da "liberazione" del 20 aprile 2004

«Onoro la parola data.
Inutile aspettare il 30 giugno»

Il messaggio del neo premier alla nazione in diretta tv


Questa mattina, dopo che il ministro della Difesa ha prestato giuramento per il suo incarico, gli ho ordinato di predisporre quanto necessario perché le truppe spagnole destinate in Iraq ritornino a casa nel più breve tempo e con la massima sicurezza possibili.
Nel marzo del 2003, più di un anno fa, avevo assunto pubblicamente l'impegno, che ho poi rinnovato lo scorso febbraio. Avevo detto allora che, qualora i cittadini mi avessero eletto presidente del governo, avrei ordinato il rientro delle truppe spagnole dall'Iraq, se l'Onu non si fosse fatta carico della situazione politica e militare.

Stando alle informazioni di cui disponiamo e a quelle che abbiamo ottenuto nell'ultima settimana, non è prevedibile che si possa adottare una risoluzione dell'Onu corrispondente al contenuto al quale rimane condizionata la nostra presenza in Iraq. Sia le manifestazioni pubbliche dei principali protagonisti coinvolti nel conflitto, sia i contatti intrattenuti dal ministro della Difesa dietro mia richiesta nel corso dell'ultimo mese, non ci forniscono indizi che consentano di prevedere un cambiamento sostanziale della situazione politica e militare irachena entro i tempi previsti e nel senso richiesto dal popolo spagnolo.

Queste circostanze mi hanno indotto ad assumere la decisione di ordinare il rientro dei nostri soldati nella massima sicurezza e, perciò, nel più breve tempo possibile.

La decisione corrisponde, innanzitutto, alla mia intenzione di onorare la parola data agli spagnoli più di un anno fa. Il governo, animato dalle più profonde convinzioni democratiche, non vuole né può operare, e non lo farà, in contrasto con la volontà degli spagnoli o alle loro spalle. E' questo il suo dovere principale, ed è altresì il suo principale impegno.

La decisione corrisponde, del resto, all'intento di contribuire alla lotta che conduce la comunità internazionale contro il terrorismo, a partire dal più rigoroso rispetto della legalità internazionale.

Il governo spagnolo continuerà ad appoggiare fermamente la stabilità, la trasformazione democratica, l'integrità territoriale e la ricostruzione dell'Iraq. In coerenza, quindi, con questo principio, promuoverà ogni iniziativa dell'Onu e dell'Unione Europea che offra un quadro di collaborazione internazionale che contribuisca efficacemente a che gli iracheni recuperino la loro sovranità e possano organizzare liberamente e democraticamente le elezioni, per costruire il loro futuro in pace, indipendenza e sicurezza.

Il governo rispetterà la posizione della Spagna come alleato fedele dei propri soci. Rispetterà gli impegni internazionali del nostro paese, in modo particolare quelli esplicitamente connessi alla nostra partecipazione a missioni internazionali di pace e sicurezza.

Desidero esprimere apertamente la mia riconoscenza nei confronti delle Forze Armate spagnole, quotidianamente impegnate in missioni in Spagna e nei luoghi più diversi del mondo, e che in Iraq hanno dato prova costante della loro preparazione, professionalità e disciplina, nonché della loro umanità e del loro coinvolgimento nell'aiuto alla popolazione irachena. Ad esse vada, anche a nome di tutti gli spagnoli, la mia gratitudine e l'affetto mio personale e del governo.

Il ministro della Difesa riferirà nei prossimi giorni sul processo di rientro delle truppe.

Da parte mia, annuncio che, secondo quanto ho espresso nel recente discorso di investitura, oggi stesso ho sollecitato la convocazione urgente dell'assemblea plenaria dei deputati [plenum del Congreso del los Diputados], perché il governo informi i gruppi parlamentari sui motivi e la portata di questa decisione che, del resto, pochi minuti fa ho comunicato personalmente al leader dell'opposizione.

Traduzione di Titti Pierini


Da www.ventimarzo.org