Da RaiNews24

Washington, 28 ottobre 2001
La Cia starebbe valutando la fattibilità di missioni segrete, finalizzate all'eliminazione di singoli individui che le autorità degli Stati Uniti hanno classificato come "terroristi", e segnatamente di appartenenti a "al-Qaida", l'organizzazione clandestina guidata da Osama bin Laden.
Lo riferisce il quotidiano The Washington Post, secondo cui gli "omicidi selettivi" che eventualmente sarebbero così realizzati si baserebbero su rapporti riservati facenti capo alle amministrazioni sia di Bill Clinton sia di George W. Bush.
Quest'ultima in particolare ritiene che le missioni omicide non violerebbero i precedenti ordini esecutivi presidenziali con cui, a partire dagli anni '70, divennero proibiti gli assassinii politici. E tale convinzione servirebbe tra l'altro a superare una certa riluttanza esistente in seno alla stessa Central Intelligence Agency, che comunque ritiene di essere titolare delle necessarie prerogative: prerogative conferitele dalle recenti disposizioni impartite da Bush il quale, in seguito agli attentati dell'11 settembre a New York e a Washington, ha disposto attacchi a ripetizione contro il miliardario integralista di origini saudite e la sua rete terroristica.

Dopo 30 anni tornano eliminazioni "coperte"
Cia ricorrerebbe a eliminazioni "coperte", circa trent'anni dopo che una serie di scandali legati a omicidi politici, commessi dai suoi agenti, indussero la Casa Bianca a imbrigliarne l'azione. Clinton aveva peraltro già autorizzato operazioni segrete contro "al-Qaida" dal '98, in seguito agli attacchi dinamitardi alle ambasciate Usa in Kenya e in Tanzania.

Quale ampiezza ha il mandato?
Il punto adesso in discussione ai vertici dell'agenzia è l'esatta interpetazione del provvedimento di autorizzazione fimato da Bush e, conseguentemente, l'ampiezza del mandato conferito all'agenzia; in particolare, quanti numericamente potranno essere i complici di bin Laden legalmente eliminabili.

Stando al giornale di Washington, inoltre, i dirigenti della Cia pretendono che per ogni missione sia resa evidente l'esistenza di una catena di comando ben documentabile, attraverso la quale sia possibile risalire, all'interno dei ranghi del governo federale, a coloro che l'hanno voluta; e deve trattarsi di persone democraticamente elette, non designate dall'alto.