Oggi è la Festa del Papà, il giorno in cui i figli tornano a casa con i lavoretti in creta o i quadretti fatti con le mollette del bucato, comprano cravatte assurde o cioccolatini e bigliettini.
Il giorno insomma delle care vecchie cose di pessimo gusto, relegate in un cassetto ma portate nel cuore con intima soddisfazione da orgogliosi genitori.
Purtroppo non è così per tutti, come ci ricorda Fausto Paesani
del Ge.Fi.S., Associazione Genitori di Figli Sequestrati,
una associazione che si batte per l'affido congiunto dei figli ad entrambi
i genitori, denunciando quello che nella nostra nazione sta purtropopo
diventando un fenomeno sociale sempre più diffuso.
"Alla data del 19 marzo è stata da molti anni a questa parte abbinata la Festa del Papà. Come tutte le feste dovrebbe essere motivo di gioia per ogni famiglia.
Purtroppo la realtà italiana è profondamente cambiata da ormai diversi anni, infatti ci troviamo di fronte a realtà sociali in cui il padre, per molti anni considerato il punto di riferimento di ogni nucleo familiare, è diventato un accessorio, riferendomi in particolare ai genitori separati.
Come tutti gli accessori esso viene considerato, principalmente dalle Istituzioni, una figura da utilizzare o meno, a seconda della convenienza.
Nei casi di separazione dei coniugi il padre viene rilegato, di fatto,
a semplice supervisore e bancomat, ma nella realtà non ha alcun potere
di controllo sull'andamento della prole.
Una prole che, nel 90 dei casi di affido esclusivo all'altro genitore,
il padre non riesce a vedere per più di 5 ore alla settimana.
Non riesce neppure a controllare se il denaro, che un giudice gli ha imposto di versare mensilmente al genitore affidatario, viene speso per gli effettivi bisogni dei suoi figli.
Quando all'interno del nucleo familiare comincia ad aleggiare il fantasma
della separazione, per il padre inizia il calvario.
Esso sa perfettamente che al momento della separazione, considerata l'attuale
disumana ed ingiusta applicazione dell'affido ad un unico genitore da
parte di alcuni giudici (la maggior parte), lui perderà la casa coniugale,
una cospicua parte del suo già misero stipendio e, peggio ancora, il contatto
continuo con i suoi figli.
Gli stessi figli che il giorno prima poteva vedere e curare costantemente
e che, magari, rappresentavano l'ultima ragione per cui valeva la pena
continuare a lavorare ed affrontare le inevitabili problematiche giornaliere,
vedendo inevitabilmente volgere al termine quel rapporto di fiducia ed
amore che lo aveva portato a sposarsi ed a partecipare a quello che è
la più grande manifestazione di amore, ovvero la procreazione di un essere
umano fatto a sua immagine e somiglianza.
È scientificamente provato che ogni essere umano, sottoposto allo stesso evento, reagisce in maniera profondamente differente.
C'è il padre che lotta e manifesta pubblicamente, con tutte le proprie
risorse fisiche ed economiche, contro l'ingiusta applicazione di alcune
Leggi nelle aule dei Tribunali che, di fatto, gli impediscono di continuare
ad avere rapporti stabili con i propri figli, cercando in qualsiasi maniera
di farsi riconoscere il proprio Diritto di Genitore.
Purtroppo però c'è anche il padre che, visti i disumani trattamenti subiti
attualmente nelle cause di separazione, non resiste e cede a gesti che
a volte giungono a livelli anche sconsiderati, come quello accaduto proprio
pochi giorni fà a Rimini in cui un giovane padre, a causa di una prospettata
separazione, si è gettato dall'8°piano dell'abitazione insieme al suo
piccolo di pochi mesi.
Queste manifestazioni, seppure completamente differenti, sono tutte conseguenza di ripetute ingiustizie subite nei Tribunali o dello stress provocato dal timore di perdere i figli nelle stesse aule giudiziarie.
Tutto questo nella completa indifferenza di alcuni Operatori di Istituzioni
Pubbliche che, insensibili alle problematiche che sorgono durante le separazioni
dei coniugi, seguitano imperterriti ad applicare l'affidamento dei figli
ad un solo genitore.
La continua applicazione dell'affido monogenitoriale alimenta esponenzialmente
entrambe le suddette manifestazioni le quali non rappresentano di sicuro
un segno di debolezza del padre coinvolto, ma soltanto ed unicamente una
diversa reazione di fronte ad un evento, la separazione e l'affido dei
minori, il cui risultato si prospetta già scontato, e sfavorevole, per
il 90% dei padri.
Purtroppo entrambe le casistiche appena esposte sono in continuo ed esponenziale
aumento, come si può facilmente apprendere dall'innumerevole quantità
di articoli contenuti nella Rassegna Stampa Nazionale ed Internazionale
contenuta nel sito del Ge.Fi.S. - Genitori di Figli Sequestrati - Comitato
Senza Scopo di Lucro all'indirizzo internet http://xoomer.virgilio.it/geni_e_figli.
Ogni giorno, purtroppo, abbiamo notizie di atti di violenza perpetrata
nell’ambito familiare dove ci sono genitori in separazione che lottano
per l'affido dei loro figli.
Occorre che i Politici ed i Giudici assumano una chiara, tangibile e definitiva
presa di posizione a favore dell'Affido Congiunto nei casi di separazione
giudiziale e consensuale, ovvero null'altro che l'applicazione sistematica
della Legge sull'Affido Congiunto che è già prevista da molti anni, ma
che risulta applicata soltanto in una minima parte dei casi, nonostante
le continue richieste da parte dei padri.
Un appello è rivolto anche alla Chiesa Cattolica affinché svolga una costante e paritaria valorizzazione di entrambe le figure genitoriali anche nei casi, purtroppo sempre in aumento, di separazione dei coniugi.
Il tutto nel rispetto di quelli che sono i fondamentali Diritti dei minori coinvolti, i quali rappresentano sempre il risultato di un amore al quale hanno partecipato entrambi i genitori, ognuno nelle sue rispettive competenze.
Soltanto con l'applicazione sistematica dell'Affido Congiunto il 19 Marzo
sarà la Festa di ogni Papà, ma soprattutto dei suoi figli."