Società, politica, economia tra il 1870 e il 1920

 

Nel 1871 San Severo conta 17.108 abitanti: questo dato evidenzia una stazionarietà demografica avente ragioni sanitarie, igieniche, alimentari.

L'agro della città misura circa 28.000 ettari di cui circa l'80% è coltivato a grano, il 15% riservato a pascolo, il 4% a vigne ed il resto ad oliveti ed orti. Il latifondo è imperante (il 40% della superficie è abbandonato a maggese) ed i sistemi di coltivazione sono arretrati. Metà della produzione granaria (l'intera produzione è di 200 mila ettolitri) viene esportata. Il 60% della produzione vinicola (l'intera produzione è di 46 mila ettolitri) viene esportata. Poco più del 20% della produzione olearia (l'intera produzione è di 22 mila ettolitri) è destinata all'esportazione.

La stazionarietà demografica si potrebbe spiegare anche per i particolari rapporti socio-economici esistenti nella città: la remunerazione del lavoro nel circondario di San Severo è la più bassa della provincia: in questo contesto, iniziative come quella intrapresa dal consiglio comunale nel 1866, di destinare un quarto delle terre degli enti morali soppressi ai nullatenenti per sviluppare la piccola proprietà, rappresenta solo un palliativo.

Ci muoviamo in un periodo in cui sono in gioco cambiamenti importanti per il territorio: la trasformazione capitalistica dell'agricoltura messa in pericolo dal brigantaggio (distruzione delle messi, sabotaggio della manodopera, chiusura delle masserie, scarsa libertà di comunicazione), il superamento dell'isolamento del Tavoliere (costruzione della ferrovia). Potremmo intendere il brigantaggio - per il sostegno, diretto o indiretto, ricevuto da una parte della classe proprietaria - come una manifestazione della frattura interna della borghesia agraria (tra quelli legati ai vecchi modelli e quelli proiettati verso una trasformazione capitalistica).

Con la elezione a deputato di San Severo del De Sanctis - che aveva marcato la sua differenza dal partito di Zuppetta - si era formata una coalizione di classe dirigente composita: convivevano gli "uomini nuovi" (Di Fazio) e il vecchio nucleo conservatore e cattolico (Masselli, d'Ambrosio, Gervasio). Una coalizione eterogenea che tenderà a sfaldarsi quando verrà meno il polo catalizzatore. Ed in effetti con il disimpegno politico del De Sanctis da San Severo verranno a galla gli attriti: un esempio è il contrasto tra Di Fazio, sindaco, e Masselli e Giuliani, amministratori del monte frumentario, alla fine degli anni '60; questi ultimi sono accusati di negligenza nella gestione ("i loro agenti fecero tremendo sperpero e mano bassa del grano del monte frumentario"). Da questo contrasto interno alla classe dirigente risulterà vincitore la parte più conservatrice, paternalistica e nobiliare, come i Masselli e i d'Ambrosio. Nella campagna elettorale del 1874 la maggioranza liberale è completamente disgregata tra le candidature De Sanctis, Tondi (conservatore) e Romano (sinistra). De Sanctis eletto, opterà qualche mese dopo (febbraio 1875) per il collegio di Lacedonia probabilmente anche perchè a disagio con una maggioranza liberale così disgregata e tendente a destra. Alle elezioni suppletive del mese successive vince Amore che raccoglie l'eredità del De Sanctis.

Un'altra spaccatura si verificò nello stesso anno riguardo alla questione dell'istruzione in cui la maggioranza è divisa sulla soppressione delle scuole tecniche. Verrà raggiunta una soluzione di compromesso. Si possono menzionare altri insuccessi amministrativi: la conversione del monte frumentario in cassa di prestanza agraria; la creazione della Società enologica; l'istituzione delle guardie campestri.

