Corriere della Sera
martedi , 21 febbraio 1995 - citato Gregorio di Nissa

Rassegna stampa

 

Visioni. Incontro col filosofo e teologo Sergio Quinzio
sul suo nuovo libro dove parla, agisce e muore il successore finale di Pietro

In verità vi dico: l' Anticristo è qui

E Pietro II, l'ultimo papa, denuncia: «Apostata è la Chiesa romana»

 
Cesare Medail

"Chi sono oggi gli apostati, e dove possono trionfare? Non sono certo i peccatori, che anzi Gesù è venut o a salvare, ma coloro che, come il fariseo della parabola, sono convinti di avere Dio dalla loro parte... Dobbiamo prendere atto dell'apostasia della Chiesa che elude lo scandalo della fede, che lo stravolge in ciò che fede non è, riducendo a etica la salvezza escatologica, e perciò ne fa un'opera ragionevolmente umana".

A firmare questa affermazione che identifica nella Chiesa l'apostasia che, nelle Scritture, è legata all'Anticristo, è un papa. Si chiama Pietro II, come . secondo Malachia, il vescovo irlandese del XII secolo famoso per la profezia sui pontefici . si chiamerà l'ultimo papa.

Sergio Quinzio, 68 anni, filosofo e teologo autodidatta (fu ufficiale della Guardia di Finanza prima di diventare uno dei più autorevoli e meno ca nonici commentatori religiosi, a partire dal Commento alla Bibbia in quattro volumi pubblicato da Adelphi tra il '72 e il '76), ha preso la profezia di Malachia solo come pretesto per costruire la figura del suo papa, questo Pietro II che cade (non è detto se volontariamente) dalla cupola di San Pietro, dopo aver proclamato solennemente "il fallimento del Cristianesimo nella storia del mondo".

La vicenda di Pietro II si trova già riassunta in quattro paginette che Quinzio aveva pubblicato nel 1984 in una raccolta di riflessioni (La croce e il nulla, Adelphi). Il papa vive isolato dalla Curia, prigioniero dei suoi tormenti: si chiede se per il cristiano sia ancora possibile credere e sperare in un nucleo essenziale di verità, sempre più os curata dalla Babele degli esegeti e dei teologi. Ma un giorno rompe il silenzio, con due encicliche: la Resurrectio Mortuorum e la Mysterium iniquitatis, che dà il nome al libro in uscita da Adelphi. Nella postfazione al volume Quinzio illustra le ragioni profonde e personali di un libro certamente "scandaloso", ma che segue rigorosamente il filo delle Scritture. Nelle ultime righe il filosofo manifesta la sua delusione per non avere udito un papa "parlare con autorità, in nome di Cristo, del significato, sempre più spesso terribile, dei tempi che viviamo, della salvezza che attendiamo".

Perchè terribile? Che cosa avrebbe voluto udire dai papi?

"La riaffermazione solenne dell'annuncio di salvezza, che invece rimane in ombra: la prom essa che i morti risorgeranno è ormai la cosa di cui ci si occupa di meno. La Chiesa di oggi per lo più si limita a formulare auspici (non fate la guerra, impegnatevi nella solidarietà, eccetera) condivisibili anche da chi è ateo o professa altre fed i. In realtà, affermare che il sangue della vittima perfetta immolata sulla croce ha il potere di redimere i peccati e alla fine di resuscitare i morti crea difficoltà enormi per la sensibilità e la cultura dell'uomo contemporaneo. Così i contenuti t eologici vengono tramutati in dottrine filosofiche o etiche accettabili da tutti; ed è una falsificazione che Pietro II bolla come anticristica".

Il "suo" papa afferma che la Chiesa, tramite esegeti, teologi, biblisti, ha scavato un abisso fra le Scritture e l'uomo d'oggi. Che cos'è stato rimosso?

"La vicenda risale alla delusione patita dalle prime generazioni cristiane. I profeti avevano promesso che il Messia avrebbe portato la salvezza, la liberazione dalla morte e la redenzione dal peccato; invece si continuava a morire, a peccare eccetera. Così si fece strada l'idea che la redenzione fosse una sorta di riconciliazione spirituale e si cominciò a "interpretare" le Scritture: man mano che il Cristianesimo si allargava nel bacino me diterraneo, su questo postulato lontano dal racconto biblico . che aveva ben poco di estetico e di sublime . si innestarono visioni ellenizzanti, neoplatoniche, come quella di Gregorio di Nissa che vede in Mosè un'allegoria dell'amore. Ecco, non c'è differenza sostanziale fra le letture allegoriche degli antichi padri e quelle dei moderni esegeti. Perchè è avvenuto? Perchè pochi hanno il coraggio di proclamare il contenuto originario delle Scritture e preferiscono rifugiarsi in interpretazioni s imboliche più consone ai tempi".

