Con la partecipazione di:

 

Giovanni Fontana (italia)

Boris Nieslony (germania)

Denis Romanovski (bielorussia)

Ryszard Lugowski (polonia)

Victor Petrov (bielorussia)

Luigi Bianco (italia)

John G. Boheme (canada)

Jan Swidzinski (polonia)

Helge Meyer (germania)

Gruppo Sinestetico (italia)

Angelo Pretolani (italia)

Llewyn Maire (usa)

Lisa Newman (usa)

 

 

 

manifesto 2007 

In collaborazione con:

E.P.I. Zentrum NRW-ASA European Institut Koln, Germania

2Gyrlz -Enteractive Language Festival Portland, Oregon, USA

Harta Design Genova, Italia

Paradise Beach Products inc. Victoria, Canada

Black Market, International System Germania

XXI Gallery Warsaw, Polonia

Momo edizioni Alatri, Frosinone, Italia

Navinki International Festival Minsk, Bielorussia

EQUIPèCO Carmine Mario Mulière Editore Italia

Mazowieckie Centrum kultury i Sztuki Warsaw, Polonia

Tracce - cahiers d’art Ruvo di Puglia, Italia

ARTE D'AZIONE E VOLONTA' DI DISSIPAZIONE
   

 

 

 




Tante e varie sono le strade intraprese

nel corso dei decenni passati dall’arte

contemporanea. I sentieri delle arti visive,

della musica, del teatro, della poesia

della danza sono confluiti in una nuova

produzione: quella della Performance e

Performing Arts, dell’Action Art, della

Video Art. I nomi stranieri testimoniano

l’internazionalità comunicativa e culturale che

è caratteristica peculiare del nostro tempo.

La città di Monza è felice di accogliere artisti

che da tutto il mondo vengono a portare il

frutto della propria ricerca e a confrontarsi.

 

Annalisa Bemporad

Assessore alla Cultura

 

 

Web-site Andrea Cocco - Progetto grafico Paola Grassi/Harta Design - Project original drawing Nicola Frangione

Assistenza Tecnica Audio Luci Massimo Arrigoni - Riprese Video Maria Rosaria Marra - Riprese Fotografiche Michela Montrasio

Collaborazione artistica Giovanni Fontana, Roberto Rossini - Segreteria Valerio Cerulli e Angela Solimena - Traduzioni Erika Mosca

Fotolito e stampa  Multigraphic srl Arcore

 

Comitato Esecutivo 

Associazione Culturale Harta Performing
Via Ortigara 17
20052 Monza Italy
tel-fax 039-2000033
e-mail: frangionenicola2@gmail.com
web-site: www.hartaperformingmonza.it

 




















 

 

 

 

 

 

Giovanni Fontana (italia)

 

 

Nato nel 1946. Architetto, poeta, scrittore di teatro e autore di romanzi sonori, è un poliartista.

Si occupa di intermedialità e di sinestesie.

È il teorico della “poesia pre-testuale”, scrittura in forma di “progetto poetico” da ri-testualizzare in performance.

È invitato ai più importanti festival internazionali di poesia e di arti elettroniche in Europa, in America, in Oriente.

È autore di scritture visuali e di incisioni fonografiche.

Sulla poesia sonora ha pubblicato diversi saggi in Italia e all’Estero, tra i quali il volume La voce in movimento (con allegato CD, Ed. Harta performing & Momo, 2003).

Ha curato per la rivista “Il Verri” il CD Verbivocovisual.

Antologia di poesia sonora 1964-2004.

Ha fondato la rivista di poetiche intermediali “La Taverna di Auerbach” e l’audiorivista “Momo”.

Ha fatto parte della redazione di “Tam Tam” e del gruppo “Baobab”.

Attualmente è redattore delle riviste internazionali “Doc(k)s” e “Inter”.

È direttore di “Territori”, trimestrale di architettura e altri linguaggi.

I suoi ultimi “pre-testi” sono raccolti in Frammenti d’ombre e penombre (Fermenti, 2005).

 

Presenta:

Hypervox performance

Le dinamiche trasversali e interattive della voce in movimento, che esplora il tempo e costruisce lo spazio di nuove scritture antagoniste, procedono in senso rigorosamente intermediale.

Lo sguardo nomade riunifica l’ascolto contaminando i territori delle arti.

 

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Boris Nieslony (germania)

 

 

È nato nel 1945 a Colonia ed è riconosciuto oggi come uno dei più significativi performer nel panorama internazionale.

