1601 | Francisco de Castro, vicerè | ||
1603 | Juan Alfonso Pimentel de Herrera, conte di Benavente, vicerè | ||
carestia (A 120) | |||
1604 | vescovo della città Ottavio della Vipera (di Benevento) (A 95) | ||
1606 |
vescovo della città
Fabrizio Varallo (di Roma)
(A 95) [19 giugno] si da inizio alla costruzione del convento dei Cappuccini: la principessa Clarice Di Sangro pose la prima pietra (A 116) (Co 344) |
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1610 | Pedro Fernando de Castro, conte di Lemos, vicerè | ||
1611 | [maggio] dati sulla contrattazione di cereali ed animali (A 134) | ||
1615 | vescovo della città Vincenzo Caputo (di Ruvo) (A 95) | ||
1616 | Pedro Telez Giron, duca d'Ossuna, vicerè | ||
1617 |
due rovinose grandinate
[luglio e 7 settembre] danneggiano oliveti e vigne (L 5) [25 novembre] il vicerè invia 500 soldati nella città per impedire l'esercizio dei diritti feudali a Paolo Di Sangro (A 120) (L 5) |
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1618 | [20 gennaio] riparte la milizia che aveva occupato la città; la permanenza di questo corpo di soldati arrecò danno a San Severo "... e si furono, oltre i danni delle case guaste e bruciate ed alberi, specialmente d'olivo, tagliati nelle possessioni, da 3.000 ducati d'interesse" (Lucchino) (A 120) (L 5) | ||
1619 | [primavera-estate] invasione di grossi vermi nelle campagne (A 130) (L 6) | ||
1620 |
Gaspare Borgia, vicerè Antonio Zapata, vicerè [16 agosto 1620] Manfredonia per tre giorni è saccheggiata dai Turchi: sbarcati da 56 galee i Turchi, piegata ogni resistenza, saccheggiarono e incendiarono chiese, abitazioni, edifici, archivi e asportarono ogni bene (A 120, 123). |
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moltissimi cittadini sanseveresi per timore che le scorrerie turche giungessero in città si rifugiano nelle campagne circostanti e torri fortificate (A 124) (L 7) | |||
1621 | [6 agosto] fortissima scossa di terremoto (L 7) | ||
1622 | Antonio Alvarez de Toledo, duca d'Alba, vicerè | ||
1624 | il Lucchino racconta di un innalzamento del livello dell'acqua nei pozzi (L 8) | ||
1625 | vescovo della città Francesco Venturi (di Firenze) (A 95) | ||
1626 | inizio signoria di Giovan Francesco di Sangro, terzo principe di S. Severo | ||
1627 | [30 luglio 16,30] San Severo in gran parte distrutta dal terremoto; De Ambrosio parla di 800 vittime. Scosse anche nei periodi successivi (A 126) (L 10ss) | ||
1628 | inizio signoria di Paolo di Sangro, quarto principe di S. Severo; (episodio del disotterramento del cadavere di Giovan Francesco per decime non pagate A 127) | ||
1629 | Fernando Afan de Ribera, duca d'Alcalà, vicerè | ||
vescovo della città Domenico Ferri (di Civitacampomarano) (A 95) | |||
1631 | Manuel de Guzman, conte di Monterey, vicerè | ||
ultimato il convento dei
Cappuccini [maggio] dagli atti relativi alla visita pastorale del vescovo è possibile rilevare lo stato del processo di ricostruzione della città (S. Nicola e S. Croce al Mercato risultano in rifacimento; S. Severino è ancora largamente abbandonata; S. Giovanni e S. Agostino non presentano problemi particolari; le grancie di S. Biagio e S. Angelo sono in decadenza; si ricava la perdita d'importanza delle Grazie e quindi dei Cappuccini e di conseguenza della prospettiva di sviluppo pastorale) (Co 347) |
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1635 | vescovo della città Antonio Francesco Sacchetti (di Cosenza) (A 95) | ||
1636 | inizio signoria di Giovan Francesco di Sangro, quinto principe di S. Severo | ||
1637 | Ramiro Felipe de Guzman, duca di Medina di Las Torres, vicerè | ||
[giugno] dagli atti riguardanti la visita pastorale è possibile seguire l'evolversi della ricostruzione del dopo terremoto nonchè alcuni aspetti dell'articolazione sociale della città (il patronato laico delle famiglie tradizionali - Leonardi, Palumbo, De Maio, Gallucci, Dell'Olio, Castaldo, Renzis - va affievolendosi a favore di un pugno di nuovi gruppi familiari emergenti - Pazienza, Nigro-) (Co 348) | |||
1638 | Terremoto (A 127) | ||
