Dal Marecchia alla Mosa Cronaca semiseria del viaggio a Seraing (Belgio) del gruppo dell’Uva Grisa di Domenico Bartoli |
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Ma chi può
essere presente al parcheggio del Sindacato alle 3,40 di questa mattina e
con dieci minuti di anticipo sull’orario di partenza, se non quelle due
vecchie “cariatidi” di Nino e Domenico ? A rincuorarci un po’ alle 4 arrivano Giuseppe e l’Angela e anche loro cominciano a dubitare un po’ sul luogo di partenza e a chiacchierare un po’ infreddoliti fuori dalle macchine, adocchiando la luna all’ultimo quarto. Ma, quasi in contemporanea, ecco che arrivano Julko, l’Angela, Gualtiero e sua nipote Silvia accompagnati dalla Vittoria e il pullman della ditta MERLI con il primo autista, Ivano. Mentre si caricano bagagli e strumenti vari ci si accorge che avrebbero dovuto salire qui anche Aldo e la Grazia, che, raggiunti telefonicamente, ci assicurano di raggiungerci al casello di Rimini-Nord e del resto qualche inghippo ci deve pur essere, altrimenti perchè mai il nostro gruppo potrebbe poi vantarsi di essere chiamato l’ “UVA SMANETA” ?? Il resto del
gruppo viene fatto salire nella piazza davanti al municipio di Bellaria e
di qui si va verso il casello di Rimini-Nord dove finalmente, dopo aver
recuperato Aldo e la Grazia, alle 4,48 ha inizio la nostra spedizione
verso Seraing, cittadina della Vallonia sul fiume Mosa, nella periferia di
Liegi. E a questo punto, proprio per non disturbarlo, mi alzo e vado a sedere davanti vicino a Julko che, come me, sembra abbastanza sveglio. Guardo l’orologio a cifre rosse del pullman che segna le 6,15 e noto che non si sente parlare più nessuno : mi giro sul sedile e mi accorgo che eccetto me e Julko “I dòrma tótt”. Anche Gualtiero, che dovrebbe vegliare su di noi, dorme beato, lui addirittura in posizione “fetale”. Gli manca il dito in bocca e poi potrebbe veramente essere scambiato per un neonato. Sono le 7,00
quando, nel lieve bagliore antelucano, noto che, dopo aver abbassato
leggermente il finestrino, Ivano, zitto, zitto, si è accesa una sigaretta
e questo fa risvegliare subito i fumatori più incalliti che sono già in
crisi da astinenza, sicchè alle 7,10 si decide di fare sosta ad un
Autogrill a circa 40 km. da Milano. Mentre Nino ancora dorme per recuperare il sonno perduto, altri gruppetti sgranocchiano dolcetti, guardano fuori dai finestrini, conversano amabilmente, sonnecchiano, leggono, fanno le parole incrociate. A proposito di parole incrociate, ma chi sarà quel povero diavolo che il prode Achille uccise con un pugno in un suo momento d’ira funesta ? Questo sta chiedendo Giuseppe con insistenza all’Angela Leardini, che cerca aiuto attorno, ma nessuno è in grado di aiutarla. ( Burdèll aqué bsògna truvè ‘ste nóm se no u n s chèmpa pió ! ) Tutta la
compagnia si risveglia perchè siamo alla frontiera di Chiasso, dove i
solerti funzionari svizzeri chiedono un pedaggio di 20 euro per farci
entrare nella terra di Guglielmo Tell, diventata una repubblica sempre più
borghese. E’ questa la terra della libertà ? Quale libertà se solo per
