Motoraduno a Bomporto, 10-11 novembre
Anche quest'anno non si poteva mancare a Bomporto, alla tradizionale
motoconcentrazione in occasione della fiera di San Martino.
A quasi metà novembre con un sabato umido e piovoso, molti
motociclisti incuranti del clima, si sono dati appuntamento in
questo paesino della bassa modenese, certi di trovare buona accoglienza e
tanti amici. E ormai consuetudine che ai partecipanti,
siano offerti prodotti culinari tipici della zona, come augurio di benvenuto.
L'allestimento di una piccola ma interessante mostra di moto, all'interno
della struttura che funge da base della manifestazione, attira l'attenzione
dei motociclisti, che si soffermano su alcuni nuovi modelli appena immessi
sul mercato. Molto gradito il locale riscaldato (palestra) che viene messo
a disposizione di chi intende pernottare col sacco a pelo.
Nel pomeriggio è consigliata la passeggiata in centro, fra
le bancarelle sistemate lungo le strade e le piazze, solitamente
attorniate da una folla di gente intenta a fare spese. Purtroppo quest'anno,
la pioggia ha scopraggiato l'uscita di casa ed il risultato evidenzia
la mancanza di pubblico.
Con la complicità delle poche ore di luce, il pomeriggio trascorre
velocemente e già si parla di andare a cena. Questo momento è
sicuramente uno dei più attesi, primo perchè i motociclisti a
tavola
se la cavano sempre molto bene, secondo perchè gli organizzatori
conoscono le debolezze dei motociclisti e sanno bene come ospitarli.
Il menù è semplice: gnocco fritto, affettati misti
e lambrusco, ma la quantità è industriale. Il gnocco fritto
è un pò pesantuccio, ma veramente delizioso. Siamo poi
nella zona di produzione degli insaccati e delle carni stagionate e
gli affettati sono squisiti, come il lambrusco, che
scorre a fiumi, rendendo la compagnia decisamente allegra.
Con tanta abbondanza è un piacere restare seduti a tavola per ore,
a raccontare storie di vecchie e nuove avventure, a discutere su come sia
possibile che un cuscinetto a sfere di una moto BMW possa rompersi,
ad inventarsi un improbabile viaggio in terre lontane,
senza rendersi conto di mangiare e bere come cammelli.
Ma la cena non è finta, devono ancora arrinare le caldarroste,
gli amari e le grappe. Così a
mezzanotte passata, con la cintura slacciata ed il fegato paragonabile
come dimensione a quello di un elefante, raggiungiamo il nostro
alloggio, accompagnati da una leggera pioggerellina. Coricarsi in queste
condizioni non è certo l'ideale, cosi Fausto riapre la
discussione sul famigerato cuscinetto, che se non altro serve a dare un
paio d'ore di tempo ai succhi gastrici per compiere un po di lavoro,
prima di chiuderci nel sacco a pelo. La mattina seguente come
previsto, il tempo si presenta ancora grigio e molto umido. Si fanno le
valigie, si passa a salutare gli organizzatori che offrono la colazione
a base di gnocco fritto e prosciutto, ma solo il pensiero fa venire la
nausea, meglio salutare, ringraziare e prendere la via di casa e fino al
prossimo anno nessuno si azzardi a proporre gnocco fritto.