ALLE STRADE DI MONTAGNA

Dopo l'anno internazionale dedicato alla Montagna.

Antiche strade impietrate, in terra, asfaltate, ferrate, per le quali l'Umanità di valle in valle, di valico in valico, si è riunita sul Pianeta e continua a muoversi e incontrarsi. Strade ardite sugli eccelsi valichi dei Monti Ande, delle Himalaye, delle Alpi, delle Rocky Mountains, del Caucaso, della Sierra Nevada, dello Atlante, dei Drakensberg. Strade alle cime dei vulcani: alle Hawaii, sull'Etna, sulla Cordigliera.

Strade che, alcune, superano la quota del Monte Bianco d'Europa. Le più alte sulle Himalaye, sulla Cordigliera. Fra le più vecchie, quella del Karakorum Pass fra Leh e Yarkand, (fra India e Cina), lungo tempo chiusa, oggi di incerta percorribilità. Fra le più recenti la Karakorum Highway, a collegamento di Pakistan e Cina.

Fra le più affascinanti quella delle Yungas, in Bolivia: da quota 4700 ai fiumi amazzonici.

Antiche strade incaiche per il sovrano, con risalite a gradini; strade persiane dai cancelli d'oro, per il Re dei Re, sull'altopiano anatolico; strade romane per i messi cesarei e le legioni repubblicane, strade medioevali per i pellegrini.

Strade montane del nostro tempo, per tutti gli esseri umani, non vie di audaci arrampicatori alle cime superne. Strade Alte in luoghi sublimi che donano viste e suggestioni di eterno. Strade Alte che avvicinano al divino.
Lo ricorda una scritta, sul muro di un tornante, salendo da Vedeseta ad Avolasio, per la Strada della Colmine di San Pietro; lo ricordano le croci christiane, sperdute sugli alti valichi andini, consolatrici all'andare dei mansueti; quelle sulle strade dolomitiche degli altoatesini e dei tirolesi; lo ricordavano gli altari a Zeuss / Jupiter sull'antica strada della Porta Alta, Hochtor, attraverso i Tauri in Austria. Ai nostri tempi i christianissimi austriaci hanno scritto monumentale sul portale della galleria di valico della Hochtor: "In Te Domine Speravi", e nessuno vuol far scalpellare, eradere, lo scritto. Primigeni valichi, il Gran San Bernardo, lo Spluga (Cunus Aureus) di casa nostra, il Septimer e lo Julier nel Grigioni; alcuni confortevoli al transito veicolare oggidì, ma sempre impervi. Allora li passavano anche d'inverno: oggi, di questi, solo il Pass dal Guglia, (lo Julier) rimane transitabile nella stagione jemale.

Al Idrisi, geografo di dotta cultura araba, ricorda quattro passaggi nelle Alpi, ai suoi tempi.

In molti luoghi del pianeta le strade di montagna sono mantenute aperte, con rischio e abnegazione, per non isolare le popolazioni. Le montagne, le valanghe, le frane sono un incognito per alpinisti e viandanti. Nei paesi del G8 usanze di prevenzione coercono a chiudere le vie appena all'annuncio di rischio, ma la strada di montagna è vitale. In situazioni avverse di tempeste, venti, nebbie, per strada di montagna ci si arrampica; dal cielo con elicotteri non si scende. Le frane, gli smottamenti, non interdicono le audacie stradali della loro costruzione: i tornanti di Pianazzo, sulla strada del Passo Spluga, placcati al dirupo: percorso di variante ad un precedente tracciato, avulso da una alluvione. Le strade di montagna sono la vita per milioni di esseri umani.
Le strade di montagne attraversate d'inverno: una suggestione bianca; un ardito impegno di viabilità invernale. Per migliorare la viabilità invernale si promuovono convegni, studi e costruzioni di macchine e strutture di protezione, prove di materiali fondenti, previsioni; purtroppo si depaupera il numero delle persone che attendono alle strade di montagna, sulla strada. Sulle strade di montagna prima cura di costruzione e conservazione è ancora quella di incanalare le acque. La costosa, non remunerata costruzione di strade per gli alti monti, oggi soggiace ai migliori affari della costruzione di autostrade ed alla odofobia che molti danni ha arrecato alla nazione: maggiori costi di trasporto, minor sviluppo, congestione delle relazioni stradali e ferroviarie esistenti. Le strade di montagna per vivere, e per diporto.

