FAMIGLIA

ZUZZI

(Relazioni con i Beltrame, de Buoj, Orgnani, della Martina), in San Michele al Tagliamento

Coat of Arms

Many thanks for this document to Dr Giampaolo Zuzzi, Pordenone, Italy

E’ famiglia friulana di Ragogna, presso San Daniele.

La sua origine comune a quella di San Michele al Tagliamento è genealogicamente provata (1).

 

Nel XVIII sec. nacquero da codesta casata  almeno due personaggi di rilievo. Il primo fu Pietro Lorenzo Zuzzi o Zuzzis (2), del q.m Giovanni Battista Eugenio, che fu investito del titolo cominale con il predicato di Roverbasso e Restegliuzza, da parte della Repubblica di Venezia (3).

Lo stemma era: «alla civetta ferma, su di un monte di tre cime».

Dotato di non comuni beni di fortuna, ma di temperamento bizzarro, si stabilì in un suo palazzo sul Canal Grande a Venezia e per ragioni note a lui solo testò, anziché a favore dei suoi legittimi e naturali eredi, i propri beni a favore della sua governante e dell’«uomo di barca», privando così i suoi parenti di tutta la sostanza e del titolo. Morì in Venezia il 28 dicembre 1799; interessante comunque dal punto di vista del costume il suo testamento che si conserva (4).

 

Il secondo personaggio di casa Zuzzi, nato in Ragogna l’8 gennaio 1758 da Antonio e Francesca Doatti, e ivi morto il 16 marzo 1826, fu  l’abate Vincenzo Zuzzi.

 

Di lui così scrive il Bartolini «L’abate Vincenzo Zuzzi della villa di Ragogna, distretto di San Daniele, ancora vivente, famoso per le politiche vicende avvenutegli, fu cappellano regio dell’ultimo doge Ludovico Manin. Caduta per fatale destino la veneta repubblica, uomo di spirito esaltato e di fervido ingegno siccome egli è, si immerse nel vortice tumultuoso delle democratiche  frazioni; per il ché fu dal governo austriaco esiliato a Sirmio. Quindi riconquistate da Napoleone le venete provincie egli si offerirono onorevoli impieghi ch’ei ricusò. Restituitosi poscia nella solitudine dé patri lari, occupò tutto sé stesso nel comporre la sua filosofia che manifesta la stranezza dé suoj principi» (5).

 

Estinto il ramo del conte Pietro Lorenzo Zuzzi, nobilitato dalla Serenissima il 28 maggio 1725 e morto improle, come abbiamo visto, nel 1799, continuarono la famiglia i discendenti di Carlo Zuzzi (1710) del q.m Agostino; Antonio figlio di Carlo, Giovanni figlio di Antonio (1762), Giovanni figlio di Giovanni (1794), per giungere a Francesco, figlio di Giovanni e Pasqua Martinis (atto di battesimo nell’archivio parrocchiale di Ragogna, 15 ottobre 1842) (6).

 

Nel 1860 Francesco Zuzzi, sui vent’anni, si trasferì da Ragogna a San Michele al Tagliamento, ivi chiamato per importanti incarichi (pare appalti di natura daziaria) dal suo parente, magistrato e notaio dott. Leonardo Zuzzi (7), che operava in San Michele e Latisana.

Quivi si unì in matrimonio con Ida Beltrame, figlia di un ricco possidente del luogo.

 

Francesco Zuzzi, per quanto concerne il ramo della casata stabilitasi in San Michele al Tagliamento, fu personaggio rilevante, sia per le fortune familiari, come per la parte che egli ebbe nel mondo agricolo ed imprenditoriale del contesto allo studio.

Seppe con rara abilità conciliare il proprio ruolo di finanziere privato, con moltissime iniziative di varia natura, iniziative che hanno lasciato un’impronta nel Sanmichelino e Latisanese.

