Scuola Media Statale "F. Gravante" - Grazzanise (CE)

 

Il villaggio globale

 

Usiamo il termine Globalizzazione per indicare che nel nostro tempo accadono fatti economici, sociali e culturali che collegano e coinvolgono tutto il Globo. Due sono gli aspetti più importanti della Globalizzazione: il primo è che le differenze tra i paesi stanno scomparendo, e i modi di vita si stanno uniformando, il secondo è che un evento politico, sociale, economico che accade in una zona qualsiasi della Terra ha ripercussioni in molti altri luoghi del pianeta. Gli Americani hanno definito il nostro mondo " The Global Village" ( il Villaggio Globale), nel quale qualsiasi evento importante accada in qualunque angolo del mondo ha quasi immediatamente e dirette ripercussioni, grazie alle eccezionali applicazioni pratiche delle meraviglie telematiche che annullano il tempo e lo spazio unificando, omologando e comprimendo i contenuti stessi dell'essere e del conoscere in un " presente continuo" che affascina e nel contempo impaurisce. Nel "Villaggio Globale" noi possiamo tranquillamente restare seduti a tavola mentre sul nostro schermo televisivo si susseguono in tempo reale immagini di guerra o di violenza.
L'informazione è continua, rapida, addirittura sovrabbondante, è "informazione-spettacolo", alla frenetica ricerca nello "scoop", cioè del colpo giornalistico, qualche volta a scapito della stessa verità dei fatti. La telematica unisce il mondo e, da questo punto di vista, consegue risultati assolutamente impensabili per qualsiasi ideologia o movimento politico di qualunque epoca storica. Uno degli aspetti peculiari quindi della nostra epoca è la Globalizzazione, cioè il moltiplicarsi degli scambi di merci, servizi e dati su scala planetaria: guidiamo auto giapponesi, indossiamo camice fatte in Cina, lavoriamo con Software americani, in ogni angolo del mondo mangiamo pizza e beviamo coca-cola. Il fenomeno in sé non è nuovo. Agli inizi del 1900 l'economia mondiale non era meno aperta: gli scambi di merci erano intensi, il telegrafo collegava città lontane, le migrazioni erano più ampie di adesso, ma tra le due guerre i movimenti internazionali si sono drasticamente ridotti: i governi hanno innalzato barriere protettive, chiuso i confini alle migrazioni, controllato i movimenti di capitali. Solo con il "boom" postbellico e soprattutto negli ultimi decenni, gli scambi internazionali hanno ripreso a salire, aumentando a ritmi maggiori della crescita economica mondiale. I dazi sono scesi e i mercati si sono progressivamente aperti. Paesi come Germania, Italia, Giappone hanno fondato sulle esportazioni il loro "miracolo economico" negli anni Sessanta. Nella Globalizzazione economica di fine secolo i fattori inediti sono quattro. In primo luogo la tecnologia fa sì che gli scambi riguardino non solo una quantità sempre maggiore di merci, ma anche di servizi: dalla finanza alla televisione, dall'informatica alla telefonia, il mercato mondiale comprende sempre più i beni immateriali. Inoltre ad essere mondializzati non sono solo i commerci ma la produzione stessa, sempre più dislocata in diversi continenti e coordinata e controllata da multinazionali. In terzo luogo, la Globalizzazione ha nuovi protagonisti. Le colonie che inviavano materie prime alle metropoli sono diventate nazioni indipendenti che sempre più producono ed esportano prodotti industriali e servizi anche ad alto contenuto tecnologico. Le più dinamiche sono le tigri asiatiche e la Cina, ma anche paesi come Messico, Brasile, India si sono integrati (sia pure con ritmi lenti e incerti) nel mercato mondiale. Tra il 1970 e il 1993 le esportazioni di prodotti industriali dal Terzo Mondo sono passate dal 5% al 22% del totale mondiale, e circa il 45% dell'esportazioni americane, europee e giapponesi è destinato ai paesi in via di sviluppo. Infine la liberalizzazione e moltiplicazione degli scambi mondiali è ora facilitata e in parte governata da istituzioni internazionali come il Fondo Monetario Internazionale, la Word Trade Organization, o la Banca Mondiale. E in diverse aree del mondo le economie nazionali si integrano in organismi come l'Unione Europea o danno vita ad aree di libero scambio, come la NAFTA (fra U.S.A., Canada, Messico) o il MERCOSUR ( Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay).

 

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