelta una forma di protesta illegale come l’occupazione?

Inizialmente l’occupazione non era prevista. La coogestione che aveva preceduto l’occupazione interrotta per una forte incomprensione tra docenti e studenti è stata chiusa dal Collegio dei Docenti, senza il consenso dei ragazzi, a causa di una scarsa partecipazione da entrambi le parti.

L’autogestione sarebbe stata presa come una scusa per non far nulla e le proteste in piazza avrebbero avuto scarsa partecipazione, si è ritenuto che l’occupazione fosse il miglior modo per far sentire la voce dei ragazzi.

Quali sono state le attività svolte durante l’Occupazione?

Si sono tenute conferenze sulla globalizzazione, sono intervenute RADIO ONDA ROSSA con una conferenza sulla libertà d’informazione e RIFONDAZIONE COMUNISTA sulle Riforme Moratti. Ci sono state poi riunioni tra genitori e studenti. L’occupazione è potuta andare avanti anche grazie alla collaborazione esterna del centro sociale.

Hanno collaborato altri istituti?

Abbiamo incontrato in separata sede I rappresentatdi dei licei: Monti, Newton, Plauto e Ruiz ma in generale con scarsi risultati.

Ci sono stati danni?  Come sono stati I rapporti con le forze dell’ordine?

Nell’edificio non ci sono stati gravi danni, anzi quasi nulla;  la polizia, arrivata con una volante, constatando la serietà e la determinazione degli occupanti ha permesso la protesta a 2 condizioni: nessun danno e ponendo il divieto d’ingresso a elementi esterni alla scuola

Quali sono stati i risultati dell’ occupazione e delle proteste di fine dicembre?

Il principale obbiettivo è stata la sensibilizzazione degli studenti ai gravi problemi del giorno d’oggi che li riguardano in prima persona come le riforme della scuola, ma anche quello di rendere il luogo dove passano gran parte dell’adolescenza, non solo un posto di studi ma un luogo dove si possa incontrare, conoscere nuova gente, esprimere le proprie idee. Perciò abbiamo chiesto più spazi esclusivamente per noi ed accessibili anche il pomeriggio come aule e spazi per conferenze. È stato creato un collettivo degli studenti occupanti e ci è stato concesso spazio anche sul sito Web della scuola.

Ci saranno future altre forme di protesta e iniziative?

SI, faremo altre manifestazioni informando e coinvolgendo l’assemblea d’istituto e tutta la scuola con  avvisi all’ingresso dell’edificio.

Come sono I vostri rapporti da quando siete stati eletti?

TUTTI E QUATTRO RIDONO SCAMBIANDOSI BATTUTE

Be… Anche se tutti e quattro abbiamo idee differenti si è sempre cercato di collaborare il più possibile per compiere al meglio gli incarichi presi.

  Sandra Rasolomalala, Francesco Porcaro, Edoardo Persichetti

SOMMARIO


SPECIALE “MEMORIA”
Pagine dedicate alla “Giornata della Memoria”: il 27 gennaio

 Benvenuti all’inferno

Invece di fare il solito commento abbiamo dato vita ai nostri pensieri sull’olocausto  con una canzone. Non c’è un vero e proprio ritmo, ci siamo arrangiati con un bongo per la base e, preso il tempo, le rime sono venute fuori spontanee.

 

Con questo sound vi raccontiamo l’Olocausto,

per colpa di un baffetto è avvenuto ‘sto disastro,

per colpa di un uomo che ai diversi non dà perdono,

e a ebrei, malati e zingari ha portato morte in dono,

pregiudizi con criteri razziali, sono stati deportati da SS e militari.

 

Militari senza cuore che pur con famiglie crean dolore,

per l’ingiusta decisione di servire la nazione,

senza pensare che siamo tutti uguali, razzisti!

Ma a loro son toccati destini più tristi,

son malvisti!

 

 Un giorno presi e portati via su furgoni e treni,

costretti a partire seminudi con scalzi piedi,

obbligati a vivere in baracche,

con meno dieci gradi stavan senza giacche,

appiccicati in cuccette con sonno a tacche,

magri, magri che quasi non ci sono.

Bang! Bang! Bang! Ogni giorno lo stesso suono,

per un crimine che non hanno commesso,

con visione di Hitler, che di pazzia ne ha in eccesso.

 

Costretti a pascolare su campi di fango e neve,

aspettando la salvezza in un’americana nave,

senza più volto e senza più sogni,

perché nel campo non esistono bisogni,

che puoi soddisfare,

la puzza di morte non ti fa respirare

e non si può amare,

perché per vivere solo a te devi pensare,

e odiare!


BENVENUTI, BENVENUTI, BENVENUTI ALL’INFERNO!
[INSIEME]
DA HAUSCHWITZ A MONOWITZ BENVENUTI ALL’INFERNO!
 
 
[INSIEME]
 
DA MOSCA A BERLINO, BENVENUTI ALL’INFERNO!
[INSIEME]
DALLA GERMANIA ALLA POLONIA, BENVENUTI ALL’INFERNO!

Emanuele Costa, Simone Passatore, Fabrizio  Ravenna  III E


 

Uno ad uno

 

Grida senza voci,

Si spengono

Nel ricordo d’esser vivi.

 

Occhi color paura

Offron lacrime

A mostrar

Beltà celate.

 

I candelabri non brillan più!

Un vento di morte

Ha spento

Ogni fiamma.

 

Ultimi attimi di dolore

Per poi cadere,

Uno ad uno

In docce d’odio.

 

Uno ad uno,

Come i giorni che verranno;

Uno ad uno,

Come i perché che

Non dovremo dimenticare. 

                                     Flamini Flaviana   IIIE


Riflettere sulla memoria

Da pochi anni il 27 gennaio è ricordato come il giorno della Shoah (sterminio). E’ molto importante, almeno in questa giornata, riflettere o, comunque, pensare anche un poco a ciò che è successo durante la seconda guerra mondiale.

Questa volta ho voluto ricordare questo giorno non con il solito scritto che potrebbe risultare banale o retorico, ma con un disegno dove, a modo mio, ho rappresentato il passaggio da uno stato di pace a uno di guerra per poi ritornare ad avere la Pace.