Le corse ciclistiche: i celebri passi alpini del Pordoi, dello Stelvio, dell'Izoard, del Galibier. Il Tourmalet nei Pirenei, il Picacho De Veleta, mas alta carretera d'Europa, nella Sierra Nevada dell'Andalusia. I rally automobilistici: il passaggio invernale del Turini in quello di Montecarlo. Il Colle di Radicofani, fasto delle Mille Miglia.

Furono grandi le Province di Como www.provincia.como.it, Sondriowww.provincia.sondrio.it, Bergamowww.provincia.bergamo.it nella costruzione di strade montane; il Genio Civile e il Corpo Forestale dello Stato hanno lasciato tesoro di tracciati sui nostri bei monti, sempre più utili a tutte le comunità che ci vivono.
Le strade dell'Alto Lago Occidentale; La Morterone, La Prealpina Orobica , La Esino Parlasco nella parte orientale, sono gioielli esibiti alla gioia dei viandanti, alla utilità degli abitanti. Le strade militari del tempo bellico, sono esempio ai tracciatori di strade agro-silvo-pastorali e monumento degno di essere conservato: la militare Garzeno - Cavargna, quella al San Lucio.
La Strada Militare del Legnone è persino scomparsa da alcune carte storico-turistiche, anche quale indicazione di sentiero, ma è un tesoro di archeologia stradale. Tale strada, adesa al monte, non appartiene più al Genio Militare.
Le persone che tenaci resistono in sperdute frazioni montane vorrebbero altre strade per loro conforto. A imbonimento, a gabbo, di coloro che avversano la costruzione di strade montane, persone rispettate, si propongono simil piste agro-silvo-pastorali, con parametri di costruzione impervi ai veicoli normali, (pendenze e raggi), tanto che alla fine anche l'asino con la slitta non riuscirebbe su tal rampa, ma solo il conducente di uno speciale e costosissimo veicolo arrampicatore. Tali piste un giorno diverranno strade, per forza di avvenire, e sarà minor consumo di Natura e di Pecunia comune, non aggiungere devastazioni a devastazioni, per renderle compatibili alla normalità stradale (gualivarle). Ove senza culto né umanità si sia passati dal piccone al bulldozer, sulle pendici montane si sono fatti sgorbi.
Le meritorie Comunità Montane (ed è luce quella della Valsassina Valvarrone Val D'Esino Riviera), i piccoli Comuni, superstiti eredi delle antiche libere tradizioni del comune montano, (quelli celebrati nella poesia di Carducci), i quali con pazienza e tenacia montanara propugnano ancora il collegamento di valli, la riunione della frazione, la strada al picco panoramico, che tutte sono opere per beneficio degli esseri umani. La ammirata tenacia del più piccolo comune di Italia, Morterone, a voler restare collegato per strada alla Rete delle Strade del Pianeta Terra.

Strade importanti di valico fra gli stati, fra le regioni, fra le province ancora attendono la costruzione, e purtroppo attenderanno, nell'era dell'odoclastia.
A riunione dei continenti, ad opposizione della loro deriva, non occorrono strade di montagna, bensì ponti ed istmi artificiali e solo qualche strada nella Serrania del Darien (Colombia). Opera prima il ponte sullo stretto di Bering fra Asia ed Americhe per la relazione stradale Terra 1 dal Capo di Buona Speranza al Capo Horn,vicinanze, o da Lisboa (Portugal) a Recife (Brazil), con l'apertura dei transiti a tutti gli uomini del pianeta riuniti da una strada nei cinque continenti dell'ecumene. Per l'Oceania/Australia una strada mobile: il ferry boat. Il ponte sul Mediterraneo, fra Sicilia (Capo Lilibeo) ed Africa (Capo Bon), per riunire l'Italia all'Afrika ed al Maghreb. Il ponte sul Mar Caspio, fra Azerbaijan e Türkmenistan, Via della Seta del terzo Millennio, TRACECA Transport Corridor Europa Caucasus Asia.

