Dal "manifesto" del 9/3/04

Baghdad, la Costituzione nasce zoppa

 

L'islam fonte del diritto. Il leader sciita al-Sistani contro il testo: «Ora le elezioni»
Colpi di mortaio hanno centrato due caserme della polizia nella capitale, un'ora prima della cerimonia che ha sancito la nascita della legge fondamentale
L'Islam tra le fonti del diritto, arabo e curdo come lingue ufficiali e durata a termine, fino a quando, si prevede per la fine del 2005, non entrerà in vigore la costituzione definitiva. Al terzo tentativo e con nove giorni di ritardo sul calendario fissato dagli occupanti, ieri mattina il Consiglio governativo ha approvato la costituzione ad interim dell'Iraq. Il testo è stato firmato a Baghdad su un'antica scrivania appartenuta a re Faisal I, primo monarca iracheno, ed ha suscitato reazioni contrastanti da parte dei principali attori coinvolti: il presidente americano Bush ha affermato che il documento «getta le fondamenta per elezioni democratiche e per una nuova Costituzione» irachena definitiva. Per il leader kurdo Barzani «rafforzerà l'unità nazionale in un modo mai sperimentato prima». Tuttavia ci sono segnali che le divisioni che hanno fatto slittare a ieri la fima del testo possano riemergere presto. A un paio d'ore dalla firma, il grande ayatollah Sistani, che ha 73 anni ed è di origine iraniana, ha diffuso un comunicato con il quale ha fatto sapere che il documento «pone ostacoli per arrivare ad una costituzione permanente per il Paese». Il leader musulmano sciita, ayatollah al-Sistani ha espresso con chiarezza le proprie riserve: «Qualsiasi legge elaborata per il periodo di transizione - ha detto il principale leader degli sciiti, che rappresentano oltre il 60% della popolazione - non avrà legittimità fino a quando non sarà stata approvata da un'assemblea nazionale eletta». I membri sciiti del governo provvisorio (nominato dagli occupanti americani) non gradiscono la clausola che dà la possibilità alla minoranza curda di emendare il testo. Nonostante abbiano firmato, gli sciiti del Consiglio ieri hanno fatto sapere che quella clausola sarà oggetto di ulteriori negoziati: il prossimo mese dovrebbe uscire un «allegato» alla costituzione che, nelle intenzioni della maggioranza oppressa sotto il regime di Saddam, dovrebbe risolvere la disputa. Dunque una costituzione provvisoria che sembra nascere con alla base forti contrasti politici irrisolti. Come se non bastasse ieri l'accordo è stato «salutato», un'ora prima che cominciasse la cerimonia, da attacchi a colpi di mortaio contro due stazioni di polizia nella capitale che hanno ferito sei persone, tra cui due agenti. La notte precedente lo stesso quartier generale americano a Baghdad era stato attaccato, con almeno sette razzi, che avevano causato il ferimento di un imprenditore che lavora per gli americani. La «Legge amministrativa transitoria» dunque sarà in vigore fino a quando un governo non verrà eletto, dopo l'approvazione di una costituzione definitiva; quest'ultimo passaggio è previsto non oltre il 31 dicembre 2005. Il cosiddetto «periodo» di transizione, nel quale da ieri l'Iraq è entrato, consisterà di due fasi: entro il prossimo 30 giugno un altro governo ad interim dovrebbe essere «rivestito di piena autorità» e portare allo scioglimento della Coalition provisional autority (Cpa), l'autorità degli occupanti che, di fatto, ora controlla il governo provvisorio iracheno. Nella seconda tappa, non oltre il 31 gennaio 2005, dovrebbe entrare in vigore un governo di transizione scaturito da elezioni per l'Assemblea nazionale.