NAZIONALE VENEZIA PADOVA TREVISO UDINE VICENZA-BASSANO
NORDEST MESTRE ROVIGO BELLUNO PORDENONE OGNISPORT
Prima Pagina
Formato Grafico
Edizione odierna
Prima Pagina
Lettere
L’agenda
Pordenone
Primo Piano
Provincia
Spettacoli
Sport
Udine
Archivio arretrati
Ricerca Online
Richiedi numeri arretrati
Rubriche
Meteo
RPQ
Cerca Casa
Cinema
Traffico
Oroscopo
Bioritmi
Informazioni
Il Gazzettino oggi
La storia
Le redazioni
La pubblicita'
Abbonamenti
Attività Promozionali
Prodotti Editoriali
Google
Martedì, 31 Agosto 2004

 
UDINE
Comparto unico:
quale ...

Famiglie indigenti e affidamenti

Lo "strano" degli affidi dei figli di famiglie indigenti agli istituti di accoglienza. Occorre innanzitutto precisare che, a seguito dell'interessamento del Tribunale per i minorenni, gli assistenti sociali dei Comuni o dei Consultori familiari delle Aziende sanitarie vengono incaricati di redigere una o più relazioni sullo stato di vita di alcuni nuclei familiari nei quali vi sono minori in possibili situazioni problematiche.

Tralasciando, in questo momento, qualsiasi commento sull'operato di alcuni di questi assistenti sociali, ovvero sulle loro relazioni scritte, vorrei soffermarmi sui casi in cui il Tribunale per i minorenni dispone di affidare un figlio a un istituto di accoglienza.

Occorre ricordare che nei Tribunali per i minorenni italiani non è assolutamente permesso il contraddittorio, dove il coinvolto avrebbe la possibilità di difendersi da qualsiasi accusa, contrariamente a quanto invece accade nei tribunali civili italiani e in quelli di tutte le altre nazioni definite "democratiche".

Tornando quindi al caso in cui il Tribunale per i minorenni dispone di togliere il bambino al suo nucleo familiare d'origine e di affidarlo a un istituto di accoglienza, occorre sapere che questi istituti di accoglienza per il 90\% dei casi sono onlus, ovvero senza scopo di lucro e, quindi, con un diverso trattamento fiscale, e percepiscono dal Comune di residenza dei bambini affidati cifre mensili che raggiungono anche i 3mila o 3mila e cento euro per ogni bambino ospitato.

La domanda che allora ci sorge spontanea è la seguente: se in Italia una famiglia media guadagna 1.500 euro al mese, una indigente è sicuramente al disotto di tale cifra e quindi, nei casi in cui all'interno del nucleo familiare si verifichino situazioni problematiche determinate nel 99\% dei casi proprio dall'indigenza (sporcizia dei vestiti dei figli, mancanza del necessario per frequentare la scuola dell'obbligo, casi di nervosismo tra i coniugi perché le loro preoccupazioni sono eccessive a causa della loro condizione, ecc.), proprio in questi casi il Tribunale per i minorenni, tramite gli assistenti sociali, dovrebbe avere una particolare attenzione, ovvero non togliere i figli a questi nuclei, ma attraverso gli assistenti sociali favorire una integrazione economica che porti questi nuclei familiari a livelli di vita accettabili.

Questo in Italia non viene assolutamente fatto. Ci troviamo di fronte a bambini letteralmente "strappati" dai loro nuclei familiari d'origine, in maniera repentina, senza che i loro familiari abbiano la possibilità di spiegare e di difendersi da qualsiasi accusa, solo perché i bambini sono stati coinvolti in situazioni problematiche legate principalmente a stati di nervosismo tra i coniugi, magari preoccupati dalla loro situazione economica.

Ecco che gli stessi bambini vengono "affidati", ovvero rinchiusi, non si sa per quanti anni e in quali condizioni di trattamento, in istituti di accoglienza alla bella cifra mensile di tremila euro e più per ognuno.

Allora non era meglio lasciarli dove si trovavano e aiutare l'intero nucleo familiare con cifre molto più modeste, ovvero quelle della media delle famiglie di operai italiani di 1.500 euro al mese?