Alle elezioni del '76, Tondi (conservatore) pur ricevendo il 55% dei consensi non vince nella città (segno dell'arroccamento urbano dei liberali e dello scarso controllo del territorio se Magliano riesce a vincere appunto con i voti degli altri centri del collegio). In queste elezioni si presenta Imbriani che prende 46 voti.

Alla carica di sindaco ascende Matteo Mascia nell'aprile '79: è sempre un esponente della parte conservatrice ma con una maggiore ispirazione cattolica (grazie a lui negli anni precedenti la Madonna del Soccorso diviene compatrona della città), un cattolico moderato a prospettiva sociale. Il primo atto concreto dell'amministrazione Mascia è la soppressione delle scuole tecniche per sostituirle adeguatamente e mantenere il ginnasio; definizione delle direttrici di sviluppo urbanistico; risanamento di alcuni rioni verso Torremaggiore ed Apricena con completamento del giro esternissimo dal Guadone al quadrivio di porta Foggia (attuali corsi L. Mucci e Di Vittorio).

Nell'aprile del 1880 nasce una società cooperativa dei contadini composta da 265 soci con la finalità dell'istruzione oltre ad altre di assistenza sociale. Nel giugno successivo Vincenzo D'Ambrosio prende l'iniziativa della nascita di una società agricola industriale con la finalità di raccogliere i viticultori con formule assicurative.

Alle elezioni del maggio dell'80, il candidato governativo D'Ambrosio perde con Zuppetta pur avendo preso il 61% dei consensi in città ma perdendo nel collegio: il municipalismo e l'isolamento di San Severo dal collegio lo penalizzava.

Nella vita amministrativa c'è una ventata progressista: decisione sulla chiusura delle fosse del grano nelle nuove strade; provvedimenti per migliorare le condizioni igieniche della città (fogne mobili e carri per raccogliere i rifiuti; smaltimento delle acque luride). Questo retroterra di riformismo conservatore in prospettiva sociale premia la classe di governo dato che alle elezioni suppletive del dicembre '80 viene eletto Francesco Masselli. Masselli, che legherà il suo nome all'ospedale e all'orfanotrofio, si collocherà nel centrodestra di Sonnino. Queste elezioni segnano anche un certo successo di Imbriani che a Castelnuovo viene suffragato col 60% dei consensi. Sulla scorta di questi consensi e per fronteggiare l'impegno sociale dei conservatori, i progressisti scendono in campo con la costituzione di una società di viticultori nel marzo '81 guidata da Magnati in concorrenza a quella di D'Ambrosio. Da ricordare anche la creazione di una Banca, nel maggio, presieduta da Pollice.

Nella vita amministrativa, nel corso dell'anno, si sviluppa il dibattito sui progetti per l'acqua potabile e nel marzo '82 viene completata la circonvallazione e si arreda con panchine, pavimentazione, alberi la strada del pubblico giardino (viale della villa).

Alle elezioni dell'ottobre '82, con la nuova legge elettorale, sia Tondi che Masselli risulteranno eletti; Imbriani ha un discreto successo nel collegio. Il voto di San Severo si prospetta come un voto tradizionalmente progressiata, con sfumature cattoliche, riluttante ai risvolti repubblicani della propaganda di Imbriani.

Negli anni '84 ed '85 si sviluppa il dibattito sul piano d'ampliamento della città: viene affidato l'incarico della compilazione di un piano regolatore all'ing. Greco (le due direttrici di espansione sono a nord-est verso porta Apricena e a sud-ovest per Croce Santa; privilegiamento della zona tra la villa e la stazione). Nel marzo '85 nasce la Banca popolare cooperativa ad opera di Fraccacreta e D'Ambrosio, in concorrenza sul terreno finanziario con la precedente iniziativa dei progressisti. Una concorrenza che si esplica anche sul terreno musicale con la creazione di due società, una presieduta da Trotta e l'altra da Pollice.