Il suo lavoro artistico implica il coinvolgimento diretto a livello esistenziale e sociale.

È attivo dal 1970 non solo come artista, ma anche come organizzatore, curatore di eventi e studioso di arti performative.

È il fondatore di Black Market International, gruppo di ricerca e di promozione per la performance art, e di ASA-European, una fondazione per l’auto-organizzazione rizomatica di artisti e teorici della performance.

Tra i suoi progetti di scambi nel settore delle arti performative segnaliamo The Current Affairs, Rent an Artist e Die Gabe.

Cura dal 1996 l’annuale “Internet Performance Art Magazine” (www.asa.de/magazine) e dirige dal 2002 E.P.I. Zentrum, Istituto Europeo di Performance-Art (www.epi-zentrum.org.).

Affianca alla sua principale attività performativa, altre forme di ricerca, come la realizzazione di oggetti e di sculture in movimento, la fotografia, l’installazione.

Tiene seminari e laboratori di studio in tutto il mondo.

 

Presenta:

Koan, Daily life Plot-Translation performance

Koan è una parola giapponese il cui senso originale è “legge” o “principio di governo”.

Nella filosofia Zen è una frase paradossale usata per aiutare la meditazione e risvegliare una più acuta capacità di lettura del mondo.

La performance propone trame di vita quotidiana, entro le quali gli oggetti e l’artista dialogano tra loro utilizzando lingue strane e sconosciute.

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Denis Romanovski (bielorussia)

 



Nato nel 1970 a Minsk, Bielorussia, dove ha studiato nel Dipartimento di Fisica (1987-1992) e all’Academy of Fine Arts (1995-2001).

Attualmente si sta specializzando con il professor Peter Hagdahl al Royal University College Fine Arts di Stoccolma.

Ha tenuto corsi su New Media arts all’European Humanities University di Minsk (2001-2004).

Come artista e performer partecipa dal 1995 a festival internazionali.

Ha curato personalmente rassegne e progetti di performing art tra i quali il festival internazionale di performance art Navinki a Minsk (dal 1999), NAMMInternational workshop net-art (2001), “Phantom Expression” group exhibition, GFZK (Leipzig,2004), RAM7 modelli di collaborazione, Seminario Internazionale Interdisciplinare (2005).

 

Presenta:

Kara(oke)Tribune performance

Dagli anni ’80 la civiltà non ha inventato niente di più significativo del Karaoke.

Si potrebbe dire che viviamo nel mondo del Karaoke, incapaci di riflettere sui suoi effetti.

Siamo tutti testimoni del fatto che è un fenomeno appena nato, ma in crescente aumento,e che eleva chiunque ad onore e gloria.

Ora, col Karaoke tutti possono stilare una lista degli argomenti preferiti e selezionarne uno appropriato.

Disponibile e adorabile per chiunque.

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 Ryszard Lugowski (polonia)



Nato nel 1955.

Artista polivalente, si occupa di disegno, pittura, scultura, installazioni e performance.

Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Varsavia.

Dal 1984 è professore in Academy.

Dal 1990 ha diretto la Galleria Kuchnia e dal 2001 la galleria XX1 a Varsavia.

Ha partecipato a numerose esposizioni individuali e collettive, concorsi e symposium e festival.

Ha preso parte al programma e meetings polacco-spagnolo-tedesco di incontri internazionali “Projekt Visum” ed ha ricevuto il primo premio “Critiques sur nous”.

Ha costruito sculture per il National Park in Muritz,Germania.

Ha organizzato le esposizioni La mania della natura chiamate

“Faunomania” al Centro Sculture di Oronsk,Polonia, al Borey Art

Center di St. Petersburg, alla Galleria RLBQ di Marsiglia, Roda Sten Gallery in Goteborg.

Nel 1998 ha fondato la società ERES s.c. dove considera ed elabora tutte le più diverse circostanze artistiche.

Ha scritto numerosi articoli circa l’arte e la sua pratica artistica.

 

Presenta:

A Sea of Peace performance-installazione-video

 

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 Victor Petrov (bielorussia)

 

Nato nel 1957 a Minsk, Bielorussia.

Ha studiato dal 1979 al 1984 all’Academy of Arts (Design, pittura e grafica).

Dal 1988 al 2005 ha proposto più di 100 performances in numerose città, oltre a Minsk, a Narva (Estonia), Vilnius (Lithuania), Nîmes (Francia), Stoccolma (Svezia), Ostrawa (Repubblica Ceca), Wlissengen (Olanda), Helsinki (Finlandia), Leipzig (Germania), Quebec (Canada).

