E adès andó ch’andèmm a cantè la Pasquèla? di Domenico Bartoli (traduzione in fondo) |
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12 gennaio 2007
E adesso dove andiamo a cantare la Pasquella? Qui, ragazzi, ogni anno che passa è sempre peggio perché ormai ce ne sono rimasti pochi di quelli che si ricordano della Pasquella. Anche se ci mettiamo a girare per la campagna, in quei ghetti di case attorno ai comuni più vecchi, la gente sopra gli ottant’anni non sta più in casa come prima assieme ai figli, non c’è più la famiglia di una volta. I più vecchi o li mettono in un ricovero o li lasciano in casa con una “badante” quando non ce la fanno più a gestirsi e i figli scappano via, vanno in città, dove c’è la gente, dove si trova tutto. Vanno in città dove c’è l’IPERMERCATO che è una roba dell’altro mondo : lì arrivi con la tua macchina, ti fermi nel parcheggio, entri dentro, mettiamo, al mattino, fai la tua spesa, poi lasci i bambini chè c’è sempre qualcuno che li guarda e li fa divertire, ti puoi fermare a mangiare e poi puoi andare al cinema con tutta la famiglia, perché lì non c’è altra abbondanza, dato che ce ne sono fino a più di dieci delle sale, basta avere denaro ! E già, il denaro, perché oggi tutto quello che conta è il denaro, solo il denaro. Sì, ma volevo dire, e questo cosa c’entra con la Pasquella ? E invece c’entra di quel po’, perché noi adesso andiamo in giro a cercare “le uova da due tuorli”, ci siamo messi in testa che ci sono ancora posti dove si può trovare parecchia gente che si ricorda la Pasquella e invece oramai non c’è rimasto quasi più nessuno in tutta la Romagna. Ma basta guardare com’è andata quest’anno la Pasquella. Il giorno della vigilia l’abbiamo “fatta” nella Borgata Vecchia di Bellaria e lì bisogna dire che è andata bene e dove siamo passati ci hanno fatto una grande accoglienza, anche se poi ci avevano chiamato loro e ci aspettavano, per non parlare della mangiata di polenta che siamo andati a fare nell’osteria di Gianola, chè lì si mangia bene e si beve meglio. Il fatto è che noi dell’Uva Grisa ci divertiamo di più quando andiamo fuori a cantare la Pasquella, nei posti dove non ci aspettano, insomma dove possiamo fare un’improvvisata, come ci è capitato tante volte negli anni passati. Così quest’anno avevamo deciso di andare nelle frazioni attorno a Gemmano, dove almeno prima dell’ultima guerra la Pasquella la cantavano. Per non andare proprio alla cieca, a Gualtiero gli è venuto in mente d’andare a telefonare a quelli del Comune, che loro poveretti si sono subito dati da fare e ci hanno inviato una mappa con tutti i ghetti di case dove abitava ancora la gente più anziana, ma al mattino, quando siamo passati noi, erano quasi tutti fuori di casa, erano andati alla messa. Siamo andati ad aspettarli fuori della chiesa di Onferno per cantar loro la Pasquella, ma anche se i più anziani erano contenti, era però tutta un’altra cosa. Di lì ci siamo spostati in un posto chiamato Farneto e ci siamo fermati a cantare davanti ad una casa abitata da una coppia di anziani che venivano da Genova e che della Pasquella non sapevano proprio niente, ma che si son divertiti ugualmente e due-tre bottiglie ce le hanno messe dentro il paniere. E noi per ringraziarli gli abbiamo fatto cantare da Gianni, “Maria Giuana” che è un brano del Piemonte … Insomma un gran zibaldone, ma non ci facciamo caso. Delle case tutt’intorno ce ne sono parecchie, ma sono chiuse perché i padroni ci vengono nella stagione buona o altrimenti sono abbandonate. Dicono che i tedeschi (e non solo loro, ma anche gli olandesi e gl’inglesi) stanno acquistandone parecchie di queste case e le pagano una stupidata perché oramai sono posti dove non ci vuol stare più nessuno. Su e giù per questi “greppi” dov’è fatica anche camminare, ci fermiamo a Marazzano, ma per quanto ci si dia da fare non esce fuori nessuno. Dopo un po’ vediamo arrivare sulla strada una donna piccola vestita con un pigiama rosa e una cuffia in testa e si vedeva bene che stava tingendosi i capelli di rosso. Dietro a questa, che forse poteva avere sopra i quarantacinque anni, ecco che salta fuori un uomo che a guardarlo in faccia si capisce subito che gli piace di alzare spesso il gomito. Ha un naso rosso da “sbornia fissa” che non si può sbagliare, ma intanto che noi siamo intenti a cantare, non arriviamo a capire se stiano insieme o no. Com’è come non è, spariscono tutti due e dopo un po’ tornano, lui con una bottiglia di lambrusco e lei con un panettone con sopra del cioccolato. Dopo tutto quello che abbiamo mangiato e bevuto ieri sera a Bellaria, adesso bisognerebbe regolarsi, ma non si può nemmeno dir di no ed io una fetta di panettone me la mangio. Quando smettiamo di cantare, la donna, che mi sembra si chiami Rita, comincia a raccontare “vita, morte e miracoli”. Dunque, questi due erano marito e moglie, ma ora son separati e lei ha già un altro fidanzato più giovane con una gran voglia e che non ha davvero necessità di prendere il VIAGRA come faceva suo marito. Anche se abitano ognuno per conto proprio, vanno d’accordo ugualmente e quando lui invita nel suo appartamento qualche donna, lei si adopera per preparare da mangiare per tutti