1500 | [11 novembre] trattato di Granada con cui Francia (Luigi XII) e Spagna (Ferdinando II d'Aragona) decidono l'occupazione del regno di Napoli: alla Spagna sarebbero andate la Puglia e la Calabria e alla Francia la Campania, l'Abruzzo e il Molise; il papa, Alessandro VI, alla notizia del trattato appoggia i francesi rendendosi disponibile ad investire il re di Francia del regno di Napoli detronizzando Federico d'Aragona; Federico accerchiato da sud dagli spagnoli e da nord dai francesi capitola, ma nel frattempo fra i due contendenti in campo cominciano le divergenze: in effetti nel trattato non si tiene conto dell’avvenuta creazione di altre due province sotto Alfonso I D’Aragona smembrate dalla Calabria e dalla Puglia: la Basilicata e la Capitanata. Proprio la Capitanata diventa il pomo della discordia per i forti interessi economici di cui è portatrice provenienti dalla Dogana delle pecore: secondo i Francesi la Capitanata fa parte dell’Abruzzo perché legata all’economia pastorizia di quella terra, e spettante quindi alla Francia; per gli Spagnoli è invece parte integrante della Puglia ad essi assegnata. (A 65) | ||
1502
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1503 | Le discordie iniziali si tramutano presto in vere e proprie battaglie fra i due eserciti: quello francese guidato da Luigi D’Armagnac duca di Nemours, quello spagnolo guidato da Consalvo da Cordova detto il gran Capitano. Con la battaglia di Cerignola [28 aprile] gli spagnoli battono i francesi (A 65) | ||
Luigi d'Ars, comandante francese che occupa San Severo, viene cacciato dalla città (A 65) | |||
[dicembre] battaglia del Garigliano che
permette la conquista definitiva del regno di Napoli alla Spagna; il Regno
d'ora in avanti - per due secoli - i sarà governato sotto forma di provincia
da un vicerè Consalvo da Cordova, primo vicerè spagnolo |
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1507 | Giovanni d'Aragona, vicerè | ||
1509 | Raimondo di Cardona, vicerè | ||
1511 | [15 ottobre] documento delle autorità governative napoletane indirizzato agli abitanti di S. Severo in merito alla protesta di questi ultimi sull'inserimento indebito di 101 fuochi di Albanesi e Schiavoni essendo questi ultimi vagabondi e poveri (C1 304) | ||
1521 |
[20 febbraio] miracolo
attribuito a San Severino: nella notte sodati di ventura con bande di
albanesi non più al soldo degli spagnoli, tentano di impadronirsi di San
Severo; viene dato l'allarme dalla campana della chiesetta di S. Sebastiano
(fuori le mura); gli assalitori vengono messi in fuga ed il merito della
vittoria è attribuito a S. Sebastiano e a S. Severino (A 65) (C1 224) Il vicerè Raimondo di Cardona vende S. Severo per 40.000 ducati al duca di Termoli, Ferdinando di Capua; prima che il duca prenda possesso della città, il sindaco di S. Severo, Tiberio Solis, si reca a Worms, dove si trovava l'imperatore Carlo V, per mostrargli i privilegi di cui godeva San Severo grazie ai diplomi di Roberto e di Giovanna I coi quali si dimostrava il riscatto della città col proprio oro; l'imperatore rimise gli atti al vicerè e poichè costui aveva riconfermata la vendita al duca di Termoli, Tiberio Solis si recò di nuovo da Carlo V offrendogli la somma di 42.000 ducati (racimolati con la contrazione di un debito di 32.000 ducati con un banchiere di Napoli) a patto che San Severo fosse venduta a lui in quanto procuratore della città. (A 66) (FV 124) |
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1522 | Carlo di Lannoy, vicerè | ||
[9 maggio] Carlo V aderisce alla richiesta del sindaco Tiberio Solis e con un dispaccio dichiara S. Severo perpetuamente regia ed inalterabile (A 67) (FV 125) | |||
1527 | Hugo de Moncada, vicerè | ||