In maniera dettagliata il disegno presenta: in alto una forte luce che simboleggia la pace oscurata da delle nubi che fanno presagire il terrore che avrebbe attraversato l’Europa da li a poco, ed infatti il cielo tende al tramonto (che simboleggia il tramonto della speranza); al centro c’è un cuore, che rappresenta l’umanità, incatenato dall’orrore del nazismo raffigurato dal filo spinato. Il colore tetro che circonda il cuore sono le grida di dolore sia fisico che psicologico poiché ormai le vittime sono svuotate di qualsiasi sentimento, le gocce di sangue che sgorgano dal cuore ferito dal filo spinato, bagnando il terreno arido per la perdita di qualsiasi libertà, nonostante tutto fanno nascere l’olivo della Pace. Le foglie dell’ulivo, ricordando il sacrificio dei morti, devono darci la speranza che mai più l’umanità dovrà vivere un simile orrore.   

Disegno e testo di Martina Vicinanza 3E


Il giorno della memoria
 

La voce del Kapo risuona forte nelle mie orecchie, ogni mattina, come sempre..non ne posso più..devo alzarmi, sveglio già lo sono. Stamattina un timido sole di ghiaccio s’affaccia tra le nuvole..ma non scalda..non scioglie la gelida neve che inonda il campo! Mi fa rabbia! Si fa vedere da noi quasi per deriderci, poi sparisce. Qui è un inferno, non ne posso più, forse non ne uscirò mai. Dove sono i miei figli? Dov’è mia moglie? Morirò senza saperlo? Ripenso ai tanti giorni passati insieme..rischio di impazzire. Urlerei, guardando in faccia il cielo, prendendomela col destino, fino a non avere più le forze neanche per pensare. Tutto è svanito..tutto è andato perduto..la mia famiglia, la mia casa, il mio lavoro, la mia dignità, il mio sorriso e..e la mia religione? No, Dio no, lui deve essere qui con me..lo invocherò in eterno, sperando che almeno la mia anima non andrà perduta. Mi guardo attorno e vedo esseri che a stento sembrano uomini, glaciali personificazioni della morte. Apro la porta del mio maledetto Block 79 ed esco. Le mie lacere scarpe affondano nel fango misto a neve..per un istante mi sento mancare. Il freddo mi penetra nelle ossa, ma ormai non me ne rendo più conto: i nostri corpi e il gelo sono un tutt’uno. Guardo come un uccello in gabbia dall’altra parte del filo spinato, cordone ombelicale che ci tiene attaccati alla morte. Quant’è lontana la mia  patria, oltre quelle mille pianure che si rincorrono all’infinito e che mi danno i brividi. Più le osservo, più mi rendo conto di essere una nullità ignorata dal mondo, e piango, piango, proprio come un bambino. Ma perché? Che gusto provano nel vedermi agonizzare tra gli altri miei compagni? Che gusto provano nel vedere lo snaturamento dell’uomo sotto i loro occhi di pietra? Che diritto hanno di privarmi di quei diritti che ho sempre considerato inviolabili..dei miei diritti di essere umano? Perché l’uomo fa questo ai suoi simili? Non è forse come se lo facesse a se stesso? Ma perché me lo chiedo..è tutto inutile..nessuno mai mi risponderà. Vorrei tanto buttarlo giù questo filo spinato, esplicito insulto alla mia persona. Lo afferrerei e tirerei, tirerei, con tutte le mie forze, fino a venir meno..ma non posso, perché nasconde un’insidia maggiore: l’elettricità. Un solo tocco e morirei..ma no, non voglio porre fine alla mia vita con le mie stesse mani, non voglio dar loro partita vinta..no, non così facilmente. Una fiammella intrisa d’orgoglio e speranza si riaccende in me. Ora devo iniziare il ‘mio  lavoro’. Il Kapo grida a squarciagola in tedesco. M’asciugo gli occhi: sta per avere inizio una tortura nella tortura. Devo trasportare una ventina di lunghe e pesanti travi assieme ad un mio compagno. La nostra pelle s’attacca ad esse.. insieme diventiamo una cosa sola. Il freddo ormai non lo sento più, non riesco a credere che ci sia ancora del sangue nelle mie vene. Ho fame, tanta fame, ma penso che prima o poi riuscirò a non sentire più neanche il bisogno di mangiare. Ci mettiamo in fila. Quando è il mio turno mi rendo conto con effimero piacere che oggi il ‘pranzo’ è più abbondante. Chissà perché. Divoro avidamente il mio pasto, seduto dinanzi al primo Block che trovo; poi inizio a fissare il vuoto, fino a che non sono risvegliato dal mio momentaneo stato di quiete da alcune SS che vengono verso di noi. Urlano: ‘Dusche,dusche’. Mi cadono di mano gamella e cucchiaio. Un mio compagno conosce il tedesco: ci ordinano di andare al Kommando delle docce. Come la doccia? A quest’ora? Perché? Non è mai successo prima d’ora..Comunque sarà il caso ch’io vada, sono molto nervosi”. 

  “ Che la morte ci trovi vivi “     dedicato alle vittime dell’Olocausto  

  Claudio Pinto 3E


SOMMARIO

Comodità e problemi del quartiere del nostro Liceo

Spinaceto è un quartiere vivibile?

Il collegamento con la città tra i principali problemi. Il verde tra gli aspetti positivi

 Attraverso una serie di indagini tra i miei amici, ho tratto alcune considerazioni sul tipo di vita caratteristico del mio quartiere: Spinaceto.

Gli abitanti sono prevalentemente pendolari, poiché lavorano per lo più in altri quartieri della città o al centro. Questo fa  sì che ci siano molti problemi di traffico, di cui tutti si lamentano parecchio, problemi presenti soprattutto nelle ore di punta: il mattino per uscire dal quartiere e la sera per rientrare.

L’istruzione viene pienamente garantita grazie alla presenza di numerose scuole (asili, elementari, medie e superiori) tutte abbastanza vicine tra loro e quindi facilmente raggiungibili.

