Partenza da Lecco il 21 giugno 2008 LXX: massa 84 kg, macchina Hannibal IV 17 kg, carichi variabili, medi 27 kg. Scoppiato a Isella, dopo5 chilometri .
"L' invitation au voyage (Charles Baudelaire)" : scialba in Brianza.
Da Monza a Lodi, via Concorrezzo Agrate Melzo Rivolta d'Adda, sulle provinciali SP 2,SP 13, SP 14 di Milano, trafficate, girotondizzate, di buoni asfalti e conducenti protesi alla meta, e via Spino d'Adda, provinciale SP 1 CR. Si entra in Lodi per il ponte Napoleone Bonaparte.
Da Lodi sulla VIA EMILIA, SS9. Nel tratto in Lombardia un po' di banchine, superbi rettilinei alberati, che resistono; un tratto a doppia carreggiata con piazzuole deposito di immondizie. A Casalpusterlengo invocano la variante.
Emozione di viaggio in bicicletta il passaggio del Po in arrivo a Piacenza: finalmente stanno riparando i marciapiedi e i parapetti.
In Emilia: movimento di TIR sulla nazionale omonima, resicata banchina per lunghi tratti, sino a Fidenza (tappa). E' caposaldo dei pellegrini diretti a Roma per la Via Francigena.
Tappe pedalate di mattina, per evitare la canicola.
Prima di Parma si passa un insigne storico ponte sul Taro, memoria delle strade dei Regni e Ducati precedenti l'Unità d'Italia e dell'intraprendenza di quegli stati.
(Bibliografia: Lando Bortolotti-Viabilità e sistemi infrastrutturali. In Storia d'Italia, annali 8, Giulio Einaudi Editore. ISBN 88-06-58-529-0).
Uscendo da Parma un capitombolo senza danni: volando a terra ho allungato braccio e avambraccio facendoli cadere di piatto e ruotando subito a faccia in su. Strada in campagna e tappa a San Ilario d'Enza. L'indomani pioviggina sulla fienagionre odorosa: lunghi tratti di ciclabile in avvicinamento ed allontanamento da Reggio Emilia. Tappa a Modena; la torre della Ghirlandina è impacchettata per lavori.
I tetti di Modena dalla finestra dell'albergo:
Verso Bologna ricercando la vecchia Via Emilia. Alla fine una ciclabile accompagna alla città. Piazza Maggiore è deturpata dallo schermo e dalle seggiole per i divertimenti estivi.
In Via Indipendenza aveva sede, negli anni 1960, la Commissione Cicloturistica Nazionale dell'UVI. Ricordo il Presidente comm. Federico Granzotto e il vice ing. Luigi Gazzaniga, nonché quello regionale di Lombardia signor Bruno Agostiniani. Mi entusiasmarono ai viaggi cicloturistici.
In camera, palazzo-albergo in Via Indipendenza, sotto la protezione di questo Santo, (forse l'Apostolo Pietro).
La Via Emilia, sortita dalla Via Maggiore di Bologna, si dinamizza verso San Pietro Terme: salite, discese, curve e profumi d'erba fresca di prati verdi.
Alla periferia di Imola, tappa, una lunga e larga ciclabile, ombreggiata.
Temperature notturne tropicali, sonno faticoso.
Sulla VIA EMILIA, verso Forlì, si rivedono i TIR. Sebbene alcune volte accada l'incidente, i conducenti di questi mastodonti sono assai più cauti con i ciclisti attenti e collaboranti di quanto non siano altri, isterici o pressati.
Dopo Faenza la VIA EMILIA SS9 trascorre piana: una ciclabile adduce al centro di Forlì, tappa.
La Piazza di Forlì è dedicata ad Aurelio Saffi; la sede dello storico partito al nome di Giuseppe Mazzini, apostolo dell'Unità d'Europa.
Da un manifesto: "L'Europa non è un trattato. E' la Fede dei Padri, la Speranza dei Figli".
