VITTORIO
FORMISANO
Direttore Istituto di Fisica Spaziale Interstellare CNR
"La ricerca scientifica non è fantascienza"
dice Vittorio Formisano. "Per questo quando si parla di scenari 'lontani e
futuribili', si esagera. Ricordiamoci - dice lo scienziato - che le tecnologie
servono per fare delle misure, ma poi da queste vanno elaborati i concetti che
ci possono fare capire la realtà".
Vittorio Formisano è un po' il padre della missione Mars Express che partirà
nel giugno 2003; il suo spettrometro scoprirà cose fondamentali nella
comprensione delle condizioni di Marte.
"Sono dodici o quindici anni che lavoro allo spettrometro - racconta
Formisano -. Questo strumento doveva volare nella missione russa Marte 96, ma il
razzo vettore è finito nell'oceano dopo un fallimento. Potevano aver già
identificato i minerali sulla superficie di Marte, e da allora si è subito
pensato di tentare di nuovo la missione con i nostri strumenti. L'Agenzia
spaziale europea ha iniziato ad organizzare presto la nuova missione, che
rispetto a quelle della Nasa copre aspetti scientifici che l'ente spaziale
americano non ha previsto. Nel 2003 è dunque l'Europa che va su Marte. Nel
gennaio 2004 la sonda sarà sul Pianeta Rosso. E così il nostro Pfs (che vuol
dire Planetary Fourier Spectrometer) partirà per una grande impresa. Peserà
sui 31-32 chili, ed è delicatissimo. Se alcune parte si deformano a livello di
mezzo micron, cioè mezzo millesimo di millimetro, l'esperimento viene o perso o
degradato".
Dove punterà l'attenzione il Pfs?
"Dalle foto del monte Olimpo scattate su Marte - spiega Formisano -,
abbiamo visto che ci sono delle nubi. Con Pfs scopriremo di che si tratta ed
avremo anche un profilo verticale della temperatura del pianeta. Stabiliremo le
specie di gas minori che esistono nella atmosfera, studieremo il suolo, le
proprietà della polvere, i minerali presenti. Pfs è nella sostanza uno
strumento mai esistito prima e collezionate tutte le misure, alla fine della
missione avremo una matrice tridimensionale delle temperatura e pressione di
Marte. Da questa quantità di dati potremo calcolare i venti e l'atmosfera di
Marte sarà facile e allora quando gli uomini andranno sul pianeta sapremo a
quali rischi vanno incontro".
Quali sono i rischi maggiori?
"Sulla Terra abbiamo cicloni e trombe d'aria, su Marte le trombe
d'aria (dust devil) (v. M A R T E
) sono state osservate più volte. I fenomeni che si generano, avvengono verso
le 2 del pomeriggio di Marte e contribuiscono a mantenere tantissima polvere
nell'atmosfera. Che relazione c'è tra questa trombe e le tempeste di sabbia? Lo
sapremo con il Pfs".
Secondo lei c'è acqua su Marte?
"La risposta più immediata è no, per ragioni legate alla pressione
atmosferica. Quella marziana è pari a quella che noi sulla Terra abbiamo a
cento chilometri di quota. Dalla topografia di Marte conosciamo però zone
depresse, come Hellas, di ben otto chilometri più bassa rispetto all'area
circostante e ciò consentirebbe l'esistenza dell'acqua in forma liquida.
Sapremo anche se c'è del metano, che è una prova indiretta della vita".
Pfs svelerà tutti i misteri di Marte?
"Forse anche qualcuno della Terra - dice Formisano -. Secondo me potrà
dimostrare che l'effetto serra è creato dall'uomo e sta innalzando la
temperatura globale del pianeta Terra. Trenta anni fa venne fatto un esperimento
con uno spettrometro chiamato Iris. Quello volò intorno alla Terra e raccolse
dati che oggi potremmo confrontare con nuove rilevazioni. Io vorrei mandare un
Pfs anche su Venere e capire qualcosa di più sullo sviluppo del nostro effetto
serra. E spero di non giungere mai alla conclusione che finiremo col diventare
come Venere".
Astronomia con un Vixen FL102S