In questo frangente nasce Il Corriere di Capitanata - Monito della democrazia pugliese di S. Severo: interessanti alcuni articoli sull'agricoltura di Capitanata - a firma di Raffaele Fraccacreta - nel quadro della crisi agraria nazionale e della battaglia antiprotezionistica del radicalismo meridionale. Dalla trattazione della questione della viticultura locale si evidenzia un tentativo debole di orientarsi nel quadro delle trasformazioni agricole in atto: un'incapacità piccolo proprietaria paternalistica di padroneggiare l'evoluzione economica del mercato.

Nelle elezioni generali del maggio 1886 è possibile osservare un formale spostamento a sinistra (viticultori, banchieri, Banda Rossa) dell'opinione pubblica cittadina. Alcuni numeri del giornale Apulia - giornale dei progressisti caratterizzato da una linea anticrispina e di conservatorismo sociale - che ha iniziato a pubblicare dall'aprile '87, ci consentono di riprendere alcune questioni prioritarie in questi mesi: la costruzione dell'edificio scolastico; l'acquedotto del Sele;  lavori di sistemazione della città ed opportunità di lavoro; difficoltà di esportazione del vino, del grano e olio; la situazione dei ceti più poveri che va facendosi sempre più difficile. Il 28 febbraio 1889 c'era stata una manifestazione di duemila disoccupati davanti al municipio che spaventò gli amministratori se nel consiglio comunale di qualche giorno dopo si sollecitava la richiesta di un reggimento a spese del Comune. Nonostante questi nuovi elementi, quello che va definendosi come "partito rosso" si mantiene sempre su un piano di conservatorismo sociale e di lealismo dinastico.

Un salto nell'evoluzione della classe dirigente progressista e rossa si ha con la costituzione del Fascio Operaio nel novembre 1889 (nello stesso periodo c'è la presentazione di una lista operaia per le amministrative): si preannunciano aspetti che fanno riferimento al socialismo. Ma  bisogna evitare di coinvolgere in questo processo l'intera classe dirigente che rimaneva ancora invischiata nella grande maggioranza in un filantropismo di maniera e in un annacquato conciliatorismo sociale (negli stessi dirigenti del Fascio - come D'Ambrosio jr - permane il modello dell'armonia tra capitale e lavoro e non di conflitto).

Nel corso del '90 assistiamo ad un ricompattamento della maggioranza proprietaria timorosa degli autentici operai. L'alleanza tra Gervasio (sindaco) e i Pollice, Fraccacreta, D'Ambrosio condurranno alla definizione del progetto del nuovo edificio scolastico.

Nelle elezioni del novembre del '90 si assiste ad una grande affermazione di Imbriani che non deve essere confusa con una chiarezza di linee politiche dei "rossi". In effetti ancora di fronte alla protesta di miseria che si registrava a San Severo si proponevano ricette, da parte dei "rossi", ispirate all'incremento e alla razionalizzazione della produzione capitalistica (convivenza di socialismo, liberismo e produttivismo). Occorreva un chiarimento del pensiero del neo deputato. Imbriani è a San Severo il 13 dicembre del '91 in occasione della festa del Fascio Operaio e l'impostazione politica che presenta è tale da rassicurare i conservatori e i cattolici della maggioranza. E' chiaro che esistono per lo meno due anime - la cui collaborazione è ingombrante ed equivoca - nell'imbrianismo indifferenziato: una sinistra imbrianista e l'ala moderata. Ne sono testimonianza gli articoli apparsi su il Fascio della Democrazia Dauna diffusore del programma di democrazia sociale.

