Dal "manifesto" del 10 febbraio 2000

RUSSIA/CECENIA

Inferno a Grozny e nei campi dei profughi

L' aviazione e l'artiglieria federali hanno intensificato i bombardamenti contro le posizioni della guerriglia sulle montagne nel sud della Cecenia. I combattenti islamici non hanno tuttavia allentato la pressione sulle truppe russe e nel corso della notte scorsa hanno compiuto diversi attacchi oltre le linee nemiche, in due distretti sudoccidentali controllati dai russi: Achkhoi-Martan e Urus-Martan. I comandi federali non hanno fornito informazioni sulle perdite da entrambe le parti.

Nelle ultime ventiquattr'ore caccia Su-24, Su-25 ed elicotteri Mi-24 hanno compiuto oltre cento incursioni nelle gole di Argun e Vedeno, a sud, e sui villaggi di Karti-Yurt e Shaami-Yurt, a sudovest, dove i comandi russi pensano siano riparati almeno tremila dei guerriglieri fuggiti da Grozny (mentre altri settemila sarebbero sulle montagne). Anche il villaggio di Gekhi-Chu è stato bombardato massicciamente e i residenti hanno parlato di pesanti perdite tra i civili e di estese devastazioni. Da molto tempo i russi non pubblicano più alcun bilancio, neanche indicativo, delle perdite tra la popolazione civile: testimonianze raccolte nei giorni scorsi nella Grozny "liberata" parlano di un vero inferno per i civili, sottoposti oltre a tutto a saccheggi, violenze, esecuzioni sommarie in grande quantità da parte dei soldati scatenati. La capitale è sotto il pieno controllo dei federali, ma questi ritengono che in città vi siano ancora circa 300 guerriglieri, e in pratica trattano tutti i civili come tali. Il ministro per le emergenze, Serghei Shoigu, ha detto che a Grozny sono rimasti diecimila civili e che un terzo di loro necessita di cure mediche.

Sul piano militare, come ha spiegato ai giornalisti il ministro della difesa, Igor Sergeev, presto sarà sferrata una massiccia offensiva sulle montagne a sud. "Una volta completata l'operazione a Grozny, le truppe riposeranno un paio di giorni, gli armamenti saranno rimessi a punto, e subito dopo gli sforzi si concentreranno verso le montagne", ha detto il ministro.

Intanto precipita sempre di più la situazione, già tragica, delle decine e decine di migliaia di profughi ceceni riparati nella vicina Inguscetia e tenuti in tendopoli improvvisate. L'Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato l'allarme: c'è un forte rischio di diffusione della tubercolosi tra i circa 180.000 profughi. I tassi di Tbc, già in crescita negli ultimi anni in tutto il Caucaso settentrionale, sono particolarmente alti in Cecenia: secondo gli ultimi dati, nel 1998 sono passati da 65 a oltre 80 ogni 100.000 abitanti e la situzione di sovraffollamento nei campi profughi in Inguscetia non potrà che peggiorare la situazione. I dati del 1999 non sono ancora disponibili, ma secondo il quartier generale dell'Oms a Ginevra "i calcoli preliminari dimostrano un peggioramento".