Attenzione agli incozzi con altri ciclisti velocipedisti, numerosi. Uno si incazza: non vorrebbe il Tricolore sulla mia bici. Se gli sono sono straniero, perché orobico, cittadino italiano ed europeo, almeno sia ospite.
Qualche salita al centro di Cesena; finalmente la via si spiana all'Adriatico. La VIA EMILIA si attesta a Rimini.
Pazienza sui marciapiedi ciclopedonali della Riviera Adriatica, con viste mare e spiaggia e bellezze al bagno retinate dalle cinte degli stabilimenti balneari, concessioni di spiaggia, senza spazi adeguati per "Les plages publiques, comme en France" .
Vista mare, una volta tanto, dalla stanza dell'albergo a Gabicce.
Regione Marche: la salita della Siligata, SS16 Adriatica. Una corta camminata nell' ariosa banchina
Pesaro: i cippi ANAS segnano la storia delle vie d'Italia. Li volevano estirpare. Auguri al numinoso Ente, ANAS, alle persone che vi lavorano, nell'anno ottantesimo di fondazione (1928 costituzione della AASS).
Ottimi asfalti, scorrevoli anche nelle rassicuranti banchine sino a Fano, Senigallia, Falconara Marittima.
Manovra in un stretto marciapiede di sottopasso, per istradarmi nella vecchia SS16 per Ancona, in vista. Subito diretto al porto.
Scomoda attesa.
Imbarco per Patrasso in Grecia, sulla moderna Europa Palace, della Compagnia Minoan; nave costruita nei cantieri italiani.
Navigazione di sole 20 ore. I tetti di Patrasso, dalla terrazza dell'albergo.
Svogliato, poco fotografo : venero con devozione la reliquia dell'Apostolo Andrea nella basilica a lui edificata.
Salita la assolata lunga scalinata, non arrischio ad entrare nel Kastro presidiato da sfaccendati.
Da Patrasso per strade mai percorse e nuovi ponti : questo costruito all'imboccatura del Golfo di Corinto è pur ciclabile. Collega Rio ed Antirio.
Pensato, progettato, discusso e costruito: non proprio come quello di Messina; aperto a ciclisti e pedoni come il Golden Gate Bridge. Solo fra Lecco e Pescate non vogliono ciclisti e pedoni sul ponte Alessandro Manzoni.
Corta tappa Patra Navpaktos. la storica LEPANTO.
Celebrazione con statua a Miguel Cervantes Savedra:
In direzione nord ovest.
La costruzionedella futura Ionia Odos è iniziata. Sia in avvenire cardine della relazione direttissima Italia Slovenia Grecia,lungo l'Adriatico e lo Ionio, via Croazia, Bosnia Herzegovina, Montenegro, Albania.Vogliano e possanoe tutti questi popoli riunirsi nella Patria Europa.
L'attuale Ethniki Odos 5 / Europa 55, arrampica in viste gloriose al Mare Ionio. Soste all'ombra di un platano e di un fico, prima del culmine, e fine tappa in un uliveto ( con albergo nuovo).
Saliscendi prima della piana di Misolongi.
Misolongi è Città Sacra alla Libertà dei Greci
Ignota la data di apposizione della targa.
Monumento a Lord Byron.
Il golfo Amvrakiko dalla strada E 55.
Il ponte di Arta, costruito nel 1621, oggetto di una tragica leggenda.
Per arrivare a Preveza si attraversano le rovine romane e bizantine di Nikopoli.
I tetti di Preveza.
Il tunnel sommerso per Aktion è proscritto a ciclisti e pedoni. Strada per Nord; divagazione al mare..
Dalla spiaggia di Loutsa, salita a riguadagnare la Europa 55, a quota circa 170.
Maldistinguo le paludi e il Fiume Acheronte. Attento al traffico.
Troppa caciara di auto: evito lo svio a Parga.
La E 55 trascoorre per tratti selvatici e rinsecchiti. Un tronco eccellente ricostruito con il contributo dell'Unione Europea.
Giorgio cotto
Un'isolata chiesa con bandiere greca e bizantina.
