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Gli
striscioni dei pacifisti: «Via da Nassiriya» |
Nessun
momento di tensione tra i manifestanti. Bertinotti:
«E' stato sconfitto il partito della guerra» |
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di
EMANUELE DEL GRECO ALLA fine ha vinto il buon senso
e la libertà di manifestare senza eccessi.
I timori dei giorni scorsi, le paure e le ansie che
hanno preceduto lo svolgimento della manifestazione
di ieri a Roma contro la guerra in Iraq in occasione
del 3° anniversario dall'inizio delle ostilità ,
per fortuna sono stati smentiti. Il corteo, riunito
in piazza Esedra alle spalle della stazione Termini,
è partito alle 15 per arrivare alle 16,45 in
piazza Navona dove è arrivato lo sciogliete
le righe alle 18. Al massimo 10mila le presenze, anche
se il solito balletto di numeri oscilla fino a arrivare
a cifre cinque volte superiori. Tutto il percorso
è stato controllato dalle forze dell'ordine,
con l'assembramento maggiore di poliziotti a piazza
Venezia, presidiata su tutti i lati. Le camionette
del Reparto Mobile chiudevano via del Corso e Corso
Vittorio Emanuele II, mentre un fitto cordone di agenti
circondava il complesso del Vittoriano, ritenuto possibile
obiettivo di eventuali atti vandalici. Di atti del
genere, però, non ce ne sono stati, anzi, anche
i cori che venivano scanditi dal corteo. Fuori dal
coro, si sono uniti alla protesta anche i gruppi romani
di Action, comitato autonomo per l'assegnazione delle
case e del Ge.Fi.S., Genitori di Figli Sottratti,
che da tempo manifesta in pianta stabile in via dei
Fori Imperiali. I gruppi più folti, guidati
in testa da Giuliana Sgrena, erano quelli dei Verdi,
della Sinistra Radicale, dei Cobas, di Radici, di
alcune delegazioni di Iraq, Palestina e Kurdistan
e dei centri sociali, come già accennato,
«onorati» dalla presenza di una rappresentanza del
Leoncavallo milanese. Il serpentone, molto allungato,
quando la testa aveva raggiunto piazza Navona era
ancora dalle parti di largo Corrado Ricci, alla fine
di via Cavour. Al grido di «via da Nassirya», come
anticipato nel rispetto dei caduti italiani in Iraq,
i manifestanti hanno chiesto a gran voce il ritiro
delle truppe. Anche il temuto rogo di bandiere americane
e israeliane non si è verificato, sotto gli
occhi vigili dei leader politici intervenuti per l'occasione.
Fausto Bertinotti si è unito alla carovana,
ovviamente nel settore di Rifondazione Comunista e
della Sinistra Radicale, all'altezza di via Cavour.
Prima di abbandonare il gruppo, non molto dopo il
suo arrivo, ha definito un successo la manifestazione:
«Oggi è stato sconfitto il partito della guerra,
ora il rischio è che il conflitto si estenda
anche all'Iran». Poco lontano ha sfilato anche Oliviero
Diliberto e ancora più avanti Alfonso Pecoraro
Scanio, leader dei Verdi, tra i maggiori sostenitori
della protesta. Una volta arrivati a piazza Navona
sul palco allestito dai comitati di «Iraq libero»
ha tenuto il suo intervento Giuliana Sgrena, in particolare,
chiedendo a gran voce il ritiro delle truppe dall'Iraq. |
domenica 19 marzo 2006 |
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