in
sintesi
Il
gioco del football: Fondamenti di base
Non è facile spiegare il
‘football americano’ a chi non segue questa disciplina.
Non è facile perché è
strutturalmente diverso dagli sport europei più praticati, mi spiego
meglio: il ‘calcio’, la ‘pallacanestro’, il ’rugby’
presentano come affinità il fatto di procedere con azioni continue da
parte delle due squadre in campo, che tentano di segnare punti.
Il f.a. invece va a ‘tentativi’
(down) e precisamente 4, che ha una squadra per conquistare almeno 10
yard (1 yard = 0,9 metri), se ci riesce, continua altrimenti tocca all’altra
squadra iniziare i propri tentativi; chi riesce a superare con la palla
la linea di fondo campo, segna (touch down).
Capirete che bisogna ‘entrarci
mentalmente’, ma vediamo qualche dettaglio del gioco.
Il
termine ‘Football’, letteralmente ‘piede/palla’ non significa
come nel calcio che la palla viene colpita con i piedi, ma che è lunga
1 piede (circa 30 cm), con forma di sferoide allungato, assomiglia a
quella di rugby ma è più piccola ed ha una cucitura laterale esterna
molto importante per conferire la rotazione (spin) quando si lancia.
Il
campo ha pressappoco le dimensione di quello da calcio: 120 X
53 yard ( 109 per 48 metri) ed è suddiviso in 100 yard + le due
aree di fondo campo (end zone) di 10.
La
partita dura 4 tempi di 15 minuti, i primi due quarti sono detti prima
metà della partita, gli ultimi due seconda metà. Tra queste due c’è
un intervallo di 15 minuti; entrambe iniziano con un calcio (kich-off)
da parte di una delle due squadre, mentre alla fine del primo e del
terzo quarto si scambiano le parti nel campo.
Le
squadre hanno molti giocatori: in media 40/50, questo per un motivo
molto semplice: ogni squadra ha all’interno due formazioni distinte,
una per quando attacca (offensive team o offense) e una per quando
difende (difensive team o defense); in campo vanno 11 giocatori con sostituzioni illimitate.
Il
gioco:
Prima
dell’inizio del gioco si decide con la moneta chi inizierà in attacco
o in difesa e da quale parte del campo. Si inizia quindi con il kich-off
sulla linea delle 40 yard della squadra che calcia. Dopo il calcio, il
giocatore che l’ha eseguito e i suoi compagni di squadra corrono sul
campo per cercare di fermare, placcandolo,il portatore di palla
avversario. A placcaggio
avvenuto, l’arbitro (referee) pone la palla sul punto in cui il
giocatore è stato fermato e la dichiara pronta per il gioco. Alla
squadra in attacco sono quindi offerti 4 tentativi per guadagnare 10
yard. Se si avanza la palla di questa misura o ancor di più allora ci
si è conquistati il primo down, vale a dire si mantiene il possesso e
si riparte per altri 4 tentativi. La formazione che non riesce a
conquistare il primo down in 3 tentativi generalmente effettua al quarto
un ‘punt’ ovvero un calcio che allontana la palla e la riconsegna
nelle mani degli avversari che passano all’attacco, oppure, se è
abbastanza vicina alla linea di touch down avversaria, un ‘field goal’,
cioè un calcio direttamente tra i pali della end zone avversaria,
azione che
se
riesce frutta 3 punti.
Sono
invece 6 i punti che frutta un ‘touch down’, l’azione che vede un
giocatore portare o ricevere la palla nella ‘end zone’, basta che
superi la linea di fondo campo, non serve che tocchi il terreno.
La
formazione di attacco si dispone in campo con sette giocatori denominati
‘uomini di linea’ (linemen). Sono chiamati così per il fatto che
partono contemporaneamente alla palla ad ogni gioco, da una formazione
in riga, su una linea immaginaria parallela a quella di fondo campo. Gli
altri 4 giocatori sono chiamati ‘bakfield’ perché partono da una
zona di campo retrostante alla prima linea di giocatori. In mezzo alla
linea dell’attacco sta il ‘centro’, giocatore che, dà inizio all’azione
muovendo la palla e passandola sotto le gambe al ‘Quarterback’,
capitano e leader indiscusso della squadra, che ha il compito di
smistarla o consegnandola ai ‘runners’ che cercano di avanzare
utilizzando i blocchi della linea, o lanciandola ai ‘ricevitori’ che
devono prenderla al volo e se possibile avanzare.
Sembra
tutto semplice, ma… ci sono gli avversari!
La
formazione difensiva ha una linea che fronteggia quella offensiva, con
uomini altrettanto grandi e grossi, che a seconda degli schemi possono
esse 3-4-5-o piu’, dietro
ci sono i ‘linebackers’, veri ‘killers’ del campo che
devono placcare i portatori di palla e coprire i lanci corti, per ultimi
i ‘cornerbacks’, agili e veloci per intercettare i lanci lunghi o
placcare chiunque vada verso la loro ‘end zone’.
Abbiamo
parlato di schemi, ma qui si apre un capitolo immenso del f.a., perchè
in attacco ce ne sono migliaia con diverse formazioni di partenza (con
più runners o più ricevitori), a seconda della posizione in campo, del
down e della filosofia di gioco degli allenatori.
La
difesa ne ha meno, deve possedere una mentalità più ‘fisica’ ed un
buon adattamento alle strategie dell’attacco.
Tutti
i giocatori devono sapere gli schemi per poter entrare in campo, è
necessario quindi un allenamento costante e una buona concentrazione.
Stiamo parlando naturalmente di atleti che hanno già delle consistenti
basi tecniche perché, come vi dirà ogni buon allenatore, il f.a. si
basa su due sole cose: bloccare e placcare.
In
attacco infatti chi ha la palla deve sfruttare i blocchi dei compagni
che cercano di tenere lontani gli avversari; si può bloccare con varie
parti del corpo (avambracci, spalle etc.) ma non si deve ‘trattenere’
l’avversario, afferrandolo con le mani o in altro modo; i difensori
invece devono eludere i blocchi e placcare il portatore di palla,
possono ‘spostare’ gli avversari afferrandoli con le mani, ma non
possono trattenerli: queste due azioni vengono svolte alla massima
velocità e potenza e richiedono una conoscenza tecnica difficile da
credere per chi pensa sia solo una questione di forza fisica, è invece
il frutto di un lungo e costante allenamento.
I
falli:
i
falli più frequenti nel f.a. sono le false partenze e gli holding
(trattenute).
Ci
sono diversi altri falli, alcuni pericolosi per l’incolumità degli
atleti (ad.es.il ‘face mask’, la presa per il casco), per questo ci
sono comunque diversi arbitri in campo (di solito da 4 a 7 ) che
sorvegliano le varie zone.
Le
penalità comportano perdita di terreno o down, in caso di falli
personali gravi c’è l’espulsione del giocatore, che viene però
sostituito, in campo si rimane quindi sempre in 11.
Questa
naturalmente è solo un’infarinatura del gioco del football americano,
ma basta seguire solo poche partite per capirlo meglio ed apprezzarlo.
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