XXXXXXX, 08/09/2002.

Spett.li Sigg.

ASSESSORE ALLA SANITA’
DELLA REGIONE MARCHE
Dott. Melappioni Augusto

Via XXXXXXXXXX, Y
CCCCC AAAAAAA PP

DIRETTORE GENERALE
AZIENDA SANITARIA
LOCALE
Dott. Aprile Antonio

Via XXXXXXXXXXX, YYY

CCCCC AAAAAAAA PP

Raccomandata A.R.
Anticipata via Fax al 123456789
e al 123456789


OGGETTO: Fausto Paesani e Servizi Sociali del Consultorio Familiare della mia città.


Spett.le Assessore alla Sanità della Regione Marche, Dott. Melappioni Augusto e Direttore Generale della ASL, Dott. Aprile Antonio, la presente per portarVi a conoscenza della mia situazione familiare, nonché dell’operato degli Assistenti Sociali del Consultorio Familiare della mia città, supportata dalla documentazione redatta dai Vostri Assistenti Sociali e dai provvedimenti adottati dai Giudici del Tribunale Civile di Ancona e del Tribunale per i Minorenni delle Marche.

Per motivi di riservatezza ho ritenuto opportuno occultare i nominativi coinvolti nella mia situazione.

L’odissea inizia intorno ai primi mesi del 2001, quando il Tribunale per i Minorenni delle Marche, a seguito della mia denuncia di situazioni particolari che stavano accadendo in casa mia ordina, giustamente, di affiancare a me e a mia moglie, gli Assistenti Sociali del Consultorio Familiare della mia città, per salvaguardare la sana crescita psico-fisica di nostro figlio che allora aveva soltanto 3 anni (doc. O-1).

Tale compito veniva dapprima affidato all’Assistente Sociale Sig.na XXX la quale, dopo averci visitato a casa, redige una prima relazione il 07/06/2001 (doc. R-1).

Nel frattempo mia moglie chiede la separazione giudiziale al Tribunale Ordinario di Ancona e viene fissata l’udienza per il 1° Ottobre 2001.

A quella data il Presidente del Tribunale Civile, Dott. Frisina Antonio, persona di grande competenza ed esperienza, emette propria ordinanza con la quale dispone che mio figlio venga a me affidato “con facoltà per la madre di vederlo e starci insieme previe intese, con il padre e con il personale del Consultorio Familiare della città di XXXXX che attualmente segue lo sviluppo” (doc. O-2).

Alla luce dei suddetti provvedimenti, mi reco puntualmente a tutti i colloqui che l’Assistente Sociale mi richiede, inoltre invio alla stessa, mie missive scritte per informarla di come sta procedendo la mia situazione, con lo scopo di poter trovare eventuali soluzioni (doc. M-1; M-2; M-3).

L’Assistente Sociale Sig.na XXX, redige un’altra relazione il 22/08/2001 (doc. R-2).

Successivamente, per motivi strettamente legati all’organizzazione del Consultorio Familiare della mia città, l’Assistente Sociale Sig.na XXX, viene sostituita da un’altra Assistente Sociale, la Sig.ra YYY, la quale deve iniziare nuovamente a conoscere la mia particolare situazione.

In questo intento viene affiancata dalla Psicologa Clinica Dott.ssa ZZZ, che ho avuto modo di conoscere proprio nel Novembre 2001 in occasione della presentazione della nuova Assistente Sociale.

In questa occasione, entrambe hanno redatto la relazione del 07/11/2001 (doc. R-3) nella quale, a mio modesto parere, non è stata minimamente osservata un’equità di trattamento tra me e mia moglie, atteso che a me, padre affidatario, vengono dedicate la quasi totalità delle pagine redatte, tutte con giudizi particolarmente negativi, a mia moglie invece vengono dedicate soltanto cinque righe di testo.

Come si può vedere confrontando le altre precedenti relazioni, redatte dalla Sig.na XXX, dove i giudizi erano alquanto imparziali, da questo momento in poi inizia un susseguirsi d’imparzialità di giudizio, fondate esclusivamente in pochissime domande poste in altrettanto pochissimi minuti di colloquio.

Infatti i colloqui ai quali sia io che mio figlio partecipavamo, duravano circa 30÷40 minuti divisi in due (me e mio figlio), durante i quali giocavamo insieme, come facevamo sempre a casa.