A riunione dei territori montani della nostra terra, i collegamenti intervallivi ancora non si costruiscono. Nel territorio del Provincione che fu, Como Varesewww.provincia.varese.it Leccowww.provincia.lecco.it, e delle Province circostanti, che come oggi, già pochi decenni scorsi conobbe impeti antistradali, e ne sconta la pena su strade obsolete ove circolare è un caos, anche nuove strade di pianura occorrono per diluire su molte il traffico gravante poche.
Una ortodromica Lecco Bergamo Trieste, scavata nei monti a nord, mirata a Pechino e alla TRACECA, in costruzione al Mar Nerowww.traceca-org.org. A iniziare da Lecco un tunnel direttissimo Lecco - Calolziocorte,a sbucare alto sopra la Galavesa.
Una supplente alla già statale 36 fra Lecco e Usmate, a iniziare da Lecco accostata o dentro alle montagne.
Una ortodromica, stradale e ferroviaria, Lecco Roma, nei monti Appennini fra Parma e Prato, che eviti la soggezione alle tangenziali di Milano, puntando diretta da Lecco a Lodi.
Una trasversalina locale, (Asso Eupilio Bosisio SironeOlgiate M.–Lomagna), al reticolo est –ovest / nord –sud delle strade esistenti.
Alle strade montane si accede dalle grandi pianure.

Ricordo alle strade montane del territorio delle Alpi Lepontine ed Orobie, delle quali molto si parlò e scrisse, mai nate.
Il Valico di San Jorio per i collegamenti trasversali Ginevra – Innsbruck. Il valico del San Jorio, in Alto Lago: una via storica di comunicazione Est Ovest; (si piccano di voler scavare le gallerie poche centinaia di metri sotto il passo… e non fanno più niente). Dal valico stradale di Gandria Porlezza al Passo del Maloja non vi è alcuna comunicazione stradale né ferroviaria: gli Helvezii per connettere il Ticino al Vallese hanno costruito poche decine di anni fa la strada del Nüfenen (Passo della Novena), e sulla strada del Passo del Gottardo han costruito meraviglie, con i muratori italiani emigranti, per non riferire dei tunnel.
La ferrovia che colleghi l'Alto lago al Grigioni nella Mesolcina, finirà nella linea del Gottardo, nella Confederazione che ancora esita a stare con noi, nell'Unione dei Popoli d'Europa, ma guadagna sui transiti Italia-Nazioni UE del nord-est.
Occasione perduta dalla "Legge Valtellina", il prolungare la ferrovia da Tirano a Bormio e proseguirla sotto le montagne, al Sud Tirolo ed all'Austria, per Monaco di Baviera e oltre a tutta l'Europa Orientale e agli Stati Baltici, novità del terzo millennio. Tracciato tutto in territorio dell'Unione Europea, che ci avrebbe avvicinati a Vienna, ancora nel cuore di molti lombardi, pur non dimentichi delle sue forche risorgimentali.
Il Passo della Bocchetta di Trona, per incrociare, per strade alte, i collegamenti Valsassina – Val Gerola; Valvarrone Valtorta.
Ricordo di un'alta strada abortita: quella al Passo di Venina fra Carona (BG) ed Agneda (SO), nelle Orobie Valtellinesi. Comparate alla densità di strade montane nelle Dolomiti, quelle nelle Province di Lecco e Como sono esigue.
Al valico di Erbonne, una volta tanto gli italiani, della Grande Provincia di Como, giunsero prima degli amici della Confederazione Helvetia a completare la strada di connessione della Val d'Intelvi al Canton Ticino: tale strada si fermò al valico. Il patriziato, o altri, opposero, a lavori finiti, il Passo del Bonello, e non si proseguì. La Grande Provincia di Bergamo, fu territorio della Serenissima Repubblica, con intrepidezza ha ricostruito la Via Priula, fra Val Brembana e Valtellina attraverso il Passo di Ca' San Marco. (Antica strada di montagna fra i Grigioni e Venezia).
Le strade di cornice, sui declivi dei monti: quelle meravigliose de La Côte d'Azur, la Costiera Amalfitana, la Gardesana, miseramente incavernata.
I piccoli comuni dell'Alto Lario Occidentale, Cremia, Trezzone, Vercana, Stazzona, Montemezzo, tutti si raggiungono dalla strada a lago: nessuna strada di cornice li collega alla loro quota; in caso di alluvioni le strade basse, di fondovalle, si prendono tutto ciò che dall'alto dilava e quelli restano isolati.
Le antiche strade appenniniche furono costruite per crinali di monti, più sicure, più stabili, più sane: la Basentana , quella della Valle del Biferno, cacciate giù in fianco al fiume sono strade moderne.
E' diruto residuo di strada militare dei tempi dell'inizio novecento la Garzeno - Cavargna per alti monti. La provincia di Torinowww.provincia.torino.it, decenni fa, prima valorizzò il tesoro delle sue strade militari, conservandolo, riparandolo, aprendolo alla cultura stradale dei molti appassionati. Superna la strada che sale al Rifugio Ambin, 2991 m.
Invaghiti di massi avelli, e orpelli e ruderi di casette, gli studiosi del passato troppo trascurano la ricerca e la cura dei tracciati antichi nella nostra terra.