attraversarla devi pagare in anticipo ? Attraversando la Svizzera mi sembra di notare che anche i boschi siano meno verdi del solito, come se anche qui sia sopraggiunto un periodo di maggiore siccità e ne fa fede il fiume Ticino che scorre con pochissima acqua. Stiamo infatti attraversando il Canton Ticino e, mentre nel pullman tutta la compagnia si rilassa, ( Mu mè u m pèr però che Pierluigi e la Lorella i sia dria a durmì un po’ tròp spèss. U s véd che stanòta, prèima ‘d partì, i s’è dét da fè un gran bèl po’ ! ) noto che sono le 10,07 e siamo in vista di Bellinzona. Quando imbocchiamo il San Gottardo sono, invece, le 10,40 e per 17 km. viaggiamo sotto questo tunnel che sembra non finire mai, a cui fanno seguito numerose altre gallerie e che fanno esclamare a Julko, sempre attento osservatore della realtà circostante ( Quant u n dòrma ... ! ) che la Svizzera in fondo si può considerare un paese “underground”. Gualtiero sembra sempre più assorto nella sua lettura e nella conversazione con l’Angela, ma se questo è nutrimento prezioso per la mente, d’altro canto le esigenze di sostentamento per il corpo non sono meno pressanti e dato che l’orologio segna le 12,00, ci fermiamo in un’area di servizio a circa 40 km. da Basilea. Qui un sole quasi estivo e soprattutto un sano appetito, ci riuniscono tutti insieme a mangiare all’aperto su dei tavoli e delle panchine pulitissimi, direi tipicamente svizzeri. Tutti si dan da fare a scartare panini e ad aprire bottiglie di vino e ad operare scambi gastronomici. Io, per esempio, scambio un mio panino farcito alla “caprese” con due quadretti di piada e buon salame nostrano di Julko. Gilberto offre il suo ottimo vino bianco e altrettanto fa Roberto, per non parlare di biscotti e numerose altre “luverie”. Tra un panino e l’altro e guardandoci negli occhi, ormai rifocillati, ci chiediamo se anche a Seraing il tempo sarà così bello, ma ecco che, sollecitato dal nostro nume tutelare, si riunisce un cenacolo di critica cinematografica sotto l’ombra di un vecchio albero di Robinia ( Sé, insomma, un marugòun. ). Seduti sulle panchine a discutere sul film “Frida” sono presenti, oltre a Gualtiero, Nino, Gianluca, Angela Leardini, Bruna, Aldo e Domenico. Entrando nel bar dell’area di servizio assieme a Nino per soddisfare impellenti necessità fisiologiche,( gli uomini ad una certa età sono schiavi della prostata, purtroppo ) noto che la gente seduta ai tavoli ci guarda dietro con insistenza e fa commenti che anche se non riusciamo a captare, possiamo facilmente immaginare : - Ah, les italiens, les italiens !! - Ma io mi chiedo, ci facciamo davvero sempre notare per i nostri atteggiamenti fuori dagli schemi ? Insomma, ci si distingue subito anche da lontano per il nostro parlare a voce alta o per il nostro gesticolare ? Forse è vero. Ma la strada
ancora da percorrere è lunga e allora si va alla ricerca dei nostri
“automedonti”, che si sono, per il momento, sottratti agli allettanti
inviti dei nostri panini ed hanno consumato un pranzo all’interno del
ristorante svizzero. Stiamo passando
per Basilea che sono le 13,50, ma ormai ci siamo stancati della Svizzera e
iniziamo ad attraversare la Francia. E qui verso le 14,58 riceviamo una
mail da Gianni Fattini che vale la pena di riportare integralmente. Risvegliandomi da una breve “pennichella”, mi accorgo che il pullman è fermo : siamo ingolfati in una spaventosa coda di auto in mezzo alla campagna francese, in Alsazia, e sono le 15,50. Si va avanti a tratti di 5-10 metri ogni cinque minuti e mentre gli autisti si preoccupano e anche la maggior parte di noi, per Julko, Mirco e la Catia, al contrario, il contrattempo rappresenta una insperata opportunità per scendere dal pullman e fumarsi una sigaretta o due. ( U s dic dal vòlti al sgrèzi ... ) Sono le ore 17,00 quando ci fermiamo ad una stazione di servizio sull’autostrada vicino a Metz, e quando ripartiamo, dopo una ventina di minuti, si guarda il film “ Il favoloso mondo di Amelie “. Si