Nelle elezioni del novembre '92 si assiste ad una decisa vittoria di Tondi ed un calo di consensi per Imbriani. Certamente ha influito il sostegno di Giolitti a Tondi attraverso l'azione del sottoprefetto Testard ed anche il passaggio dei "rossi" più moderati dalla parte del deputato "ministeriale" (spaventati anche dalle prospettive di un futuro socialismo - a loro parere foriero di sconquassi - così come erano state presentate su Il Fascio  durante la campagna elettorale). In effetti una prospettiva chiaramente socialista va delineandosi: si veda l'assemblea del Fascio del 4 dicembre '92 in cui si prospetta chiaramente la politicizzazione del movimento operaio, ci si richiama al "socialismo scientifico" oppure gli interventi durante la commemorazione mazziniana del 10 marzo '93. C'è una bella distanza, ormai, tra la democrazia tradizionale e quello che va configurandosi come il nucleo del primo socialismo sanseverese. Questa differenziazione si avvierà a diventare esplicito contrasto all'interno del partito "rosso": probabilmente anche a causa di ciò nella primavera del '93 il Fascio della Democrazia Dauna terminerà le sue pubblicazioni.

Si trattava comunque di un indebolimento obiettivo del fronte progressista che  dischiudeva uno spazio all'atmosfera di repressione: si veda il voto quasi unanime del 23 marzo '93 in consiglio comunale per una guarnigione  stabile nella città oppure l'appello del 9 gennaio '94 di Filippo D'Alfonso per l'uso della mano di ferro per prevenire le tendenze facinorose del Fascio Operaio. Tra settembre ed ottobre del '94 il Fascio operaio viene sciolto a causa della sua caratterizzazione socialista. Anche l'esito delle elezioni generali del maggio 1895 rispecchiano l'indebolimento del fronte progressista: Imbriani verrà sconfitto. E nelle elezioni comunali del luglio '95 si rimanda ancora una chiarificazione all'interno dei "rossi" nel senso della differenziazione socialista della sinistra dei "rossi" dal quel generico filantropismo ed umanitarismo della destra dei "rossi": in effetti la composizione della giunta comunale riproduceva una artificiosa unità in un celebrato clima di pacificazione e così anche l'azione programmatica di governo. Anche la reazione alla guerra d'Africa nel dicembre '95 vede una sostanziale unità "patriottica" col voto unanime di sostegno ai soldati che partono per l'Africa nel consiglio comunale controllato dai "rossi".

E' possibile assistere ad un processo verso una chiara definizione dell'identità socialista superando gli equivoci del liberismo radicale, nel corso del '96,  grazie anche all'immissione di forze giovani come quelle di Leone Mucci. L'opera di organizzazione provinciale dei mesi successivi segna questo salto di qualità suggellato anche dalla presenza di Andrea Costa al congresso provinciale socialista che si svolge a San Severo il 19 settembre '96.

In questo scorcio di fine secolo si assiste alla nascita di una nuova maggioranza liberale che si ricompatta attorno alla componente neoborbonica e confessionale: la vittoria di Giuseppe Mascia alle elezioni del '97 ne è un esempio.

sintesi da: R. Colapietra, Da De Sanctis al socialismo attraverso Imbriani, in Studi per una storia di San Severo, San Severo 1989

 

Alla fine dell'800 San Severo è considerata tra le città, economicamente e culturalmente, più ricche del Mezzogiorno. La sua ricchezza economica è legata essenzialmente alla produzione di grano e vino. La centralità territoriale della città non solo dà un forte impulso al commercio ma richiama anche immigrazione che necessita l'incremento edilizio (in questo periodo vengono realizzati i quartieri "Sentierone" e "Rosario": la città si espande verso Nord e verso Ovest vedendo protagonista la piccola e media borghesia).

L'agiatezza e il benessere è ristretto ad una piccola cerchia di privilegiati; la maggioranza della popolazione vive in condizioni molto precarie: nonostante la città si presenti ben fornita di servizi pubblici essenziali (sede della Sottoprefettura, della Pretura, del Comando di Capitanata dei Carabinieri, del Distaccamento militare, del Carcere distrettuale, del Teatro, di Scuole diurne e serali, di Scuola Tecnica e di Ginnasio), i conflitti sociali sono vivaci e continui.