1640 | [primavera] dagli atti della visita pastorale del vescovo viene confermato quel processo di ricambio all'interno della classe dirigente (Co 349) | ||
1644 | Juan Alfonso Enriquez de Cabrera, ammiraglio di Castiglia, vicerè | ||
1645 | [15 aprile] relatio ad limina del vescovo Sacchetti (enfatizzata la funzione dell'ospedale per i poveri e i pellegrini operante nella città; criticato il ruolo delle confraternite che hanno una funzione meramente scenografica; severo giudizio sul clero regolare - sui sette conventi regolari maschili e sulle monache -; rimane degno d'affidamento il clero secolare così come è degna la pietà dei cittadini) (Co 349) | ||
1646 | Rodrigo Ponce de Leon, duca d'Arcos, vicerè | ||
1647 | [7 luglio] rivolta antifiscale a Napoli per l'introduzione di una nuova gabella su tutti i prodotti di origine vegetale che danneggiava i consumi più diffusi; alle proteste seguì un tumulto dei popolani, che nei giorni successivi coinvolse anche gli altri ceti cittadini e si trasformò in una insurrezione aperta. Il moto popolare, che si era dato come capo Masaniello, mostrò tutavia poca fermezza; molti esitarono a trasformare la rivolta contro gli esattori della gabella in una rivolta contro il re; Masaniello viene assassinato[16 luglio] probabilmente da sicari del vicerè. Alla guida della rivolta subentrarono esponenti dei ceti borghesi dotati di un più solido spirito politico. Il vicerè dovette abbandonare la città in mano ai rivoltosi i quali cercarono un collegamento con le sommosse che nelle settimane successive venivano esplodendo nelle altre zone del Regno. I capi della rivolta proclamarono l'indipendenza del paese e l'istituzione della repubblica [ottobre] accettando gli aiuti offerti dalla Francia. " in Capitanata prime si dichiararono al partito del popolo Foggia e San Severo" (A 128) | ||
Sommossa popolare a San Severo; sembra che a capo della rivolta si mise il vescovo della città Sacchetti (A 128) (Co 350) | |||
1648 |
Giovanni d'Austria, vicerè Inigo Velez de Guevara, conte d'Onate, vicerè [aprile] fallita la rivoluzione sia per l'invio massiccio di truppe dalla Spagna, sia per l'incapacità di saldare il moto urbano con i moti rurali, sia per la repressione nelle campagne della nobiltà baronale, Napoli viene rioccupata dagli Spagnoli. |
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[gennaio] il
vescovo Sacchetti viene trasferito a Troia (probabilmente anche su pressione
del Di Sangro) dove il suo atteggiamento sarebbe risultato favorevole ai
ribelli (intellettuali e mercanti di lana stretti intorno a Sabato Pastore). La reazione nobiliare
piega gradualmente la resistenza di tutte le città di Capitanata; resiste
solo Foggia sotto il comando di Pastore finanziato dal vescovo, Sacchetti, per mantenere le truppe fedeli alla repubblica. Col
sopraggiungere di nuovi rinforzi e degli armati del conte di Conversano, i
nobili, guidati dal D'Avalos principe di Montesarchio, riuscirono a
debellare i ribelli di Foggia (A 128) (Co 350) San Severo è tassata per 1005 fuochi (A 133) |
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1649 | sanata la contesa che vedeva opposti clero e vescovo per la riscossione delle decime (A 131) | ||
1650 |
vescovo della città
Leonardo Severoli (di Faenza) dopo due anni di vacanza della sede
(A 95) contesa tra il vescovo e i preti delle chiese parrocchiali sull'obbligo imposto a questi ultimi di servire come mansionari nella cattedrale (tentativo da parte del vescovo di accentramento del clero ricettizio in cattedrale con la dignità di mansionari); un'ordinanza nell'anno successivo [giugno] delle autorità superiori ordinava al vescovo di non distrarre i preti dalle chiese in cui erano incardinati (A 132) |
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1652 | Papa Innocenzo X dispone la soppressione dei piccoli conventi | ||
a San Severo vengono soppressi i conventi dei Domenicani, dei frati del Terzo Ordine Francescani (S. Rocco), degli Agostiniani (l'operazione viene gestita dal clero ricettizio essendo la sede episcopale vacante per la morte del vescovo) (Co 351) | |||
