Dal "manifesto" del 3 maggio 2001
Il Chiapas dice no
Con un documento firmato dal Subcomandante Marcos l'Ezln ha respinto la "ley
indigena" del Parlamento messicano e accusa d'imbroglio Fox
GIANNI PROIETTIS - SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS (CHIAPAS)
Con un comunicato in nove punti, diffuso alla vigilia del primo maggio, gli zapatisti
hanno detto no alla nuova ley indigena votata dal Parlamento, definendola "una
beffa" e "una grave offesa ai popoli indigeni". Il documento dell'Ezln,
firmato dal subcomandante Marcos, denuncia il tradimento della lettera e dello spirito
degli accordi di San Andrés, firmati nel 1996 dal governo Zedillo e dai delegati
zapatisti, annuncia che non riprenderà le trattative di pace con il governo Fox e chiama
a una mobilitazione nazionale e internazionale in difesa dei diritti indigeni. L'accusa
esplicita rivolta al presidente Vicente Fox è quella di aver simulato l'appoggio alla ley
Cocopa - riduzione legislativa degli accordi di San Andrés - presentandola al Congresso
come un agnello sacrificale. E, di fatto, la legge è stata fatta a pezzi, mutilandone gli
aspetti più significativi e aggiungendo una serie di catenacci che la rendono inoperante.
"E' la legge dei latifondisti e dei razzisti"
"Si può vedere ora che il problema non era di 'punti e virgole'", dichiara il
documento zapatista. "Se un nome merita questa riforma è quello di Riconoscimento
costituzionale dei diritti e della cultura di latifondisti e razzisti. E che dire di Fox,
che applaude la beffa legislativa? Chiaro, lui ne è stato il padrino". Gli zapatisti
affermano che le modifiche costituzionali, votate mercoledì scorso all'unanimità dal
Senato ma avversate nella votazione di sabato alla Camera da Prd, Pt e Partito Verde, non
rispondono alle richieste dei popoli indigeni né a quelle del Congresso nazionale
indigeno e neanche a quelle della società civile, che ha sostenuto e accompagnato la
marcia dell'Ezln alla capitale nel marzo scorso.
Marcos sottolinea i punti in cui si è consumato il tradimento degli accordi di San
Andrés: autonomia e libera determinazione, i popoli indigeni come soggetti di diritto
pubblico, terre e territori, usufrutto delle risorse naturali, elezioni di autorità
municipali e diritto di associazione regionale, tra gli altri. Con una legge così
snaturata, avvertono gli zapatisti, "il governo Fox chiude la porta al dialogo e dà
ragion d'essere ai diversi gruppi armati esistenti in Messico". Nel comunicato,
l'Ezln dichiara interrotti i contatti con il governo e ritira il mandato all'architetto
Fernando Yañez di fungere da intermediario.
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