Delle più care strade di casa nostra: i desideri, le incompiute, le democraticamente ignorate dai PTCP ( Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale).
Da Colico alla Valvarrone via Sommafiume.
Da Perledo a Biosio.
Da Premana ai Forni, a Val Gerola, a Valtorta.
Da Biandino alla Bocchetta di Trona alla Val Gerola.
Dai Piani Resinelli a Mandello del Lario e Abbadia Lariana.
Il sentierone alla Grigna Settentrionale: per ciclo-arrampicatori delle VTT/MTB, le bici da montagna. Invero, da una recente cartina territoriale storica della Provincia di Lecco hanno espunto la strada che adduce al Vò di Moncodeno, ed addirittura il nome, Moncodeno; (Leonardo da Vinci ricorda il nevaio di lassù).
Per i lecchesi 'che non son uomini',al dire di un glorioso alpinista, per non essere mai saliti al Resegone, una stradetta sul versante Nord, da Morterone/Pallio che sbuchi in vetta a rimirare lo splendido panorama al mezzogioro: la Brianza, la pianura lontana.
La strada per Artavaggio esiste, ma è chiusa. La carta territoriale provinciale, che pur ne illustra tante, arrampicate per i bricchi, non la riporta. La stradaccia, angusta, da Barzio ai Piani di Bobbio è impedita.
Nella vicina Provincia di Bergamo la strada da Gerosa a Blello è costruita, (se collaudata si ignora), sicchè dalla Valsassina si può andare direttissimi anche in Valle Imagna via Passo della Colmine, e al Veneratissimo Santuario della Corna Busa, nel cuore di tutti gli imagnini emigranti e degli infedeli devoti.
Forse è prossima la festa per il tanto sospirato collegamento Colmine di San Pietro - Morterone.
Da Morterone a Erve, per la Colma di Pallio e lo storico Passo della Passata, non esiste strada: si passerebbe anche da Brumano, nei secoli legata a Lecco, alla Valle San Martino, e alla Valsassina. Erve, che una strada sola collega al piano, sarebbe raggiunta e assicurata anche da altro versante.

