Le
infinite polemiche sulla genuinità, falsità dei filmati UFO.
Proviamo
ad analizzare il problema da un altro punto di vista. Da oltre 50 anni gli UFO
sono avvistati, fotografati e filmati in tutto il mondo. Per quanto è vero che
sono stati prodotti numerosi falsi, è anche vero che la quantità di materiale
sicuramente reale è notevole. Non dimenticando la enorme mole di testimonianze
di gente comune e personalità autorevoli quali scienziati, militari, astronauti
ecc. Nonostante ciò la manipolazione delle menti porta ancora oggi gli stessi
appassionati e ricercatori ad interessarsi in modo esclusivo di ciascun nuovo
caso o filmato, partendo sempre dal presupposto che si tratti di un falso, creando
così una polemica infinita. Polemica che si esaurirà sino a che un nuovo caso o
documento ne produrrà un' altra. Cioè i primi a non credere e diffidare ad ogni
costo sono gli stessi ricercatori.
L'imprinting del “ridicolo” e della “diffidenza” ha tenacemente radicato
nell'istinto delle persone che diffidare è sinonimo di apertura mentale,
intelligenza, serietà, scaltrezza ecc. L'approccio negativo è stato subliminalmente inculcato come valore positivo da tutti
quei settori di potere che hanno interesse a tener lontano i curiosi e i “non
addetti” da un fenomeno che potrebbe (e lo farebbe) cambiare gli attuali
equilibri di dominio dell'umanità. Il problema perciò si pone in modo molto
serio. Questa situazione di riflesso fa sì che anche il fenomeno non si sblocchi
e non passi ad una successiva fase operativa, di maggior avvicinamento, in
quanto questo esaurisce l'interesse del pubblico e degli stessi ricercatori
che, non accorgendosi di questo meccanismo o pensando acriticamente di esserne
immuni, creano un immobilismo che non porta da nessuna parte. Gli stessi casi
di falso all'interno dei casi reali andrebbero affrontati e compresi nelle loro
cause scatenanti, mantenendo integra la parte concreta e realmente importante
dei fatti: cioè che siamo visitati da civiltà provenienti dal cosmo. Un esempio
di ciò è il caso del contattista svizzero Billy
Meier. Questi ha prodotto un enorme numero di foto, filmati e materiali quali
metalli dalle particolarissime caratteristiche ma, ancora oggi, l'argomento di
discussione che soprattuto anima gli studiosi sono i
falsi che egli avrebbe prodotto. Falsi che sono in numero irrisorio rispetto
alla enorme mole di materiale genuino che ha retto alle più approfondite
analisi. Materiale che ho preso ad esempio perché realizzato in un'epoca in cui
non esistevano le tecnologie digitali e produrre dei falsi credibili era
estremamente difficile e costoso. Una impresa che era possibile solo con i
grandi budget delle industrie cinematografiche e con i risultati che tutti ben
conosciamo. Perciò ripeto, le prove della esistenza di falsi ci sono, ma ci
sono anche le prove della realtà di questa visita. Questo è il vero argomento
che andrebbe discusso. Invece si adotta la politica del “buttare il bambino
assieme all'acqua sporca”. Il tanto declamato “metodo scientifico” si usa come
un “post – it”, lo si attacca e lo si stacca dove più
fa comodo. Se si trova il falso è stata un'analisi “scientifica”, se il filmato
è reale si fa finta di niente, il discorso non viene portato al livello più alto
e si cerca un altro caso su cui fare polemica. La stessa valenza etico-spirituale è sempre stata demonizzata
aprioristicamente, evitando di portare sul tavolo della seria discussione
quanto, in oltre 50 anni di comunicazioni, gli stessi visitanti hanno spiegato.
Si evita quindi anche qui il “metodo scientifico”.
I
riscontri incrociati degli eventi ufologici e contattistici,
delle comunicazioni e dell'evoluzione dei problemi della nostra umanità ci
confermano invece, ad uno studio serio e scevro da pregiudizi, che queste comunicazioni sono state confermate
dai fatti. Cioè sono reali ed esplicative del perché ci visitano e di come
“loro” vogliono approcciarsi all'umanità terrestre.
Attraverso
la creazione di altri meccanismi psicologici automatici, ad esempio il termine
“cultismo ufologico”, si è creata un' altra accezione
negativa, un deterrente automatico a livello psicologico, che tiene le persone
lontane dallo studio di questo fondamentale aspetto che concerne non le nostre
religioni istituzionalizzate, ma l'etica delle civiltà super evolute che ci
visitano.
Etica che
se compresa, potrebbe farci fare un passo verso i visitatori e potrebbe far
compiere un passo dei visitatori verso di noi. Oltre che migliorarci come
esseri umani e capire un po' meglio le cause dei nostri devastanti problemi. Ci
sarà un cambiamento? Non lo so, sinceramente ho forti dubbi. Non riusciamo a
metterci d'accordo e portare su un piano prioritario, nemmeno la ricerca di
soluzioni per i gravissimi problemi che minacciano la nostra stessa
sopravvivenza...
Se poi
volessimo fare una analisi delle religioni che riteniamo sicure, cioè non
settarie, quelle ufficiali di massa di tutto il pianeta, è facile provare che
molte, se non tutte, si sono macchiate in tempi antichi e moderni di persecuzioni
e crimini aberranti. Ma la macchina della manipolazione ripulisce la memoria
storica dei fatti e addormenta le coscienze che non riescono più a fare una
valutazione critica dei fatti. Era definita “Santa” l'inquisizione che
squartava, bruciava, torturava con sadica crudeltà e indiscriminatamente, anche
senza prove, solo per un semplice sospetto, tutti coloro che avevano la colpa
di pensarla, forse, in modo diverso.
Ed è
durata per ben cinque secoli... Genocidi e stermini “in nome di Dio” sono una costante
della nostra umana vicenda. E' solo un brutto ricordo? Guardiamo la storia
recente e il mondo di oggi e diamoci una onesta risposta.
I
tentativi quali il Disclosure Project del Dott.
Steven Greer, negli USA, sono esempi di come si
potrebbe cercare di sbloccare la situazione, ma non bastano. Ci vorrebbe una
mobilitazione di massa, ma come può arrivare se gli stessi studiosi non
affrontano e risolvono definitivamente il problema del perché del “non
contatto”? Ritengo che se ci fosse una
unità di intenti da parte degli esperti a livello nazionale e internazionale
tale da generare interesse nella massa si potrebbe giungere a suscitare le
stesse civiltà che ci visitano a un più chiaro e palese approccio. Questo
interesse si potrebbe incentivare
attraverso la continua informazione sui casi reali, lo studio e la diffusione
delle informazioni giunte da “fuori” e una rivalutazione dei miti e degli stessi fatti narrati nei libri
sacri di molte culture, aggiornandoli ad un mondo che, comunque, ha fatto molti
passi in avanti nel settore scientifico e culturale.
Se non
usciamo dalle sabbie mobili di questa situazione, conveniente solo a chi vuole
creare diffidenza, sospetto, distacco e indifferenza al fenomeno, non
arriveremo a nulla e gli eventi, come spesso è successo nella storia, ci
coglieranno impreparati, e rimarremo con la sola desolante e tristissima
consapevolezza di aver perso una grande occasione.
P. G.
Caria - 16.01.2009