Nonostante i problemi accennati questo è un quartiere attrezzato per le problematiche sociali, c’ è, infatti, un centro di accoglienza e di incontro per gli anziani e un consultorio.

Anche la presenza di grandi parchi, divenuti il centro di incontro per tanti cittadini e per tanti cani che così hanno spazi a loro adeguati, contribuiscono al miglioramento della vita di quartiere. Ne è una testimonianza l’affermazione di Laura, una ragazza che frequenta il quinto ginnasio al Liceo Plauto, che mi ha detto: “Il verde crea in me un benessere interiore! Per questo mi impegno a tenere pulito l’ambiente”.

Nonostante tutto non sono poche le persone come Francesca, che fa la catechista presso la Parrocchia del Gesù Divin Salvatore, che protestano dicendo “Alcune strutture pubbliche, come i giochi per bambini che si trovano nei parchi,  sono colpite dagli atti di vandalismo, non se ne può più! La colpa è dei genitori che non si attivano con la dovuta attenzione nei confronti dei figli!”.

Dalle indagini svolte resta comunque il fatto che Spinaceto è un quartiere apprezzato da chi ci abita perché, anche se privo di strutture specifiche per i momenti di svago (p. es. cinema e teatro), è un quartiere ricco di servizi e permette di raggiungere abbastanza facilmente tutte le zone centrali della città.

 

Giulia Cirillo 2F

SOMMARIO


“Ciak!” : CHE MOSTRO QUESTO E.T. !

Nel 1982, gli spettatori di tutto il mondo accolsero con entusiasmo un film che diventò quasi immediatamente un classico, un film che commosse e fece riflettere allo stesso tempo e che ha lasciato una traccia indelebile nella storia del cinema. La fiaba gentile del piccolo alieno smarrito che ha emozionato il mondo è diventata uno dei primi incassi della storia del cinema.

Un alieno, E.T., si perde sulla Terra e viene trovato da un bambino, Elliot. Questi lo porta a casa dove lo mostra a suo fratello Michael e alla sorellina Gertie. In poco tempo il legame che si instaura fra Elliot ed E.T. diventa fortissimo, tanto da sentire l'uno le sensazioni dell'altro. E.T. impara anche a parlare, ma appena può avverte i suoi amici che sente nostalgia di casa. I ragazzi cercano di aiutarlo a mettersi in contatto con la sua famiglia, ma la NASA, che ha scoperto l'esistenza di E.T. si affretta a requisirlo per i propri esperimenti.

E.T. è ormai un classico della fantascienza, tutti conoscono l'esserino dalla grande testa e dagli occhi enormi e tristi.

Candidato a 9 oscar, ne ha vinti solo 3 nella categorie tecniche: effetti speciali, suono e colonna sonora. Henry Thomas ottenne la parte di Elliot raccontando la tristezza provata per la morte del suo amatissimo cocker e commovendo Spielberg, che alla fine del racconto esclamò: «Hai la parte, ragazzo!».

A vent’anni dall’uscita del film, si è deciso di realizzare una nuova edizione, senza però mutare niente nello stile e nei contenuti. Sono solo stati dati dei ritocchi qua e la grazie agli effetti speciali, che hanno contribuito ad enfatizzare ancora di più le scene principali.
Tutto è stato lasciato così come era, perché tutto era già perfetto. Sono state apportate modifiche davvero impercettibili: l'ampliamento della gamma delle espressioni del viso di E.T., la costruzione di un nuovo fondale per consentire un movimento delle nubi, o una folata di vento fra gli alberi. Tutto il film, dall'inizio alla fine ci fa sentire le stesse sensazioni di venti anni fa: la voglia di scoprire chi è e da dove viene E.T., la tenerezza per quel suo voler tornare a casa, la tristezza per il cinismo e la freddezza di cui sono capaci gli uomini. Risentire quel dialogo fatto solo di tre parole: «E.T. telefono casa» ancora oggi provoca dolcezza. Infine, a parte il consiglio di andare di corsa a rivedere questo magnifico film, ecco tre curiosità rivelate dagli autori, circa la sua realizzazione: il preside della scuola di Elliot era Harrison Ford (allora marito della sceneggiatrice Melissa Mathison) ma Spielberg tagliò l'unica scena ritenendola motivo di distrazione per il pubblico; il volto di ET, creato da Carlo Rambaldi, fu modellato sul viso del poeta Carl Sandburg e su quello di Albert Einstein; nella prima scena in cui Elliot mangia dei confetti di cioccolato, si usarono i prodotti della M&M's. In seguito, per le altre scene, si usarono prodotti della Reese's perché la prima società chiese di non partecipare al progetto per paura che il film fosse un flop! E una cosa è certa… si sbagliava di grosso!

“Ciak” la prossima volta vi racconterà di tutto e di più riguardo uno dei film più belli della storia del cinema. Non vi anticipo niente… posso solo dirvi che ha vinto sei premi oscar tra i quali quello di miglior film…

Alla prossima!

Gianluca Amatori 2A  
SOMMARIO


 La recensione: Fahrenheit 451 di Ray Bradbury

   Un mondo costretto dalle pareti televisive in azione 24 ore su 24, una vita sempre più frenetica, più veloce; l’uniformazione del pensiero della gente, il disinteresse per la politica ridotta a puri nomi…questa è l’irrealtà(?) descritta in Fahrenheit 451.

  Fahrenheit 451, temperatura alla quale brucia la carta: i militi del fuoco riducono le pagine di quello che era stato il sapere in “rovine carbonizzate della storia”; i libri in uccelli sfavillanti portati via dal nero degli incendi con lo scopo di lasciare tutti allo stesso livello, per impedire di sentirsi inferiori a qualche grande mente, per appiattire le coscienze.

  Guy Montag riscopre la bellezza della luna-che nessuno guarda più da tempo-, i fiori nei prati, il sapore della pioggia grazie ad una ragazza poi eliminata dal regime: troppo stravagante; pericolosa, insomma diversa dagli altri.

  Montag il pompiere vuole ribellarsi, scoprire il passato e creare un futuro migliore, senza paure, senza costrizioni. Ma questo potrà avvenire soltanto dopo lo scoppio della guerra.