Ha partecipato a seminari internazionali.

Ha tradotto per giornali, riviste e numerose altre pubblicazioni di arte contemporanea e performance art in Bielorussia, Polonia e Svezia.

È curatore dal 1999 del Festival Internazionale di performance art Navinki a Minsk.

 

Presenta:

Invisible performance

L’Arte è un segreto.

Ma il momento in cui l’artista muove dalla sua interiorità per porsi in situazione riveste una importanza fondamentale.

Il processo si pone con un segno e l’energia dell’esperienza vissuta svolge un ruolo centrale: fornisce una vasta gamma di opportunità creative.

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Luigi Bianco (italia)

 



Un vecchio poeta amodale di sé non può dire nulla.

Un vecchio poeta amodale dice in performance: nella libertà del corpo che libera la verità del sentire senza tecniche e scopi.

Ma il modo pretende.

Allora. Figlio del caso, astigiano di nascita, milanese per necessità, dal 1994 è un volontario e solitario cittadino di Calabria.

Dalla solitudine esce solo in amicizia.

Con la consapevolezza di avere toccato tutto – teatro, cinema, arte, poesia, filosofia, giornalismo, video, CD,DVD – senza conoscere nulla.

Dal 2000 in poi, ha fatto performance a Biella (Fondazione Pistoletto - Festival Internazionale delle arti) come a Gibellina o in TV.

Il Museo civico di Taverna (Catanzaro) ha dedicato una rassegna di tre mesi ai suoi video.

Il Museo della Carale (Ivrea) ha installato una sua mostra “Volante” Parolgesta-carte senza valore).

Con altri, ha inventato strade della poesia nei paesi sperduti della comunità montana della Pre-Sila.

Ha sfidato l’impossibile con un romanzo amodale in 10 DVD (Una vita acatista).

Ancora oggi le sue performance di protesta sono improvvise incursioni e continua ad onorare Pasolini.

Ultimo lavoro: La vita si realizza con la morte – Ivrea, 2005.

 

Presenta:

ACIVIL performance

“Spurga il vile decoro del toro – spurga il vile coraggio dell’oro – tu uomo acivil nel cip cip civitale – tu uomo acivil nella tomba modale”.

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John G. Boehme (canada)

 

 

Vive a Victoria B.C., Canada.

Il suo lavoro integra diverse pratiche artistiche trans-disciplinari unendo performance, scultura, fotografia, video, tecnologie digitali e installazioni.

Ha partecipato a eventi nazionali e internazionali in molti paesi, tra i quali Canada, USA, Cina, Francia, Gran Bretagna, Finlandia, Spagna, Polonia, Irlanda del Nord, Germania, Italia, Bielorussia, Messico, Argentina e Cile.

Riceve nel 2004 il prestigioso premio internazionale Sobey Arts Award e sovvenzioni pubbliche per la sua ricerca artistica.

Insegna alla University of Victoria, Victoria College of Art, Camosun and Brentwood Colleges.

È presidente del Canadian distribution company Paradise Beach Products inc.

 

Presenta:

Performance

Il nucleo centrale del suo lavoro artistico performativo è caratterizzato dalla costante formulazione e riformulazione linguistica, come territorio di incontro dei più diversi modi di comunicazione.

Linguaggio e paralinguaggio (fisico o gestuale) qualificano la sua attività artistica.

Le sue performance si integrano spesso ad installazioni trans-disciplinari, attraverso procedimenti che utilizzano gli oggetti che svolgono ruoli centrali nei contesti più disparati, come quelli del lavoro, del tempo libero o dello sport.

 

 

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Jan Swidzinski (polonia)

 

 



Nato nel 1923.

Creatore del Contestualismo e autore del manifesto “Arte come arte contestuale”(Lund, 1976), per un’arte come pratica sociale e azione comunicativa, si oppone a una definizione univoca dell’arte.

Artista intermediale, performer, filosofo.

Ha studiato arti visive all’Accademia Artistica di Varsavia, poi grafica e danza.

Si occupa della problematica della comunicazione, di strutture linguistiche e informazione.

Autore di vari libri, tra I quali Art as Contextual Art, Art Society and Self-Conciousness, Freedom and Limitation-The Anatomy of Postmodernism.

Ha esposto in molte gallerie, tra cui De Appel Gallery di Amsterdam, Malmo Museum, Centro internazionale Multimedia di Salerno.

