Interessante periodo di crocefissi e sondaggi, questo. Beghe italiane e
beghe europee. Ed impariamo la corretta interpretazione di una
quantita' di concetti che si ritenevano, come dire, differenti. La
impariamo da tutti: destra, sinistra, Capo dello Stato e Capo della
Chiesa, indistintamente. Pertanto, non possiamo che accettarla,
muti di fronte a tali e tanti scranni, e limitarci a riassumerla.
Tolleranza, ad esempio, non e', come
qualche ingenuo credeva, quella virtu' in forza della quale
ognuno accetta che gli altri possano avere, ed esprimere, idee diverse
dalle proprie. E' una virtu' che devono esercitare le minoranze - per
fare un esempio i musulmani, o gli atei - e che consiste nel non
disturbare le opinioni e le credenze della maggioranza con
l'espressione delle proprie, diverse.
Laicita'
poi non e', come potevano pensare i sempliciotti, il metodo secondo il
quale, in nome della pacifica convivenza, si rinuncia tutti
all'espressione eclatante delle proprie convinzioni, di solito
religiose, in certi determinati luoghi, di solito legati ad attivita'
comuni e proprie dello Stato. E' una virtu' che devono esercitare le
minoranze e consiste nel non disturbare e non porre mai in dubbio l'espressione - qualunque forma di espressione-
delle convinzioni religiose della maggioranza.
Il crocifissonon e', come riteneva qualche
esaltato mangiapreti, il simbolo sacro e sommo della religione
cattolica apostolica romana. E' un simbolo laico (si veda sopra), che
rappresenta la nostra (nostra di tutti) cultura occidentale in generale
ed italiana in particolare e simbolizza la summa di tutti i valori
positivi che possano venire in mente a chiunque e anche di quelli che
non gli vengano in mente. A margine sottolineiamo che non e' in quel segno che si sono
combattute crociate, istituite inquisizioni, bruciate streghe di
solito con relativi famigli (in genere gatti specie se
neri), mandati al rogo libri, estorte ritrattazioni di idee
ritenute blasfeme da scienziati come Galileo, scritti Sillabi,
benedette camicie nere, accusate popolazioni di deicidio, salvo in
seguito di questo chiedere scusa, beninteso al proprio dio e non ai
danneggiati - il che comunque sarebbe stato difficile perche'
usualmente e non casualmente defunti. Chi sostenesse questo, chi anche
solo dicesse questo, farebbe
della storiografia marxista e traviserebbe, in evidente malafede, delle
indiscutibili verita' storiche.
La democrazianon e', come
qualche dannato comunista ha insegnato a scuola in passato, una forma
di governo basata sul consenso popolare, non perfetta ma perfettibile e
migliore delle altre sin'ora messe in pratica dall'umanita'. Si tratta
invece di quella forma di governo che autorizza qualunque nazione dica
di adottarla a comportarsi in qualunque modo voglia nei confronti di
nazioni che non la adottino o che si dica che non la adottano, a
prescindere da qualsiasi giudizio di merito sui comportamenti stessi.
Laliberta' di opinione infine
non e', come solo uno sciocco potrebbe pensare, la possibilita'
di esprimere liberamente quello che si pensa anche se e' discutibile o
perfino criticabile; ma e' invece la liberta' di approvare quello che
una maggioranza o in certi casi - parrebbe - una minoranza illuminata
decide che si deve esprimere, o ancora meglio pensare; e se una
popolazione (per esempio quella europea) mediante un qualche strumento
(per esempio un sondaggio) pare che si esprima diversamente su un
qualche tema (per esempio, la pericolosita' o meno di un qualche
protagonista di un qualche conflitto, tipo Israele) , e' chiaro che il
problema e' nello strumento che non ha consentito a quella popolazione
di esprimere correttamente la propria liberta' di opinione.
Strani
compagni di letto poi, sono a mio ingenuo, sempliciotto,
mangiapreti, comunista e sciocco avviso una popolazione che ha subito
l'orrore dell'olocausto non piu' tardi di cinquant'anni fa ed una parte
politica la cui storia e le cui idee direttamente discendono, a
dispetto di ogni patetico tentativo di dimostrare il contrario, da
coloro che quell'orrore hanno commesso. Ma forse non si tratta di una
popolazione, forse si tratta di una parte di quella popolazione, forse
di una piccola per quanto influente parte, e forse scrivere questo non
vuol dire per forza essere antisemiti ed approvare quell'orrore o
incitare alla sua ripetizione.
(Post Scriptum) Citando da "Il Manifesto", 4 novembre 2003,
apprendiamo inoltre quale sia il concetto di opinione pubblica
della Rappresentanza di Israele presso l'U.E.: "(...) Non ci sentiamo solamente tristi, ma indignati. Non con i cittadini europei ma con chi è
responsabile di formare l'opinione pubblica." Ripetiamolo: responsabile di
formare l'opinione pubblica. L'opinione
pubblica non e' quindi qualcosa che la popolazione esprime sulla base
di informazioni (il piu') possibilmente obiettive o complete. E'
qualcosa che va formato in
modo adeguato a quello che deve venire
espresso. A questo punto non troviamo altre parole: impressionante.
(la vignetta e'
tratta Il manifesto del
4/11/2003; se il
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copyright, lo rimuovero' immediatamente, dietro segnalazione).