  Come 1984 di George Orwell, questo libro può aiutarci a capire la realtà verso la quale ci stiamo dirigendo; per questo la lettura di questi romanzi di fantascienza potrebbe essere interessante.

                                                                                                                                                                     Maura Abbruciati VA

SOMMARIO


ARTE/SCIENZA DI PACE
 di  Adriano Di Giacomo

 

La 9a edizione di arte contemporanea nel nostro Liceo è stata progettata con un particolare taglio, una ulteriore novità: a partire dal titolo che è evidente impegno nel tempo del particolare presente, ma anche contro tutte le guerre, come concetto guida di un organismo educativo e formativo finchè la guerra resta strumento principale nella soluzione delle divergenze tanto da essere adottata anche nella soluzione delle piccole controversie quotidiane nel tutti contro tutti. L’Arte è Scienza di Pace, è per questo che diventa anche uno strumento, in un delicato momento storico, intorno cui discutere ed incontrarsi, almeno per molti, anche tra i giovani, che cercano nella creatività una strada originale per crearsi un costume di vita fuori dai dettami dell’audience televisiva,  l’artista, in quanto ricercatore di queste strade, non a caso si trova spesso isolato ma, tale isolamento si rompe ogni volta che si incontra con i giovani, anche attraverso il suo lavoro. Quest’anno è particolare perché il nostro liceo rafforza il senso di essere centro di una periferia altrimenti anonima, almeno per l’arte, si inaugura l’ipotesi di un Museo Didattico Territoriale dell’Arte Contemporanea il cui fondo sarà costituito da un nucleo di opere di artisti italiani e stranieri, di diverse culture, che saranno visibili dal mese di Aprile sia nella realtà che in pagine Internet che saranno curate dal prof. Nefasto, nuove esperienze, e significative, mostrano segni di vitalità del nostro istituto come la discussione su Dante che la Prof.ssa Galiberti realizza con la 3D da cui scaturiscono interessanti riletture, anche attraverso il disegno, di artisti che, nel tempo, hanno interpretato la Divina Commedia attraverso immagini e l’interessante attività di libera espressione organizzata dal “Dr Ciocca” tra le possibili occasioni di incontro in Biblioteca ove diversi ragazzi trovano stimoli per comporre con segni e colori veri e propri lavori dove si fissano elementi di chiara sensibilità artistica e/o decorativa. Anche quest’anno è auspicabile la divulgazione nazionale dell’attività del Majorana con qualche contatto internazionale (il materiale inviato alla quinquennale rassegna che investe tutti i continenti che si chiama Documenta 11 ha visto un apprezzamento giungere da Kassel, la sede tedesca ove si tiene la parte centrale, ed è possibile consultare la pubblicazione della rassegna perfino a Strasburgo) mentre lo sforzo del critico Anna Cochetti  ha riunito artisti che hanno dato disponibilità alla loro presenza da diverse nazioni. Che dire poi della sezione “catalogo d’Arte” che sempre più si arricchisce di pubblicazioni nella nostra biblioteca ove è prevista l’apertura di una sezione video d’artista e arte elettronica che già ora sono consultabili in internet? A presto, quindi, e non esitate ad entrare nelle gallerie d’arte del centro (nella bacheca dei percorsi d’arte c’è sempre qualche segnalazione come quella in corso nella galleria “Arte e Pensieri” di Via Ostilia 3 al Colosseo), sarete sempre ben accolti, a disposizione c’è anche una mappa mensile delle mostre a Roma. Una raccomandazione, non perdete le iniziative della Galleria Nazionale d’Arte Moderna “MAESTA’ di ROMA” che si svilupperà in diverse sedi e previstatene i contenuti andando al sito www.maestadiroma.it, se volete dare indicazioni per la visita ai vostri professori potete far contattare la dott.ssa M.Giuseppina Di Monte allo 06 322 98451, approfittatene per conoscere importanti aspetti della nostra città.


SOMMARIO

 
Rubrica: scrittura libera:

VIAGGIO IN METRO
di Claudio Pinto

È una vita che viaggio in metro, proprio come te che stai leggendo. Salgo, mi siedo, (se c’è posto!), e penso a cosa mi aspetta a scuola, o a cosa devo fare durante il giorno, semmai  leggo o ripasso. Ma oggi non ho intenzione di comportarmi come sempre: voglio fermarmi a guardare ciò che ho attorno, la vita che inesorabilmente scorre, silenziosa, parallela alla mia. Dinanzi a me vi sono quattro posti liberi. Ecco che la metro si ferma. La voce annuncia: “Policlinico”. Entrano poche persone. I quattro posti ora non sono più liberi. Sulla sinistra si è appena seduto un signore piuttosto robusto di mezza età; a primo acchito sembra aver sofferto molto; traspare infatti dai suoi occhi un imperituro bisogno d’affetto. Chissà quante volte quest’uomo deve aver avuto il coraggio e la forza di volontà necessari per andare avanti, per sopravvivere nonostante tutto e tutti. La sua enorme stazza è riconducibile a quella di un tipico guerriero greco, lo immagino armato di scudo e spada, e mi viene quasi da ridere! Sembra Jean Valjean de: “I miserabili” di Hugo! Si toglie il cappello e comincia a fissare il vuoto..che strano tipo! Lo terrò d’occhio.

