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Come al
solito partiamo dal centro storico di Istia d'Ombrone. uscendo dalla Porta Grossetana giriamo a dx per Via Fuori le Mura, poi dritti per
la ripida discesa che passa davanti al campo di calcio, sulla Strada
Vicinale delle Conce, per arrivare ad incrociare la SP 44. A dx poi
a sx sulla Strada Vicinale dei Laghi (km 1,550). Al Km 2,980 ci
teniamo sulla sx, proseguendo fino al km 4,900 ora a dx, a salire,
uno strappetto di 360 mt all’8% che ci porta sotto il Poggio di
Moscona, da dove si gode di uno splendido affaccio sulla città di
Grosseto.
Una ripida
discesa tra gli olivi ci accompagna fino ad incrociare la SP 42 (km
6,800). A dx, in direzione Roselle, che raggiungiamo al km 8,500
Attraversando il ponte sul torrente Salica, procediamo su via
Batignanese. Al km 9,83 procediamo dritti in direzione degli Scavi
Archeologici, lasciandoci sulla sx la SP 41 “dello Sbirro”.
Tenendosi sulla via Batignanese che ora corre parallela al quattro
corsie della E 78, procediamo dritti fino al km 12,500 dove
troviamo il sottopasso che immette sulla SP 153 “Batignano”.
Lasciando la
provinciale sulla nostra dx, seguiamo le indicazioni
Nomadelfia. Dove la
strada punta decisa in alto verso la sommità della collina di Nomadelfia,
seguiamo a dx l’indicazione “Sementarecce”. Giriamo lo
sguardo sulla nostra destra, la zona archeologica di Roselle fà
bella mostra di sè sotto l'imponente "tino" di Moscona.
Tra i km 14
e 15 passiamo a valle del terrapieno che delimita un laghetto
artificiale, sulla nostra dx il torrente Salica, dove ancora si
scorgono resti di antichi mulini ad acqua.
Raggiungiamo
quota 102 mt slm al km 15,250, dove troviamo una nuova diramazione,
giriamo a dx. Proseguiamo fino al km 15,900 dove, all’apice di una
curva troviamo il diramarsi di una strada biancha. Fermiamoci un
attimo.
Abbiamo ora
due possibilità, proseguire sull’asfalto e raggiungere Batignano o,
(consigliata) immettersi nella sterrata, tenersi subito dopo sulla
dx e raggiungere il Convento di Santa Croce, interessantissimo sito
storico religioso la cui origine si deve al padre agostiniano
Giovanni da S. Guglielmo nell’anno 1621, così come si legge nelle
pagine
dell’Atlante Storico Topografico del Comune di Grosseto, a cui
si rimanda per gli approfondimenti.
Per
raggiungere il convento, (km 19,00) e non sbagliare la traccia sulle
stradine bianche che incroceremo, dovremo tenersi a dx al primo e
secondo incrocio, (km 16,650, grande sughera al centro di un
incrocio a Y) a sx al terzo e al quarto (dopo una breve discesa) e
ancora a sx nella successiva diramazione del sentiero (tenersi a
ridosso della recinzione dell’azienda venotaria Le Caprareccie). Il
convento ci apparirà all’improvviso, spuntando dietro un muretto a
secco che delimita gli antichi oliveti.
Scendiamo
dalla collinetta su cui si erge il convento, percorrendo una
sconnessa stradina in ripida discesa. Fino a pochi anni fa qui erano
ancora visibili le pietre della massicciata medievale, finché
qualche amministratore particolarmente “ispirato”, pensando forse
che fossero troppo scivolose, decise di darci una bella mano di
asfalto, che, disgregatosi in pochi anni ci ha lasciato un fondo più
pericoloso di prima, ma molto più moderno!
In fondo
alla discesa una vera chicca, un antico fontanile sulla nostra
destra ci fa di nuovo fermare per uno sguardo alla storica volta.
Saliamo
adesso a
Batignano, le cui mura ora ci sovrastano, trovando di nuovo la
SP 153. (km 19,260) 125 mt slm
Dopo la
visita al borgo medievale, si continua seguendo la provinciale in
direzione Nord-Est, verso il paese di
Montorsaio , piccolo gioiello di architettura difensiva
medievale, per secoli avamposto della Repubblica Senese.
Il bivio che
porta al paese lo troviamo al km 22,500 (200 mt slm).
Lasciandoci
sulla sx la SP 125, ci lanciamo in discesa per raggiungere, dopo un
km, a quota 140mt slm, il rondò che immette sulla E78. Noi
utilizzeremo la terza uscita del grande rondò in direzione “Casa
Migliorini”, per poi salire sul sovrappasso del raccordo
autostradale e immettersi direttamente sulla Strada di Fonte Marina.
Adesso il panorama cambia, scolliniamo a mt 155 oltrepassata una
fattoria sulla nostra dx, (km 25,300) per affrontare una ripida
discesa che ci porta a incrociare, dopo meno di 4km, la SP 44 a
quota 32 mt (attenzione a non prendere troppa velocità!). Ora
l’orizzonte si è aperto. Davanti a noi, da gennaio 2006 girano i
generatori del parco Eolico sul poggio di Mote Lumini. Sulla nostra
sinistra, da almeno mille anni, citato da Dante Alighieri nel canto
11 del Purgatorio, si erge
Campagnatico.
Per la
nostra escursione però è arrivato il tempo del rientro, incrociata
la SP 44 (km 29,100) si gira a dx per tornare verso Grosseto.
Il fiume
Ombrone è lì a due colpi di pedale, lo vedremo apparire e scomparire
diverse volte prima di arrivare a Istia.
Sui tredici
km che ci separano dal punto di partenza, di certo non ci
annoieremo. Un susseguirsi di sali scendi con pendenze dal 5 all’8%,
con una punta all’11% in salita, ci daranno di che divertirsi. Da
segnalare, al km 34,700 il passaggio dalla frazione Marrucheti,
quattro case e un bar intorno ad una bella chiesa di campagna, un
piccolissimo borgo che nelle calde sere di agosto si riempie di
gente venuta a gustare la cucina contadina, ad una delle più
apprezzate “sagre” di tutta la provincia.
Da
Marrucheti i saliscendi si fanno più corti, ma non meno insidiosi,
rischiando più volte di lasciarci “impiccati sul padellone” se non
lavoriamo lesti di cambio, ma ormai ci siamo, un ultima picchiata
sui laghetti delle cave vicino al paese ci avverte che siamo
arrivati ad Istia, il campanile della
chiesa di S. Salvatore si staglia bene davanti a noi, racchiuso
tra i mattoni rossi della antica cinta muraria.
Appunti:
Punto di
Partenza e arrivo: Istia d’Ombrone.
Lunghezza:
42,5 km
Dislivello:
495 mt
Max altezza:
207 mt
Pendenza
media: 3%
Pendenza
max:11%
Tipo di
strada: asfalto 90%, sterrato 10%
Bicicletta:
MTB o tuttoterreno
Difficoltà:
medio
Per questo itinerario sono disponibili tre
cartine,
una
di massima, un particolare del
primo tratto, un
particolare del tratto che
porta al Convento di Batignano.
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