 

Dal 1879 al 1886 ricoprì la carica di sindaco del comune di San Michele; fu tra i soci promotori della  Banca di Depositi e Prestiti, poi Banca  Mutua Popolare Cooperativa di Latisana. Oggi fiorente istituto di credito che ha assunto la denominazione di Banca Popolare di   Latisana, banca della quale fu presidente dal 1900 al 1917.

Fu sovvenzionatore e presidente del Consorzio di Bonifica di San Michele al Tagliamento, con un preveggente impulso al risanamento agricolo di vaste plaghe a sud di San Michele (Cesarolo, Pradis, Lugugnana, ecc.).

 

Detto dai coevi di temperamento «gioviale, aperto a tutte le iniziative, sensibile ai bisogni della popolazione rurale, dalla ospitalità generosissima»(8), tra le sue iniziative benefiche si rammenta la istituzione della Casa di Riposo di San Michele al Tagliamento intitolata al nome della sua consorte prematuramente scomparsa, (ancora oggi porta il nome, appunto, di «Ida Zuzzi») alla quale egli assegnò 7000 mq di terreno e la donazione, cospicua per allora, di 50.000 lire (9).  Fondazione a favore degli anziani, ancor oggi esistente.

 

I tre figli di Francesco e Ida Beltrame furono: Francesco Giovanni che sposò, l’8 gennaio 1893, la cugina Carolina Beltrame, figlia di Ermanno Beltrame e di Luigia Corradini (10) da cui ebbero due figlie: Maria Ida (5 febbraio 1894) che sposò il conte Carlo del Torso di Udine-Tissano; Luigia Ida (22 dicembre 1897) che nel 1919 si unì al marchese Giuseppe de Buoj.

 

Elvira Carolina Pia che nel 1892 sposò E. Biaggini; dopo due anni, rimasta vedova, nel 1904, sposò il conte Giuseppe Gazzola di Verona.

 

Zaccaria Carlo che nel 1903 sposò Jole Zuzzi figlia del notaio Leonardo Zuzzi da cui ebbe tre figli: Ida Maria (19 luglio 1904) che sposò nel 1924 Ettore Bollo; Valeria Maria (24 luglio 1906) che si unì  nel 1937 a Gaetano Scorzon; Francesco Leonardo Carlo detto Franco, che nel 1941 sposò la contessa Laura Nanni Levera del q.m conte Amedeo Nanni Levera e di Emma Zorze.

 Con Francesco-Franco nato l’8 giugno 1911 e deceduto il 15 luglio 1974, continua la linea degli Zuzzi di San Michele al Tagliamento (11).

 

 

1 I dati genealogici sono tratti da un lavoro di mons. Guglielmo Biasutti, recentemente scomparso, e conservato nella Biblioteca arcivescovile di Udine.

L’albero della famiglia Zuzzi (ramo Pinzano, Ragogna , San Michele al Tagliamento) esiste nell’Archivio di Stato di Udine, fondo della Porta, busta nr. 7/B.

Biasutti G., Documenti inediti, Bibl. Arc.le di Udine, fondo Biasutti. Vedasi anche in Ventura G., Alcuni atteggiamenti politico-intellettuali del clero udinese di fronte agli avvenimenti del trentennio 1790-1820, sta in: Mem. St. For., Udine, vol.XLVIII, 1967-1968, pg. 55, nota nr. 51.

 

2 Il cognome Zuzzi viene variamente trascritto in Sussi, Suzzi, Susi (in loco, in friulano, anche  «Suss» (cfr. Ragogna)

Ventura G., Alcuni atteggiamenti politico-intellettuali, cit., pg. 57, nota nr. 55.

 

3 Pietro Lorenzo Zuzzi o Zuzzis  fu insignito del titolo comitale della repubblica veneta con decreto del 28 maggio 1725, con il predicato di Roverbasso e Restegliuzza.

Il documento contrassegnato con il nr. 47^ è conservato nell’archivio familiare della contessa Nanni-Levera-Zorze, in Latisana.

Si ringrazia vivamente la contessa Nanni-Levera-Zorze per il suo cortese aiuto.