Oh, ora la metro si è di nuovo fermata. Sento un rumore..è caduta la borsa ad una donna seduta sulla destra, che ho visto salire prima assieme al nostro Jean Valjean. Ella s’affretta a raccoglierla, guardandosi per un attimo intorno. È una donna mussulmana, che non deve avere più di una quarantina d’anni. Indossa un singolare abito lungo di color nero ed un fazzoletto bianco che le avvolge il capo. Ha un’espressione chiusa, svanita…Provo ad immaginare quanto debba essere stato difficile per lei trasferirsi in un paese come il nostro, che molte volte dovrà esserle apparso ostile, colmo di pericoli, che si chiamano discriminazione, usi e costumi differenti, tecnologia, progresso, mentalità e concezione della vita diametralmente opposte, e chissà quante altre cose che noi non possiamo neanche lontanamente immaginare. Forse qui in Italia ha anche avuto la possibilità di trovarsi un lavoro, di vivere in pace con la sua famiglia, di far valere i suoi diritti di donna, di essere felice…anche se sembra quasi impossibile leggere una linea di serenità sul suo volto. L’espressione che ha sembra perennemente inasprita dalle insanabili differenze etico – culturali che la separano e continueranno a separarla dall’ambiente esterno. Ma vorrei tanto spiegarle che non sempre le cose stanno come sembra: c’è un mare di gente pronta a mettersi nei suoi panni, ad ascoltare e a comprendere i suoi problemi, le sue difficoltà, ad aiutarla..anche con un piccolissimo gesto d’affetto incondizionato. Anche lei, come il signore di prima, fissa l’ignoto fuori dal finestrino.

Alla sua sinistra è seduto, o meglio lo era, perché ha appena lasciato il posto ad un’anziana signora, un uomo sulla quarantina che ad occhio e croce deve essere italiano, vestito con giacca e cravatta, non molto alto e di esile corporatura. Ha l’aria di essere il classico impiegato che si alza ogni mattina alla sei, va a lavorare, e quando torna a casa, tardi, distrutto, mangia e va a dormire. È la personificazione del conformismo, della nostra civiltà e della nostra neonata cultura. Da grande non desidererei mai diventare come lui, perlomeno cercherò di evitarlo, con tutte le mie forze, non assuefacendomi alla dura realtà dei fatti, che al giorno d’oggi sembra aver preso il sopravvento.

Al fianco di questo “esemplare” personaggio, cioè alla destra del nostro energumeno amico, è seduta un’altrettanto esile ragazza sulla ventina. Veste con abiti piuttosto singolari, che sfiorano il volgare. Da quando è arrivata ha chiuso gli occhi e si è messa ad ascoltare musica rock, che fuoriesce tranquillamente dalle cuffie. Dove starà mai andando? Forse anche lei a scuola? Ah, sì, non avevo notato il suo malridotto zaino sotto il seggiolino. Sembra presa nei suoi pensieri, ma non sono neppure sicuro che stia pensando…forse è seduta lì, abbandonata al frenetico scorrere dei giorni, allo stress metropolitano, proprio come il magro signore alla sua destra. È strano, ma non riesco a leggere sui volti di chi mi è dinnanzi molte note positive, che magari vorrei far mie. La sofferenza del lottatore greco, gli occhi spenti della donna mussulmana, la freddezza del potenziale impiegato e l’abbandono della giovane fanciulla, mi inducono ulteriormente a pensar questo. La metro si sta per fermare, quando il nostro robusto signore si alza…evidentemente deve scendere…quando la vettura s’arresta definitivamente, egli s’avvia verso l’uscita, incrocia il mio sguardo, accenna ad un sorriso ed esce. Chissà, forse si sarà sentito osservato da me, o forse vedendomi si sarà ricordato di quando lui aveva la mia stessa età, di quando andava a scuola, ancora pieno di speranze ed aspettative che però la vita gli ha spazzato via, come un soffio di vento. Magari avrebbe voluto dirmi che i sogni non sempre diventano realtà, o magari mi avrebbe voluto spronare a credere nei miei ideali fino in fondo, senza mai perdere la speranza di realizzarmi, di fare un lavoro che mi piace, di condividere i miei pensieri e la mia esistenza con qualcuno, cercando di non divenire un oggetto nelle mani del conformismo, bensì ragionando con la mia testa, pur cercando di conoscere e comprendere chi ho accanto, restando me stesso, Pinto Claudio, sempre. 

Fra una decina di minuti dovrò scendere, ma non voglio lasciare questa vettura prima di aver tentato di trovare in ciascuno dei miei compagni di viaggio almeno una caratteristica positiva…e poi sappiamo tutti che l’apparenza inganna, che, per conoscere una persona veramente, occorrerebbe più d’un secolo…ma io ho dieci minuti, quindi all’opera. Di Jeal Valjean, appena sceso, prenderei la bontà e la tenacia, perché secondo me un uomo che è in grado anche solo di accennare ad un sorriso quando forse non ha più neanche un buon motivo che gli dia la forza di fare ciò, è un uomo buono dotato di una grande forza di volontà. Della donna mussulmana prenderei la capacità di essere autosufficiente. Sembra infatti non curarsi minimamente di tutto ciò che le gira attorno, chiusa nel suo mondo, nel suo “io”. Personalmente non sarei mai in grado di vivere solo, senza prendere in considerazione chi mi sta attorno, procedendo, cinico e determinato, lungo la mia strada. Dell’uomo in giacca e cravatta prenderei la capacità di adattarsi a tutto ciò che, sebbene non ci piaccia, dobbiamo senza scampo fare per sopravvivere. “The show must go on”, lo spettacolo deve andare avanti…lo spettacolo stavolta si chiama vita.

Fra due fermate devo scendere…cosa prenderei mai della ragazza, che vista così sembra quasi in ascesi? Uhm, sì, probabilmente proprio questo! La capacità di distaccarsi, quando se ne sente l’irrefrenabile bisogno, da tutto ciò che ruota attorno a noi, chiudendo gli occhi e fingendo di non vedere o sentire più nulla e nessuno, senza preoccuparsi in alcun modo di ciò che effettivamente accade.

Ecco, la prossima fermata è quella che mi chiama ad uscire, per la prima volta ho fatto qualcosa di diverso salendo in metro, ed ora mi sembra quasi di conoscere da una vita l’interminabile fiumana dei passeggeri della metropolitana. È arrivato il momento di lasciare questo foglio e questa penna che ho quasi consumato del tutto! Lancio un ultimo sguardo ai miei tre, diciamo così, “dirimpettai” rimasti, e scendo, sicuro di rivedere i loro occhi sui volti della donna – manager, del ragazzo di colore che vende CD, della ROM che suona il tamburello per avere qualche centesimo, del sorridente appuntato che torna a casa nel giorno di licenza, e così via. Esco dal tunnel e torno a vedere la luce del giorno, di un nuovo giorno. Certo è che non dimenticherò facilmente quelle quattro persone oggi “conosciute”. Da oggi in poi anche tu, lettore, guarda chi ti è seduto davanti, se non c’è nessuno guarda a destra, a sinistra, qualcuno troverai, e scrivi, scrivi, ti accorgerai che ognuno avrà un qualcosa di speciale, che ti colpirà, che resterà impresso a lungo nella tua mente, perché capirai di far parte anche tu di un’inestinguibile popolo…il popolo del metrò.

