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Lettere & Opinioni |
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L'affido condiviso dei figli dopo il divorzio |
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Pari diritti ai genitori? Sì, ma senza crociate |
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Ho letto gli articoli, pubblicati di recente, sui possibili dubbi sull'esigenza di approvare la Proposta di legge numero 66 sull'Affido condiviso dei figli nelle cause di separazione giudiziale e non. L'affidamento dei figli è concesso ad un solo genitore (in genere alla madre) nel 90 dei casi di separazione, nonostante le sempre crescenti richieste dei padri di avere almeno l'affidamento congiunto. Questo è previsto dalla legge, ma di fatto quasi mai applicato. Eppure i figli sono di entrambi i genitori e vogliono bene ad entrambi, senza distinguere chi paga regolarmente l'assegno di mantenimento o chi perde la casa. La differenza la fanno quei genitori che, attraverso le loro affermazioni, sminuiscono il genitore non affidatario soltanto perché non paga regolarmente l'assegno di mantenimento. O perché è andato a vivere dalla loro nonna, dato che non ha nemmeno i soldi per un'altra casa in affitto. O perché convive con un'altra donna, che gli vuole
magari più bene di quella che lo ha cacciato di casa. Queste affermazioni convincono i figli a non voler più avere a che fare con i padri: di questi casi abbiamo una notevole varietà, tutti documentati nel nostro sito Internet. La psicologia è univoca nel precisare che i rapporti tra i figli ed entrambi i genitori devono essere paritari: i bambini, indipendentemente dal sesso, hanno bisogno di entrambe le figure genitoriali, è dalla presenza costante di entrambi che formeranno il loro carattere. Allora perché non si deve applicare l'affido condiviso? Quanti sono oggi i padri che curano i propri figli, facendo loro il bagnetto, cambiando il pannolino, vestendoli, dando loro da mangiare o seguendoli durante i compiti scolastici e gli impegni sportivi? Moltissimi. Allora, perché non possono avere un pari trattamento in caso di separazione ed affido dei minori? La donna italiana è lavoratrice e madre, come l'uomo è lavoratore e padre. Forse si vuole far pagare alla figura maschile i
secoli di sottomissione? La femminista americana Wendy Mc Elroy si è apertamente schierata a favore dei movimenti per la pari genitorialità, al fianco degli innumerevoli movimenti maschili che stanno denunciando il non rispetto dei Diritti dell'Uomo. Perché fare filosofia spicciola, minimizzare, chiudere gli occhi e le orecchie ed aprirle soltanto davanti ai fatti di sangue dove la madre uccide i figli con i sistemi più barbari? Gli uomini in alcuni casi uccidono le donne a seguito delle separazioni ed affido dei minori, ma lo fanno (salvo casi di instabilità già esistente e accertata) perché sono esasperati dalle lungaggini delle cause di separazione. E soprattutto perché consapevoli che, quando compariranno davanti al Giudice, quest'ultimo nel 90 dei casi deciderà a favore della madre e l'uomo/padre diverrà soltanto una macchina da soldi senza più nessun diritto sull'educazione dei figli. Fausto Paesani Genitori di figli sequestrati Comitato senza scopo di lucro
http://xoomer.virgilio.it/geni_e_figli Comprendo il dolore e la frustrazione dei padri a cui le ex mogli impediscono di vedere i figli. Credo che tutti guadagnerebbero da una condivisione piena delle responsabilità: gli uomini (che svilupperebbero il proprio potenziale di padri), le donne (che non dovrebbero portare in esclusiva il carico della famiglia e del lavoro), ma soprattutto i bambini, che hanno diritto a due genitori, sposati o divorziati che siano. Continuo a non condividere i toni da crociata, il rifiuto dei dubbi altrui, le semplificazioni: la madre-megera che uccide i figli (suppongo per malvagità intrinseca) o l'uomo-vittima che ammazza la sua ex per disperazione. Le domando: è su queste premesse che si può basare la cooperazione di un uomo e una donna nell'educare i figli? Daniela Pinna
17/12/2004 | |
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