revisione statuti municipali: consiglio dei 40 reggimentari (A 88) | |||
col Trattato di Madrid del 1526 si metteva fine temporaneamente allo scontro tra Francesco I (Francia) e Carlo V (Spagna): tra le varie condizioni Francesco rinunciava definitivamente a Napoli; ma Francesco una volta liberato - era stato prigioniero degli spagnoli per 14 mesi - non ha alcuna intenzione di onorare gli impegni presi a Madrid; in maggio si costituisce una lega antiasburgica a cui aderisce Francesco I, il papa, Firenze, Venezia, Genova, Milano; subito Carlo invia l'esercito imperiale in Italia che dalla Lombardia giunge nel maggio del 1527 a Roma che viene saccheggiata; solo nel febbraio del 1528, Carlo ordina il ritiro del suo esercito da Roma; nel 1528 la guerra proseguiva con l'assedio - in agosto - condotto dai francesi a Napoli guidati dal generale Lautrec ed appoggiato dai baroni filofrancesi che volevano ribellarsi alla Spagna contro l'esercito capeggiato da Filiberto d'Orange alleato col marchese del Vasto e Ferrante Gonzaga | |||
1528 | Filiberto di Chalons, principe d'Orange, vicerè | ||
[4 marzo] Nella marcia di Lautrec verso la Puglia (per assicurarsi l'entrata della Dogana di 80.000 ducati), il generale col suo esercito di 30.000 uomini occupa San Severo per quattro giorni dopo essere stata abbandonata dal marchese del Vasto che occupava la città; alla partenza, il Lautrec lasciò nella città gli ambasciatori delle potenze alleate ed una piccola guarnigione, imponendo alla città l'obbligo di fornire vettovaglie al suo esercito (il rifornimento di viveri era disturbato dalle incursioni di Paolo di Sangro che parteggiava per l'imperatore Carlo). Morto Lautrec in agosto durante l'assedio di Napoli, gli imperiali erano rientrati in S. Severo (A 67) (FV 128) | |||
1529 | [maggio] Federico Carafa occupa S. Severo costringendo gli imperiali ad abbandonarla; le schiere imperiali tentano di impossessarsi della città ponendo l'assedio e con uno stratagemma (fingono di ritirarsi verso Rignano) nel cuore della notte ritornano inaspettatamente; la leggenda narra che sulle mura, in un fragore di trombe e tamburi, apparvero numerosi guerrieri guidati da un cavaliere in abiti sacerdotali e con uno stendardo rosso in mano (S. Severino); gli imperiali si diedero alla fuga e la città fu salva. [dopo questo episodio "la città adottò per lo stemma di Sansevero uno scudo sormontato da una corona torrita, e nello scudo a sfondo ceruleo San Severino in abiti pontificali su di un cavallo di rosso colore da' piedi campeggianti nelle nuvole, con un rosso stendardo alla destra e la sinistra mano stesa proteggitrice sulla città" (de Ambrosio)] (A 68) (C1 224) (FV 131) | ||
1530 | Prospero Colonna, vicerè | ||
1532 | Pedro de Toledo, vicerè | ||
San Severo è tassata per 170 fuochi (A 133) (C1 299) | |||
1535 | [agosto] Dopo la vittoriosa spedizione di Tunisi contro il pirata Barbarossa, Carlo V fa visita a varie città prima del suo ingresso a Napoli; visitò anche San Severo e dimorò nelle case di Girolamo Torres (A 71) | ||
1537 | Durante il viceregno di Pietro di Toledo viene messa in atto una politica di risanamento economico e di sviluppo che ebbe ripercussioni positive anche per S. Severo: "... fu rinfrancata ... S. Severo ... e molte altre città oppresse, e furono redente e rilevate le loro entrate" (Giannone) | ||
1545 | San Severo è tassata per 772 fuochi (A 133) (C1 299) | ||
1553 | Pedro Pacheco, vicerè | ||
1555 | Bernardo de Mendoza, vicerè | ||
1556 | Fernando Alvarez de Toledo, duca d'Alba, vicerè | ||
1558 | Federico de Toledo, vicerè | ||
1559 | don Pedro Afan de Rivera, duca di Alcalà, vicerè | ||
1561 | San Severo è tassata per 875 fuochi (A 133) | ||