 

4 Archivio Nanni-Levera-Zorze, Latisana, doc. nr.44.

 

5 Estremamente interessante codesta figura dell’abate Vincenzo Zuzzi, del quale la Ventura fa ampia esposizione.

E’ probabile che l’abate Zuzzi, dopo essere stato cappellano regio dell’ultimo doge di Venezia Ludovico Manin, sia entrato a far parte della municipalità costituitasi a Venezia all’arrivo delle truppe francesi, e di codeste ultime, fiancheggiatore, nell’abbattimento del regime oligarchico di San Marco.

Almeno vi si può vedere una connessione alla affermazione dell’atto curiale in quanto si legge in uno scritto contenente fonti storiche relative alle famiglie Zuzzi, che si trova in aggiunta alle note genealogiche manoscritte di questa famiglia nell’Archivio di Stato di Udine, fondo della Porta, busta nr. 7/B.

Al nr. 12 dello scritto si legge che un Sussi era segretario di un comitato della «Salute Pubblica» in Venezia. Si indica ivi come fonte di informazione per questa notizia una raccolta Dolcetti, op.7 nr. 21,781 e manifesti nr.589.

Una raccolta Dolcetti esistente al museo Correr di Venezia non porta per altro nessuna indicazione di questo tipo, né è stato possibile rintracciarvi alcuna notizia su un Zuzzi municipalista a Venezia nel 1797 (vol. 4), a cura di Alberto A. e Cossi R., Bologna 1928-42 (Atti delle assemblee costituzionali italiane), il nome di Zuzzi non risulta mai. Dopo la bufera napoleonica lo Zuzzi abbandonò i suoi sentimenti rivoluzionari, ed il 17 dicembre 1814 la congregazione del concilio gli accordò l’assoluzione e la dispensa dalle censure intercorse.

Ventura G., Alcuni atteggiamenti politico-intellettuali, cit., pg. 57, nota nr. 55.

Il dalla Porta nel suo lavoro genealogico sugli Zuzzi, dianzi citato, diziona alla morte dell’abate Zuzzi «del nob. Antonio notajo e di Francesca Doatti, nato nel 1758, morto il 1820 o 1826».

 

6 Archivio Parrocchiale di Ragogna (UD); arch. Fam. Nanni-Levera-Zorze, Latisana, cit.

A questa famiglia è da ascriversi anche Zuzzi Enrico Matteo di Enrico, domiciliato a Codroipo, tra i «Mille» di Garibaldi a Quarto, e facente parte dell’esercito delle camicie rosse alla conquista del regno delle due Sicilie (1860).

Bandi G., I Mille da Genova a Capua, Milano, 1960, pg. 438.

Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, 12/11/1878, nr. 266.

 

7 Il notaio Leonardo Zuzzi di Latisana, rogò, tra l’altro, l’atto costitutivo della «Società Popolare dei Bagni di Lignano», nel 1907. Questa fu una specie di carta costituzionale per l’avvio di iniziative a largo respiro per il lancio definitivo della stazione di soggiorno e turismo di Lignano. Il dott.  Leonardo Zuzzi fu molto di più che un notajo rogante, ma prese parte attiva nella promozione di questa società che concretò, quale primo suo intervento, la costruzione della «terrazza a mare», punto focale e catalizzatore di tutte le ulteriori attrattive della spiaggia friulana.

Ellero G.F., La Banca Popolare di Latisana, Geap, Pordenone, 1985, Tra parentesi, notiz. delle Banche Popolari del Fr.V.G., Udine, anno 11, nr. 1, febbraio 1985, pg. 20.

Altan MGB, Paolo e Sante Scarpa combattenti delle camicie rosse del gen. Garibaldi, Lit. tip. Geromin, Fossalta di Portogruaro, 1984, pg. 25, nota nr. 9.

Altan MGB, Garibaldini in Latisana e nei pressi, sta in «La Bassa/6», Latisana, 1988, pg. 49, nota nr. 6.

