JOSEPH HALEVI Robert Fisk svela sull'Independent del 29
dicembre la natura dell'imbroglio che Clinton e Barak stavano preparando per il vertice di
Sharm el Sheikh. I discorsi sul trasferimento ai palestinesi del 95% dei territori
illegalmente occupati da Israele dopo la guerra espansionista del 1967 sono falsi. Il
calcolo clintoniano includeva la superfice della parte del Mar Morto che sarebbe diventato
territorio palestinese, le zone cuscinetto in cui sarebbe rimasto l'esercito israeliano,
nonché il territorio dell'insediamento di Kiryat Arba considerato come dato in affitto ad
Israele. Anche per ciò che riguarda i luoghi di culto Clinton ha gettato fumo negli
occhi. Ai palestinesi non verrebbe dato alcun diritto di sovranità ma soltanto il
controllo della superficie delle moschee. Su questo punto il consigliere per la sicurezza
nazionale di Barak , Danny Yatom, è stato esplicito: "Non firmeremo alcun accordo
che trasferisca la sovranità (dei luoghi di culto, ndr) ai palestinesi". Una
volta detratte le acque del Mar Morto, le zone cuscinetto e le zone prese in 'affitto' da
Israele, ai palestinesi non rimane che il 64% del territorio effettivo, esattamente come
voluto da Israele da Oslo in poi.
Che i discorsi clintoniani siano una manovra volta ad intrappolare I palestinesi di fronte
all'opinione pubblica mondiale viene dimostrato da due ulteriori eventi. Il primo,
denunciato perfino dal movimento Pace adesso su Indymedia di Israele consiste nella
decisione del ministro dell'edilizia Ben Eliezer di conferire nuovamente agli insediamenti
ebraici lo status di aree aventi priorità nazionale che già godevano durante il governo
di Netanyahu. Tale status comporta enormi agevolazioni fiscali e sussidi allo sviluppo.
Durante il governo Netanyahu l'86% degli insediamenti era incluse nelle zone di priorità
nazionale ed ora Barak, mentre parla di concessioni, ripristina esattamente le aree di
Netanyahu. Per queste ragione Galia Golan di Pace adesso ha chiesto l'annullamento
della decisione del governo.
Ovviamente, dopo tutte queste 'concessioni' offerte da Israele ai palestinesi veniva
chiesto, secondo evento, come contropartita l'abbandono la risoluzione dell'Onu 194 che
prevede il rientro dei palestinesi - e dei loro figli - espulsi da Israele durante il
1947-1948.