Il gusto di andare sulle strade di montagna, con la corriera, l'automobile, la motocicletta, la bicicletta; a piedi. Salutandosi negli incontri, ove più radi sono i transiti, a volte soccorrendosi.
Le strade di montagna non sono solo quelle auliche ai più nominati valichi del Pianeta, ma anche quelle, tanto care, delle montagnette e colline di casa nostra.
Filosofi e poeti proclamano la loro passione non per le torri alte, o gli stradoni ma pei viottoli che scendono al campo dei limoni.
La Colma di Sormano, nel triangolo Lariano, il desueto sentierone al Monte San Primo per il Faro della Libertà, la mitica salita del Ghisallo.
La strada del Bisbino, quella a San Maurizio sopra Brunate, quelle delle Valli delle Provincie di Como, di Bergamo, di Sondrio, Varese, Lecco. Il profumo delle terre e delle rupi.
La Lecco Versasio, costruita dai prigionieri di guerra, che la targa nel tornante di Falghera ricorda.
La nuova Lecco Ballabio, strada di montagna, occlusa al cielo su più bello. Un chagrin: che l'abbiano troppo incavernata. Rincrescerà a pochi non vederla andare dal ponte sul Caldone, al Passo del Lupo, sino a Ballabio aperta ed aerea sul costone, profusa di luce tersa, in dirittura della purissima Grigna, montagna mistica l'inverno, bianca in cielo etrio, Regina, come la Vergine Maria delle nostre devozioni, delle nostre vite.
La vecchia strada Fernandea, già statale 36 del Lago di Como e dello Spluga, incisa ai piè di monti, gioiello delle strade del Pianeta, opera d'arte unica.
La strada della Valvarrone, virginea e amazzonica, fra Avano e Pagnona, impervia sotto il superno Monte Legnone; e la vista di Premana, che contende la sua scena ai paesaggi himalayani.
La Esino Parlasco, aerea e scandinava, la più panoramica di Lombardia: vedute feriche ai monti ai laghi.
La Morterone, aspra e selvatica, una balconata sull'amatissima Città di Lecco, il Monte Barro e la Brianza.
La Vendrogno, una frescura estiva fra i boschi verdeggianti.
La Colmine di San Pietro, alata sull'altopiano della Valsassina, con vista al ponte ardito della Vittoria.
La Valcava arrancante, e la scena delle Alpi Orobie al valico, volte le spalle alla selva di tralicci.
La Erve incisa nel vallone della Galavesa, e la nostalgia del Passo della Passata, senza strada.
La Carenno, con vista sulla valle dell'Adda; protesa al Perthüs.
La Torre De Busi - Colle di Sogno, fermata lassù, incompiuta della Grande Provincia di Bergamo,ardita alle strade montane costruende.
La Resinelli, solatia e ritornante.
Le curate strade delle Valli della Provincia di Como: la solare Valle Intelvi, la selvatica Argegno- Schignano, la ferrigna Val d'Osteno ( presto scompariranno i cubetti di porfido rosa, retaggio storico), la solinga Val Rezzo, la tormentosa Val Cavargna, la ridente Dongo- Garzeno e il seguito ardito a Brenzeglio, le minute stradette senza fama che arrampicano i clivi e i colli del sontuoso e ricco di cultura Alto Lario Occidentale.

Capitoli di un racconto affascinante, le strade di montagna della nostra terra e la passione per esse di chi le vuole, le percorre, le soffre, le cura, dei cantonieri, dei tavernieri, dei progettisti, dei costruttori, dei viandanti e dei turisti. Qualcuno le sgorbia.
Alle strade di montagne che esistono, che esisteranno, belle con l'anima dei loro costruttori, cultori e viandanti il dono di questo scritto, e a chi ne legge.
Sulle strade di montagna si rinnova la fascinazione del viaggio e dell'avventura. Andiamo con amore sulle strade di montagna. Sulle strade di montagna, prudente consiglio di guida e l'Angelo Custode ci accompagnino sempre.
Lunga vita, avvenire alle Strade di Montagna.


Lecco, 21 febbraio 2003. Revisione 16 aprile 2003

autore: Giorgio Mazza, nato a Lecco il 2 giugno 1938.

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