Dopo la suddetta relazione, il Tribunale per i Minorenni delle Marche, in data 20/12/2001, emette un’altra ordinanza (doc. O-3), nella quale stabilisce che mia moglie poteva vedere nostro figlio per tre pomeriggi la settimana e, a settimane alterne, tenere nostro figlio per il fine settimana.

Inutile dire che io ho rispettato sempre l’ordinanza del Tribunale per i Minorenni, senza mai assolutamente creare difficoltà, né a mia moglie né alle Assistenti Sociali.

Inoltre, come se non bastasse, dal mese di Aprile 2002 è cambiata di nuovo l’Assistente Sociale, che attualmente è la Sig.na HHH, che ho avuto modo di conoscere soltanto il 26 Agosto 2002, perché nessuno degli addetti ai Servizi Sociali mi aveva più chiamato a colloquio, fino a quel momento.

Nel frattempo le mie missive scritte alle Assistenti Sociali (doc. M-4; M-5) restavano sempre prive di riscontro, oltre che ignorate dalle stesse, e nella loro ulteriore relazione del 26/02/2002 (doc. R-4), hanno sostanzialmente affermato che non vi era alcuna disponibilità da parte mia ad una mediazione familiare, nonostante le mie affermazioni verbali e le mie innumerevoli missive atte a cercare dei punti di sostegno verso la particolare situazione familiare, chiedendo in alcuni casi anche alcuni ragguagli (doc. M-6), ma sempre senza ricevere alcuna risposta in nessuna forma, né verbale né tanto meno scritta.

Da questo momento in poi, dato che le Assistenti Sociali si erano sempre rifiutate di consegnarmi una copia delle loro relazioni, trattandosi di valutazioni sulla mia persona redatte da una pubblica istituzione, ho richiesto l’intervento della Autorità Garante dei Dati Personali, la quale con proprio provvedimento del 03/05/2002 (doc. O-6), ha disposto che le stesse mi venissero consegnate, ma ciò non è mai stato fatto, tanto che il Garante con missiva del 28/08/2002 (doc. O-7) ha chiesto chiarimenti in merito.

E’ mio dovere rappresentare che lo stesso Coordinatore del Consultorio Familiare della mia città, Dott. JJJ, ha inviato una sua relazione al Tribunale Civile di Ancona in data 28/02/2002 (doc. R-5), chiedendo allo stesso di non fornire a noi genitori le relazioni che loro redigevano, ma anzi di secretarle, ma lo stesso Tribunale Civile di Ancona ha risposto negativamente a tale richiesta.

Dopo questa data non sono più stato chiamato a nessun colloquio con le Assistenti Sociali, rimanendo in attesa di un loro intervento per iniziare la mediazione familiare, nonostante fosse stata ordinata dal Tribunale per i Minorenni delle Marche diversi mesi prima.

Purtroppo in data 10/06/2002 è intervenuto il Tribunale Civile di Ancona ed il Giudice Dott.ssa Di Silvestro Clelia, ha emesso l’ordinanza del 10/06/2002 (doc. O-4), attraverso la quale mi ha tolto il piccolo, affidandolo ai Servizi Sociali della ASL, con obbligo di permanenza a casa della madre, proibendomi anche qualsiasi contatto telefonico, in quanto non dovevo assolutamente comunicare con mia moglie o con i suoi familiari, in alcun modo, ordinando addirittura che, per garantire il mio diritto di visita, il nostro piccolo doveva essere portato da casa della madre a quella mia con tanto di pulmino bianco dei Servizi Sociali della mia città.

Per mio conto mi sono sempre attenuto anche a quest’ultima ordinanza del Tribunale Civile di Ancona, ma ho continuato le mie missive scritte alle Assistenti Sociali del Consultorio Familiare della mia città, sempre rimaste prive di riscontro (doc. M-7; M-8; M-9; M-10; M-11; M-12; M-13; M-14; M-15; M-16; M-17; M-18; M-19; M-20; M-21; M-22; M-23; M-24), segnalando particolari situazioni in cui ora si trova mio figlio di soli 5 anni ed altre da lui personalmente e spontaneamente riferite.

Purtroppo anche questa volta, nessuna Assistente Sociale mi ha degnato di una considerazione.

