Sham el Nessim

festa della primavera: una tradizione millenaria raccontata da Lietta

    Sham el Nessim è senza dubbio la festa che meglio esprime le belle tradizioni legate ad usi e costumi del popolo egiziano, dall'epoca faraonica ai giorni nostri.

    E' la più rappresentativa delle festività degli abitanti della terra del Nilo sin dai tempi più antichi.

    Si festeggia nel mese di aprile per celebrare la primavera, sinonimo di rinascita e risveglio della natura.

    Nell'epoca faraonica era l'occasione che avvicinava il Faraone al suo popolo e si celebrava con l'offerta di fiori alla dea dell'amore Hathor, accompagnata da canti di gioia e da allegria.

    Le passeggiate nei giardini e nei luoghi ameni era uno dei principali aspetti della festa, come, d'altronde, si tramanda a tutt'oggi, e si concludeva con danze e gare sportive.

    Oggi riunisce nello stesso clima di festa gli appartenenti a tutte le fedi religiose in Egitto ed ai tutti i ceti sociali, dai più benestanti ai più poveri, che, per un giorno, si trovano insieme per trascorrere una giornata di pace e di amicizia, dimentichi di qualsiasi vecchio rancore.

    Questa tradizione fa parte dell'identità culturale egiziana, che abbraccia in un contesto cosmopolita tutti gli abitanti del paese.

    Il mattino, al risveglio, la prima cosa da fare è spaccare una cipolla sull'uscio di casa (rito propiziatorio di buon auspicio) e, dopo la preghiera ed indossando abiti nuovi e colorati, tutti fuori per la passeggiata nei giardini ed in riva al mare insieme con amici e parenti, carichi di ceste e sacchetti per consumare, più tardi, il pasto a base di uova sode e colorate, pesce salato essiccato (fissih), ricche insalate e frutta.

    "Sham el Nessim" è anche una festa che coinvolgeva noi occidentali d'Egitto, in quanto il più delle volte coincideva con la nostra Pasquetta.

    Ricordo che anche nella mia famiglia in Alessandria, ci si svegliava con l'odore della cipolla che la nostra "haddama" Fatma aveva spezzato all'alba e deposto davanti all'uscio di casa.

    A colazione, con il suo dolce sorriso, insisteva che noi ragazze bevessimo un bicchiere di latte fresco, affinché il nostro anno fosse "beid zay el eshta". Poi con il cesto del pic-nic, tutti al mare ad aprire le cabine o le "ezbe" per il primo tuffo dell'anno in quel mare smeraldo appena riscaldato dal sole primaverile.

    La giornata si concludeva con il barbeque sulla spiaggia con il suono di melodie italiane che, al chiaro di luna, ci facevano pensare all'Italia.

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