Visioni.
Incontro col filosofo e teologo Sergio Quinzio
sul suo nuovo libro dove parla, agisce e muore il
successore finale di Pietro
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In verità vi
dico: l' Anticristo è qui |
E Pietro II, l'ultimo papa, denuncia:
«Apostata è la Chiesa romana»
"Chi sono oggi gli apostati, e dove
possono trionfare? Non sono certo i peccatori, che anzi
Gesù è venut o a salvare, ma coloro che, come il
fariseo della parabola, sono convinti di avere Dio dalla
loro parte... Dobbiamo prendere atto dell'apostasia
della Chiesa che elude lo scandalo della fede, che lo
stravolge in ciò che fede non è, riducendo a etica la
salvezza escatologica, e perciò ne fa un'opera
ragionevolmente umana".
A firmare questa affermazione che identifica nella
Chiesa l'apostasia che, nelle Scritture, è legata
all'Anticristo, è un papa. Si chiama Pietro II, come .
secondo Malachia, il vescovo irlandese del XII secolo
famoso per la profezia sui pontefici . si chiamerà
l'ultimo papa.
Sergio Quinzio, 68 anni, filosofo e teologo autodidatta
(fu ufficiale della Guardia di Finanza prima di
diventare uno dei più autorevoli e meno ca nonici
commentatori religiosi, a partire dal Commento alla
Bibbia in quattro volumi pubblicato da Adelphi tra il
'72 e il '76), ha preso la profezia di Malachia solo
come pretesto per costruire la figura del suo papa,
questo Pietro II che cade (non è detto se
volontariamente) dalla cupola di San Pietro, dopo aver
proclamato solennemente "il fallimento del
Cristianesimo nella storia del mondo".
La vicenda di Pietro II si trova già riassunta in
quattro paginette che Quinzio aveva pubblicato nel 1984
in una raccolta di riflessioni (La croce e il nulla,
Adelphi). Il papa vive isolato dalla Curia, prigioniero
dei suoi tormenti: si chiede se per il cristiano sia
ancora possibile credere e sperare in un nucleo
essenziale di verità, sempre più os curata dalla
Babele degli esegeti e dei teologi. Ma un giorno rompe
il silenzio, con due encicliche: la Resurrectio
Mortuorum e la Mysterium iniquitatis, che dà il nome al
libro in uscita da Adelphi. Nella postfazione al volume
Quinzio illustra le ragioni profonde e personali di un
libro certamente "scandaloso", ma che segue
rigorosamente il filo delle Scritture. Nelle ultime
righe il filosofo manifesta la sua delusione per non
avere udito un papa "parlare con autorità, in nome
di Cristo, del significato, sempre più spesso
terribile, dei tempi che viviamo, della salvezza che
attendiamo".
Perchè terribile? Che cosa avrebbe voluto udire dai
papi?
"La riaffermazione solenne dell'annuncio di
salvezza, che invece rimane in ombra: la prom essa che i
morti risorgeranno è ormai la cosa di cui ci si occupa
di meno. La Chiesa di oggi per lo più si limita a
formulare auspici (non fate la guerra, impegnatevi nella
solidarietà, eccetera) condivisibili anche da chi è
ateo o professa altre fed i. In realtà, affermare che
il sangue della vittima perfetta immolata sulla croce ha
il potere di redimere i peccati e alla fine di
resuscitare i morti crea difficoltà enormi per la
sensibilità e la cultura dell'uomo contemporaneo. Così
i contenuti t eologici vengono tramutati in dottrine
filosofiche o etiche accettabili da tutti; ed è una
falsificazione che Pietro II bolla come anticristica".
Il "suo" papa afferma che la Chiesa,
tramite esegeti, teologi, biblisti, ha scavato un abisso
fra le Scritture e l'uomo d'oggi. Che cos'è stato
rimosso?
"La vicenda risale alla delusione patita dalle
prime generazioni cristiane. I profeti avevano promesso
che il Messia avrebbe portato la salvezza, la
liberazione dalla morte e la redenzione dal peccato;
invece si continuava a morire, a peccare eccetera. Così
si fece strada l'idea che la redenzione fosse una sorta
di riconciliazione spirituale e si cominciò a
"interpretare" le Scritture: man mano che il
Cristianesimo si allargava nel bacino me diterraneo, su
questo postulato lontano dal racconto biblico . che
aveva ben poco di estetico e di sublime . si innestarono
visioni ellenizzanti, neoplatoniche, come quella di
Gregorio di Nissa che vede in Mosè un'allegoria
dell'amore. Ecco, non c'è differenza sostanziale fra le
letture allegoriche degli antichi padri e quelle dei
moderni esegeti. Perchè è avvenuto? Perchè pochi
hanno il coraggio di proclamare il contenuto originario
delle Scritture e preferiscono rifugiarsi in
interpretazioni s imboliche più consone ai tempi".
