Consiglio d'Europa

Risoluzione dell'Assemblea

n. 1003 del 1° luglio 1993

 

 - L'Assemblea afferma di seguito i principi etici del giornalismo e ritiene che essi debbano essere applicati dalla professione in tutta l'Europa.  

Informazioni e opinioni .  1. Oltre ai diritti e doveri giuridici sanciti dalle norme giuridiche applicabili, i mezzi di comunicazione sociale assumono, nei confronti dei cittadini e della società, una responsabilità morale che deve essere sottolineata, segnatamente in un momento in cui l'informazione e la comunicazione rivestono una grande importanza sia per lo sviluppo della personalità dei cittadini, sia per l'evoluzione della società e della vita democratica .  2. L'esercizio del giornalismo comporta diritti e doveri, libertà e responsabilità.   3. Il principio di base di ogni riflessione morale sul giornalismo deve partire da una chiara distinzione tra notizie e opinioni, prevenendo ogni possibile confusione. Le notizie sono informazioni, fatti e dati, e le opinioni sono espressione di pensiero, di idee, di convincimenti o giudizi di valore da parte dei mezzi di comunicazione sociale, degli editori o dei giornalisti.  4. Le notizie devono essere diffuse rispettando il principio di veridicità, dopo aver costituito oggetto di verifica di rigore, e devono essere esposte, descritte e presentate con imparzialità. Non si devono confondere informazioni e voci. I titoli e i sommari devono costituire espressione il più possibile fedele del contenuto dei fatti e dei dati.  5. L'espressione di opinioni può consistere in riflessioni o commenti su idee generali o riferirsi a commenti su informazioni in rapporto ad avvenimenti concreti. Nonostante l'espressione di opinioni sia soggettiva e non si possa né debba pretenderne la veridicità, è tuttavia possibile richiedere che l'espressione di opinioni sia effettuata in base a esposizioni leali e corrette dal punto di vista etico.  6. Le opinioni sotto forma di commento su avvenimenti o azioni riguardanti persone o istituzioni non devono tendere a negare o nascondere la realtà lei fatti o dei dati. 

Il diritto alla informazione come diritto fondamentale delle persone. - Editori, proprietari e giornalisti.  7. I mezzi di comunicazione sociale adempiono a una funzione di « mediazione » e di prestazione del servizio di informazione, e i diritti che essi esercitano in relazione alla libertà dell'informazione esistono in funzione dei destinatari, ossia dei cittadini.  8. L'informazione costituisce un diritto fondamentale, messo in luce dalla giurisprudenza della Commissione e della Corte europea dei Diritti dell'Uomo relativa all'art. 10 della Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo e riconosciuto dall'art. 9 della Convenzione europea sulla televisione transfrontaliera, come dalle Costituzioni democratiche. Tale diritto spetta ai cittadini, che possono parimenti pretendere che l'informazione fornita dal giornalista sia trasposta fedelmente nelle notizie e commentata con lealtà, senza ingerenze esterne sia da parte dei pubblici poteri, che da soggetti privati.  9. I poteri pubblici non devono considerarsi proprietari dell'informazione. La rappresentanza pubblica consente di agire allo scopo di garantire e sviluppare il pluralismo dei mezzi di comunicazione sociale, e di assicurare le condizioni necessarie all'esercizio della libertà di espressione e dei diritti alla informazione, escludendo la censura preventiva. Il Comitato dei Ministri ne è consapevole, come dimostra la Dichiarazione sulla libertà di espressione e di informazione adottata il 29 aprile 1982.  10. E' necessario tenere a mente che il giornalismo si poggia sui mezzi di comunicazione sociale che sono supportati da una struttura imprenditoriale all'interno della quale si distinguono editori, proprietari e giornalisti. Per tale motivo è necessario garantire non soltanto la libertà dei mezzi di comunicazione sociale, ma anche la libertà nei mezzi di comunicazione sociale evitando le pressioni interne.  11. Le imprese di informazione devono essere considerate come imprese socio-economiche speciali, i cui obiettivi imprenditoriali saranno limitati dalle condizioni intese a rendere possibile l'esercizio di un diritto fondamentale.  12. Nelle imprese di informazione, è necessaria una totale trasparenza in materia di proprietà e di gestione dei mezzi di comunicazione sociale, perché i cittadini conoscano chiaramente l'identità dei proprietari e il loro livello di coinvolgimento economico nei mezzi di comunicazione sociale.   13. Nell'impresa stessa, gli editori devono coabitare con i giornalisti, tenendo conto della circostanza che il rispetto legittimo dell'orientamento ideologico degli editori o dei proprietari è limitato da irrinunciabili esigenze di veridicità delle notizie e di rettitudine morale delle opinioni, richieste dal diritto fondamentale dei cittadini all'informazione.  14. In funzione di tali esigenze, occorre rafforzare le garanzie di libertà di espressione dei giornalisti che sono coloro i quali, in ultima battuta, trasmettono l'informazione. A tal fine, è necessario perfezionare giuridicamente e chiarire la natura della clausola di coscienza e del segreto professionale sulle fonti confidenziali, armonizzando le disposizioni nazionali, allo scopo di poterli applicare nel più esteso quadro dello spazio democratico europeo. 15. Né gli editori, né i proprietari, né i giornalisti devono ritenere che l'informazione appartenga loro. Nell'impresa che abbia vocazione alla informazione, questa non deve essere come una merce ma come un diritto fondamentale dei cittadini. Conseguentemente, né la qualità delle informazioni o delle opinioni, né il significato di queste devono essere sfruttati allo scopo di aumentare il numero dei lettori o l'audience, e in linea di conseguenzialità le entrate pubblicitarie. 16. Ogni informazione conforme agli imperativi etici richiede che i suoi destinatari siano considerati quali persone e non come massa. 