Pinto Claudio 3E

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L’Algebrica Commedia - Canto II

Di Lorenzo Beato e Daniele Romani 5E

 Così, misurati oltre l’antro primaio

 Presso l’aula, che men loco cinghia,

 che dei tardari ne manetta un paio,
 

stavvi Massa orribilmente e ringhia:

essamina le colpe nell’intrata;

giudica e tiene secondo chi avvinghia

.

Diciam che, quando l’anima mal nata

Li vien’nanzi, confessa tutte volte

Inquieta, sicché sentenza vien stilata

 

Sempre dinanzi a lui ne stanno molte:

vanno a vicenda ciascun al giudizio,

dicono, odono e poi sono ritolte.

 

Lasciato lo passo via da quel supplizio

Seguimmo per lo labirinto d’aria afflitta,

udendo passi e mugugni di chi vizio

 

pecca di gola, vedemmo moltitudine fitta

calcata presso’l trogolo onde virtù è persa.

Quando monstrum subito marmaglia azzitta;

 

Isidor, fiera crudele e diversa,

a tre gole caninamente latra

sovra la gente che quivi è sommersa.

 

Li occhi vermigli, la barba guenta e atra

e’l ventre largo, e unghiate mani;

graffia li spirti e scuote e sbrata.

 

Sparta la ressa come randagi cani

al silenzio giunse’l campo or rado.

E lo duca additando la fuga tra i vani,

 

invitocci seguitar l’eletto guado;

toccando per gradoni sdruccioli

e ampi accessi ove si salia di grado;

 

giunti infine presso sicuri moli,

Leonardo dell’andro ci risolse:

<Qui dipresso loggiano i pigri e soli

 

sotto una guida che mai sollevolse

dal trono, divanti’l suo calcolatore

che strilla e morde le anime che colse>.

 

A pensar bene, non fu  stupore

intender parlar dell’uman’indolenzia

al mondo tinto già pria del colore;

 

e la veduta di cotanta inerzia

torcevan le coscienze d’ambo spettatori,

che protetto’l piglio fuggimmo la persistenzia

 

di quel loco, drizzati or per’altri dolori.


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Cronaca romana:

Tierra Caliente: una notte da Chicago

Nello Capratini, 21 anni, é stato ucciso da due 30enni per difendere la sorella

 Quel sabato, come tutti gli altri, c' era il pienone al Tierra Caliente. Sembrava un normale sabato sera ma poi si è trasformato in una tragedia da Chicago Anni '30. Un ragazzo, Nello Capratini 21 anni, è stato ucciso da due trentenni, di Torre Angela, con due colpi di pistola alla schiena. La tragedia è stata innescata da una rissa avvenuta nella discoteca. Dopo che un tizio aveva puntato un coltello contro la sorella di Nello e molestato una ragazza della sua comitiva il ragazzo aveva reagito picchiandolo con pugni e calci. L' atmosfera si era surriscaldata ed era scoppiata la rissa, tanto violenta da chiamare i carabinieri. Al loro arrivo hanno trovato un' atmosfera rovente ma gli altri protagonisti della scazzottata erano già scappati, dopo aver impartito delle minacce del tipo "io ti ammazzo" e "vi spariamo in bocca". All' uscita della discoteca è scattato l' agguato. L' auto di Nello è stata inseguita fino alla Magliana dove ha…….

avuto inizio la sparatoria. Nello è stato colpito alla schiena, suo fratello, Patrizio è stato colpito ad una gamba. Gli assassini sono stati poi identificati i poche ore: la polizia nel pomeriggio aveva già nomi cognomi e indirizzi. E' l' epilogo allucinante di una notte da Chicago. 

Laura Taddeo 2F

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LE MILLE FACCE DEL CAFFÈ

La storia del caffè ha inizio molti secoli fa, quando nel 675 d.C., secondo diverse ipotesi, in alcune zone vicino al Mar Rosso ne si inizia la coltivazione.

Ed ecco che il popolo europeo comincia ad apprezzare questa bevanda, tanto da spingere gli olandesi a installare alcune piantagioni di caffè nelle proprie colonie. Lo scorrere dei secoli muta sempre più il gusto e l’amore che la gente prova a sorseggiare un buon caffè caldo avvicinando la tazza alla bocca. Pensate che Johann Sebastian Bach n’era talmente preso da dedicargli addirittura una cantata. E questo anche perché in quegl’anni se ne voleva proibire l’uso alle donne, pensando che potesse portare alla sterilità. Ma la massa femminile non avrebbe rinunciato ad una tazza di caffè per nulla al mondo e, più solidale che mai, il celebre musicista le appoggiò. La sua cantata – su testo di Picander – riporta alcune parole che a noi, oggigiorno, fanno sorridere… « Toglieteci piuttosto il pane… ma non il caffè, il cui gusto è più piacevole di cento baci!». E dopo tante proteste finalmente le donne, in compagnia di Bach, poterono sorseggiare un caffè… in dolce compagnia; magari ascoltando la cantata che il grande musicista aveva loro dedicato!

Ma le curiosità sul caffè non finiscono qui! Avete presente il linguaggio JAVA? È uno dei linguaggi di programmazione più usati, in quanto adatto per applicazioni di varia natura e soprattutto perché può “girare” su qualsiasi piattaforma di sistema operativo e consente la distribuzione ed esecuzione di programmi attraverso internet. Ebbene, pensate che ha come logo una tazzina fumante di caffè! E questo perché inizialmente questo sistema si sarebbe dovuto chiamare Oak. Questo marchio era però già utilizzato e occorreva un nuovo nome: la “leggenda” dice che fu scelto Java, che in slang americano vuol dire "tazza di caffè”, perché durante uno dei primi incontri tra gli ideatori del sistema, sia caduto proprio del caffè sui fogli su cui stavano lavorando, ed... ecco il nome per il nuovo linguaggio: Java!