Igoumenitsa: imbarco per Ancona. Non scelgo Venezia.
Ancona: il Superfast XI in porto. Ha navigato a velocità 31 nodi circa. Si navigava una volta a 19.
Ripresa pedalata verso Sud; Sacra Casa di Loreto: devozione.
Lungo l'Adriatico: strada larga e piana; ottimi asfalti ANAS anche in banchina.
Una tappa a Porto San Giorgio.
Da San Benedetto del Tronto / Porto d'Ascoli inizio la VIA SALARIA.
Il vecchio tracciato della nazionale, per lo più coincidente con quello della consolare sino ad Ad Ascoli Piceno, è ora strada provinciale 239 AP.
In città e in Provincia sono istruito sul percorso della vecchia Salaria, viva voce e con il pregevole libro, "Piceno in Bici" pubblicato dalla lodevole Amministrazione Provinciale di Ascoli Piceno ,
Per i reperti della VIA SALARIA consolare romana e prodroma, non si invengono segnalazioni per strada.
I libri meglio insegnano, ma sono pesanti, e preziosi, a trasportarsi.
( Bibliografia: Furio Capelli- La via Salaria nel Piceno- editrice La Musa-Ascoli Piceno.
Strade Romane Percorsi Infrastrutture- editore L'Erma di Bretschneider-Roma- ISBN88-7062-855-8
Gehrard Radke-Viae Publicae Romanae- Capelli editore- Bologna-1981)
In Ascoli Piceno: Il magnifico ponte romano di Solestà: arco a tutto sesto, di luce 21 metri, in pietra chiara.
Piazza del Popolo:
Fontana in Piazza Arengo: .
Da Ascoli si esce da un varco fra mura, Porta Gemina, e si segue la vecchia Salaria, già SS4, chiedendo e richiedendo ai colti e gentili Piceni. Salita. Strada quieta nei boschi. Località attraversate: Mozzano, Taverna di Mezzo, Ponte d'Arli, Centrale.
Nello stato attuale il ponte di Arli è opera dei Maestri Comacini. Non trovo le sostruzioni romane alla via, pur massive.
Tappa ad Aquasanta Terme, già incuneata fra i monti. La magistrale SS4 nuova.
Occorre proseguire su un magnifico ma corto tratto di nuova SS4, che poi si rinserra in salite e tortuosità.
Passato Quintodecimo, a Favalanciata provvida freccia bianca schizzata a mano sull'asfalto, con scritta AS, rinvia ad un solitario tratto dismesso e sostituito da un periglioso tunnel. Attenzione nell'attraversare la strada per portarsi in sinistra.
Ritornato sulla nuova SS4, tranquillo in banchina cammino sino a Trisungo: ci sarebbe un cippo miliario romano da scoprire.
Indi salita, sulla vecchia Salaria sino ad Arquata del Tronto, ormai a quota 777 metri sul mare. Fascino delle primigenie strade d'Italia, oggi dismesse; dei piccoli paesi, delle case di pietra isolate.
Il Monte Vettore nei Sibillini.
Un idilliaco falsopiano in cresta, vista alla valle del Tronto celato dalla vegetazione, al Monte Vettore nella catena dei Sibillini. Dalle parti di Pescara del Tronto, si diparte una ardita strada per Norcia via Passo di Forca Canapine: desiderio di futuri viaggi, Deo Placenti.
Da Tufo in giù, verso la Regione Lazio la strada è quasi avvinghiata dalla vegetazione. Nel bosco , vapori di umidità soffocante. Divieto di circolazione per i non residenti e buche in carreggiata.
Passato un ponte mal messo, ( ripari scassati), la circolazione riprende su ottimo asfalto laziale; si sbuca sulla nuova SS4.
Corto tratto, sebbene attraente; al bivio per Accumuli una freccia stinta per Libertino, nome ricordato dalle istruzioni di strada ricevute. Ritorno a senso sulla vecchia Salaria. Fra bosci, crosciare del Tronto e solitudini. che terminano al bivio per Amatrice. Mi ritrovo su una strada nazionale SS260 "Picente", ma i locali la dicono vecchia Salaria.