Perchè ha scelto proprio la resurrezione dei morti
come tema della prima enciclica? Il suo papa ammette che
il catechismo del '92 ha ribadito questo annuncio, ma
lamenta che la verità è affermata troppo timidament e...
"Invece è l'annuncio più clamoroso, ma non è
più al centro della dottrina. Al culmine del processo
di spiritualizzazione seguito alla delusione delle prime
generazioni cristiane, non poteva non saltare quella
resurrezione tanto attesa e non vi sta: così oggi è
più facile accettare qualcosa di spirituale, come
l'immortalità dell'anima platonica, che una promessa
legata alla corporeità, alle "unghie e i
capelli" che rinasceranno. Non sappiamo come ciò
avverrà perchè fa parte del mistero, ma nessuno può
dire "questo non è stato scritto"".
E la scelta dell'Anticristo, annunciato dalle
Scritture come segno anticipatore della seconda venuta
di Cristo e della resurrezione dei morti? Perchè Pietro
dedica la seconda enciclica proprio al My sterium
iniquitatis, altro tema di cui non si parla nei
documenti o nelle prediche?
"Il secondo messaggio è la conseguenza del primo.
Come è avvenuto che Dio non ci ha redenti?, si chiede
Pietro II; e trova la risposta nel "Mistero
dell'iniquità", la presenza anticristica che
impedisce il compiersi della salvezza finale. Così
proclama che è Roma a portare in sè anche
l'Anticristo; nelle lettere di San Paolo, infatti, è
scritto chiaro che l'Anticristo "siede nel
tempio" ed è rappresentato da ch i amministra il
culto, anche se si è sempre parlato di lui a sproposito
come di un cattivone, da Nerone a Stalin".
E come deve manifestarsi l'Anticristo?
"Con un'apostasia: quella denunciata da Pietro II
consiste proprio nel secolare tradimento delle Scritture
da parte della Chiesa, a causa della sua debolezza di
fronte al mondo. Non è necessaria la fede per fare
appelli etici in nome della maturità intellettuale,
civile, culturale: la Chiesa è stata anticristica
perchè ha spacciato come c ose di Cristo cose che in
realtà sono umane, e non per le Crociate o
l'Inquisizione sulle quali ha già recitato il mea
culpa".
Il suo papa decreta la fine della Chiesa e cade
simbolicamente dalla cupola mentre Roma è squassata da
un terremoto, co me avvenne dopo la morte di Gesù sul
Calvario. Tutto ciò fa pensare che, nell'immolarsi con
la sua Chiesa, Pietro adempia a un disegno divino...
"Intendiamoci, non ho mai sostenuto che la Chiesa,
nei secoli, si è allontanata malignamente da Cristo al
fine di opporglisi; voglio solo dire che, nello sforzo
soltanto umano compiuto per adeguare Cristo alla
sensibilità del mondo, essa piano piano ha ceduto. E
quello di Pietro II è l'ultimo atto di una Chiesa che
finalmente percepisce la sua negativ ità, tutta
l'oscurità del mysterium. Le due encicliche e la caduta
mortale del papa sono l'adempimento di quel mistero.
Come si compiva un destino nell'atto dei sacerdoti
ebraici che sospingono Gesù sulla croce, così la fine
di Pietro II e della sua Chiesa è un sacrificio
inconsapevole, strumento del disegno divino in vista
della salvezza".
Il volumetto di Quinzio, un fitto corpo a corpo con le
illusioni e disillusioni del cristiano, contiene dunque
una forte provocazione unita a una radicale professione
di fede. Sull'Unità, annunciando il libro, è stato
rispolverato il discusso pamphlet di Maurizio Blondet
(Gli Adelphi della dissoluzione, ed. Ares) secondo il
quale chi scrive per la casa editrice di Foà e Calasso
farebbe parte di un comp lotto anticristiano. Anche
Quinzio è imputato, ma sorride e dice: "Giocando a
fare i puzzles, si possono trovare complotti dovunque, a
cominciare dall'Opus Dei; nell'Adelphi però, accusata
ora di antisemitismo, ora di giudaismo massonico, ora di
gnos ticismo, mi pare domini solo la curiosità
intellettule che ha consentito loro di pubblicare questo
cattolico praticante, autodidatta e fuori dal
coro".
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