Sette dei 28 imputati per i quali è stata emessa
oggi la sentenza, tutti giudicati con il rito abbreviato
dal gup del tribunale di Palermo, sono stati assolti.
Altri 14 inquisiti, tra i quali l'ex assessore regionale
dell'Udc Vincenzo Lo Giudice, per il quale è
stata ripristinata ieri la custodia cautelare in carcere,
sono invece in atto imputati davanti ai giudici del
tribunale di Agrigento, avendo scelto il rito ordinario.
Pene per complessivi 83 anni di carcere sono stati
inflitti dal giudice per le udienze preliminari del
tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini per 21
imputati del processo scaturito dall'operazione denominata
«Alta mafia», che il 29 marzo dello scorso
anno portò all'arresto di una quarantina di
persone che avrebbero controllato gli appalti pubblici
in provincia di Agrigento.
Sette dei 28 imputati per i quali è stata emessa
oggi la sentenza, tutti giudicati con il rito abbreviato,
sono stati assolti. Altri 14 inquisiti, tra i quali
l'ex assessore regionale dell'Udc Vincenzo Lo Giudice,
per il quale è stata ripristinata ieri la custodia
cautelare in carcere, sono invece in atto imputati
davanti ai giudici del tribunale di Agrigento, avendo
scelto il rito ordinario.
L'operazione della squadra mobile di Agrigento fu
coordinata dalla Dda di Palermo. In carcere finirono
politici, imprenditori, funzionari pubblici e liberi
professionisti.
I giudici hanno in pratica accolto le richieste formulate
dai pm della Direzione distrettuale antimafia Corrado
Fasanelli e Claudio Siragusa. Questi gli imputati
condannati: Mario Bartolotta (4 anni), Calogero Calderaro
(2 anni), Angelo Di Bella (4 anni), Salvatore Di Gioia
(2 anni), Diego Ficarra (5 anni), Vincenzo Ficarra
(6 anni e 6 mesi), Carmelo Giardina (1 anno e 4 mesi),
Calogero Greco (4 anni), Calogero Guarneri (8 anni),
Francesco Guarneri (2 anni), Luigi Guarneri (2 anni),
Angelo Parla (5 anni), Antonino Tricoli (1 anno e
4 mesi) tutti di Canicattì; sei anni ciascuno
ai fratelli Calogero e Giovanni Gentile; cinque anni
ciascuno ai fratelli Domenico e Giuseppe Mortellaro;
sei anni a Calogero Russello e tre anni a Gaetano
Scifo, imprenditori di Agrigento; Giuseppe Sutera
(2 anni) e Salvatore Vaccaro, 3 anni e 2 mesi. Sono
stati invece assolti Giuseppe Miceli Corchettino,
Vito Augello, Calogero Saeva, Diego Guarneri, Giovanna
e Salvatore Calderaro e Giuseppina Maria Rita Cuscio.