Vi voglio proporre la ricetta di un dolce che a me piace molto e che ha come elemento base il caffè. Il tiramisù!

Ingredienti: 2 uova grandi, 6 cucchiai (da tavola) di zucchero, 250 gr di mascarpone, 6 tazze di caffè, 40 biscotti savoiardi,  cacao in polvere.

Preparazione: Separate i tuorli dagli albumi.  Montate a neve i soli albumi con l’aiuto di fruste elettriche o con frullino a mano. 

Mettete  in una terrina i tuorli e lo zucchero e montateli a crema finché saranno spumosi; in seguito unite gli albumi e lavorateli insieme.

Aggiungete il mascarpone e mescolate il tutto, ottenendo una crema soffice.

Mettete il caffè raffreddato in un piatto e zuccheratelo leggermente.

Prendete una pirofila di vetro a sponde alte, immergete rapidamente un savoiardo alla volta nel caffè e sistemate così inzuppati 20 savoiardi sulla base della pirofila – sopra spargetevi metà della crema di mascarpone.

Sistemate un altro strato di 20 savoiardi imbevuti di caffè e ancora la rimanente crema di mascarpone.  Alla fine una spolverata abbondante di cacao in polvere. Conservate in frigo per almeno tre  ore… e buon appetito!

Un particolare ringraziamento alla prof.ssa Lanzillotta per la collaborazione. Non perdete la storia del cacao nel prossimo numero… a presto!

Gianluca Amatori 2A

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 Lo sport:

Nuoto che passione…

Alessia Bigi: intervista ad una campionessa del nostro Liceo

 Ciao siamo due ragazze della 2°f, Daniela e Chiara; questa è la prima volta che ci capita di intervenire sul giornalino della scuola e avendo iniziato un progetto sul giornalismo, ci sembrava opportuno scrivere un articolo ( o almeno provarci! ), su un argomento che ci ha sempre appassionato: lo SPORT!

Considerando che nella nostra classe, c’è  Alessia Bigi  che fa parte della nazionale di nuoto sincronizzato, abbiamo deciso di coinvolgerla in un’ intervista……!      (segue a pag.15)

 

CIAO ALESSIA, DA QUANTI ANNI PRATICHI QUESTO SPORT?

“ A tre anni ho iniziato a nuotare e a sei ho iniziato nuoto sincronizzato”.

IN CHE CONSISTE QUESTO SPORT? SPIEGACI MEGLIO.

“ Si eseguono in acqua coreografie con braccia e gambe, mentre l’altra metà del corpo è impegnata a spingere per rimanere in superficie. Esistono principalmente due tipi di gare: gli obbligatori senza musica che vanno eseguiti singolarmente davanti a 5 giudici indossando costumi neri e cuffie bianche  (senza alcun segno di riconoscimento in modo da non condizionarli); i programmi tecnici e liberi invece, con la musica possono essere svolti in squadra (da 4 a 8 persone) , in doppio o in singolo e prevedono costumi e trucchi coreografici ed appariscenti. La durata dell’esibizioni dipende dalla categoria a cui si appartiene e dal tipo di esercizio.

 QUALI SONO LE TUE ESPERIENZE AGONISTICHE IN NAZIONALE?

“ Al termine della stagione sportiva 2001-2002, si sono sommati i punteggi ottenuti dalle varie atlete nei campionati nazionali invernali e estivi; le prime dieci hanno composto la NAZIONALE ITALIANA CATEGORIA RAGAZZE, nella manifestazione internazionale di COPPA CO.ME.N ( CONFEDERAZIONE MEDITERRANEA DI NUOTO ) che si è svolta a San Marino, alla quale l’anno scorso hanno partecipato 19 nazioni. Al termine del campionato estivo, dopo 2 settimane di vacanza, ci siamo ritirate in allenamento collegiale una settimana prima di partire per San Marino. A San Marino abbiamo vinto la MEDAGLI D’ORO in tutte le specialità superando nazioni che si erano allenate molto più di noi.

QUANTE ORE TI ALLENI AL GIORNO?

“ 3 o 4 ore tutti i giorni “

STUDIO E SPORT: COME SI CONCILIANO?

“ Finora senza problemi anche se studiare dopo l’allenamento è molto stancante!!”

RIMANE TEMPO LIBERO?

“ Poco! Qualche volta il fine settimana cerco di uscire o comunque di distrarmi.”

Perché è IMPORTANTE PER TE QUESTO SPORT?

“ Perché mi da continue soddisfazioni e mi permette di distrarmi completamente dopo l’impegno scolastico. Inoltre non saprei proprio vedermi senza costume e tappanaso!!”

QUALE OBIETTIVI VORRESTI RAGGIUNGERE?

“ Gli europei di Andorra!”

COSA TI DA’ A LIVELLO CARATTERIALE?
” Mi invoglia a cercare di migliorare sempre di più, ma anche, come tutti gli sport, mi insegna a saper perdere!”

Daniela D’Antonio-Chiara Demurtas 2F


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Biblionotizie
a cura di leonardo ciocca

Giornalismo a scuola/scuola di giornalismo

Proseguono gli incontro nell’ambito del progetto che vede coinvolte le classi 1°, 2F, 3B e alcuni studenti della 2D. Il 4 febbraio si è tenuto in Biblioteca quello con la giornalista Carla Loreti che ha parlato della radiocronaca sportiva. L’esposizione è stata arricchita e resa più vivace da diapositive e brevi registrazioni di radiocronache calcistiche confrontate tra loro.

Il pomeriggio del 22 gennaio si è invece svolta la riunione di redazione che ha visto oltre la presenza di Gianluca e Claudio, una folta rappresentanza della 2F.

  Scarabook2

Il 4 febbraio, nell’ambito dell’apertura pomeridiana della Biblioteca, si è svolto il primo incontro previsto quest’anno di Scarabook, il laboratorio di pittura libera della Biblioteca. Si registra l’entusiastica partecipazione di Marina, Martina e Flaviana, oltre a quella dei veterani Lorenzo e Daniele.