tratta di un film che mette d’accordo un po’ tutti per la straordinaria e simpatica figura della protagonista, per l’originalità del tema trattato e la sapiente regìa che riesce a far scorrere via leggero il racconto sino alla fine. Alle 19,02 stiamo entrando in Belgio e Gualtiero dopo alcuni tentativi andati a vuoto a causa del prefisso da usare, riesce a mettersi in contatto con la nostra accompagnatrice Diana Furia, sicchè possiamo tranquillizzarci : la strada è lunga ma ne vediamo la fine e verso le 20,30 dovremmo essere a Seraing. Guidati dal navigatore satellitare arriviamo a cento metri dal Centre Culturel de Seraing verso le 20,45 : fenomenale questa tecnologia moderna ! Ed ecco arrivare proprio come due angeli custodi in soccorso di questi poveri pellegrini, le nostre due accompagnatrici, Diana e Carolina che parlano benino in italiano e ci conducono subito in una trattoria a 300 metri dal Centro ( Le 3 F ), locale piccolo, ma accogliente dove ci rimpinzano di cibo. Spiedini di carne arrosto, costolette di maiale, castrato, wurstel piccante, gamberetti alla griglia, un piatto di pastasciutta insieme a delle buone patate fritte e per finire un’insalatona. Come bevande, dopo un’apertura con un buon bianco secco come aperitivo, ci forniscono del vino rosso senz’infamia e senza lode ed acqua minerale a volontà. Potevamo non
cantare, dopo una cena così abbondante in onore delle nostre
accompagnatrici e della cuoca ? E difatti Gualtiero, coadiuvato dal coro,
canta “Dammi di un ricciolo”, quindi i 3 moschettieri ( Mirco, Gualtiero e
Pierluigi ) più il coro eseguono “Se dormi svegliati” e alla fine
Pierluigi dedica alla cuoca “Mamma non mi mandà fuori di sera”. Torniamo a
prendere il caffè al Centro Culturale e visitiamo il teatro : bello, con
un’ampia platea ad anfiteatro di 500 posti, un enorme palcoscenico, luci e
amplificazioni a volontà. Adesso la stanchezza vince su ogni altra
considerazione e guidati dai nostri due angeli custodi ci spostiamo a
pochi km. di distanza verso il nostro Residence du Blanc Gravier,
all’interno del Centre Sportif du Sart-Tilman. Siamo alloggiati in un
campus universitario e più precisamente in quello dell’Università di
Liegi.
Notte abbastanza tranquilla, anche se io mi sono svegliato tre quattro volte soprattutto per il gran caldo sotto il piumino che avevamo in dotazione. Nino, che si è messo i tappi di cera nelle orecchie, dorme come un angelo ed il suo russare non è certo una “sinfonia” come ama sempre ripetere, anzi, rispetto a Julko che russa in una maniera molto discreta, lui è proprio un trattore. Questa mattina
io e Nino, dopo aver fatto la doccia, ci alziamo, lasciamo Julko nel letto
a dormire beato ed usciamo con in tasca questo portachiave in ottone da
mezzo chilo e con l’esigenza di liberarci dalle formazioni gassose che,
com’è noto, ci affliggono forse a causa della nostra non più verde età.
Abbiamo così modo, passeggiando nel cortile, di osservare tutta la
struttura architettonica del residence e devo dire che non mi piace per la
sua spigolosità : troppo severe, lineari, squadrate le linee
dell’edificio, troppo grigie e troppo cemento anche nel cortile. Ma noi,
credo, ci adattiamo bene anche in queste camerette che a prima vista mi
hanno fatto affermare che mi sembrava di stare dentro ad un bunker. Colazione al
self-service del residence con il buon pane a cassetta belga con burro e
marmellata, che mi fa tornare indietro con la memoria di quasi cinquant’anni,
quando ero nel Limburgo a fare scuola ai figli dei minatori italiani ...