Il Partito Bianco - che si ispira alla Destra storica, composto da conservatori-clericali - interpreta gli interessi dei ricchi agrari; il Partito Rosso - che si ispira alla Sinistra storica, composto dalla media e piccola borghesia - comprende le esigenze dei più poveri. La città, tranne per un piccolo periodo (1895-97) è sempre nelle mani del Partito Bianco. Negli ultimi anni del secolo entra in campo un'altra forza, il Partito Socialista, che rompe il tradizionale equilibrio tra Bianchi e Rossi. All'inizio del 1900 la sezione socialista presenta la sua prima lista elettorale e riesce a far eleggere in Consiglio comunale Leone Mucci.

Nel 1901 si costituisce la Lega Miglioramento Contadini che associa salariati, fittuari e piccoli proprietari di terra; a questa, in breve giro di tempo,  si affiancano nuove leghe di mestiere. La mobilitazione organizzata delle masse, ispirata dai socialisti, produce la reazione del Partito Bianco e della Chiesa che reagiscono con una politica basata sull'assistenza e beneficenza (Asilo inabili al lavoro, Istituto Salesiano, nuovo Ospedale). La risposta non si fa attendere: le elezioni politiche del 1904, le provinciali del 1905 e le comunali del 1906 sono vinte dal Partito Bianco di Masselli.

La situazione si appesantisce nel 1907 a causa delle conseguenze prodotte dalla politica agricola governativa che tutela i grandi proprietari di grano e trascura i piccoli coltivatori, in particolare i viticultori: in assenza di una politica protezionistica la viticoltura vacilla subendo i colpi del vino francese e spagnolo; il prezzo del vino scende ed entrano in crisi i lavoratori del settore le cui richieste non trovano riscontro tra gli agrari. Questa situazione spinge i socialisti ad unirsi ai rossi e radicali (Fascio popolare) nelle elezioni amministrative del 1908 per imprimere una svolta nella politica locale che tenesse presente, insieme alle rivendicazioni dei lavoratori, un comportamento fiscale più equo nei confronti dei cittadini. Un successo della nuova amministrazione del Fascio popolare fu l'introduzione della luce elettrica.

In questi anni gli effetti positivi della politica giolittiana si sperimentarono soprattutto al Nord (finanziamento dello sviluppo industriale con conseguente benessere), mentre al Sud l'aumento del costo della vita risulta di gran lunga superiore al salario medio; lo scoraggiamento si impadronisce dei lavoratori che non sentendosi protetti dallo Stato e ritenendo vana ogni forma di lotta, abbandonano le leghe (nel circondario di San Severo le leghe passano da circa 10.000 iscritti a poco più di 4.000). Negli anni successivi, i socialisti locali con Ernesto Lufino saranno protagonisti della battaglia per il suffragio universale che verrà raggiunta il 1912.

Nelle elezioni politiche del 1913, il Partito Rosso, inglobato in quello radicale, ottiene l'appoggio dei cattolici per la candidatura di Fraccacreta; il partito socialista si affida a Leone Mucci; le forze più rappresentative del Partito Bianco con Giandomenico Masselli pur di osteggiare il Fraccacreta appoggiano la candidatura socialista. Fraccacreta viene rieletto deputato.

Nelle elezioni amministrative dell'anno successivo i socialisti vincono e riescono a mandare a Palazzo Celestini il primo sindaco socialista.

Dopo la parentesi della guerra, nel 1920 alle elezioni amministrative, tutte le forze (dagli agrari ai cattolici, dagli ex combattenti agli ex bianchi e rossi) si uniscono contro i socialisti, guardati con sospetto e paura. I socialisti vincono di nuovo.

sintesi da: A. Facchini, Aspetti economici, sociali e politici di San Severo nel periodo 1895-1920,  in Studi per una storia di San Severo, San Severo 1989