La
storia
Il
football americano a Venezia di
Alessandro Novello.
1. Le Origini.
La mia passione per il Football Americano iniziò nel
lontano 1978, quando un cugino residente, a Los Angeles CA, mi portò il primo
pallone da Football. All’epoca praticavo già il Rugby, uno sport che aveva
in comune il pallone ovale, ma non conoscevo alcunché della disciplina
d’oltreoceano. Durante l’estate, in spiaggia, con gli amici provavamo a
simulare qualche azione e per caso c’imbattemmo in un gruppo di ragazzi
americani i quali ci insegnarono a giocare a Touch-football. Nel 1981 un
gruppo di giovani americani, alloggiati all’albergo in cui ero impiegato, mi
chiesero se potessi dir loro dove avrebbero potuto acquistare un pallone da
Football; quando dissi loro che ne avevo uno m’invitarono a partecipare ad
una simulazione del Superbowl che si sarebbe tenuto quella notte a New
Orleans. Così ci ritrovammo, in spiaggia, a disputare, per così dire la mia
prima partita di Football Americano. Per caso mi trovai a far parte degli
Oakland Raiders, ma quello che mi stupì in modo particolare furono gli schemi
e la complessità del gioco: schemi per la squadra in attacco e la squadra in
difesa, anche se si giocava solamente a Flag Football! Qualche sera dopo
Canale 5 mostrò per la prima volta in Italia una partita di Football
Americano, e più propriamente il Superbowl tra gli Oakland Raiders e i
Philadelphia Eagles. Nel 1984 un paio di amici, che avevano provato a giocare
con la squadra di Ferrara (le Aquile), provarono a dar origine ad una squadra
qui a Venezia, abbandonando però il tutto al sorgere delle prime difficoltà.
Tra i molti giovani che parteciparono a quelle prime
sedute di allenamento, un gruppo di loro raccolse la sfida e si cimentò a sua
volta nel creare una squadra di Football Americano. Il primo passo fu di far
pubblicare una locandina, a proprie spese, per reclutare chiunque fosse
interessato a praticare questo sport. Così al primo giorno di allenamento
ufficiale si ritrovarono, in un campo sportivo senza spogliatoi e
infrastrutture, più di un centinaio di ragazzi! Sorse il problema degli
allenatori, quindi dopo varie ricerche furono assoldati due militari della
base militare di Vicenza, con il compito di insegnare l’ ABC della
disciplina sportiva ai futuri Mariners Venezia.
2. I Problemi
Creare una società sportiva comportò la soluzione di
diversi problemi, e praticare uno Sport minore, per intenderci non il calcio
(o soccer), aumenta gli ostacoli.
Campo di gioco e/o di allenamento:
dal 1985 al 1991 il Comune di Venezia non ha mai messo
a disposizione, in maniera stabile, alcun impianto sportivo (campo di
allenamento e/o di gioco), sul quale poter contare per più di una stagione.
In definitiva, la squadra ha dovuto sempre peregrinare per tutto l’area
veneziana sfruttando gli impianti sportivi dati in concessione ad altre Società
Sportive (leggi calcio) nei ritagli di tempo disponibili, subendo lamentele
e/o polemiche di ogni tipo.
Sponsor e costi di gestione:
La pratica del Football Americano, anche a livello
amatoriale, richiede in ogni modo un forte contributo economico:
un’attrezzatura completa ha un costo che varia circa dalle 500.000 lire a
1.000.000 lire, e una squadra al completo è composta di almeno 45 giocatori.
Un buon allenatore è indispensabile.
Inoltre a queste cifre si aggiungono le spese da
sostenere per le maglie per le partite, al cui costo va aggiunto quello della
stampa dei numeri sulle stesse maglie. Durante il campionato si disputano
partite in casa propria, quindi bisogna provvedere al servizio di assistenza
da parte della Croce Rossa/Verde e al pagamento della Crew Arbitrale, più
economica se composta di Arbitri Italiani più cara se composta di Arbitri
Americani. Per le trasferte invece occorre noleggiare un Autobus da almeno 50
posti, per tutta la giornata e come successo più volte per 2 giornate in caso
di trasferte assai lunghe. All’inizio si era provveduto all’auto
tassazione per pagare gli allenatori, in seguito dovendo procedere
all’acquisto delle attrezzature (o armature, come qualcuno dice) si rese
necessario trovare uno sponsor. Grazie all’intervento del nostro presidente,
riuscimmo a trovarne uno che ci promise una somma discreta la quale ci avrebbe
potuto garantire lo svolgimento del nostro primo campionato. Purtroppo una
cattiva gestione del rapporto società / sponsor, fece perdere quei pochi
denari che ci erano stati promessi, aggravando così lo stato delle cose.
Quindi ci trovammo a metà campionato a dover gestire la cosa di nuovo in
autogestione. Per far fronte alla seconda stagione, la squadra dei Mariners fu
costretta a vendere alcuni suoi giocatori ad un’altra squadra veneta ed i
proventi di questa vendita avrebbero garantito l’ingaggio dell’allenatore.
3. I Giocatori.
Molti giovani si accostarono a questa disciplina
sportiva per provare ad emulare le gesta deiprofessionisti americani, quindi
la squadra si formò e fondò sull’entusiasmo e sulla voglia di provare
qualcosa di nuovo. Erano pochi invece coloro che avevano già provato altri
sport dove ci sia un così esplicito contatto fisico tra giocatori. Infatti,
molti dei giovani approdati alla nascente squadra desistettero dal continuare
per la durezza dello sport, il quale richiede in ogni caso e sempre
un’ottima preparazione fisico/atletica ed una giusta preparazione
psicologica.
4. Il Mio Impegno.
All’origine dell’ American Football Team
Mariners Venezia, c’è un gruppo di ragazzi che nonostante tutto hanno
dato vita ad una realtà sportiva, basata sul desiderio di far partecipare il
più vasto numero di giovani ad una disciplina sportiva poco conosciuta. Così
con Enrico Crosina, Alberto Boccanegra, Luca Scappin, passavamo giornate
intere a discutere sui problemi che ci si presentavano: trovare un campo di
allenamento, attrezzature, allenatori, sponsor, visite mediche, organizzazione
della società. A questo si aggiungevano gli allenamenti in campo ed in
palestra, poiché eravamo anche giocatori, nel tempo libero e durante gli
orari di lavoro e/o di studio. Dal 1986 rimasi l’unico del gruppo di
fondatori a gestire una squadra, che era sostenuta solo dai giocatori stessi.
In mio aiuto accorsero Giorgio Salvadego, che appese le fatidiche scarpe al
chiodo dopo un primo campionato come giocatore, in veste di segretario,
Alberto Frizza, Mauro Seno Massimo Casaro ed altri. In concreto ogni Mariner,
compresi i famigliari, era coinvolto alla gestione della squadra,
nell’intento di coprire le necessità della stessa. I Mariners erano
diventati pertanto una grande famiglia!
5. Epilogo
Dopo tre lunghi anni di sforzi per mantenersi in vita
l’American Football Team Mariners Venezia cambiò gestione, look e
nickname trasformandosi negli Islanders Venezia i quali continuarono
l’attività per altri anni. La formazione dei Mariners Venezia, ha
rappresentato per molti giovani Veneziani non solo un modo di praticare uno
sport particolare, ma addirittura un fenomeno a tal punto che, nonostante
siano passati 16 anni, annualmente la squadra si ritrova per autocelebrarsi.
Attualmente si sta progettando la pubblicazione di un libro sulla squadra e
sulla sua realtà.
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