( Quant an Ci prepariamo a partire, ma Gualtiero ritarda un po’ perchè ancora non è riuscito a liberarsi. Vedete dunque quant’è importante poter andare di corpo regolarmente ? Il fatto è che il nostro direttore artistico per farla bene ha bisogno di essere solo, cioè di non sentire altre presenze nel loculo, pardon, nella stanza, così ha aspettato che tutti uscissero e adesso nel giro di pochi minuti certamente la farà. Eccolo che arriva : sono le 10,07 e si riparte per il Centro Culturale di Seraing a far le prove tutta la mattina nel teatro. Finalmente, a
sollevare Gianluca dal dubbio di dover suonare con il violoncello, arriva
il contrabbasso. Mentre i tecnici montano dei microfoni panoramici,
proviamo la sequenza degli stornelli, ma siccome ci sono ancora delle
incertezze, Gualtiero dice di non farli e propone di aprire lo spettacolo
sostituendoli con il canto “ A son sol “. Eppure io insisterei perchè gli
stornelli sono di grande effetto come apertura e del mio parere è anche la
Lorella. Intanto proviamo le danze e anche gli altri canti. Ore 12,45 : ci troviamo tutti a pranzo al “Pavillon du puits Marie” dove mangiamo una cotoletta con salsa di funghi e una montagna di patate fritte, con una abbondante insalata mista. Per finire una bella fetta di torta di riso a mio parere molto buona, seguita dal solito caffè lungo, molto lungo alla belga. Si torna subito
in teatro dove riprendiamo le prove e dove i tecnici risolvono i nostri
problemi di audio piazzando ben sei microfoni panoramici : due di fianco,
due sospesi al centro sopra di noi e altri due sul proscenio. Si torna al
nostro residence alle 17,10 con una lotta per accaparrarsi i bagni che non
so come andrà a finire. Nel frattempo si è deciso che si cenerà alle 11,
dopo la festicciola che seguirà al nostro spettacolo e che noi cercheremo
di animare con danze varie. Tutto fila liscio e quando si alza il sipario la Lorella con sicurezza attacca gli stornelli che, a mio modo di vedere, sono stati eseguiti bene da tutti quanti, vincendo tutte le titubanze manifestate durante le prime prove. Agli stornelli
fa seguito una danza ( Manfrina di Premilcuore) alla fine della quale
Gualtiero presenta lo spettacolo in italiano adeguatamente tradotto in
francese dalla Catia, dopodichè seguono i canti intervallati da altre
danze e alla fine mi sembra di poter dire che abbiamo riscosso un ampio
consenso. Forse ci siamo dilungati un po’ troppo nelle presentazioni e le
traduzioni hanno contribuito ancor di più a spezzare il ritmo dello
spettacolo, ma è stato comunque un successo per cui, proprio per non
lasciare tutto nel vago e a futura memoria dell’Uva Grisa, qui di seguito
trascrivo la “scaletta” del nostro intervento.
“ Gli amori trasgressivi “
“ Esecuzioni strumentali “
“ L’osteria “
Comincia,
quindi, la seconda parte del nostro intervento che consiste nella proposta
di danze di coinvolgimento all’interno della sala del Centro Culturale,
dove è allestito un piccolo palco. Tante coppie italiane soprattutto
anziane, ma anche qualche presenza giovanile e poi noi che ci impegnamo
tutti a far ballare soprattutto nelle danze in cerchio. Nonostante le loro
iniziali resistenze, le nostre donne sono riuscite a far ballare anche
Maurizio e Ivano, i nostri due simpatici autisti. A osservarli sembrano,
sia fisicamente che caratterialmente, uno l’opposto dell’altro : A ballare abbiamo rimediato delle belle sudate, ma come nascondere che siamo tutti contenti di come sono andate le cose ? Sì, adesso che la tensione di questa giornata così intensa si è allentata, possiamo guardarci negli occhi, un po’ stanchi, ma soddisfatti e verso le 23,30 ci spostiamo tutti nella saletta dove ci hanno preparato una cena semplice con i tavoli in cerchio in modo da poterci vedere tutti e parlare insieme rilassati. Oltre ai
complimenti di Diana e Carolina, riceviamo con piacere gli apprezzamenti
del presidente del Centre Culturel, monsieur Philippe Ansiaux, una persona
straordinariamente comunicativa e dal notevole spessore culturale.