Certo che, dopo questa eventualità, gli assistenti sociali dovrebbero impegnarsi a controllare l'andamento del nucleo familiare aiutato, e soltanto nel caso in cui le problematiche non fossero state risolte, relazionare negativamente al Tribunale per i minorenni.

Perché in Italia invece si passa subito alla fase finale? Perché in Italia un bambino affidato rimane anni interi negli istituti suddetti? Chi ci guadagna? Di sicuro non il bambino e il suo nucleo familiare d'origine! Provi il lettore a darsi una risposta.

Fausto Paesani

Ge.Fi.S. - Comitato Genitori di Figli Sequestrati

 

UDINE

Comparto unico:

quale futuro

senza riforma?

È ormai chiaro per la segreteria Fps Cisl regionale che, in merito alla vicenda del comparto unico, l'attuale maggioranza dimostra di essere allo stato di natura hobbesiano "tutti contro tutti", "homo homini lupus".

Al suo interno c'è chi afferma, in modo superficiale, che non si può procedere senza il parere di conformità della corte dei conti (come Brussa, noto esponente della Margherita) e chi invece, a torto o a ragione, per noi a ragione, come Travanut (Ds), afferma che davanti al parere negativo della Corte dei Conti la giunta dovrebbe andare avanti.

Alcuni eminenti esponenti della maggioranza eludono un fatto: la certificazione negativa da parte dell'organismo di controllo contabile apre due strade:

1- il governo dà mandato all'Areran di firmare

2- se proprio necessario, si riaprono le trattative.

In Friuli Venezia Giulia, il fatto diventa paradossale in quanto la Corte dei Conti non ha fatto rilievi sostanziali rispetto all'accordo siglato, ha espresso giudizi che si possono interpretare di tipo "politico", pare rivolti proprio al politico.

Semplicemente, da un anno la maggioranza che è al governo non ha portato a termine nessuna riforma di decentramento come sventolato nel periodo prelettorale: si ricordano le dichiarazioni che riportavano promesse che entro cento giorni dall'insediamento di Riccardo Illy si sarebbe dovuto procedere all'approvazione di una riforma che avrebbe fatto del Friuli Venezia Giulia un modello di federalismo: ci pare che cento giorni siano di gran passati!

È facile, populisticamente, dare acconti: si sa che i soldi nelle tasche fanno bene! Ma è meglio una gallina oggi o un uovo domani? In questa fase i soldi non bastano! Ciò che dà la garanzia per il futuro è soprattutto e ineludibilmente il contratto!

Il contratto firmato è la pietra angolare per il proseguo del viaggio verso il contratto unico: questo vogliamo far comprendere ai dipendenti! Non denigriamo i soldi, ma vogliamo dare sicurezza al domani!

La Fps del Friuli Venezia Giulia è fortemente convinta, prendendo lezione da Treu (esponente della Margherita) che, come lui sostiene, l'indennità di vacanza contrattuale serve da stimolo per il rinnovo di un contratto, in egual stregua anche la certificazione negativa della Corte dei Conti, nel nostro caso, può essere solo di stimolo allo stesso politico per completare il processo di decentramento, senza "colpi di mano" e senza travolgere i ruoli istituzionali.

Anche in questo ci confortano le dichiarazioni di Travanut, che ritiene che la corte dei conti potrebbe piegarsi a un dovere politico se la politica facesse il suo mestiere. E con lui ci chiediamo se la riforma non viene attuata quale futuro?

È chiaro che il pallino lo ha in mano Riccardo Illy e con il prossimo voto il cittadino, che in questa circostanza coincide anche coi dipendenti degli enti locali!

Facile fare proclami di volontà di riforme. Le scelte vere rendono impopolari. Quindi, meglio non scegliere!

Segreteria

Fps Cisl

Udine


Edizione del 0/0 :

Edizione Odierna :I II III IV V VI VII VIII IX X XI XII XIII XIV XV XVI XVII XVIII XIX

Nazionale Bassano Belluno Udine Padova Pordenone Rovigo Treviso Venezia Vicenza
Il Gazzettino oggi La storia Le redazioni La pubblicità

Il Gazzettino On Line 1999 - Informazioni sul sito