Circa l’opera di Francesco Zuzzi nella costituzione del Consorzio di bonifica di San Michele vedasi in: Zuzzi F.- Vale C., Il consorzio canale di Lugugnana, Portogruaro, 1896.

 

8 Si rammentano splendide ospitalità ed una perfetta corrispondenza con tutto il mondo fondiario, finanziario ed imprenditoriale che in quella stagione di rinnovamento e di relativa prosperità caratterizzò la congiuntura economica del Sanmichelino e Latisanese, dall’annessione all’Italia  (1866) alla vigilia della prima guerra mondiale (1915).

Il flusso economico fu imperniato sulla fondazione della Banca a Latisana, alla quale concorsero gli Zuzzi, i Gaspari, i Peloso-Gaspari, gli Orgnani, della Martina, gli Scarpa, gli israeliti nobilitati dall’Austria Hierschel de Minerbi a Precenicco, i Biaggini subentrati ai Mocenigo nelle grandi proprietà fondiarie a San Michele ed imparentati con gli Zuzzi, i Pertoldeo a Rivignano, i Bini a Palazzolo, i Fanton, i Sellenati, i Simonin, i Beltrame, i Corradini, i Pittoni, Pellis.

Costituivano una classe di imprenditori capaci ed audaci, tesi ad interpretare il nuovo discorso di aggiornamento nelle conduzioni agricole e nelle collaterali iniziative artigianali ed industriali.

Il mondo era romantico borghese, con grosse comunanze, più che a Venezia, ancora verso i vecchi equilibri con Trieste, Gorizia e l’impero danubian-asburgico, dal quale mondo avevano ereditato uno stile di vita, imperniato sull’equilibrio economico e sulla rispettabilità.

Francesco Zuzzi fu un poco l’esempio di tutto questo. A lungo si ricordò il suo ricevimento per festeggiare il suo insignimento a commendatore della corona d’Italia, punteggiato di cacce favolose, con battute di centinaia di capi tra lepri, starne, fagiani, tassi e perfino (allora esistevano ancora) di caprioli selvatici nelle macchie verso Bibione e Caorle.

Si sa anche di una caccia alla volpe per la quale lo Zuzzi scomodò, oltre a bei nomi dell’aristocrazia, persino battitori fatti venire, con mute di cani addestrati, dall’Inghilterra.

Archivio Nanni-Levera-Zorze, Latisana, cit.

 

9 Si tratta della «Casa di Riposo Ida Zuzzi», di conduzione comunale, sita  in San Michele, nella frazione San Michele vecchio.

Circa l’opera di bonifica fatta da Francesco Zuzzi, rammenteremo il toponimo legato a un minuscolo agglomerato di case rurali, ad est di Lugugnana, dal nome «Casali Zuzzi». La casa di riposo Zuzzi fu inaugurata il 4 novembre 1932.

Fabris F. – Frattolin F., Edificabilità e tutela delle zone agricole, 1984, Ediz. La Bassa, Documento tecnico/1, , pg. 117.

 

10 Luigia Corradini apparteneva ad una nobile famiglia di San Vito al Tagliamento, portatasi poi a Portogruaro, indi stabilitasi in San Giorgio al Tagliamento dove i discendenti vivono tutt’ora.

Bertrando Beltrame e la moglie Teresa Bottari-Zuzzi, sposatisi a San Michele il 1838, 8 febbraio, erano stati padrini di battesimo di Paolo Scarpa di Fossalta di Portogruaro, nato il 10 luglio 1839, arruolatosi poi contro l’Austria con i Mille di Garibaldi ed iscrittosi anche lui a Latisana quale professionista (era ingegnere) e direttore della Banca Pop. Coop. di Latisana.

Altan MGBPaolo e Sante Scarpa combattenti delle camicie rosse del generale Garibaldi, Fossalta di Portogr., 1984, pg. 29

 

11 I figli di Francesco Zuzzi, sposatosi con Laura contessa Nanni-Levera-Zorze, sono Pier Francesco (15 settembre 1943), Angela (7 ottobre 1944), Maria Pia (11 dicembre 1954).