La funzione del giornalismo e la sua attività etica.  17. L'informazione e la comunicazione, funzioni svolte dal giornalismo attraverso i mezzi di comunicazione sociale e con il supporto formidabile delle nuove tecnologie, hanno una importanza decisiva nello sviluppo individuale e sociale. Esse sono indispensabili alla vita democratica, in quanto deve essere garantita la partecipazione dei cittadini ai pubblici affari perché la democrazia possa svilupparsi pienamente. E ciò sarebbe impossibile se i cittadini non ricevessero l'informazione necessaria in materia di pubblici affari, che devono fornire loro i mezzi di comunicazione sociale.   18 . L'importanza dell'informazione, e in particolare della radio e della televisione, nella cultura e nella educazione, è stata sottolineata nella Raccomandazione 1067 dell'Assemblea. Le sue ripercussioni sull'opinione pubblica sono evidenti.  19. Sarebbe peraltro erroneo trarne la conclusione che i mezzi di comunicazione sociale rappresentino l'opinione pubblica o che essi debbano adempiere le funzioni proprie dei pubblici poteri   delle istituzioni educative o culturali come la scuola.  20. Ciò condurrebbe alla trasformazione dei mezzi di comunicazione sociale e del giornalismo in poteri e contropoteri ("mediocrazia"), senza che essi siano rappresentativi dei cittadini o soggetti ai controlli democratici come i poteri pubblici, e senza che essi posseggano la specializzazione delle istituzioni culturali o educative competenti.  21. Di conseguenza, il giornalismo non deve condizionare o mediare l'informazione vera o imparziale, né le opinioni corrette nella pretesa di creare o di formare l'opinione pubblica, dato che la sua legittimità risiede nel rispetto effettivo del diritto fondamentale dei cittadini alla informazione nel quadro del rispetto dei valori democratici. In tal senso il corretto giornalismo investigativo trova i suoi limiti nella veridicità e correttezza delle informazioni e delle opinioni, ed è incompatibile con qualsiasi campagna giornalistica realizzata sulla base di prese di posizioni precostituite ed al servizio di interessi particolari.   22. I giornalisti, nelle informazioni fornite e nelle opinioni formulate, sono tenuti al rispetto della presunzione d'innocenza, segnatamente nei casi ancora sub judice, evitando di formulare verdetti.   23. Il diritto delle persone alla riservatezza deve essere rispettato. Le persone che esercitano funzioni pubbliche hanno diritto alla protezione della propria vita privata salvo il caso in cui essa abbia rilievo sulla vita pubblica. La circostanza che una persona svolga una pubblica funzione non la priva del diritto alla riservatezza.   24. La ricerca di un equilibrio tra il diritto alla riservatezza, sancito dall'art. 8 della Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo, e la libertà di espressione, sancita dall'art. 10, è compiutamente illustrata dalla recente giurisprudenza della Commissione e della Corte europea dei Diritti dell'Uomo.   25. Nell'esercizio della professione di giornalista, il fine non giustifica i mezzi; l'informazione deve pertanto essere ottenuta con mezzi legali e morali.   26. Su richiesta degli interessati, i mezzi di comunicazione provvederanno alla rettifica automatica e sollecita nelle opportune forme informative delle informazioni ed opinioni che si rivelino false o erronee. La legislazione nazionale deve prevedere sanzioni adeguate e, ove necessario, il risarcimento.   27. Ai fini di una armonizzazione nell'esercizio di tale diritto negli Stati membri del Consiglio d'Europa, è opportuno attivare la Risoluzione (74) 26 sul diritto di rettifica - Situazione dell'individuo nei confronti della stampa, adottata dal Comitato dei Ministri il 2 luglio 1974, nonché le relative disposizioni della Convenzione europea sulla televisione transfrontaliera.  28. Al fine di assicurare la qualità del lavoro giornalistico e la sua indipendenza, e necessario garantire un trattamento economico dignitoso e condizioni di lavoro, mezzi e strumenti di lavoro appropriati.   29. Nelle relazioni che si renda necessario instaurare con i pubblici poteri e gli ambienti economici, i giornalisti sono tenuti ad evitare di creare situazioni di connivenza lesive dell'indipendenza ed imparzialità della professione. 30. I giornalisti non devono confondere gli eventi conflittuali o spettacolari con i fatti rilevanti dal punto di vista informativo. Nell'esercizio della professione, essi non devono avere quale obiettivo principale l'acquisizione del prestigio e l'esercizio di influenze personali.   31. Data la complessità del processo informativo, il quale presuppone sempre più l'impiego delle nuove tecnologie, della rapidità e di un processo di sintesi, è necessario pretendere dal giornalista una adeguata formazione professionale.  