Recentemente, in ottemperanza all’ordinanza del Tribunale Civile di Ancona (doc. O-4) e dopo comunicazione del Consultorio Familiare della mia città, mi sono immediatamente recato al Centro di Mediazione Familiare del Distretto Centro della A.S.L., presieduto dal Dr. AAAA, con il quale ho avuto un colloquio il 31/07/2002 (doc. M-16), dimostrando sempre la mia fattiva collaborazione con i Servizi Sociali.

Mio figlio, agli inizi di Luglio 2002 mi ha riferito che aveva sentito discorsi fatti dalla madre, al riguardo di un cambiamento a Settembre di scuola (doc. M-9).

Cambiamento che, purtroppo, fino al 05/09/2002 ritenevo impensabile ed improbabile, invece proprio in questa data ho appreso che mio figlio era già stato tolto dal mio nucleo familiare nell’anagrafe comunale, a mia totale insaputa.

Allo scopo di chiedere spiegazioni alle Assistenti Sociali, il mio legale ha spedito una missiva agli Assistenti Sociali del Consultorio Familiare della mia città (doc. M-23) ed io stesso ho contattato telefonicamente la Psicologa Clinica Dott.ssa YYY, la quale oltre a non fornirmi nessuna spiegazione, mi ha confermato che mio figlio aveva cambiato la residenza due mesi prima e mi ha riferito che per il prossimo inizio dell’anno scolastico, gli Assistenti Sociali, avevano già disposto per il cambio di scuola: tutto, ripeto, totalmente a mia insaputa.

La Psicologa Clinica Dott.ssa YYY mi ha anche chiuso la comunicazione telefonica, con estrema scortesia dicendomi anche “ se avevo qualcosa in contrario dovevo soltanto protestare”.

Immediatamente ho dovuto mandare una mia missiva per fax (doc. M-24) alla Psicologa Clinica Dott.ssa YYY in quanto, come lei stessa mi ha confermato telefonicamente, era al corrente di tutto, ma a me non ha mai informato di nulla.

In merito al cambiamento di scuola, trovo che sia una decisione particolarmente criticabile ed immotivata infatti, come testimoniano le due Insegnanti di Scuola Materna a tempo pieno della mia città, scuola che mio figlio frequenta da due anni, il piccolo si trova molto ben inserito, ha tutti i suoi amichetti, ha un comportamento scolastico ineccepibile, dimostrando una notevole capacità di apprendimento, una disponibilità innata alla collaborazione con i coetanei e le insegnanti ed un comportamento socievole, addirittura i genitori degli altri bimbi mi chiamavano a casa per sapere se potevano farlo iscrivere alle Scuole Elementari insieme ai loro figli, in quanto ha un carattere ed un’intelligenza non comuni per la sua età, ed io ero sempre pronto alla collaborazione (doc. R-6).

Preciso che quando mio figlio aveva riferito, agli inizi di Luglio 2002, riguardo a discorsi fatti dalla madre in relazione al cambiamento di scuola, io avevo chiesto in forma scritta e verbale, alla Psicologa Clinica Dott.ssa YYY, se quelle affermazioni fatte spontaneamente dal piccolo perché sentite da qualcuno, fossero veritiere, la stessa non mi ha minimamente degnato di una risposta, dicendomi soltanto che ora erano loro Assistenti Sociali, gli affidatari del piccolo (doc. M-9) (si tenga ben presente che nessun Tribunale ha mai decretato la decadenza della mia potestà genitoriale).

Inoltre con mie missive scritte (doc. M –17; M-19; M-20; M-21), facevo presente alle Assistenti Sociali del Consultorio Familiare della mia città, alcune situazioni di disinteresse alla salute di mio figlio, nelle quali si trova ora, suffragate anche da certificati medici allegati, ed esigenze personali avanzate dal piccolo, con relativi documenti allegati, ma anche a queste non c’è stata mai nessuna considerazione da parte delle Assistenti Sociali, né tanto meno una seppur minima risposta alla mie missive.

Egr. Sigg. Dirigenti, permettetemi uno sfogo:
come potete notare dall’ampia documentazione scritta allegata, tutta acquisita dai documenti depositati agli atti nel procedimento di separazione giudiziale in atto al Tribunale Civile di Ancona, la mia situazione familiare necessita di costante e approfondito interessamento da parte dei Servizi Sociali, tenuto conto della presenza di un minore.