1570 | alla Chiesa di sant'Antonio Abate viene trasferita la Confraternita del sacro Monte di Pietà che aveva un ospedale per gli infermi poveri (A 84; 205) | ||
1571 | Antoine Perrenot de Granvelle, vicerè | ||
1575 | Inigo Lopez de Hurtado de Mendoza, marchese di Mondéjar, vicerè | ||
1576 | secondo la tradizione, forse in questo anno, avvenne il miracolo della Madonna della Pietà: sul muro dell'ospedale sotto il titolo di S. Maria della Pietà era dipinta l'effige della Madonna; un pellegrino avendo perso al gioco del denaro, con un coltello sfregiò il volto della Madonna che sprizzò del sangue (A 83) | ||
1579 | Juan de Zuniga Y Requesens, vicerè | ||
[14 luglio] stipulato il contratto di vendita di S. Severo a Giovan Francesco Di Sangro per 82.500 ducati da pagarsi alla regia corte e ad altri creditori della città;" patto principale dell'avvenuta vendita fu che da Sansevero dovessero uscire i regi officiali ed i tribunali" (de Ambrosio): l'edificio dei tribunali è da collocarsi al sito che dicesi Carceri vecchie. (A 108) | |||
1580 | [9 marzo] bolla di Gregorio XIII con la quale viene trasferita la sede episcopale da Civitate a San Severo (che comprende anche Torremaggiore e Sam Paolo) (viene di nuovo citata, dopo un lungo periodo di silenzio, l'esistenza della parrocchia di S. Severino); nella bolla S. Severo viene descritta come "oppidum ... moenibus et turribus cinctum..." (A 91) | ||
1581 | [28 febbraio] con bolla pontificia Martino De Martino (dell'Aquila) viene nominato vescovo di San Severo (A 95) | ||
1582 | Pedro Giron, duca d'Ossuna, vicerè | ||
1583 |
vescovo della
città Germanico Malaspina (ligure) (A 95) [14 dicembre] ratificata a Madrid la vendita di S. Severo a Giovan Francesco Di Sangro |
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1584 | [30 aprile] effettuata la vendita di S. Severo a Giovan Francesco Di Sangro; con tale vendita S. Severo perde non solo la libertà ma anche la Regia Udienza che viene trasferita a Lucera; d'ora in poi la piena giurisdizione in tutte le cause civili, criminali e miste (salve quelle riservate ai tribunali superiori) è rimessa al governatore; la giurisdizione baiulare era limitata alle cause minime (es. danni commessi nelle campagne da uomini o animali); dalle sentenze dei baiuli ci si appellava al governatore locale; primo governatore di S. Severo fu Luzio Di Sangro. Il comune mantenne la piena giurisdizione civile e penale nei mercati e nelle fiere di S. Pietro e S. Luca ed il mastrogiurato era giudice dalle due di notte all'alba. "Per lo infeudamento di Sansevero uscirono dalla città quasi tutte le ragguardevoli famiglie, che in Lucera migrarono e in Manfredonia, le quali trovavansi libere da vincoli feudali. E allora dipartironsi quegli egregi, i quali applicavansi nelle professioni attive, che s'intromettono della sanità, degli affetti e dei negozi degli uomini" (de Ambrosio) (A 116) | ||
1585 | il conservatorio di San Lorenzo viene eretto in monastero con regola benedettina (A 79) | ||
1586 | Juan de Zuniga Y Avellaneda, conte di Miranda, vicerè | ||
1587 | Giovan Francesco di Sangro acquisisce il titolo di primo principe di S. Severo | ||
1588 | [24 novembre] inizio signoria di Paolo di Sangro, secondo principe di S. Severo | ||
1591 | [30 novembre] strumento notarile con cui si ingaggia un medico condotto per la città (probabilmente per la mancanza di medici in città) (A 116) | ||
1592 | [24 gennaio] da uno strumento notarile risulta che Camillo de Ligori sia il solo medico presente nella città (A 116) | ||
1595 | Enriquez de Guzman, conte d'Olivares, vicerè | ||
San Severo è tassata per 1005 fuochi (A 133) | |||
1599 | Fernando Ruiz de Castro, conte di Lemos, vicerè |
Fonti:
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Legenda:
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