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APPUNTI DI VIAGGIO

E l'è 'rivat i bon amici

i pescatori, i canti, l'osteria, alla festa di S. Antonio Abate di Bellaria Monte (1988-1991)

 

 

Audiovisivo a cura di Gualtiero Gori

post-produzione di Alessio Fattori (2002)

Le osterie, il vino, il cantare assieme, sono rimasti nella vita dei marinai, fino agli anni 50, elementi indissolubili e sacrali. Valori essenziali e punti di riferimento di una ritualità comunitaria alla quale non era possibile sottrarsi.

La maggior parte dei pescatori bellariesi, a causa dei bassi fondali del porto alla foce dell’Uso, ricoverava le proprie imbarcazioni in altri porti, Cesenatico, Porto Garibaldi, Ravenna, Rimini. Gli equipaggi vivevano tutto il tempo negli angusti spazi delle barche e tornavano a casa solo ogni 2-3 settimane.

Il sabato sera e la domenica pomeriggio, i gruppi amicali, finalmente ricostituiti, affollavano le tante osterie. Il consumo di vino era copioso. I modi espressivi dei canti alternavano le voci soliste al coro, che sottolineava gli incisi e permetteva a tutti di partecipare.

Il cantare, il bere, producevano l’effetto estatico di una perfetta fusione fra i corpi, che ribadiva un “patto di attenzione” fra gli uomini, di solidarietà e di amicizia.

Bellaria e Igea Marina, come ogni borgata marinara, erano punteggiate di piccole osterie. Nel secondo dopoguerra, una dopo l’altra si sono tutte spente. Tuttavia la voglia di cantare, pur nelle mutate condizioni, era rimasta a molti; ma nei moderni ritrovi pubblici le esibizioni creavano disagio e il permesso di cantare era spesso negato.

Don Guglielmo Talacci,  conosciuto anche con l’appellativo di “Don Miseria” per la continua propensione alla “cerca” di mezzi di sostentamento fra i fedeli,  era un grande appassionato di quei canti. Così sollecitò l’intero gruppo degli anziani cantori pescatori a partecipare alla festa di S. Antonio Abate che si teneva ogni anno nella sua parrocchia di campagna, S. Margherita a Bellaria Monte.

Mentre il grosso della festa si svolgeva di pomeriggio all’aperto, dopo la benedizione degli animali, lui era solito riservare ai pescatori, all’interno alla Canonica. uno spazio intimo, vicino al camino; una zona “franca” nella quale si ricreava spontaneamente l’atmosfera delle vecchie osterie. Alle prime bevute partivano le cantate, una di seguito all’altra,  senza soluzione di continuità, mentre attorno si cucinava il pesce da consumare assieme alla cena comunitaria che chiudeva la festa.

Le immagini che seguono documentano alcuni di quei momenti, presi al volo durante le edizioni 1988, 1990, 1991,  le ultime che videro la presenza in gruppo dei vecchi pescatori

 

Il video è prodotto dal  Comune di Bellaria Igea Marina - Assessorato alla Cultura

Laboratorio di documentazione e ricerca sociale

 

 

 In ordine di apparizione:  Don Giuseppe Canini, parroco di Bellaria Mare,  Don Guglielmo Talacci, Parroco di Bellaria Monte, Bruno Zavatti detto Bilécia, Mario Venturelli, Vittorio Lazzarini, Vittorio Quadrelli, Guidone Gori, Sauro Gori, Giuseppe Lorenzini detto Pinèl, Nino Gori detto Maruga, Gustavo Gori detto Balena, Carlo Della Chiesa, Guerrino Baldassarri detto Garséi, Ercole (Colino)Vasini detto Gagliàon

 Foto di Riccardo (Dino) Brizzi, Primarosa Zuffa, Archivio Laboratorio di documentazione e ricerca sociale

 Interviste di Pierpaolo Ancillotti, Daniela Della Pasqua, Gualtiero Gori

 Riprese video: Vittorio Della Torre, Gualtiero Gori, Angela Leardini

 Coordinamento lavori di ricerca:Gualtiero Gori

 

  

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