Invece ho assistito a relazioni discriminanti, alla più assoluta mancanza di tatto e di rispetto, soprattutto per mio figlio, della cui situazione non vi è stato alcun interessamento, tanto che non sono mai state interpellate neppure le Insegnanti della Scuola Materna della mia città, le uniche a contatto con mio figlio per ben otto ore al giorno e chi meglio di loro, era in grado di capire se il piccolo aveva dei problemi ?!

Noi tutti utilizzando la nostra normale intelligenza, senza avere la laurea in psicologia, siamo in grado di capire che se un bimbo sta male nell’ambiente familiare o, come nel nostro caso, e a detta delle Assistenti Sociali “viveva male la separazione”, non avrebbe mai avuto i risultati scolastici e la tranquillità con gli altri suoi coetanei, testimoniati in forma scritta dalle Insegnanti della Scuola Materna della mia città (doc. R-6).

Sempre nella nostra umile forma mentale, tutti noi possiamo capire che quando vengono trattate queste particolari situazioni, ovvero la vita ed il futuro di un bimbo, il compito dei Servizi Sociali è di aiutare, e non di affossare, chi si trova in quelle particolari situazioni.

Tanto più quando non ci sono effettive problematiche che riguardano i piccoli.

Il compito delle istituzioni Sociali, è di salvaguardare la salute dei deboli, e nel mio caso, forse qualcuno non ha ancora ben chiaro chi sia il debole: mio figlio è il debole.

Facendo relazioni discriminanti, non si salvaguarda la salute del piccolo.

Facendo in maniera che cambi scuola, non si salvaguarda la salute del piccolo, anzi gli si dà un’ulteriore mazzata psicologica e lo si costringe a stare lontano da quelli che lui si era scelto come amici coetanei e dei quali si fidava.

Non rispondendo mai alle richieste di considerazione che io ho inviato, in quanto genitore di mio figlio, non si salvaguarda la salute del piccolo.

Basandosi soltanto su pochissimi minuti di colloquio, ogni tre mesi, non si salvaguarda la salute del piccolo.

Certamente è più facile togliere che aiutare, ma non bisogna dimenticare che ognuno di noi, quando ha scelto il proprio lavoro, deve essere coerente alla propria professione, e deve agire con Professionalità, Scienza e Coscienza.

Questo a maggior ragione quando si tratta di un Servizio Sociale, che come dice la parola stessa, è un Servizio per la Collettività.

Egr. Sigg. Dirigenti, dopo l’ultima ordinanza che il Giudice Dott.ssa Di Silvestro Clelia ha emesso, e che io ho sempre rispettato, il Servizio Sociale della ASL era stato incaricato di accompagnare mio figlio, con proprio personale e propri mezzi, nel tragitto tra la casa di mia moglie e quella mia (doc. O-4).

Dopo varie missive degli Assistenti Sociali del Consultorio Familiare della mia città al Giudice, gli stessi hanno scaricato su di me il compito materiale ed economico, di prelevare mio figlio con la mia auto, in quanto non erano in grado di farlo perché non disponevano né di mezzi, né di personale adeguato altrimenti, secondo le Assistenti Sociali, avrei dovuto rinunciare al mio diritto di visita (doc.O-8).

Al riguardo preciso che dispongo solo del mio stipendio di dipendente comunale, di € 850 mensili, e che dopo l’ultima ordinanza del Giudice (doc. O-4), addirittura contribuisco al mantenimento di mio figlio e di mia moglie con € 350 mensili e, a causa del disservizio dei Servizi Sociali, debbo anche mettere a disposizione degli stessi la mia auto, la mia benzina, la mia vita, quella di mio figlio ed il poco tempo a noi destinato per stare insieme, decurtato pure del tempo di viaggio, tutto questo lo faccio per l’amore che ho per mio figlio e…“a causa delle relazioni fatte dalle Assistenti Sociali del Consultorio Familiare della mia città, seguendo criteri e metodiche che spero siano in grado di giustificare all’opinione pubblica”.

Con la presente chiedo a Voi Sigg. Responsabili, Dirigenti e Amministratori della Azienda Sanitaria Locale, un intervento personale nei confronti degli Assistenti Sociali del Consultorio Familiare della mia città ed un interessamento vostro personale alla mia situazione, in particolare al fine di scongiurare un eventuale cambiamento dell’ambiente scolastico di mio figlio, in nome della sua sana crescita psicofisica.

