La curvatura


Con la tecnica dei tagli, dei piallacci sovrapposti, delle speciali dime la curvatura è alla portata del far da sé


Per curvare tavole, tondini e listelli di legno è necessario restituire al materiale buona parte dell’elasticità originaria e talvolta molta di più. La tecnica più semplice, molto usata in modellismo ed in lavorazione ove lo spessore del materiale è relativamente modesto, è quella della bagnatura per immersione, meglio se eseguita a caldo. Si tratta di utilizzare un tubo o un elemento di grondaia entro i quali si inserisce un listello da piegare (di solito si tratta di fasci di listelli) e lo si lascia a bagno dalle 24 alle 48 ore. Il tempo è più breve se la temperatura dell’acqua è elevata, questo si può ottenere inserendo una resistenza elettrica ad immersione del tipo per acquari. Quando il legno è ammorbidito dall’acqua, la piegatura diviene agevole ed è possibile evitare la rottura delle fibre del legno; una volta asciugato si ha la stessa robustezza del materiale prima della lavorazione. Quando si curva un listello o una tavola è necessario disporre di un forma, di una specie di stampo rigido sul quale si esegue la piegatura vera e propria appoggiando il materiale e fissandovelo in modo che la curva venga seguita nel suo arco, che di solito non supera mai i 180 gradi. La tecnica migliore è quella di eseguire una piegatura a strati sovrapposta. Questa consiste nel mettere su una dima, sagomata a piacimento, vari strati di piallaccio, incollandoli con colla vinilica, fino a raggiungere lo spessore desiderato.
In questo modo, togliendo il pezzo dalla dima quando la colla si asciuga, si ottiene un elemento rigido che riproduce fedelmente la nostra sagoma.
Quando dobbiamo eseguire piegature su materiali di lunghezza piuttosto breve e spessore piuttosto rilevante, la cosa si complica un po’, come è facile immaginare, quindi è necessario fare ricorso ad un semplice artificio: con una sega a pettine si fa una serie di tagli paralleli, diciamo alla distanza di 10 mm l’uno dall’altro, su di un solo lato della tavola. In questo modo possiamo eseguire una piegatura su di un materiale che in quei punti è spesso solo la metà, quindi molto più malleabile di quanto non sia il pezzo originale. Impressa la piega, basta una ditata di colla vinilica per irrigidire e bloccare una volta per tutte la tavola piegata a pettine e la robustezza, che è pur sempre dipendente dallo spessore del materiale, non diminuisce molto.
C’è anche la piegatura a base di forza bruta: la si esegue di preferenza, con il legno compensato, che è per sua natura molto flessibile e che non può essere rammollito in alcun modo, perché altrimenti si sfoglierebbe o, se di tipo marino, si bagnerebbe solo sullo strato superficiale. E’ ancora il tipo di piegatura più usato.
Per curvare il legno a forte spessore o più semplicemente arrotondare angoli di superfici piane, gli antichi maestri falegnami si servivano di semplici ma sicuri espedienti. Ad esempio il raccordo in curva tra due listelli che costituiscono la cornice di un piano viene realizzato con un elemento ricavato da una tavoletta e la sua giunzione avviene, con i listelli, per mezzo di spinatura cieca.
Nel caso in cui la cornice sia un vero e proprio telaio, il tratto angolare viene rinforzato da un triangolo interno, opportunamente arrotondato e aggraziato.
Se invece la curva deve essere creata tra due tavole di una larghezza non inferiore ai 100 mm, si preferisce affiancare ai due lati da raccordare una serie di listelli posti nel senso della larghezza delle tavole e leggermente piallati.
Quando infine abbiamo bisogno di una curvatura a 90 gradi o qualcosa del genere, possiamo curvare e sovrapporre una serie di strisce di tavolette molto sottili o di compensato di betulla tipo Avio, incollandole una sopra l’altra fino ad ottenere lo spessore desiderato ed avendo cura di tenere, anche se sommariamente, in forma la curva in modo che non si dilati.

Il Legno - © Edifai 1991



I LEGNI PIU’ ADATTI

ACACIA
Fibra forte e resistente, facile lavorabilità, ideale per ebanisteria.

PALISSANDRO
Molto duro, fibre diritte, resistente all’urto, otimo da tornire.

FRASSINO
Robusto ed eccezionalmente flessibile. Durata mediocre. Per impieghi diversi.

CILIEGIO
Duro e difficile da spaccare. Utile per ebanisteria, mobili e impiallacciature.

NOCE
Molto duro e resistente sotto sforzo. Ottimo per mobili e per tornitura.

OLMO
Tra i migliori per ricevere curvature. Buono per impiallacciatura e tornitura.

TIGLIO
Tenero e flessibile, compatto. Ideale per precisione e tornitura.