La famiglia Zorze venne a Latisana per incarichi amministrativi e di magistratura nel sec. XVIII-XIX.

Archivio Nanni-Levera-Zorze, Latisana, cit

 

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UNA FAMIGLIA DI PATRIOTI FRIULANI

I Zuzzi di Codroipo

 
 

Enrico Domenico Zuzzi

 Il notaio Enrico Domenico Zuzzi di Codroipo (1812-1892) fu un patriota ardente e intemerato, amico di  Leonardo Andervolti, del dott. Antonio Andreuzzi, di Giovanni Battista (Titta) Cella, del ministro delle Finanze Federico Seismit-Doda, di Sante Nodari, di Gabriele Pecile, Fara, Beltrame, ecc. ed in relazioni con Agostino Bertani, Maurizio Quadrio, Benedetto Cairoli e tanti altri.

Fece parte altresì del Comitato Segreto Friulano contro l’Austria e nel 1866, quando il Friuli venne redento, fu, per l’appoggio di Agostino Bertani e per designazione unanime e spontanea di popolo, eletto deputato (IX e X Legislatura). Fu altresì il primo sindaco di Codroipo.

Per la Patria consumò buona parte del suo patrimonio senza mai chiedere né accettare nulla.

Ebbe cinque figli maschi che allevò al culto della libertà e della patria e di questi ben quattro servirono come volontari nelle file di Garibaldi e del  Re dal 1859 al 1870.

 

Enrico Mattia Zuzzi dei Mille

med. Trinacria dei Mille (combattenti)

Ecco lo stato di servizio sommario di questi quattro valorosi fratelli.

1)     Dott. Enrico Mattia Zuzzi (alias Matteo) (1838-1921)

-        Febbraio 1859; fugge in Piemonte insieme con i fratelli Costanzo e Leonardo e si arruola nei Cavalleggeri di Alessandria (campagna del 1859)

-        1860; studente a Pavia, assiduo di casa Cairoli. Dopo l’infausto armistizio di Villafranca scrive con il fratello Costanzo l’opuscolo di propaganda ‘Speranze e timori’ (perduto)

-        1860, 5 maggio;  tra i Mille di Quarto, 7^ compagnia, con Benedetto Cairoli e poi assistente medico di Agostino Bertani. Combatte a Calatafimi, ferito a Milazzo, combatte al Volturno con il fratello Leonardo (3^ spedizione Cosenz). A Quarto Fanny Luzzatto, amica di Adelaide Cairoli e dei Fratelli Bandiera, gli aveva affidato il figlio diciottenne Riccardo Luzzatto.

-        1864; sfidando il capestro austriaco ritorna di nascosto in Friuli con Giovanni Battista Cella per organizzare l’insurrezione armata. Giuseppe Mazzini gli scrive una lunga lettera per incoraggiarlo e suggerirgli il momento politico favorevole. Anche Garibaldi gli scrive dandogli istruzioni tecnico-militari per la costituzione della Legione Friulana che doveva proteggere uno sbarco di garibaldini a Marano (lettere depositate alla civica biblioteca di Udine). Per sfuggire alla gendarmeria austriaca vive nelle boscaglie del torrente Corno.

-        1866; Capitano medico garibaldino del battaglione Cadolini-9° reggimento- Divisione Medici del Vascello (campagna del Trentino)

-        1867, 2 novembre;combattente a Mentana

-        1912; scrive l’epopea dei Mille ‘ Da Quarto a Calatafimi’ ed altre poesie patriottiche contro i partiti antinazionali

-        1915; chiede di essere riammesso nell’esercito (come Riccardo Luzzatto) ma a causa della tarda età non viene accettato

