Il regalo del vento tramantono





Un contadino di nome Geppone abitava nel podere d'un Priore, su per un colle dove il vento tramontano distruggeva sempre frutti e piante. E il povero Geppone pativa la fame con tutta la famiglia. Un giorno si decide: - Voglio andare a cercare questo vento che mi perseguita -. Salutò moglie e figlioli e andò per le montagne.

Arrivato a Castel Ginevrino, picchiò alla porta. S'affacciò la moglie del Vento Tramontano. - Chi picchia?
- Son Geppone. Non c'è vostro marito?
-P, andato a soffiare un po' tra i faggi e torna subito. Entrate ad aspettarlo in casa, - e Geppone entrò nel castello.

Dopo un'ora rincasò il Vento Tramontano. - Buon giorno, Vento.

- Chi sei?
- Sono Geppone.
- Cosa cerchi?

-Tutti gli anni mi porti via i raccolti, lo sai bene, e per colpa tua muoio di fame con tutta la famiglia.
- E perché sei venuto da me?

-Per chiederti, visto che m'hai fatto tanto male, che tu rimedi in qualche modo.

- E come posso?
- Son nelle tue mani.

Il Vento Tramontano fu preso dalla carità del cuore per Geppone, e disse: - Piglia questa scatola, e quando avrai fame aprila, comanda quel che vuoi e sarai obbedito. Ma non darla a nessuno, che se la perdi non avrai piú niente.
Geppone ringraziò e partí. A metà strada, nel bosco, gli venne fame e sete. Aperse la scatola, disse: - Porta pane, vino e companatico, - e la scatola gli buttò fuori un bel pane, una bottiglia e un prosciutto. Geppone fece una bella mangiata e bevuta lí nel bosco e ripartí.

Prima di casa trovò moglie e figlioli che gli erano venuti incon-
- Com'è andata? Com'è andata?

-        Bene, bene, - fece lui e li ricondusse tutti a casa; - rnettete-

atavola -. Poi disse alla scatola: - Pane, vino e companatico
per tutti, - e cosí fecero un bel pranzo tutti insieme. Finito di mangiare e bere, Geppone disse alla moglie: - Non lo dire al Pgore che ho portato questa scatola. Se no gli prende voglia d'averla e me la soffìa.
- Io, dir qualcosa? Dio me ne liberi!
Ecco che il Priore manda a chiamare la moglie di Geppone.

-lù tornato, tuo marito? Ah sí, e com'è andata? Bene, son contento. E che ha portato di bello? - E cosí, una parola dopo l'altra, gli cava fuori tutto il segreto.
Subito chiamò Geppone: - 0 Geppone, so che hai una scatola molto preziosa. Me la fai vedere? - Geppone voleva negare, ma ormai sua moglie aveva detto tutto, cosí mostrò la scatola e le sue virtú al prete.

- Geppone, - disse lui, - questa la devi dare a me.

-E io con cosa resto? - disse Geppone. - Lei sa che ho perso tutti i raccolti, e non ho di che mangiare.
-Se mi dài cotesta scatola, ti darò tutto il grano che vuoi, tutto il vino che vuoi, tutto quel che vuoi quanto ne vuoi.
Geppone, poveretto, acconsenti; e cosa gliene venne? Il Priore, grazie se gli diede qualche sacco di sementi grame. Era di nuovo allo stento e questo, bisogna dirlo, per colpa di sua moglie. - Pper causa tua che ho perso la scatola, - le diceva, - e dire che il Vento Tramontano me l'aveva raccomandato, di non dirlo a nessuno. Ora, di ripresentarmi a lui non ho piú il coraggio.
Finalmente si fece animo, e parti per il castello. Bussò, s'affacciò la moglie del Vento. - Chi è?

- Geppone.

S'affacciò anche il Vento: - Cosa vuoi, Geppone?

-Ti ricordi la scatola che mi avevi dato? Me l'ha presa il padrone e non me la vuol rendere e a me tocca sempre patire fame e stento.
- Te l'avevo detto di non darla a nessuno. Ora va' in pace, perché io non ti do piú niente.

- Per carità, solo tu puoi rimediarmi questa disgrazia.

Il Vento fu preso per la seconda volta dalla carità del cuore: tira fuori una scatola d'oro e gliela dà. - Questa non aprirla se non quando avrai una gran fame. Se no, non ti ubbidisce.

Geppone ringraziò, prese la scatola e via per quelle valli. Quan-

do non ne poté piú dalla fame, aperse la scatola e disse: - Provvedi.
Dalla scatola salta fuori un omaccione con un bastone in mano e comincia a tnenare bastonate al povero Geppone, fino a spaccargli le ossa.
Appena poté, Geppone richiuse la scatola e continuò la.suq strada tutto pesto e acciaccato. Alla moglie e ai figli che gli erano venuti incontro per la strada@ a chiedergli com'era andata, disse: - Bene - ho portato una scatola piú bella dell'altra volta -. Li fece mettere a tavola e aperse la scatola d'oro. Stavolta vennero fuori non uno ma due omaccioni col bastone, e giú legnate. La moglie e i figli gridavano misericordia, ma gli omaccioni non smisero finché Geppone non richiuse la scatola.
-Adesso va' dal padrone, - disse alla moglie, - e digli che ho portato una scatola assai piú bella di quell'altra.
La moglie andò e il Priore le fece le solite domande: - Che è tornato, Geppone? E cos'ha portato?
Elei: - Si figuri, sor Priore, una scatola meglio dell'altra: tutta d'oro, e ci fa dei desinari già cucinati che sono una meraviglia. Ma questa non vuol darla a nessuno.
Il prete fece cbiamare subito Geppone. - Oh, mi rallegro, Geppone, mi rallegro che sei tornato, e della nuova scatola. Fammela vedere.
Sí, e poi voi mi pigliate anche questa.
No, non te la piglio.
EGeppone gli mostrò la scatola tutta luccicante. Il prete non stava piú in sé dalla voglia. - Geppone, dàlla a me, e i<:> ti rendo l'altra. Che vuoi fartene tu d'una scatola d'oro? Ti do in cambio l'altra e poi qualcosa di giunta.
Be', andiamo: mi renda l'altra e le do questa.
Affare fatto.
-Badi bene, sor Priore, questa non si deve aprire se non s'ha una gran fame.
-Mi va giusto bene, - disse il Priore. - Domani ho qui la visita del Titolare e di molti altri preti. Li faccio star digiuni fino a mezzogiorno, poi apro la scatola e gli presento un gran desinare.
Alla mattina, dopo aver detto messa, tutti quei preti cominciarono a girare intorno alla cucina del Priore. - Stamane non vuol darci da mangiare, - dicevano, - qui il fuoco è spento, e non si vedono provviste.
Ma quelli piú al corrente dicevano: - Vedrete, all'ora di desinare, apre una scatola e fa venire tutto quel che vuole.

Venne il Priore e li fece sedere per bene a tavola; e in mezzo c'era la scatola, e tutti la guardavano con tanto d'occhi. Il Priore aperse la scatola e saltarono fuori sei omaccioni artnati di bastone, e giú botte da orbi su quanti preti erano lí intorno. Al Priore, sotto quella gragnuola, cadde la scatola di mano e restò aperta, e i sei continuavano a picchiare. Geppone che s'era nascosto lí vicino accorse e chiuse la scatola: se no tutti i preti restavano morti dalle bastonate. Questo fu il loro desinare, e pare che la sera non potessero piú dire le funzioni. Geppone si tenne le due scatole, non le prestò piú a nessuno, e fu sempre un signore.

(Mugello).


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