Non permettete che un piccolo di soli cinque anni venga giocato come una pallina da ping-pong e intervenite all’interno della vostra organizzazione, al fine di scongiurare altri atteggiamenti di leggerezza nel redigere relazioni, le quali come nel mio caso, incidono così profondamente nel futuro di un bimbo, soprattutto nel caso in cui non vi sono effettive problematiche sociali.

Certo in un Vostro cortese interessamento, sempre disponibile per eventuali chiarimenti e per qualsiasi colloquio, nel supremo interesse della salute psico-fisica di mio figlio, porgo i miei più
Distinti Saluti.

PAESANI FAUSTO

INUTILE DIRE CHE LE ABBIAMO VISTE DI TUTTI I COLORI:

L'ASSESSORE AI SERVIZI SOCIALI HA SCARICATO IL BARILE SUL DIRETTORE GENERALE DELLA A.S.L.;

IL DIRETTORE GENERALE DELLA A.S.L. HA INCARICATO UN'ASSISTENTE SOCIALE A CHIEDERE RAGGUAGLI AL RESPONSABILE DEL CONSULTORIO FAMILIARE DELLA MIA CITTA';

IL RESPONSABILE E LE ASSISTENTI SOCIALI DEL CONSULTORIO FAMILIARE DELLA MIA CITTA' HANNO DICHIARATO CHE STAVANO SEGUENDO UNA BEN PRECISA METODICA;

L'ASSISTENTE SOCIALE INCARICATA DAL DIRETTORE GENERALE DELLA A.S.L. MI HA SCRITTO DICHIARANDO CHE IL CONSULTORIO FAMILIARE ED IL PERSONALE AD ESSO COLLEGATO STAVANO FACENDO IL MEGLIO PER MIO FIGLIO !!!!

MIO FIGLIO E' STATO STRAPPATO DALLA SCUOLA CHE GIA' FREQUENTAVA DA ORMAI DUE ANNI E PORTATO IN UN ISTITUTO PRIVATO, GESTITO DA SUORE, CHE COSTAVA IL DOPPIO DI QUELLO STATALE CHE FREQUENTAVA (TANTO ALLA FINE HO DOVUTO PAGARE SEMPRE IO);

 

PER ME E PER MIO FIGLIO DOPO TRE ANNI NON E' CAMBIATO NULLA:

LE ASSISTENTI SOCIALI, HANNO CONTINUATO A REDIGERE RELAZIONI NEGATIVE SU DI ME E AD INVIARLE AL TRIBUNALE PER I MINORENNI, MA SENZA MAI PIU' CHIAMARMI AD ALCUN COLLOQUIO !!!

COLMO DEI COLMI: DOPO UNA C.T.U. ORDINATA DAL TRIBUNALE CIVILE SI E' APPURATO CHE MIO FIGLIO MI CERCAVA TANTISSIMO ED AVEVA UN PARTICOLARE ATTACCAMENTO A ME, TANTO CHE LO STESSO PSICHIATRA DEL TRIBUNALE CIVILE HA SCRITTO CHE SI DOVEVA ASSOLUTAMENTE APPLICARE "ALMENO" L'AFFIDAMENTO CONDIVISO E, NELLO STESSO TEMPO, HA DETERMINATO QUALI DOVEVANO ESSERE I REGIMI DI VISITA, STABILENDO CHE IL BAMBINO DOVEVA VEDERMI A GIORNI ALTERNI AL FINE DI PRESERVARE LA SUA SANA CRESCITA PSICO-FISICA!!! (doc. C.T.U.)

COME GIUDICATE VOI LE AZIONI E LA COMPETENZA DI QUESTI DIPENDENTI PUBBLICI ?

SECONDO VOI E' GIUSTO CHE LA LEGGE NON LI FACCIA PAGARE PER I LORO ERRORI E LE LORO LEGGEREZZE?

SE LA PROSSIMA RELAZIONE CHE LE ASSISTENTI SOCIALI CONSEGNERANNO AL TRIBUNALE PER I MINORENNI CONTERRA' ULTERIORI FALSITA' SU DI ME E SU MIO FIGLIO TIRERO' FUORI IL BATMAN CHE E' IN ME!!