-        1918; durante la guerra, quale unico medico in tutto il mandamento di Codroipo, presta volontariamente e gratuitamente a tutti (borghesi, militari, profughi) la sua opera di medico regalando persino i medicinali. Continuamente impegnato a visitare e curare i malati a domicilio, con ogni condizione climatica, stante la sua tarda età (ottantenne) e i grandi strapazzi, si ammala di broncopolmonite. Sebbene di buona fibra, non riuscendo a guarire, per postumi della malattia si spegne nel 1921. Per detto servizio, sebbene povero, non chiese e né ebbe mai nulla. Uomo di grande ingegno e di tenace memoria, acuto osservatore e testimone oculare di molti fatti storici, lascia parecchi scritti sui fatti che lo videro protagonista o testimone.

 


 

 

2)     Costanzo  Leonardo Zuzzi (1839-1922)

-        1858; mentre frequenta il liceo insieme con Pietro Linussa, Sante Giacomelli, Giulio di Caporiacco, e Francesco  Comencini, in un momento di esaltazione patriottica  si porta davanti alla caserma dei Kaiserjäger di via Pracchiuso a Udine a gridare “Evviva la libertà, evviva l’Italia!”. Arrestato ed imprigionato sotto grave imputazione si salva per intercessione dell’Arciprete di Codroipo, mons. Giovanni Battista  Gaspardis molto influente alla corte austriaca quale confessore dell’imperatrice Maria Anna Carolina Pia moglie di Ferdinando I d’Asburgo. Appena liberato emigra in Piemonte.

-        1859; a Vercelli si arruola insieme con Sante Giacomelli nei cavalleggeri di Alessandria, col vincolo della ferma fino a sei mesi dopo la pace.

-        1860; al termine della campagna passa nel 38° Reggimento fanteria - brigata Ravenna – e sotto il generale  Luigi Mezzacapo fa la campagna contro il Papa-Re e contro i Borboni. Combatte a Tagliacozzo alla Scurcola e prende parte all’assedio di Civitella del Tronto difesa dai Cacciatori borbonici e da una banda di briganti capitanata da Padre Leonardo Zilli. Nella successiva terza campagna, la più terribile e la più ingrata per un italiano, partecipa alla guerriglia contro i partigiani dei Borboni guidati dai famigerati capi : Piccione, Ninco Nanco, Monachiello, Lagala, Tristani, ecc.. Con la sua formazione coopera alla cattura del brigante  Michele Caruso ex-barbiere foggiano.

-        1863; passa nuovamente in cavalleria nei Lancieri di Montebello

-        1865; valente cavallerizzo, viene trasferito d’autorità nei carabinieri della V Legione di Bologna per desiderio del col. Tommaso Morelli di Popolo

-        1866, 24 giugno; rientra nei Lancieri di  Montebello e prende parte alla battaglia di Custoza con la brigata del gen. Chiabrera con il grado di sergente

-        1867; all’atto del congedo, dopo nove anni di vero volontariato, il col. Dumi di Chevilly e tutti gli ufficiali del reggimento offrono un banchetto d’addio al patriottico sottufficiale.

Tra i suoi ricordi si annotano anche una sua presenza a Varignano, dove era stato internato Garibaldi dopo la ferita dell’Aspromonte (1862) e una breve frequentazione di casa Cairoli a Pavia dove donna Adelaide teneva circolo


 

Leonardo Zuzzi

-         3)    Dott. Leonardo Zuzzi, notaio in Latisana (1842-1939)

-        1859, agosto; non ancora diciassettenne , emigra tra incredibili difficoltà (va da Codroipo a Parma a piedi e deve vendere il cappotto e l’orologio per sostentarsi)  e si arruola volontario nel 39° reggimento fanteria – brigata Bologna – comandato dal col.- brigadiere Pinelli  sottoscrivendo una ferma di 18 mesi

-        1860: lascia l’esercito regolare per prender parte alla spedizione Cosenz. Sbarca a Palermo e  combatte al Volturno (1° ottobre) dove un suo compagno, tale Commessatti da Tolmezzo, muore colpito da una pallottola in fronte. Insieme con Enea Ellero dei Mille è tra i pochi superstiti friulani di quella sanguinosa battaglia