Non ho dormito
molto questa notte, come invece mi immaginavo dopo il successo del nostro
intervento e il conseguente rilassarsi dalla inevitabile tensione
pre-spettacolo, ma una ragione c’è o forse più d’una. Verso le 2,15,
infatti, mi sveglio di soprassalto per un urlo spaventoso di Nino che
dorme sotto di me. Gli chiedo che cosa ha fatto e lui mi spiega che gli
era andata di traverso la saliva e si sentiva soffocare. Il fatto è che si
trattava di un urlo da far accapponare la pelle e che rischiava di farmi
prendere un accidente, anche se Julko non si è mosso di un pelo ed ha
continuato a dormire tranquillamente. Anche Nino, dopo l’urlo, ha dormito
profondamente russando come non mai, ma io non ho fatto altro che girarmi
e rigirarmi sotto il piumino sino a che verso le 6,50 mi sono alzato e,
dopo aver fatto una lunga doccia calda, me ne sono uscito a fare una
passeggiata di una ventina di minuti attraverso il bosco. Ma non è finita
qui, perchè sento che mi sta prendendo un vago malessere, questa mattina,
mentre finiamo di prepararci nella nostre camerette e ci apprestiamo a
partire con il pullman. Il fatto è che loro, tutti gli altri, stanno
partendo insieme per questo giro turistico della città di Liegi e io ...
io non vorrei lasciarli anche se è chiaramente molto più forte il
desiderio di riabbracciare mio fratello. Resta il fatto che non vivendo sino a questa sera gli avvenimenti di questa giornata assieme al gruppo, dovrò giocoforza farmi raccontare tutto quello che succederà, perdendo di vista l’atmosfera vissuta e le emozioni. Dopo aver
vissuto forti emozioni durante la giornata a casa di mio fratello, con una
“immersione totale” nei ricordi, mi faccio riaccompagnare a Seraing, dove
verso le 19,45 tornano tutti i “turisti per caso” al Centro Culturale e lì
ci ritroviamo in attesa di poter assistere allo spettacolo dei nostri
concittadini, il gruppo “Amarcord”, che presenta lo spettacolo “Una seria
opera buffa”. Stando a quello che mi riferisce Nino, come primi erano stati preparati dei ravioloni e dei rigatoni conditi con varie salse molto buone, a cui han fatto seguito carni arrosto e pollo con patate sempre accompagnati da diverse immancabili salse e insalate miste. Il tutto accompagnato da un ottimo vino rosso di cui Nino non mi ha saputo dire la provenienza. ( forse francese ? ). Non bastandole
la trasgressione con le due canne fumate per strada, la Lucia cerca di
corrompere a tavola anche la Silvia facendola bere, ma finisce per
rimediare lei una mezza sbornia ( “allegra”, però, ci tiene a precisare ).
Nel pomeriggio
tutti a visitare le cristallerie di Val Saint-Lambert, dove una guida
svela i segreti della soffiatura, della decorazione e dell’incisione del
cristallo. Adesso però ci
dirigiamo tutti a vedere lo spettacolo e, a differenza di ieri sera, il
teatro è quasi pieno. E’ l’ultima
sera che passiamo a Seraing e prima di tornare al nostro Residence andiamo
a cena assieme al gruppo AMARCORD in un ristorante italiano, ma dopo tutto
quello che ho mangiato a casa di mio fratello, non so proprio come fare ad
evitare di far onore alla mensa.
Dopo aver dormito due ore scarse, alle 4,30 mi alzo e dopo le solite abluzioni provvedo a dare la sveglia a tutti insistendo sino ad accertarmi che la luce si accenda dentro ai “loculi”, ma per quanto mi dia da fare a bussare alla camera numero 10, non si notano reazioni. ( A i créd ènca mè, la éra svuida !! ) Dopo aver depositato le nostre pesantissime chiavi nell’apposita cassetta, alle 6,00 in punto partiamo con i nostri validi autisti che si avvalgono come per l’andata, dell’uso del navigatore satellitare. La loro guida è rassicurante e quasi tutti si lasciano andare fra le braccia di Morfeo senza profferir parola. ( T’avdré ch’u n gn’è bsògn ad cantè la nina-nana per fèj durmì e a vria véda ! ). Alle 8,00 si fa la prima sosta in una stazione di servizio in territorio francese e dobbiamo constatare che sono molto più cari che da noi : per un cappuccino e una brioche si pagano 3 euro e 50 e non mi sembrano pochi ! Mentre consumiamo la nostra colazione ancora mezzo addormentati, siamo ancora una volta osservati dagli altri clienti per la nostra vivacità. ( Ah, les italiens, les italiens ... ). Sul pullman,
appena ripartiamo, Gualtiero sollecita un dibattito sullo spettacolo del
gruppo AMARCORD e anche se tutti non ne avrebbero una gran voglia, io mi
incarico di coordinare gl’interventi dopo aver espresso il mio giudizio.