Tappa in un romito luogo, Le Conche in riva al Lago di Scandarello. Luogo presidiato l'inverno da poche persone. Quota circa 800.
I Monti della Laga.
La vecchia Salaria sale a San Giorgio e Torrita, quota 1003 m s. m. Si coniuga con la nuova per corto andare e riprende il vecchioo tracciato.
Il centro di manutenzione ANAS sta sulla vecchia, la nuova poco discosta.
Una lunga discesa, cauto e frenato. Il senso della corposità degli Appennini, della lunga e contorta traversata. In bicicletta si percepisce la geografia.
La vecchia Salaria passa per Posta e,( cercare freccia AS sull'asfalto per) Sigillo; alle gole del Velino non trovo indicazioni, forse ricoperte da asfalto nuovo. Nel lungo tunnel della SS4, e discesa per la strada stretta senza banchine giù ad Antrodoco.
Tappa a Terme di Cotilia, turbato per la morte di un ciclista, poche ore fa, a Borgo Velino. Investito da un'auto.
Per arrivare a Rieti si svia sulla vecchia larga strada che sale a Città Ducale, scende e risale poco a Santa Rufina. Si entra a Rieti murata per Porta d'Arce.
Varrone scrive essere Rieti ombelico d'Italia; in viaggio precedente ne ho incontrato un altro, dalle parti di Narni. Disquisiscano i geografi.
Avviato da Rieti per strada tranquilla e alberata, sfocio sulla nuova Salaria, SS4 dalle parti di San Giovanni Reatino.
Gli anziani sanno, i giovani un po' meno: si deve procedere, tranquilli ma attenti, in banchina sulla nuova SS4, una lunga salita, indi prendere la strada per Torricella Sabina.
Ancora salita in paesaggio vasto e pittoresco. Nella discesa i ruderi dei più vecchi tipi di parapetti stradali , e gli ulivi.
Dopo Ponte Buita, tappa, un altro tratto di magistrale nuova Salaria, con banchina rassicurante, in salita,sino a Osteria Nuova. Svio in direzione Ponticelli e Borgo Quinzio : un tratto che si coniuga alla antica consolare. Strada provinciale al presente.
E' comunale invece uno sconquassato tronco di Salaria vecchia a Passo Corese.
Tormentoso e rischioso, trafficatissimo nonostante la vicina autostrada il tratto da Monterotondo Scalo a Settebagni: il Tevere si suppone per la strada spianata.
Sottopassato il GRA, Grande Raccordo Anulare, termina la competenza ANAS sulla Via Salaria. Gran caos nel tratto urbano. Non scorgo le pellegrine delle quali scrivono indignati.
La colonna Traiana e l'Urbe Roma.
Possa l'alato, bimillenario vaticinio oraziano eternarsi per millenni e millenni avvenire: Alme sol, curru nitido diem qui promis et celas, aliusque et idem nasceris, possis nihil Urbe Roma visere maius"
Il ritorno a casa, a Lecco, inizio in bicicletta, per non affaticarmi col trasporto della bici e bagagli al seguito su e giù per i treni e per non dover presidiare bici e bagagli da Roma a Lecco.
Avvio sulla VIA AURELIA, SS1. E' a saliscendi.
Tappa a Ladispoli. In una residenza antica: un fico orientale, di trecento anni.
La magnifica VIA AURELIA, SS1.
Civitavecchia.
Indi navigazioni Civitavecchia Olbia, cambio nave, Olbia Genova. Pulman dal porto di Genova a Milano e pedalata MIlano Lecco sugli aristocratici tratti della dismessa SS36 Del Lago di Como e Dello Spluga, già Via Fernandea.
Lecco, nella Piazza Alessandro Manzoni, arrivo.
Giorgio Mazza.
Autorizzo la riproduzione a titolo gratuito.
Lecco, 27 settembre 2008 LXX, San Vincenzo de'Paoli.