-        1861; congedatosi riprende gli studi universitari a Pavia ed è ammesso al circolo di donna Adelaide Cairoli e del figlio Enrico (destinato al sacrificio di Villa Glori)

-      1863,15 dicembre; si laurea in Giurisprudenza  a Bologna con la tesi: "Varie teorie sulla genesi del diritto di punire"

-    1866: è volontario garibaldino col grado di caporale nell’8° reggimento del col. Vincenzo Carbonelli - brigata Nicotera. Prende parte alla battaglia di Condino.--- La figlia Maria andrà sposa al col. Nicola Torelli di Latisana, eroe di Abba Garima (Adua 1896).


 

 

4)    Dott. Giacomo Luigi Zuzzi (1847-1906)

-        1864; ancora sedicenne si arruola nelle bande armate di Giovanni Battista Cella, Marziano Ciotti e  Francesco Tolazzi in guerriglia contro l’Austria

-        1866;  fa la campagna del Trentino come ufficiale garibaldino delle bande armate

-       1870; arruolato nei granatieri di Sardegna prende parte alla Presa di Roma. Pare che abbia preso parte anche alla congiura del caporale Pietro Barsanti.

 


A maggiore gloria del Friuli patriottico.

A dimostrazione del profondo sentimento di italianità radicato negli abitanti di questa regione.

A sostegno di tutti coloro che in questa terra non hanno mai intimamente sentito alcun altro richiamo nazionalistico - austriaco, sloveno o tedesco - al di fuori di quello italiano.

 

 

 

 

 

 

Appunti raccolti da Enrico Zuzzi del fu Costanzo Leonardo nell'anno 1926.

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Società Operaia di Mutuo Soccorso ed Istruzione

di Codroipo

La Società Operaia di Codroipo avente carattere mutualistico e assistenziale nasce ad opera di elementi progressisti il 19 marzo 1878, onomastico di Garibaldi, il quale viene nominato Presidente Onorario. Il 10 novembre dello stesso anno la Società viene costituita in forma ufficiale ed eletto all’unanimità quale Presidente Daniele Moro presso il quale trovano ospitalità gli esponenti del partito liberale conservatore, sostanzialmente di tendenze liberali-moderate, molti dei quali sono  dirigenti del Comune di Codroipo.
La Società Operaia si occupa sin da subito dell’assistenza materiale e morale dei soci, dell’incremento dell’istruzione professionale dei giovani e della scolarizzazione degli adulti.  Si  fa inoltre promotrice della  premiata scuola di disegno, della scuola di musica, della banda cittadina, della lotta contro la tubercolosi, della Casa di Ricovero e dell’Infermeria. Costituiscono altrettante benemerenze della Società Operaia la realizzazione della Scuola Elementare di Piazza Dante, del tempietto ai Caduti e della Colonia Elioterapica Infantile.
Amici di  Daniele Moro (alias Sior Lello) sono stati i fratelli Zuzzi, patrioti anticlericali e liberali progressisti: il notaio Enrico, perseguitato dall’Austria e combattente durante la terza guerra d’indipendenza e il medico Enrico Mattia, il quale partecipa all’impresa dei Mille, combatte sul Volturno ed è  di nuovo con Garibaldi nel 1866. Costui, amico di Benedetto Cairoli, molto stimato a Codroipo per la sua umanità, è  anche presidente della Società Operaia dal giugno 1882 alla fine del 1883 e indubbiamente alimenta quello spirito patriottico risorgimentale che già esisteva nei soci. Dalla fondazione di questo sodalizio sono da ricordare inoltre: Luigi Sambucco, anima della società per oltre 60 anni, Luigi Tubaro, considerato l’elemento di punta del gruppo operaio per il suo spirito battagliero, Gio Batta Ballico, Angelo Tomasini, Enrico Ballico e Roberto Lotti.


 

 

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