Come ho già detto in precedenza, a me lo spettacolo non è piaciuto, ma
Gilberto invece esprime un suo giudizio complessivamente positivo e dopo
aver sottolineato la grande professionalità soprattutto dei musicisti ( su
cui un po’ tutti alla fine convengono ), si chiede in fondo che cosa poi
si voglia da uno spettacolo musicale : - Suonano benissimo, cantano
benino, sanno fare anche cabaret, che cosa vogliamo di più ? - Sono quasi le
10,00 e adesso, dopo questa discussione impegnata, ognuno si gestisce in
maniera personale il tempo in attesa della necessaria pausa-pranzo. Chi
legge, chi sgranocchia qualche biscottino, chi comunica con il “cellulare”
e chi infine si rimette a dormire ( vedi Pierluigi in buona compagnia ). Subito dopo
aver oltrepassato la frontiera svizzera, ci fermiamo in un’area di sosta
molto accogliente, con tavoli e panchine in abbondanza e un caldo
solicello. Mentre viaggiamo notiamo delle lunghe file di auto incolonnate dopo Chiasso, ma noi procediamo abbastanza speditamente e nel frattempo si sceglie un altro film che mi sembra attiri l’attenzione della maggior parte dei “pellegrini sulla via del ritorno”. Si tratta del “Mercante di Venezia” con interpreti principali Al Pacino e Jeremy Irons, dove soprattutto il primo si distingue per la sua straordinaria capacità interpretativa, splendidamente sorretta dal doppiaggio di Giancarlo Giannini. Ultima sosta
vicino a Piacenza e poi cominciamo quasi ad avvertire un certo non so che,
come se percepissimo già un certo sentore dell’aria di casa nostra e a
questo punto io insisto con Pierluigi perchè cominci a cantare “Pena
dell’anima” e anche se lui non mi dà retta, interviene poi Gualtiero che
con la sua autorevolezza riesce a convincere un po’ tutti a cantare
qualcosa. Si assiste allora ad una sorta di “dilettanti allo sbaraglio”
che ci fa stare più allegri e che ci accompagna fin quasi al primo
abbandono. Dopo aver
lasciato a Cesena Maurizio, usciamo a Rimini Nord per far scendere Aldo e
la Grazia e poi ci prepariamo al distacco dal gruppo più numeroso che
scende davanti al Comune di Bellaria. E infine noi, quelli saliti per
primi al parcheggio del Sindacato e che ora si lasciano commossi tra baci
e abbracci.
Ciao a tutti. Volevamo innanzitutto ringraziare di cuore Domenico per il suo accurato (fin nei dettagli più fisiologici…) e appassionato resoconto della nostro viaggio in Belgio. Queste poche righe solamente per aggiungere due brevi note a margine. Riguardo alla partenza amerei precisare che mi ero premurato di mandare un messaggio a Gualtiero, esattamente alle ore 3.46, per avvisarlo che noi saremmo saliti direttamente a Rimini nord (in base a questo calcolo: per arrivare all’appuntamento delle 3.50 ai sindacati, saremmo dovuti partire alle 3.49, mentre per arrivare puntualissimi alle 4.30 a Rimini nord siamo partiti da casa alle 4.20, cioè ben mezz’ora dopo…); Gualtiero, probabilmente a causa dell’ora presta, non ha letto il messaggio. Grazia mi aveva consigliato di telefonare direttamente, e col senno di poi aveva ragione… A proposito del ritorno, la “sindrome da distacco”, caro Domenico, non è una prerogativa solamente di “voi attempati” (categoria cui tu, spero ironicamente, ti iscrivi), ma penso che, naturalmente chi più e chi meno, abbia riguardato un po’ tutti. Dopo aver passato tanto tempo insieme a persone con cui stiamo bene, sentito i loro discorsi, confidenze, commenti, pensieri, dopo aver condiviso l’attesa dello spettacolo, e poi festeggiato, mangiato, bevuto, cantato e ballato, dormito (chi più, chi meno…) discusso e scherzato, mancano le voci, i volti, i suoni… Aldo
Veronesi e Grazia Melucci
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