Regolamenti relativi alla redazione giornalistica. - 32. Nelle imprese di informazione, gli editori, i proprietari e i giornalisti devono convivere. A tale scopo, è necessario elaborare dei regolamenti della redazione giornalistica per disciplinare i rapporti professionali dei giornalisti con i proprietari e gli editori all'interno dei mezzi di comunicazione sociale, indipendentemente dalle ordinarie obbligazioni tra parti sociali. Sarà possibile prevedere in tali regolamenti l'esistenza di comitati di redazione.  

Situazioni di conflitto ed ipotesi di tutela speciale. -33. La società vive talvolta situazioni di conflitto e tensione originate dalla pressione di fattori quali terrorismo, discriminazione di minoranze, xenofobia o guerra. In tali circostanze, i mezzi di comunicazione sociale hanno l'obbligo morale di difendere i valori della democrazia: rispetto alla dignità umana e ricerca di soluzioni con metodi pacifici e in uno spirito di tolleranza. Essi devono, di conseguenza, opporsi alla violenza e al linguaggio odioso e intollerante, rifiutando ogni discriminazione basata sulla cultura, il sesso o la religione.  34. Nessuno deve mantenersi neutrale di fronte alla difesa dei valori democratici. A tale scopo, i mezzi di comunicazione sociale devono contribuire in misura determinante a prevenire i momenti di tensione a favorire la mutua comprensione, la tolleranza e la fiducia tra le diverse comunità nelle regioni in conflitto, come ha fatto il Segretario Generale del Consiglio d'Europa incentivando l'adozione di misure fiduciarie nel territorio della ex Jugoslavia.   35. Tenuto conto della specifica influenza dei mezzi di comunicazione sociale, ed in particolare della televisione, sulla sensibilità dei minori, è opportuno evitare la trasmissione di programmi, messaggi o immagini che esaltino la violenza, sfruttino il sesso e il consumo ovvero facciano uso di un linguaggio deliberatamente sconveniente.  

Etica e autodisciplina del giornalismo.  36. Tenuto conto di quanto sopra, i mezzi di comunicazione sociale devono impegnarsi a rispettare principi deontologici rigorosi che garantiscano la libertà di espressione e il diritto fondamentale dei cittadini a ricevere informazioni vere ed opinioni corrette. 37. Per la vigilanza sul rispetto di tali principi, è necessario creare organismi o meccanismi di autocontrollo composti da editori, giornalisti, associazioni di utenti dei mezzi di comunicazione sociale, rappresentanti degli ambienti universitari e giudiziari, che elaborino risoluzioni sul rispetto dei precetti deontologici da parte dei giornalisti, che i mezzi di comunicazione sociale si impegneranno a rendere pubblici. Ciò aiuterà il cittadino, titolare del diritto alla informazione, a formarsi un'opinione critica sul lavoro dei giornalisti e sulla loro credibilità.   38. Gli organismi o i meccanismi di autodisciplina come le associazioni di utenti dei mezzi di comunicazione sociale e i componenti istituti universitari potranno pubblicare annualmente le ricerche effettuate a posteriori sulla veridicità delle informazioni diffuse dai mezzi di comunicazione sociale, rispetto alla realtà dei fatti. In tal modo, si avrà un barometro della credibilità che informerà i cittadini sul valore etico di ogni mezzo di comunicazione sociale o di ogni servizio, o di un giornalista in particolare. I correttivi conseguentemente adottati consentiranno allo stesso tempo di migliorare l'esercizio della professione di giornalista.