Perchè ha scelto proprio la resurrezione dei morti come tema della prima enciclica? Il suo papa ammette che il catechismo del '92 ha ribadito questo annuncio, ma lamenta che la verità è affermata troppo timidament e...

"Invece è l'annuncio più clamoroso, ma non è più al centro della dottrina. Al culmine del processo di spiritualizzazione seguito alla delusione delle prime generazioni cristiane, non poteva non saltare quella resurrezione tanto attesa e non vi sta: così oggi è più facile accettare qualcosa di spirituale, come l'immortalità dell'anima platonica, che una promessa legata alla corporeità, alle "unghie e i capelli" che rinasceranno. Non sappiamo come ciò avverrà perchè fa parte del mistero, ma nessuno può dire "questo non è stato scritto"".

E la scelta dell'Anticristo, annunciato dalle Scritture come segno anticipatore della seconda venuta di Cristo e della resurrezione dei morti? Perchè Pietro dedica la seconda enciclica proprio al My sterium iniquitatis, altro tema di cui non si parla nei documenti o nelle prediche?

"Il secondo messaggio è la conseguenza del primo. Come è avvenuto che Dio non ci ha redenti?, si chiede Pietro II; e trova la risposta nel "Mistero dell'iniquità", la presenza anticristica che impedisce il compiersi della salvezza finale. Così proclama che è Roma a portare in sè anche l'Anticristo; nelle lettere di San Paolo, infatti, è scritto chiaro che l'Anticristo "siede nel tempio" ed è rappresentato da ch i amministra il culto, anche se si è sempre parlato di lui a sproposito come di un cattivone, da Nerone a Stalin".

E come deve manifestarsi l'Anticristo?

"Con un'apostasia: quella denunciata da Pietro II consiste proprio nel secolare tradimento delle Scritture da parte della Chiesa, a causa della sua debolezza di fronte al mondo. Non è necessaria la fede per fare appelli etici in nome della maturità intellettuale, civile, culturale: la Chiesa è stata anticristica perchè ha spacciato come c ose di Cristo cose che in realtà sono umane, e non per le Crociate o l'Inquisizione sulle quali ha già recitato il mea culpa".

Il suo papa decreta la fine della Chiesa e cade simbolicamente dalla cupola mentre Roma è squassata da un terremoto, co me avvenne dopo la morte di Gesù sul Calvario. Tutto ciò fa pensare che, nell'immolarsi con la sua Chiesa, Pietro adempia a un disegno divino...

"Intendiamoci, non ho mai sostenuto che la Chiesa, nei secoli, si è allontanata malignamente da Cristo al fine di opporglisi; voglio solo dire che, nello sforzo soltanto umano compiuto per adeguare Cristo alla sensibilità del mondo, essa piano piano ha ceduto. E quello di Pietro II è l'ultimo atto di una Chiesa che finalmente percepisce la sua negativ ità, tutta l'oscurità del mysterium. Le due encicliche e la caduta mortale del papa sono l'adempimento di quel mistero. Come si compiva un destino nell'atto dei sacerdoti ebraici che sospingono Gesù sulla croce, così la fine di Pietro II e della sua Chiesa è un sacrificio inconsapevole, strumento del disegno divino in vista della salvezza".

Il volumetto di Quinzio, un fitto corpo a corpo con le illusioni e disillusioni del cristiano, contiene dunque una forte provocazione unita a una radicale professione di fede. Sull'Unità, annunciando il libro, è stato rispolverato il discusso pamphlet di Maurizio Blondet (Gli Adelphi della dissoluzione, ed. Ares) secondo il quale chi scrive per la casa editrice di Foà e Calasso farebbe parte di un comp lotto anticristiano. Anche Quinzio è imputato, ma sorride e dice: "Giocando a fare i puzzles, si possono trovare complotti dovunque, a cominciare dall'Opus Dei; nell'Adelphi però, accusata ora di antisemitismo, ora di giudaismo massonico, ora di gnos ticismo, mi pare domini solo la curiosità intellettule che ha consentito loro di pubblicare questo cattolico praticante, autodidatta e fuori dal coro".

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