Le tre ragazze si stanno dedicando alla realizzazione del manifesto “Scarabook2” e c’è il progetto, tra gli altri, di elaborare un fumetto. Lorenzo e Daniele hanno invece prodotto un altorilievo utilizzando colla e materiale di scarto (soprattutto carta straccia), lavorando all’idea di una pittura materica, “informale” (un po’ alla Burri…), al confine con la scultura.

I prossimi appuntamenti previsti sono il 5 marzo e il 2 aprile.

 

Libri donati

Cataloghi d’arte  (gentile dono del prof. Adriano Di Giacomo)

v      Tracciati mentali, Roma, studio arte fuori centro, dal 3 al 20 dicembre 2002 opere di Mario Maria Bianchi, a cura di Carlo Fabrizio Carli

v      Sedimentazioni, opere di Antonio Mementi, a cura di Loredana Rea, Roma, studio arte fuori centro, 7-24 gennaio 2003

v      Ezio Gribaudo. Logogrifi 1960-1998, 24 giugno-30 luglio 1998, Zonca & Zonca, Milano, 1998

v      Natura altrove. Paesaggi e nature morte contemporanei, Galleria Giulia, 12 dicembre 2001-19 gennaio 2002

v      Roma contemporanea. Repertorio delle mostre d’arte contemporanea 1999-2001, Roma, Edizioni Joyce & co., 2002

v      Elisabetta Diamanti. Passaggi, Roma, 31/10/02 –16/11/02, Libro galleria “al ferro di cavallo”

 

Storia e società:

v      Dal liceo ad Auschwitz, Lettere di Louis Jacobson, Roma, L’Unità, 1996 (gentile dono prof. Arcangelo Marras)

v      RIZZI FRANCO, La coccarda e le campane. Comunità rurali e Repubblica Romana nel Lazio (1848-1849), Milano, Franco Angeli, 1988

v      Lingua e testo letterario. Seminario di formazione per docenti, Pisa, Liceo Scientifico Statale “Filippo Buonarroti”, 1999

v      Lezioni sul secondo dopoguerra (1945-1960), Roma, Gangemi, 1994

v      ISRAEL-NASTASI, Scienza e razza nell’Italia fascista, Bologna, Il Mulino, 1998 (Gentile dono del  prof. Roberto Centola)

v      Il liceo scientifico alle soglie del terzo millennio: tra tradizione e innovazione, Pisa,Liceo Scientifico Statale “Filippo Buonarroti”, 2001

v      Immigrazione. Dossier statistico 2001, Caritas, Rom, Ediz. Nuova Anterem, 2002

v      La guerra del terrore, I Quaderni speciali di Limes, Gruppo Editoriale L’Espresso, suppl. al n. 4/2001  (gentile dono prof. Giovanni Pagliarulo)

Cinema:

v      Rosaria Grazia Domenella, La coda dell’occhio. Cinema e percezione visiva, Estratto da “Raccolta di scritti in memoria di Antonio Villani”, Napoli, Istituto Suor Orsolo Benincasa, 2002 (gentile dono prof.ssa Domenella)

v      Dodicesimo festival del cinema africano 15-21 marzo 2002, Milano, Il castoro, 2002, (gentile dono prof. Giovanni Pagliarulo)

 

Narrativa

v      MONTALBAN, La solitudine del manager, Milano, Feltrinelli, 1993 (gentile dono prof. Arcangelo Marras)

v      HAMMET, L’uomo ombra, Milano, Ugo Guanda, 1992 [ristampa 2002], (gentile dono prof. ArcangeloMarras)

Scienza

(gentile dono prof.ssa Francesca Marasini)

v      Geografie. Un mondo e le sue rappresentazioni,Roma, Euroma, [1995]

v      M. ABBIATI, Manifesto del movimento reticolare, Roma, MUSIS, 1996

v      Le proprietà dei metalli, Roma, Liceo Scientifico Statale “Nomentano”, 1999

  I Libri acquistati sono arrivati quasi tutti, ma per mancanza di spazio verranno segnalati nel numero di maggio.


Calendario delle attività  Pomeridiane della Biblioteca

- Riunione della redazione Biblio.major : sono invitati tutti gli interessati a partecipare attivamente al giornale della biblioteca.

Date : 22 gennaio / 9 aprile (un’altra data da scegliere a marzo o maggio)

- Scarabook: laboratorio di pittura libera in Biblioteca.

5 febbraio / 5 marzo/ 2 aprile. A Maggio è prevista una mostra dei lavori realizzati.

- Pomeriggio in 50 righe: laboratorio di scrittura libera . Si produrranno dei testi con tecniche di scrittura creativa. Gli elaborati verranno pubblicati su Biblio.major

Date: 26 febbraio/ 16 aprile/ 6 maggio.

- Caffè LetTe’rario: Laboratorio di lettura in cui ciascun partecipante leggerà ad alta voce dei brani (scelti tra quelli che più l’ hanno colpito/a nelle letture personali di libri, giornali, riviste etc.) agli altri intervenuti. Il tutto sorseggiando un Te caldo!

Date: 19 febbraio/19 marzo / 21maggio

- BiblioFesta: mercoledì 4 giugno: “Festa dei lettori” premiazione del miglior “Scarabocchio” o Quadro di Scarabook, del miglior testo di “Pomeriggio in 50 righe” e, soprattutto, del “Lettore dell’anno!”



Cineforum di Italiano

 

Calendario delle proiezioni:

 

Matrix                                                    lunedì 17 febbraio

Una giornata particolare                    venerdì 21 febbraio

Roma città aperta                                venerdì 28 febbraio

Accattone                                             venerdì 7 marzo

La dolce vita                                        lunedì 10 marzo

Roma                                                     venerdì 14 marzo

Il più bel giorno della mia vita           venerdì 21 marzo

Manhattan                                            lunedì 24 marzo

Mrs Dalloway                                        venerdì 28  marzo

Salam Bombay                                     venerdì 4 aprile

 

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