Ha eseguito corsi, meeting e incontri con studenti in vari paesi e strutture didattiche, tra cui Vancouver University, New York University, Ecole National Supérieure Arts di Parigi, Québec University, Calgary University, Ecole Sociologique Interrogative a Parigi.

Con le sue performance è presente in molti festival internazionali.

Ultimamente ha pubblicato per le edizioni canadesi “Inter” il libro L’Art et son contexte introducendo i nuovi problemi dell’esistenza dell’arte, proponendo un’alternativa al vuoto contemporaneo, una riflessione sul mondo artistico commerciale.

 

Presenta:

Bali performance

 

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 Helge Meyer (germania)

 

 

Helge Meyer ha formato nel 1998, con Marco Teubner, il gruppo System HM2T.

È associato dal 2000 a Black Market international.

Ha realizzato performance in molti festival in Finlandia, Italia, Giappone (Aozora Art), Cina (Open art festival), Filippine (PiPaf ) e, intensamente, in Canada e USA.

Scrive per riviste d’arte, tra le quali “Inter” (Canada).

Insegna performance art e teoria in workshops e meeting.

Come ricercatore è interessato alle problematiche relative alla cooperazione artistica e alla storia del visuale.

Attualmente ha finito il dottorato con una tesi sull’immagine del dolore nella performance art.

 

Presenta:

Taschlich in Monza performance

Nel progetto per Monza lavorerà sull’idea del perdono.

Sarà la terza parte di una serie di ricerche dove il performer coopererà con il pubblico direttamente in uno spazio aperto.

Il rapporto sarà sia di tipo reale, sia di tipo simbolico.

Nella tradizione ebraica Taschlich è una preghiera durante la quale i partecipanti prendono alcuni pani.

Pregano rivolti verso un lago o l’oceano e li gettano nell’acqua, per simboleggiare la liberazione dai peccati e iniziare nuovo corso.

 

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Gruppo Sinestetico (italia)



Il Gruppo Sinestetico (fondato nel 1999 e formato dagli artisti Matteo Albertin, Massimo Perseghin, Antonio Sassu e Gianluca Scordo) si propone in “maniera sinestetica”, utilizzando la sinestesia in arte, sia nella performance, sia nell’azione, nell’immagine e nel contatto/contagio, quindi utilizzando video, foto e videoinstallazione.

Il manifesto del gruppo dà precise indicazioni sulle modalità di proposizione e sollecitazione sinestetica, che coinvolge i cinque sensi del sistema di recezione fisico e il “sesto senso”.

Ecco allora il lavoro del gruppo che ordisce trame sensoriali facendo leva anche sulla capacità d’intuizione singolare e non comune, analizzando le relazioni tra l’uomo e la sua quotidianità, esaltandone le virtù o denunciandone abusi e prepotenze.

 

Presenta:

Anche le parole uccidono performance

Nel lavoro si affronta la problematica della parola.

Attraverso lo strumento della poesia visiva, si presenta un messaggio che si apre a due diverse interpretazioni.

Se si riflette sul dramma della guerra, si capisce come la “parola” decisionale abbia proprietà di morte, tanto quanto un kalashnikof.

Usando una frase “rubata”, il gruppo si congeda così: “Ogni cosa è chiamata a giustificare la propria presenza tranne l’opera d’arte”.

 

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Angelo Pretolani (italia)

 

Nato nel 1953 a Genova.

Artista di estrazione concettuale, è attivo sul versante della performance fin dai primi anni Settanta; nel corso del tempo ha attraversato diversi linguaggi, dalla pittura alla fotografia al video, affrontando temi diversi ma sempre riconducibili al concetto di identità e di luogo, privilegiando sempre nelle sue opere l’aspetto processuale e onirico, talvolta contrapposto alla drammaticità degli eventi che scandiscono la storia dei nostri giorni.

Ha esposto in Italia e all’estero ottenendo riconoscimenti di notevole interesse – Quadriennale di Roma; Galleria d’Arte Moderna di Bologna; Museo Revoltella, Trieste; Museo di Merano; Museo di Villa Croce, Genova; Remont Gallery, Varsavia; S.K.C., Belgrado; Brückner Festival, Linz; Museum of New Art, Detroit,

Galeri-X, Istanbul; Festival Off, Avignone.

 

Presenta:

La vita senza luogo performance

Questa video-performance stabilisce, nel video e nel prolungamento dell’azione corporea live, un parallelo tra snodo esistenziale e i luoghi/non luoghi dei nostri percorsi quotidiani che determinano un’assenza d’identità.