due. E’ fatica capire come si siano messi insieme, lei che viene da Loreto Aprutino e lui da Faenza, ma adesso, senza litigare e senza far troppo rumore, portano avanti il “libero amore”, meglio di così ? Viva la loro faccia ! Prima che ce ne andiamo ci portano davanti alla porta dove abita una “russa”, ma per quanto ci si dia da fare a cantare, non esce fuori nessuno e allora partiamo per andare a mangiare. Siamo dentro un agriturismo ( Sbrulèin Bio mi sembra che si chiami ) poco lontano dalle grotte di Onferno e con quindici euro mangiamo a crepapelle : tre primi, arrosto misto, contorni, dolce, caffè e ammazza-caffè … E adesso chi ce la fa ad andare a cantare a Gemmano ? Ma è proprio adesso che viene il bello, perché nella piazza del comune troviamo Sindaco, Assessore e tanta gente che ci aspetta e ci porta a cantare la Pasquella dentro una sala piena di bambini delle scuole con i loro parenti, dove fanno una festa. Usciti di lì chiediamo dove si può andare a cantare, ma l’Assessore e il Sindaco ci fanno capire che quasi tutta la gente del paese si è riunita proprio lì sulla piazza e nell’unico bar che è aperto, sicchè è inutile che passiamo a suonare alle altre case. E allora non ci resta altro che far ballare quelli che ci stanno e così facciamo. Tra quelli che ballano con noi mi sembra di riconoscere il prete che diceva messa questa mattina nella chiesa di Onferno, sì, sì, è proprio lui e quando stiamo per andarcene, è sempre lui che ci porta per la strada come in processione insieme al Sindaco e all’Assessore. Intanto noi cantiamo e tra una fermata e l’altra arriviamo poco lontano dal cimitero e lì ci fermiamo, perché è vero che la Pasquella anticamente veniva cantata per le anime dei defunti, ma adesso è cambiato tutto già da parecchio tempo e ad ogni buon conto, per star dalla parte del sicuro, Nino, Gianni e Pierluigi si danno una toccatina ai coglioni chè non fa mai male. Ed ora che si fa, andiamo a casa ? No, Gualtiero decide che ci spostiamo fino a Taverna e qui, per fortuna, ci riprendiamo, perché a due o tre case cominciano ad aprir le finestre e a buttar giù qualcosa, ma nel frattempo si è fatto un bel freddo e io ho i piedi gelati e anche le mani. Nemmeno a farlo apposta quando stiamo cantando esce fuori da un cancello una bella sposa che ci chiama in casa e a noi non par vero. Dentro c’è un bel caldino che ci rimette al mondo e poi cominciano a tagliare i panettoni e a stappare delle bottiglie di vino buono ed è quello che ci vuole. La sposa insieme a suo marito, suo figlio e sua madre, si dà un gran da fare per prepararci anche il caffè e allora cominciamo a proporre delle serenate e a me sembra che sia per tutti un gran bel cantare, perché c’è modo anche di sfogare l’occhio. Sì, insomma, la sposa è una gran bella donna e allora via con la Serenata di Sant’Agata e poi quella della Macina, che Gianni canta proprio bene. Ma non è finita qui perché prima d’andar via la sposa, che si chiama Rosanna, riconosce Nino, che era Direttore delle scuole dove andava suo figlio … Si dice a volte ! Andiamo avanti e un salame ce la facciamo a rimediarlo proprio dalla padrona di una macelleria che si è fatta sulla porta e poi si rimedia più poco altro, ma oramai Gianni è andato via con la Lucia e la Dianella, sicchè si è sciolta la compagnia e di lì a poco mi avvio verso casa insieme a Mirco, che è “cotto” anche lui come me. Tutti gli altri tornano indietro sino ad Onferno dove si fermano a dormire. A pensarci bene anche quest’anno la nostra Pasquella “in trasferta” non è che sia stata un gran che e non penso a quello che ce ci hanno offerto, che quello viene dopo. Non sarà stata proprio una Pasquella “di regime”, come ha detto Julko, ma a me vien da pensare, invece, che sono sempre di meno quelli che ci aprono la porta e ancor meno quelli che ci fanno entrare in casa. Forse sarà anche che s’impauriscono nel vedere tutto ‘sto branco di gente come siamo noi, ma non so se è solo questa la ragione. Mi sembra che non ci sia quasi più nessuno che ci accoglie come facevano una volta. La Pasquella sì, la si può star a sentire dalla finestra o davanti alla porta e si può buttare anche qualche moneta dentro il paniere, una bottiglia di spumante, un panettone, ma basta che non si entri in casa se no è troppo scompiglio e poi non si può nemmeno star a vedere come va a finire la puntata della “telenovela” o quella dell’ “Isola dei famosi”, per non parlare della partita del Rimini, che se vince passa in testa, davanti anche alla Juventus…! Non lo so come andrà a finire, ragazzi, ma bisogna che ci fermiamo a pensarci sopra un attimo. I giovani non sanno più nemmeno che cosa voglia dire cantare la Pasquella qui in Romagna. Sì, fino all’anno scorso a Bellaria c’era un gruppo di ragazzi e ragazze che passavano a cantare la Pasquella con le chitarre e una fisarmonica, ma ora non so se vanno ancora in giro. E noi dell’Uva Grisa non è che fra due-tre anni nell’andare a cantare la Pasquella in giro per la campagna, ci verrà ad aprir la porta qualche sposa dell’Ucraina o della Polonia, qualche padron di casa dell’Albania o del Pakistan con il turbante in testa ??
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