1653 | episodio del sequestro, da parte del clero della cattedrale, della statua della Vergine del Rosario portata in processione attraverso il suo territorio (A 132) | ||
1654 | Garcia d'Avellaneda, conte di Castrillo, vicerè | ||
1655 | vescovo della città Giovanbattista Monti (di Ferrandina) dopo tre anni di vacanza della sede (A 95) | ||
1656 | [15 novembre] scoppia la peste che a San Severo sino al maggio successivo provocherà 3.000 morti (sicuramente questa stima fatta dal De Ambrosio è esagerata: si potrebbe parlare più che altro di un dimezzamento della popolazione confrontando la stima di essa tra il dato di fine '500 - 1005 fuochi - e quello del 1669 - 518 fuochi-); i cadaveri venivano seppelliti nei cimiteri delle chiese di S. Maria delle Grazie, di S. Rocco e in una fossa comune presso il tratturo a sud della città; muore tra gli altri anche il vescovo Montirifugiatosi nel lazzaretto degli Osservanti di S. Bernardino (A 128) (Co 352) | ||
1657 |
vescovo della città
Francesco Densa (di Montecorvino) (A 95) [inverno] forti scosse di terremoto (A 129) |
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1659 | Gaspar de Guzman, conte di Peñeranda, vicerè | ||
1661 | episodio del dissotteramento e traslazione nella chiesa di S. Giovanni del cadavere di Camilla Saluzzi inumato nella chiesa di Sant'Agostino senza pagare i diritti al clero della chiesa di S. Giovanni a cui apparteneva (A 133) | ||
1664 | Pasquale d'Aragona , vicerè | ||
[12 marzo] atto notorio contenente la tradizione del miracolo di S. Severino, le ordinazioni dell'offerta al Santo e dello stemma (A 69) | |||
1666 | Pedro Antonio d'Aragona, duca di Segorbe, vicerè | ||
1668 | edificazione della casa episcopale (A 138) | ||
1669 |
San Severo è tassata per
518 fuochi (A 133) [21 dicembre] convenzione tra la municipalità, il vescovo, il capitolo della cattedrale, i tre cleri sulla ripartizione delle decime: viene regolata l'esazione per attenuare frequenti contrasti tra le parti anche a causa di prelievi esasperati (A 137) (Co 355) |
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1670 | vescovo della città Orazio Fortunato (di Sant'Arcangelo di Lucania) (A 95) | ||
1671 | Federico di Toledo, marchese di Villafranca, vicerè | ||
1672 | Antonio Alvarez Osorio, marchese d'Astorga, vicerè | ||
1674 | sinodo indetto dal vescovo Fortunato; lavori di ristrutturazione della cattedrale (Co 355) | ||
1675 | Fernando Gioacchino Fajardo, marchese di Los Velez, vicerè | ||
1676 | riconsacrazione della cattedrale a cui partecipa l'arcivescovo di Manfredonia, il futuro papa Benedetto XIII (Co 356) | ||
1678 |
[giugno]
vescovo della città
Carlo Felice De Matta (di Cremona)
(A 95) istituito il seminario presso il convento di S. Sebastiano (il vescovo De Matta, dopo aver sequestrato i frutti di S. Rocco, si fa cedere dalla ricettizia di S. Giovanni il vecchio locus domenicano di S. Sebastiano; la locazione viene abbandonata dopo pochi anni per istituire il seminario presso l'episcopio) (A 139) (Co 358) |
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1679 | consacrazione della nuova chiesa di S. Croce al Mercato (Co 358) | ||
1680 | istituzione della confraternita del Soccorso (A 78) | ||
1682 | inizio signoria di Paolo di Sangro, sesto principe di S. Severo | ||
1683 | Gaspar Mendez de Haro, marchese del Carpio, vicerè | ||
contesa tra vescovo e capitoli delle ricettizie per i contributi da versare per il al seminario | |||
1686 | [febbraio] relatio del vescovo (presentazione assai polemica del clero ricettizio) (Co 358) | ||
1687 | Francesco Benavides, conte di S. Stefano, vicerè | ||
1688 | Fortissima scossa di terremoto (A 127) | ||
1696 | Luis Francisco de la Cerda, duca di Medinaceli, vicerè | ||
[marzo] relatio del vescovo (Co 359) | |||
1699 | [novembre] relatio del vescovo (emergono elementi- ad es. per le dispense del lavoro in giorni festivi - che fanno pensare al rafforzamento della crescente vocazione agricola della zona) (Co 359) | ||
Fonti:
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Legenda:
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