L’azione performativa estende al corpo questa mancanza d’identità, divenendo esso a sua volta, paradossalmente, potenziale non luogo dell’esistere, nella sua smisurata iterazione negli infiniti non luoghi del pianeta.

 

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 Gyrl Grip

Llewyn Marie e Lisa Newman (usa)

 

Gyrl grip nasce nel 2001 dalla collaborazione di Lisa Newman e Llewyn Maire, co-direttori dell’organizzazione Gyrlz Performative Arts di Portland (Oregon).

Nella loro arte interdisciplinare usano video, movimento, parola, sculture sonore, concettualità e testualità performativa e musica sperimentale.

Esplorano nuove possibilità, sia comunicabili che incomunicabili.

Ricercano nuovi linguaggi e incoraggiano il pubblico affinché si lasci coinvolgere nella sperimentazione.

Hanno partecipato a numerosi festival internazionali: ultimamente a Five Holes Festival “A Matter of Taste” (Toronto, Canada, 2006); Là-bas (Helsinki, Finlandia); Gender Symposium (Portland, Oregon); Performance Studies Intl #11 conference (Providence, Rhode Island) e Full Nelson Festival (Los Angeles, California)

 

Presenta:

Surgemony II: Segue performance

Nel luglio 2004, Llewyn si è sottoposto a gonadectomia, la rimozione chirurgica delle gonadi per la preparazione ad una nuova sessualità.

Lisa ha registrato l’intero processo in video.

Una performance “install/action” che esplora e scopre il senso intimo del tatto dopo la modificazione dell’equilibrio ormonale nel corpo di Llewyn.

I performer riscoprono elementi fondamentali del linguaggio tattile: un quadro vivente per illustrare l’intensità e la fragilità dell’amore espresso nella dimensione di trans/intergender.

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ARTE D'AZIONE E VOLONTA' DI DISSIPAZIONE

 

Al performer, poeta della contemporaneità, si richiede un gesto fondamentale: quello di riappropriarsi del patrimonio materiale che fluisce attraverso i sensi; perché la poesia passa per il corpo, che si pone come nodo di centinaia e migliaia di canali sensuali in entrata e in uscita.

L'intelligenza attiva è corpo; il gesto poetico è corpo; il corpo è ritmo e senza ritmo non c'è linguaggio.

D'altro canto, diceva Roland Barthes che “non c'è linguaggio senza corpo” (R. BARTHES, La grana della voce, Torino, Einaudi, 1986).

In realtà il poeta-performer si offre al suo pubblico segnando una vera e propria volontà di dissipazione, tanto da mettere in ballo tutto se stesso, ma dove dissipazione vale anche liberazione, dove dissipazione è un aspetto del linguaggio, un modo di entrare in contatto con l’universo.

Ma non si tratta della dissipazione astuta e trionfante dell’avanguardia istituzionalizzata, ricca e protetta; è più che altro la pura offerta di sé, avendo scelto una strada di povertà, piuttosto rigorosa, ma tutt’altro che ingenua, sicuramente provocatoria in questo contraddittorio occidente tecnologico, talvolta paradossalmente eccessiva, certamente rischiosa.

In questo senso, sia pure a fronte delle strategie tecnologiche che impegnano i nostri anni e dei risultati del necessario confronto con l’evoluzione dell’universo elettronico, il valore sul piano tecnico, linguistico ed estetico dell’arte d’azione può essere misurato attraverso i seguenti parametri fondamentali: la presenza del corpo (intesa come fattore polisensoriale, cardine dinamico, polo pulsante), l’evento (inteso come momento interattivo irripetibile), l’intermedialità (intesa come intersezione di territori mediatici, di codici e di linguaggi), la tensione performativa (intesa come carica potenziale da impegnare nella performance, dove il corpo vive il suo rapporto con lo spazio, il tempo, gli oggetti, le protesi strumentali).

Questi elementi caratterizzano, oggi, pratiche artistiche appoggiate ad una rete, non necessariamente o non solo elettronica, fondata sulle relazioni tra centri di elaborazione estetica diffusi un po’ in tutto il mondo, che giustificano la loro sopravvivenza sui valori “politici” del rapporto umano.

Fratellanza, tolleranza, convivialità, libertà di comunicazione, al di fuori dei vincoli del business dell’arte, sono valori condivisi, nella generalità, dalle schiere di “artisti nomadi” di oriente e occidente.

 

Giovanni Fontana

 

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